Abbiamo Bisogno Di Più Guastafeste Nella Chiesa!

Abbiamo bisogno di più guastafeste nella chiesa! Prego che ogni membro del corpo di Cristo diventi un guastafeste! Abbiamo bisogno di un esercito di guastafeste così ripieno dello Spirito Santo da rivoluzionare la città di New York e tutte le città del mondo. Sarà così ripieno da dar fastidio alle istituzioni corrotte - da scuotere le chiese morte - da importunare i leader, i sindaci, gli assessori, i responsabili di ogni comunità! In altre parole, abbiamo bisogno di guastafeste dello Spirito Santo, che si muovano per lo spirito, proclamando la signoria di Cristo in modo così efficiente da rivoluzionare intere città!

Paolo e Sila furono i guastafeste più grandi del mondo! La Bibbia ci parla di "uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del Signor nostro Gesù Cristo" (Atti 15:26). Paolo, Barnaba, Sila e Timoteo erano degli uomini che camminavano per la potenza dello Spirito. Come ci afferma Atti 16, quando lo Spirito Santo proibì loro di portare la Parola in Asia, essi obbedirono. Cercarono poi di andare in Bitinia, ma lo Spirito non glielo permise; si recarono invece a Troas, guidati dallo Spirito. In seguito Paolo ebbe una visione: un uomo li chiamava in Macedonia, perciò si recarono immediatamente a Filippi, la città più importante della Macedonia. Quando arrivarono, un'indovina li seguì, gridando: "...Questi uomini sono servi del Dio Altissimo e vi annunziano la via della salvezza" (Atti 16:17). Questa storia durò per molti giorni, talché Paolo si voltò e "disse allo spirito: Io ti comando nel nome di Gesù Cristo di uscire da lei. E lo spirito uscì in quell'istante" (Atti 16:18). Improvvisamente l'intera città si ribellò: quest'indovina era probabilmente un'attrazione turistica, ma ora era guarita e lodava il Signore!

Paolo aveva stravolto lo stato delle cose. Aveva sfidato il diavolo che per anni aveva avuto la meglio. Il proprietario dell'indovina liberata trascinò allora Paolo e Sila sulla piazza del mercato e li presentò ai magistrati della città. L'accusa era: "...questi uomini...turbano la nostra città" (Atti 16:20). "Allora la folla insorse tutta insieme contro di loro; e i pretori, strappate loro le vesti, comandarono che fossero frustati. E, dopo averli battuti con molti colpi, li gettarono in prigione, comandando al carceriere di tenerli al sicuro. Questi, ricevuto un tale ordine, li gettò nella parte più interna della prigione e fissò i loro piedi ai ceppi" (Atti 16:22-24). Sembrava che Satana avesse vinto. I nuovi convertiti probabilmente rimasero scioccati!

Ma tutta la potenza di Dio è con i guastafeste dello Spirito Santo! "Verso la mezzanotte Paolo e Sila pregavano e cantavano inni a Dio; e i prigionieri li udivano. Improvvisamente si fece un gran terremoto, tanto che le fondamenta della prigione furono scosse: e in quell'istante tutte le porte si aprirono e le catene di tutti si sciolsero" (Atti 16:25-26). Il carceriere, vedendo ciò che era avvenuto, cadde ai piedi di Paolo e Sila dicendo: "Signori, cosa devo fare per essere salvato?" (Atti 16:30). Quegli ufficiali e quei leader religiosi andarono a letto pensando: "Ce l'abbiamo fatta! E' l'ultima volta che sentiremo parlare di questi guastafeste vagabondi. Li abbiamo azzittiti e spaventati!". Ma che shock il giorno seguente! Immagino i sergenti che avranno bussato alle porte dei maggiori, degli assessori e dei leader religiosi, dicendo loro: "Svelti! Correte in città - abbiamo un grosso problema". In stato di confusione, probabilmente gli ufficiali avranno risposto: "Cosa? Un terremoto? Le porte della prigione si sono aperte? Le loro catene si sono sciolte? Non hanno nemmeno tentato di scappare? Il carceriere si è unito alla loro fede? Sono Romani?!?". Ora erano veramente impauriti. Era un crimine picchiare i cittadini romani (sia Paolo che Sila erano romani): "Vuoi dire che non vogliono uscire dalla prigione? Cosa chiedono? Noi dobbiamo andare a scusarci e a condurli fuori dalla prigione?". "Or essi vennero e li pregarono di scusarli e, condottili fuori, chiesero loro di lasciare la città" (Atti 16:39).

