L'Iddio Della Speranza

Recentemente una sorella mi ha scritto queste parole: "Sono terrorizzata. Penso che sarebbe meraviglioso se ci cadessero addosso alcune bombe ad idrogeno, specialmente su me e la mia famiglia. Sarebbe tutto finito in un batter d'occhio. Saremo con Gesù! Sono una vedova che vive da tempo senza uomini in famiglia. Ho perso mio marito a causa di un cancro. Sono appena uscita dall'ospedale dove mi hanno ricoverato per lesioni alla schiena. Ho due figlie non sposate, una delle quali ha problemi di salute e da due anni non lavora. Abbiamo sofferto terribilmente negli ultimi 16 anni. Membri della nostra congregazione sono stati perseguitati, e tutti i miei amici stanno soffrendo terribilmente. Nella mia vita dimorano paure ed ansietà. Signor Wilkerson, stiamo soffrendo! C'è qualche speranza per la sposa di Cristo? Per favore, risponda!".

Questa è solo una fra le migliaia di persone che ci scrivono della loro disperazione e della loro incapacità ad affrontare la vita. Sentiamo di molti che amano profondamente il Signore ma che vivono in situazioni e condizioni che appaiono insolvibili. Parlano di matrimoni rovinati e di problemi familiari e di salute, e tutti usano frasi del tipo: "Non c'è via d'uscita!", "Ce l'ho messa tutta ma ora mi ritrovo in prigione -- condannato a vita!", "Dio sembra non ascoltarmi perché non cambia niente. Le cose vanno di male in peggio!", "A volte mi chiedo se ne valga la pena. Spero che il Signore venga a prendermi e mi tiri fuori da questa fossa!", "Ho dei momenti positivi, ma quando mi assalgono questi sentimenti di fallimento -- sono a terra!".

Qualcuno ha detto che le cose peggiori dell'insanità mentale sono la disperazione ed il senso di incapacità. Ma grazie a Dio, serviamo un Iddio di speranza! La parola greca usata per "speranza" significa "guardare avanti con fiducia ed aspettazione". L'apostolo Paolo scriveva ai Romani: "Ora il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nel credere, affinché abbondiate nella speranza, per la potenza dello Spirito Santo" (Romani 15:13).

Paolo presenta un'idea incredibile: "Affinché abbondiate nella speranza". Stava dicendo: "Affinché non manchiate di nulla, abbiate una misura abbondante, eccessiva, oltre ogni limite". Alcuni possono pensare: "Mi sembra uno scherzo terribile. Nella condizione in cui mi trovo quello che desidero di più è un raggio di speranza, solo una minuscola prova che le mie preghiere sono state esaudite. Mi basta un segno piccolissimo che le cose sono cambiate!".

Ma cari, la Parola di Dio è vera! Dio è un Iddio di speranza -- una speranza eccessiva, traboccante, oltre ogni misura. La preghiera di Paolo per il popolo di Dio era che "fossero ripieni di ogni gioia e pace nel credere". Questo è lo stato normale per tutti i cristiani: non solo per quei credenti a cui tutto va bene -- ma per tutti! Dio non sta prendendo in giro quei figli che oggi vivono una condizione buia. Egli è un Iddio di speranza, pronto a far scorrere nell'anima tua una gioia ed una pace estrema, traboccante, per mezzo dello Spirito Santo.

Paolo diceva: "Perché noi siamo stati salvati in speranza; or la speranza che si vede non è speranza, perché ciò che uno vede come può sperarlo ancora? Ma se speriamo ciò che non vediamo, l'aspettiamo con pazienza" (Romani 8:24-25).

Eppure continuiamo a rispondere chiedendo che la situazione cambi: "Potrei sperare solo se vedessi un piccolo movimento, una prova minuscola che Dio sta operando per il mio bene, qualcosa a cui potrei aggrapparmi. Devo vedere cambiare qualcosa. Come posso sperare se da mesi le cose non fanno che peggiorare?".

Ma "abbondare nella speranza" vuol dire avere una pazienza estrema, traboccante -- più che una semplice pazienza che permette di "aspettare". Vedete, la gioia e la pace vengono quando sai che Dio ha tutto sotto il Suo controllo!

