Gesù: superiore alle opere della legge

Il capitolo iniziale di Ebrei ripete una verità nota a tutti i cristiani che, però, solo pochi comprendono appieno: “Gesù è superiore”. Lo scrittore è così concentrato su questo tema che non si preoccupa nemmeno di offrire i suoi saluti. Non fornisce alcuna istruzione ai suoi lettori, cosa che, invece, avviene in altre lettere. Ha una sola cosa in mente: “Gesù è superiore!” Egli è innamorato, emozionato e sopraffatto da Cristo.

Potresti chiedere: «Gesù è superiore a cosa?» Ebrei 1 risponde che egli è più grande di tutti i profeti, i sacerdoti, i re e gli angeli. Pensa a qualcosa, e lui è superiore anche a quella. Questa non è una novità per noi che sappiamo che Cristo è il nostro salvatore vivente, presente alla creazione e regnante eternamente come nostro re. È superiore a tutto ciò che possiamo immaginare.

Eppure molti cristiani inciampano su una semplice verità, quando si tratta di arrivare a capire che “Gesù è superiore”. Il problema è: Gesù è superiore alle opere della legge, ma noi viviamo come se le nostre opere importassero più che la grazia salvifica di Cristo. Noi affermiamo di essere salvati per grazia, ma ogni volta che cadiamo, ritorniamo alle opere per riabilitarci. Questa è una mentalità da antico patto e porta alla schiavitù; eppure pochi di noi si accorgono dell'errore commesso.

Ebrei 8 illustra il “patto superiore” che Dio ha fatto con noi: «Ora però egli ha ottenuto un ministero tanto superiore quanto migliore è il patto fondato su migliori promesse, del quale egli è il mediatore... Ecco i giorni vengono, dice il Signore, che io concluderò (…) un patto nuovo» (Ebrei 8:6,8).

Ci viene detto che il nuovo patto di Dio è superiore a tutti i precedenti da lui fatti con l'uomo. In questi patti, l'uomo ha sempre fallito nel mantenere la sua parte dell'accordo. Questo è valso anche per servitori molto vicini al cuore di Dio. Mosè si infuriò e ruppe le tavole di pietra dategli da Dio. Davide amava la legge di Dio, che disse essere come miele sulle sue labbra, eppure commise un adulterio e fece uccidere un uomo per coprire la sua colpa. Questi servitori erano tutti dei giganti della fede, eppure ognuno di essi fallì miseramente.

Stava giungendo un patto maggiore degli altri. Cosa lo rendeva superiore? Dio progettò questo patto in modo che non potesse mai essere rotto. Non è stato un patto stretto tra Dio e uomo, ma tra Padre e Figlio. Dunque era certamente garantito che né il padre né il figlio l'avrebbero rotto. La cosa ancora più straordinaria è che la benedizione che raggiunse Cristo per la sua parte di accordo è anche la nostra benedizione. Questa è la “grazia del patto”.

Tuttavia, parlare di un patto superiore porta a una domanda: il patto originale di Dio era sbagliato, o mal congegnato? E non fu troppo duro da parte di Dio darci una tale legge, sapendo che era al di là delle nostre capacità?

Secondo Ebrei, la legge funzionò perfettamente per raggiungere il suo scopo.

La legge di Dio servì esattamente a ciò per cui era stata data. In Ebrei leggiamo: «Perciò bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da esse. Infatti, se la parola pronunziata per mezzo di angeli si dimostrò ferma e ogni trasgressione e disubbidienza ricevette una giusta retribuzione, come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza?» (Ebrei 2:1-3).

La legge che Dio diede agli uomini “si dimostrò ferma”. Eppure sembra un paradosso. Se questa legge non può essere adempiuta da nessuna persona, come fa a dimostrarsi ferma? Innanzitutto, la legge non fu mai intesa come un mezzo salvifico. Il suo scopo era di mostrarci il nostro bisogno di salvezza. Cosa che fece perfettamente. Continuamente nella scrittura vediamo i miseri fallimenti umani nell'adempimento della legge di Dio.