Quanto mi piace! Erano lì non per sbandierare la loro autorità spirituale, ma per agire semplicemente come ambasciatori del Re Gesù. Avendo testimoniato della potenza di Cristo, erano stati ingiuriati, perciò Paolo e Sila volevano ora che il piccolo gruppo che si era convertito sulla riva del fiume vedesse in che modo Dio manifesta la Sua potenza verso coloro che non si fanno intimorire dalle forze dell'inferno. Andarono direttamente a casa di Lidia - e che incontro deve essere stato! Penso che Paolo abbia detto a quel gruppo familiare: "Vedete! Il diavolo può arrabbiarsi, le potenze possono scatenarsi - ma Dio ha tutto il potere! Dio combatterà per voi se voi prendete posizione!".

Predico molto sulla preghiera perché credo nella potenza della preghiera effettiva e fervente del credente. Ma pregare da soli, pregare con due o tre persone, o pregare anche con un grande gruppo, non scuote un'intera città! Elia era un uomo dalla preghiera potente, ma fu qualcos'altro che scosse il regno di Achab e fece andare su tutte le furie Jezebel: Elia chiamò i falsi profeti sul Monte Carmel e li sfidò. Jezebel aveva ucciso i profeti di Dio e aveva portato il popolo d'Israele all'apostasia e all'idolatria del terribile Baal - e nessuno l'aveva mai sfidata! Settemila credenti non si erano prostrati davanti a Baal, ma erano rimasti in silenzio, sconosciuti e impauriti. Perciò Elia venne da solo, lui il guastafeste! Achab lo chiamò "colui che mette sossopra Israele" (1 Re 18:17). Alla fine Elia si ritrovò presso il torrente Kishon con una spada in mano, ad uccidere centinaia di falsi profeti di Baal che parlavano "in nome di Jehovah".

Elia non si comportò con il diavolo come un uomo educato. Mentre "...saltavano intorno all'altare.. Elia incominciò a beffarsi di loro" (1 Re 18:26-27). La chiesa degli ultimi tempi ha paura delle potenze delle tenebre perché non c'è in lei la santificazione; la Bibbia infatti dice: "Il giusto è sicuro come un leone" (Proverbi 28:1). Alcuni diranno: "Ma Gesù era umile - non ha mai aperto la bocca né si è ribellato quando lo hanno crocifisso!". E' vero, ma perché era giunta l'ora delle tenebre, il momento in cui doveva essere dato nelle mani del nemico. Non se ne rimase in silenzio nel tempio, quando scacciò i cambiamonete. Non se ne rimase in silenzio quando chiamò i leader religiosi serpenti - guide cieche - sepolcri imbiancati - razza di vipere (vedi Matteo 23). Ha perfino detto ad alcuni che Satana era il loro padre!

Molte chiese oggi sono piene di diplomatici educati e silenziosi, che non vogliono muovere le acque! Nessuno vuole avere problemi! Perciò il regno del diavolo continua a non essere sfidato. Abbiamo cristiani sorridenti e mocciosi a bizzeffe! Sentivo la rabbia in un uomo che mi diceva: "Facciamo una scommessa io e te - qualsiasi somma di denaro! Voi della chiesa non potete fermare niente! Non potete sconvolgere niente! Avete solo poca pubblicità, ma non cambia niente. Siete impotenti in questa situazione!". Stava parlando dell'aborto e sentivo il disprezzo di Satana nella sua voce. Era una sfida! Era come dire a tutti i cristiani: "Siete mogi! Non durerete a lungo - vi arrenderete quando verrà l'opposizione. Correrete al sicuro fra le vostre quattro pareti e vi nasconderete!".

Voglio mostrarvi come e dove gli uomini apostolici di Dio hanno sfidato le potenze delle tenebre - le aree in cui anche noi dobbiamo agire.