"Così dice l'Eterno: Maledetto l'uomo che confida nell'uomo e fa della carne il suo braccio, e il cui cuore si allontana dall'Eterno! Egli sarà come un tamerisco nel deserto; quando viene il bene non lo vedrà. Dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in una terra salata senza abitanti. Benedetto l'uomo che confida nell'Eterno e la cui fiducia è nell'Eterno. Egli sarà come un albero piantato presso l'acqua, che distende le sue radici lungo il fiume. Non si accorgerà quando viene il caldo e le sue foglie rimarranno verdi; nell'anno di siccità non avrà alcuna preoccupazione e non cesserà di portare frutto" (Geremia 17:5-8).

Geremia presenta qui due leggi spirituali immutabili: una porta alla vita e alla speranza -- l'altra alla morte e alla disperazione. Queste sono le chiavi per comprendere il motivo per cui alcuni cristiani provano sempre pace e gioia nel Signore, mentre altri vivono nella disperazione e nella tristezza.

La parola ebraica che Geremia usa per "maledetto" significa "estremamente detestabile". In altre parole, la persona che si allontana da Dio e confida nell'uomo Gli diventa detestabile!

Come puoi sapere quando stai confidando nell'uomo più che in Dio? Se cadi quando un altro cade, o se le azioni di un altro influenzano il tuo cammino con Dio -- allora capisci che stai confidando in un braccio di carne!

Se metti la tua fiducia in un uomo, puoi stare certo che ad un certo punto verrai ferito, e rimarrai profondamente deluso. "Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa e insanabilmente malato; chi lo può conoscere?" (Geremia 17:9). Proprio quando pensi di conoscere una persona, stai sicuro che avrai uno shock. Finirai col dire: "Non me lo sarei mai aspettato da quello o da quella". Paolo esortava i credenti a "non confidare nella carne" (Filippesi 3:3).

Molte delle sofferenze o delle afflizioni che provi avvengono perché qualcuno su cui contavi ti ha deluso -- qualcuno forse a cui eri molto legato. Per esempio, una moglie potrebbe dire: "Se mio marito cambiasse! Mi ha ferito profondamente. Mi trascura, non cerca di comprendermi; le sue parole mi feriscono. Sta uccidendo il mio amore per lui. Oh, se potesse cambiare... Sarei felice!".

No -- non saresti felice! Quando la Bibbia parla di fare della carne il nostro braccio, sta parlando della nostra carne! Anche se tuo marito diventasse un compagno perfetto -- uno che dice le cose giuste, che ti tratta come una regina -- non risolverebbe i tuoi problemi di disperazione.

Il tuo problema non è tuo marito, tua moglie o i tuoi figli; è un problema con Dio. Geremia dice che sei come un tamerisco nel deserto: non vedi quando viene il bene, ma piuttosto dimori in luoghi aridi nel deserto. Questo vuol dire che sei tagliato fuori dalla vera risorsa di felicità e di speranza. Hai rinnegato il Signore, e non ti stai abbeverando alla Sua acqua viva. Sei diventato come un tamerisco secco ed arido -- non porti frutto e stai morendo!

Vedi, ti stai fidando di una persona piuttosto che di Dio, l'Unico che può darti speranza e felicità. E anche se quella persona facesse tutto quello che desideri, o quello che credi dovrebbe fare per risolvere i tuoi problemi, non ne vedresti il bene. Non cambieresti. Saresti ancora disperato. Ciò che pensi possa risolvere i tuoi problemi ti farà solo sentire peggio.

Una delle meraviglie più grandi dell'America è l'incredibile acquedotto di New York. E' tutto costruito sotto terra, migliaia e migliaia di chilometri di tubi che convogliano l'acqua in questa metropoli. C'è voluto un esercito di immigrati italiani per costruirlo. Che accadrebbe se quell'acquedotto fosse spazzato via e non ci fosse più acqua per la città? New York diverrebbe un posto disabitato... una terra deserta e vuota. Possiamo resistere senza il combustibile, ma non senz'acqua.

Accade la stessa cosa nelle nostre vite! Quando la gente perde la speranza, piuttosto che correre al Signore si affida alle proprie forze. Cercano in se stessi la speranza e i loro cuori diventano un posto disabitato, una terra arida. Un buon esempio di quello che sto dicendo è Abbie Hoffman, un'attivista hippy degli anni '60. E' morta di recente -- suicidata. Pochi sapevano che era una maniaco-depressiva che si chiudeva per giorni e giorni nella stanza, coricata nel letto in posizione fetale. Non riusciva ad affrontare la vita; è stata trovata morta sotto le coperte avvolta come una palla.