Si nota un'altra cosa in questo passaggio: lo scrittore usa la parola grande per descrivere quello che Gesù ha fatto. Cristo ha fatto il patto perfetto col padre, un patto che serve ad assicurarci una “così grande salvezza” (2:3). Anche qui si parla di qualcosa di fermo, questa salvezza deve operare nella nostra vita. In pratica, fa quello che la legge non poteva fare: salva e libera! Il dono della salvezza di Cristo ci libera dalla legge del peccato e della morte. Inoltre, il nuovo patto della grazia è il potere di Dio al lavoro nelle nostre vite. Ci fornisce la capacità di seguire i suoi comandamenti con forza, ma non la nostra forza. «Dio stesso aggiungeva la sua testimonianza (…) con doni dello Spirito Santo, secondo la sua volontà» (2:4).

Perché mai qualcuno vorrebbe ignorare un così grande dono di salvezza? La ragione è una: perché siamo portati a rispondere alle leggi con le opere. Anche nell'ambito della fede, tendiamo ad appoggiarci alle opere. Possiamo essere convinti mentalmente della salvezza per grazia, ma, nel profondo, molti di noi credono che le opere siano il modo di assicurarsi le benedizioni di Dio.  

Le nostre menti tendono a rifugiarsi nel rispetto delle leggi ogni volta che sbagliamo. Questo è il condizionamento che abbiamo ricevuto da piccoli. Ci sono regole basilari in ogni casa: pulisci la tua stanza, aiuta a sparecchiare, non tirare i capelli a tuo fratello, non picchiarlo, non rubare la sua tartarughina... Questo sistema ti insegna che se fai le cose come si deve sarai gratificato, altrimenti sarai punito. È un sistema basato su premi e punizioni, che molti genitori utilizzano per mantenere la loro sanità mentale.

Questo sistema può andare bene nella vita famigliare, ma non in quella del regno. Eppure, dato che molti di noi crescono in questo modo, anche anni dopo continuano a vedere la propria vita attraverso queste lenti. Ogni volta che sbagliamo in qualcosa, automaticamente cerchiamo di rifugiarci nelle opere. Questo include anche il nostro camminare con Cristo. Quando leggiamo le parole “trascinati lontano” pensiamo: «Potrei essere io, potrei essere trascinato lontano dal Signore se non spendo del tempo a pregare, o a leggere la scrittura, o se non pago la decima. Potrei impigrirmi e perfino tornare alle vecchie abitudini da peccatore».

Ma lo scrittore di ebrei non sta parlando dell'essere trascinati lontano dalle sante abitudini. Sta dicendo: “Sei trascinato lontano se dimentichi di stare vivendo sotto il patto della grazia di Dio. Continui a tornare a un patto basato sulle opere, sperando di raggiungere la grazia”. Le opere non potranno mai arrivare a quello che la croce può dare. Non possono aggiungere un singolo grado di santità nelle nostre vite. Le uniche opere realmente sante sono frutto della grazia di Dio. Sono ciò che facciamo per gratitudine, gioia e fede, poiché ci è stata data una “così grande salvezza”.

Spesso trasformiamo in doveri le cose che Dio vede come gioiose benedizioni nella nostra vita.

Pensiamo a tutte le cose benedette: l'intima preghiera col Signore, leggere la sua meravigliosa parola, condividere gioiosamente il vangelo. Sono tutte splendide cose che rendono una vita gioiosa e appagante. Eppure noi le trasformiamo spesso in opere basate sul merito, in ardui doveri che ci legano. Facendo questo, trascuriamo una “così grande salvezza”, una grazia salvifica e infallibile. Anche quando noi siamo mancanti, il nuovo patto non lo è. Secondo Paolo, la verità ci rende liberi, non schiavi.

«Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; siate dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo di schiavitù» (Galati 5:1). Attraverso questa lettera, Paolo chiede ai credenti: «Perché mai dovresti voler tornare alle opere dell'antico patto? Questo sistema ti renderebbe nuovamente schiavo. Ti è stato dato il nuovo patto, che ti rende libero di amare e servire Dio in perfetta libertà».

Paolo ha insistito molto su questo punto coi galati, dicendo che il vangelo ci rende forti nello Spirito attraverso la grazia. Ma i galati continuavano a tentare di vivere il vangelo tramite le opere. Essi erano certi: «Se faccio questo, ottengo una benedizione. Altrimenti, una maledizione».

Possiamo non accorgercene, ma anche noi tendiamo a fare qualcosa del genere. La nostra tendenza è: «Farò il meglio possibile per obbedire ai comandamenti di Dio, così dovrà benedirmi quando ci riuscirò». Ma Dio, attraverso il nuovo patto, ci dice un altra cosa: «Ti ho già benedetto, prima ancora che tu tentassi di obbedire ai miei comandamenti. So che non puoi rispettare perfettamente la mia parola, quindi ti darò la forza di farlo attraverso il mio Spirito. La mia grazia sarà dietro alle tue opere, non la tua forza».