"Giunsero a Tessalonica, dove c'era la sinagoga dei Giudei. E Paolo, secondo il suo solito, entrò da loro e... presentò loro argomenti tratti dalle Scritture, dichiarando e dimostrando loro che era necessario che il Cristo soffrisse e risuscitasse dai morti e dicendo: Questo Gesù che vi annunzio è il Cristo" (Atti 17:1-3). La sinagoga di Tessalonica probabilmente per anni era stato un luogo di riunioni silenziose, indisturbate. Insegnavano diligentemente le Scritture e esteriormente sembravano molto santi.

Poi arrivò sulla scena Paolo il guastafeste e in sole tre settimane di predicazione sulla signoria di Gesù, stravolse l'intera area di Tessalonica! Sapeva per esperienza che solo pochi devoti avrebbero ascoltato la parola di Dio, e che la maggior parte non avrebbe abbandonato le loro tradizioni radicate. Sapeva anche che si sarebbero accesi d'invidia e di odio verso tutto ciò che disturbava il loro modo di fare. Paolo dichiarò che la predicazione del suo evangelo avrebbe causato contese: "... noi abbiamo avuto il coraggio nel nostro Dio di annunziarvi l'evangelo di Dio in mezzo a tante lotte" (1 Tessalonicesi 2:2). Un'altra versione dice "con molte opposizioni".

Ma cos'era che causava contese e violente opposizioni? Paolo e Sila non erano arroganti o provocatori - stavano forse ingannando le chiese? In seguito, in una lettera alla chiesa di Tessalonica, che procedeva bene nel Signore, Paolo scrisse: "La nostra esortazione non procede da inganno, né da motivi non retti, né da frode... parliamo non in modo da piacere agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori. Noi infatti non abbiamo mai fatto uso di parole di adulazione, come ben sapete, né siamo stati mossi da pretesti di avidità; Dio ne è testimone... Ma siamo stati mansueti fra voi, come una nutrice che alleva teneramente i suoi bambini... eravamo contenti di comunicarvi non solo l'evangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci eravate divenuti cari" (1 Tessalonicesi 2:3-8). Queste persone religiose che per anni avevano agito con calma e nell'amore di Dio, ora erano arrabbiate. Radunarono una plebaglia infuriata, assaltarono la casa di Giasone e diedero fastidio alle persone e ai governatori della città (vedi Atti 17). La causa di tutta questa contesa era quest'unica parola incompromessa: "C'è un altro re, cioè Gesù" (Atti 17:7).

La predicazione di Paolo sulla signoria di Cristo non era come quelle che sentiamo oggi sull'argomento! Non era uno slogan scelto da un leader o una condizione emotiva. Credo che Paolo sia rimasto per ore con quei giudei religiosi, spiegando il costo di seguire Gesù come Re. Predicava di abbandonare tutti gli idoli e di lasciare i piaceri della vita. Predicava la rinuncia a se stessi e le sofferenze per la gloria di Cristo, anche fino al martirio. Il suo messaggio della signoria di Cristo comprendeva l'avvertimento di non seguire più gli uomini o gli insegnanti o le dottrine, di non farsi guidare più da uomini che mercanteggiavano; ma piuttosto adottare una vita di santità e separazione da ogni apparenza di male, senza aver comunione con gli uomini malvagi.

So di cristiani che amano in modo assoluto i loro pastori e le loro chiese, anche dove si sa per certo che c'è orgoglio, dominazione di spiriti, manipolazione e carne. Ma dicono: "Sentiamo il messaggio giusto. Si predica la santità e la signoria di Gesù! Nella nostra chiesa non si passa sopra il peccato!". Se è così, perché quegli stessi ministri e quelle stesse congregazioni si arrabbiano e sono così ostili a quelli che iniziano a predicare e a vivere a qualsiasi costo la signoria di Cristo nelle loro vite? Perché si oppongono a quelli che praticano fedelmente i comandamenti del Signore?