Oggi persino i cristiani stanno provando questa disperazione devastante, simile a quella che ho appena descritto. Ma Dio sta dicendo al Suo popolo: "Sei disperato perché non hai fiducia in Me. Ti rivolgi agli altri -- ai dottori, agli amici, ai consiglieri, alle medicine, ai finanziatori. Non ti affidi alle Mie promessi; permetti che le parole degli altri ti abbattano. Ti sei maledetto perché non sei venuto a Me. Ti senti arido e vuoto. Sei solo perché non attingi acqua alla Mia sorgente".

Geremia descrive il "peccato di Giuda" (17:1) come un peccato commesso da credenti, non da pagani. Il peccato del popolo di Dio era questo: nei momenti difficili non si era rivolto a Lui con fede ma aveva richiesto l'aiuto della carne. Come deve essere afflitto Dio per questo, e per i discorsi di tutti quei cristiani abbattuti. Sobbalzo quando sento credenti dire: "E' inutile!", "Non c'è speranza". Israele ha usato lo stesso linguaggio: "Ed essi dicono: Non c'è speranza" (Geremia 18:12).

In questo passo Dio dice che il Suo popolo ha commesso un peccato terribile: "Perciò così dice l'Eterno: Chiedete dunque fra le nazioni chi ha udito cose simili. La vergine d'Israele ha fatto una cosa orrenda. Potrà forse scomparire la neve del Libano dalle rocce che si ergono al di sopra del paese? O si seccheranno mai le acque fredde correnti di una terra straniera?" (Geremia 18:13,14).

Qual è la cosa orribile che il popolo di Dio sta commettendo?

Come le acque fresche e rinvigorenti scorrono per portare beneficio, così Dio sta dando una provvista di forza al Suo popolo. Le acque del Libano sono acque di forza, sono sempre disponibili e non si seccano mai. Eppure il popolo di Dio continua per la sua via -- sono aridi, vuoti e dicono del continuo: "Siamo stati abbandonati e vaghiamo per una terra desolata!".

Questa è l'immagine di quei cristiani disperati che hanno dimenticato le promesse di Dio, che siedono accanto ai fiumi dell'amore di Dio e pensano: "Il Signore non opera nella mia vita. Devo stringere i denti e continuare a modo mio. Devo combattere da solo; è inutile continuare a sperare. Devo fare quello che posso per sopravvivere!".

"Eppure il mio popolo mi ha dimenticato; bruciano incenso a idoli vani, che li hanno fatti inciampare nelle loro vie, i sentieri antichi, per camminare su vie traverse e non sulla via maestra" (Geremia 18:15).

Le strade delle nostre città sono piene di gente disperata -- gente che butta via la vita con sconsideratezza, cercando di aggrapparsi a qualcuno che alla fine li ferirà. Qualcuno è persino arrabbiato con Dio perché non lo ha aiutato ad ottenere quello che voleva.

So della moglie di un ministro che era caduta in una depressione profonda. Si era ammalata a causa di tutte i problemi e di tutte le maldicenze della chiesa. Pensava che Dio non la stesse aiutando con i suoi problemi, perciò disse a suo marito: "Non ce la faccio più". Decise di lasciare lui e i suoi due figli, e se ne scappò insieme ad un peccatore. Ora siede nei bar e non la smette di bere, "bruciando incenso a idoli vani, che li hanno fatti inciampare nelle loro vie, i sentieri antichi".

Potrei scrivere un libro con tutte le tragedie di gente depressa e disperata che ha compiuto gesti avventati. Se permetti al diavolo di convincerti che sei una vittima disperata -- sei fallito e non servi a nulla -- arriverai a gesti incredibili, compreso il suicidio!

Questa depressione può portare anche alla pigrizia spirituale. Il popolo cerca scuse per non fare niente: "Lasciami in pace! Me la vedo io!", dicono. Credono che Dio li abbia dimenticati. Ma la Scrittura dice che tutto questo avviene "perché il popolo mi ha dimenticato".

Si può pensare che quando un cristiano è afflitto o disperato corra al Signore e gli porti tutti i suoi dispiaceri. No! Spesse volte invece la nostra testardaggine ci convince a tenere i problemi per noi e a non richiedere l'aiuto di Dio.