Questo è il nucleo del vangelo: Dio fa tutto! Dunque, quando ci viene detto di “applicarci ancora di più alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da esse” (Ebrei 2:1) non vuol dire che dobbiamo stare più attenti a rispettare le regole. Dobbiamo stare più attenti al vangelo della grazia che ci ha resi liberi.

Perché mai qualcuno non vorrebbe prestare attenzione a una “così grande salvezza” quale è questo glorioso e gratuito dono? Ritengo ci siano due ragioni per questo:

1. Incredulità. La nostra natura peccaminosa ci dice che non può esistere una cosa gloriosa come il nuovo patto. Dev'esserci qualcosa che dobbiamo fare per guadagnarci la vita. Siamo condizionati a pensare così non soltanto dalla nostra infanzia, ma anche dalla nostra natura ostinata.

2. Orgoglio. L'orgoglio dice: «Posso farcela. Dammi un'altra possibilità e ce la farò». Se questo descrive il nostro modo di pensare, ovviamente la legge non ha finito di operare in te. Il suo obiettivo è di portarti a realizzare che: “Dio deve fare tutto”.

Potresti chiederti: «Perché insistere su questo messaggio?»

Molti cristiani hanno delle pesanti preoccupazioni nelle proprie vite: un figlio che si allontana da Dio, un matrimonio pieno di tensioni, un mucchio di debiti e nessun soldo per pagarli. Perché dovremmo preoccuparci di ritornare alle opere se abbiamo di fronte questi problemi?

Credo che non vi sia alcun problema più pratico dello schiavizzante modo di pensare alle 'opere sopra la grazia'. Ha delle implicazioni nella vita di tutti i giorni, perché influenza direttamente il modo in cui affronti i problemi.

Per esempio, consideriamo un giovane uomo affetto da dipendenza da pornografia che vuole essere liberato, ma tende ad avere una mentalità da 'opere'. Una notte legge questo passaggio: «Come potrà il giovane rendere pura la sua via? Badando a essa mediante la tua parola» (Salmo 119:9). Il giovane uomo pensa che, se leggerà di più la bibbia, troverà la libertà. Poi legge un passaggio che dice: «Pregate gli uni per gli altri». Quindi si unirà al gruppo di sostegno e chiederà di pregare per lui.

Durante tutto questo, il giovane uomo continua a lottare col peccato. Andando avanti nel tempo comincia a disprezzarsi per questo. Continua le pratiche pie che ha deciso di seguire, ma si ripete: «Tutto questo mi fa sentire ancora peggio. Quanto peggiore mi vedrà Dio?»

Tutte le cose che ha fatto sono buone cose, ma nel suo cuore, lui dipende da queste cose, dal fare le opere, per ottenere la libertà che cerca; seguire Cristo non significa fare le opere; darsi da fare per ricevere quello che solo Dio può darci per fede significa fare le opere.

Consideriamo un altro giovane uomo nella stessa chiesa che ha problemi con la pornografia. Egli prega Dio: «Signore, sono indifeso senza di te, lo so fin troppo bene. Eppure so che tu sei la mia unica speranza. Vengo a te ora, lasciando indietro la mia disperazione e fidandomi che tu opererai in me. So che ho bisogno di una sola cosa per superare il peccato: la tua potente grazia. Falla scendere su di me ora, altrimenti, sono senza speranza».

Quest'uomo riceverò la potente grazia di Dio. Perché? Egli ha abbattuto qualunque barriera che lo allontanasse dalla grazia, con una semplice preghiera.

Questi due esempi possono sembrare abbastanza simili, superficialmente. Ma nel mondo dello spirito, placche tettoniche sono state mosse. Un cuore si è spostato dal vecchio, assoggettante patto che dice: “Devo guadagnarmelo”, verso un patto che dice: “La tua grazia guida i miei sforzi”.

Quando arriviamo a questo punto, vediamo che Dio fa delle cose nelle nostre vite che noi non avremmo mai potuto fare con i nostri sforzi. Ti sprono a non trascurare la grande salvezza che ti è stata data. Voltati verso Gesù, che è sempre superiore, e la cui grazia è la tua forza per tutto. Amen!