Da qui in poi è una strada in discesa. Puoi consigliarli, pregarli, supplicarli dicendo: "Tutto quello che devi fare è affidare il tuo caso al Signore! So che Lui porterà il tuo peso e spezzerà queste catene. So che lo Spirito Santo vuole consolarti ed aiutarti". Ma è come se non ci sentissero. Le loro orecchie sono otturate; i loro cuori sono induriti. Sono pieni di autocommiserazione e pigrizia. Tutto quello che riescono a vedere sono i loro problemi -- non Gesù!

Per farla breve, la depressione, l'aridità spirituale e la disperazione sono i risultati diretti di chi si allontana dalla provvista di Acqua Viva. Quando rinneghiamo la fede, la preghiera e la parola -- che sono il nostro accesso alle fresche acque del Libano -- il risultato è sempre malinconia, aridità e tristezza.

Grazie a Dio c'è un'altra legge immutabile: la legge della speranza - la legge della vita! "Perché sarà come un albero piantato presso l'acqua". Qui troviamo il segreto di una vita che spera continuamente -- il segreto della pienezza di pace e gioia nello Spirito Santo. Non si trovano queste cose nelle riforme, o in promesse che facciamo a Dio ma che non riusciamo a mantenere.

La persona che prova questa promessa non si farà più ferire dalla gente, perché non vi pone più fiducia. Le sue aspettative sono nel Signore. Non si importa di ciò che dicono o fanno; i suoi occhi sono puntati solo sul Signore. E il Signore sicuramente non lo abbandonerà!

"Perché egli sarà come un albero piantato presso l'acqua, che distende le sue radici presso il fiume". La parola ebraica che viene usata qui per "piantato" è impressionante -- significa letteralmente "trapiantato". La fede toglie le sue radici da una terra arida e senza vita -- e le trapianta presso i rivi di acqua viva che sgorgano dal Libano.

Davide diceva: "C'è un fiume, i cui rivi rallegrano la città di Dio.. Dio è nel mezzo di lei, essa non sarà smossa; Dio la soccorrerà" (Salmo 46:4-5). E Davide diceva di Dio: "Tu visiti la terra e la fai sovrabbondare; il fiume di Dio è pieno d'acqua... Tu imbevi di acqua i suoi solchi" (Salmo 65:9-10).

Affonda le tue radici nel Suo fiume e non avrai più paura di quello che accadrà. Perché le tue "foglie [il tuo volto] saranno verdi [sarà fresco, vivo]". La siccità non ti toccherà, e tu porterai costantemente del frutto.

Non sarai sempre stanco, solo, asciutto e non ti sentirai abbandonato. Verrai invece trapiantato mettendo semplicemente la tua fiducia nella Sua Parola. E presto le tue radici affonderanno nel Suo fiume di vita.

Perché alcuni credenti vivono sempre nella gioia e nella speranza? Perché sono sempre pieni di pace e irradiano una vita spirituale ed un benessere a tutti quelli che li circondano? E' forse perché non hanno problemi? No! La verità è che probabilmente hanno qualcosa più di te -- più della maggior parte delle persone!

Hanno imparato il segreto dell'affondare le proprie radici nel fiume di Dio. Se sei piantato lungo il fiume, non hai bisogno del risveglio, non hai bisogno di piogge di benedizioni, non hai bisogno di vittoria. E dato che gusti continuamente quell'acqua che sgorga vita, non sei soggetto ad alti e bassi, a risvegli ed improvvisi raffreddamenti! La carestia spirituale non ti toccherà, il grano dell'apostasia non ti abbatterà. Stai attingendo l'acqua dal fiume della vita di Dio!

Se dovessi scegliere fra risveglio e mettere radici, sceglierei mettere radici ogni giorno. Molto dopo che il risveglio se ne è andato, io soffrirei perché non avrei le radici nell'acqua.

Ezechiele vide un fiume di acqua che sgorgava dal santuario. "Lungo il fiume, su entrambe le sponde, crescerà ogni specie di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno e il cui frutto non verrà mai meno. Porteranno frutto ogni mese, perché le loro acque escono dal santuario, il loro frutto servirà di cibo e le loro foglie di medicina" (Ezechiele 47:12).

Dio mostrò a questo profeta un fiume che usciva dal Suo santo tempio. E con il passare del tempo, divenne un torrente nel quale poteva nuotare. Ezechiele vide un uomo che misurava quel torrente che cresceva, fin quando non divenne "un fiume che non poteva attraversare, perché le acque erano cresciute, erano acque nelle quali bisognava nuotare" (Ezechiele 47:5). Vedete, la chiesa primitiva aveva gustato acque che arrivavano fino alle anche; durante la Riforma le acque arrivavano fino ai lombi. E in questi tempi, le acque sono cresciute tanto che oggi possiamo nuotarvi dentro.

Sulla riva di questo fiume ci sono molti alberi, tutti verdi e carichi di frutti. Chi sono questi alberi? Sono coloro le cui radici sono affondate in Dio. "E avverrà che ogni essere vivente che si muove, dovunque il fiume arriverà, vivrà; ci sarà grande abbondanza di pesce, perché vi giungono queste acque e risanano le altre; ovunque arriverà il fiume tutto vivrà" (Ezechiele 47:9).

Si, il fiume è Gesù -- la Sua presenza. Nel momento in cui togli via ogni dubbio e paura -- e gridi: "Signore, credo in Te, e solo in Te avrò speranza abbondante" -- sarai trapiantato lungo i rivi di questo fiume per mezzo della potenza dello Spirito Santo.

Voglio dirvi perché è così importante che affondiate le radici in Dio: perché il peggio deve ancora venire!

"Se tu corri con i pedoni e ti stancano, come potrai gareggiare con i cavalli? Se ti senti sicuro solamente in un paese pacifico, cosa farai quando il Giordano si gonfierà?" (Geremia 12:5).

Questi sono tempi prosperi. Paragonati alla tempesta che sta per scoppiare, questi tempi sono come una doccia tiepida. Di fronte ai problemi che ci aspettano, questi sono solo giochi da ragazzi. Puoi pensare che le cose che ti stiano per avvenire siano terribili, ma le tue previsioni sono rosee rispetto alle catastrofi che stanno per abbattersi sulla terra!

Oggi è il tempo in cui dobbiamo affondare le nostre radici. Se non prendi la tua forza in Lui oggi, non resisterai quando fitte tenebre copriranno la terra. Io e te oggi siamo provati da "leggere afflizioni" (2 Corinzi 4:17) affinché ci indirizziamo verso il Signore, e affinché scaviamo sempre di più nella riserva della vita.

Questo è l'unico modo per custodire il tuo cuore e vivere con gioia! "L'anima mia è assetata di Dio, del Dio vivente... Le mie lacrime sono divenute il mio cibo giorno e notte... Do libero sfogo all'anima mia.. Perché ti abbatti, anima mia, perché gemi dentro di me? Spera in Dio, perché io lo celebrerò ancora per la liberazione della sua presenza" (Salmo 42:2-5). Questo è il messaggio di Dio per tutti quelli che sono "abbattuti", tutti quello che sono tristi, sconfitti, malinconici, scoraggiati e senza gioia.

Perché sono depresso? Perché son triste e malinconico? Perché sono stravolto? Perché mi lamento? Davide non cerca nemmeno di rispondere a queste domande. Tutto quello che può dire è: "Spera in Dio! Lui è la salute della mia presenza.

A quelli che aspettano pazientemente il Signore, "di giorno l'Eterno elargisce la sua benignità, e di notte innalzo a lui un cantico" (Salmo 42:8).

Dio ha avvertito chiaramente che è una cosa seria quando non Lo serviamo con gioia. In Deuteronomio 28 vengono descritte tutte le maledizioni che colpiscono chi non crede: "Tutte queste maledizioni verranno su di te, ti perseguiteranno e ti raggiungeranno, finché tu sia distrutto, perché non hai ubbidito alla voce dell'Eterno, il tuo Dio, osservando i comandamenti e gli statuti che egli ti ha ordinato. Essi saranno come un segno e come un prodigio per te e per i discendenti, per sempre. Poiché non hai servito l'Eterno, il tuo Dio, con gioia e allegrezza di cuore per l'abbondanza di ogni cosa" (Deuteronomio 28:47-49).

Dio dice: "Hai centrato l'attenzione su cose minime e sbagliate -- e hai dimenticato tutte le benedizioni e le cose meravigliose che ho fatto per te!".

Cristo trasformerà la tua disperazione in gioia e ti rivestirà di felicità -- se tu hai fede in Lui. "Tu hai mutato il mio lamento in danza; hai rimosso il mio cilicio, e mi hai rivestito di gioia" (Salmo 30:11). Santi, gioite nell'Iddio della speranza -- e vivi!