"Quelli che hanno messo sottosopra il mondo sono venuti anche qua" (Atti 17:6). Quale mondo hanno messo sottosopra? Quello del circolo religioso dove a nessuno importa della signoria di Cristo. La moglie di un ministro qui a New York mi ha detto: "La chiesa di Times Square ha infastidito tutte le chiese carismatiche della città! Non lo sai, vero?". Non lo sapevo. Non so neanche se è vero. Ma se lo è, e se è a causa dell'arroganza di questo pulpito o di persone che se ne vanno in giro dicendo che questa è l'unica chiesa in cui si predica la santità, questo sarebbe un grave errore! Ma se invece i ministri e le congregazioni si "innervosiscono" perché predichiamo la signoria incompromessa di Cristo - se persone se ne vanno dalle loro chiese perché vedono che si chiude un occhio al peccato - se persone escono da questo luogo diventando sempre più simili a Gesù e camminando nella Sua purezza - allora siamo proprio i tipi giusti di guastafeste dello Spirito Santo!

Posso assicurarvi, per mezzo della Parola di Dio, che niente riesce a scuotere o ad arrabbiare le chiese ed i predicatori morti e compromessi più di qualcuno che si muove nella pienezza di Cristo e che vive e predica il vangelo di santità come ha fatto Paolo. E' una prova! In ogni chiesa si trova un gruppetto di "cristiani devoti", come li chiamava Paolo. Ma il giorno in cui dici come Paolo: "Le cose di questo mondo sono spazzatura. Mi sono convertito dagli idoli per servire il mio Re, non servirò più due padroni. Ho visto una grande luce e sono uscito di mezzo ai malvagi, ai non credenti, agli apostati, agli operatori di iniquità" - quel giorno sarai marchiato come guastafeste! Vorrai, come fece Paolo, andare da queste persone per condividere la luce che hai ricevuto, per metterli in guardia? Assolutamente sì! Per telefono, per mezzo di una visita, con audiocassette, cercherai in ogni modo di raggiungerli, e sarai perfino disposto a sacrificare la tua stessa vita."Allora i fratelli fecero subito partire di notte Paolo e Sila..." (Atti 17:10). Ancora una volta sembrava che Satana avesse vinto la battaglia perché aveva mandato via questi due uomini di notte. Immaginate i commenti orgogliosi della gente il sabato successivo: "Che razza di risveglio era! Eravamo qui quando sono venuti e siamo ancora qui adesso che se ne sono andati. Le persone non vogliono questo tipo di predicazione! Continuiamo con Dio senza più interruzioni da questi guastafeste di santità!". Ma Paolo e Sila avevano fatto puntare gli occhi dei nuovi convertiti non su loro ma su Gesù, e quindi il corpo continuò a fiorire. Sotto la persecuzione, la chiesa di Tessalonica diventò così forte nella fede che divenne una testimonianza potente per tutta l'Asia - per la gioia del cuore di Paolo!

Paolo espose le cose proprio al lavoro predicando Gesù il Re con potenza di risurrezione: "...ogni giorno sulla piazza con quelli che incontrava.. e annunziava loro Gesù e la risurrezione" (Atti 17:17-18). Se c'è un posto dove i cristiani nascondono la loro luce più che altrove è proprio a lavoro, nel posto dove svolgono le loro mansioni. Ci sono moltitudini di cristiani in questo paese che siedono nella casa di Dio proclamando il loro intenso amore per Gesù, eppure quando vanno a lavoro sono timidi e si vergognano di Cristo! Come Pietro, con il loro silenzio stanno dicendo: "Non conosco quell'uomo!". Hanno paura di perdere il posto di lavoro o di essere presi in giro o di essere rifiutati.

Perché c'è un simile silenzio vigliacco su Gesù in quei cristiani che pregano, che divorano la Parola e camminano in santità? Perché, al contrario di Paolo, i nostri cuori non si inacerbiscono quando vediamo intorno a noi persone devote all'idolatria (vedi Atti 7:16). Non ci azzardiamo a dire: "Ma Paolo era un predicatore. Era chiamato a fare quel lavoro!". Siamo tutti ambasciatori di Gesù Cristo e abbiamo tutti il comando di non nascondere la nostra luce sotto il moggio.

Questi Ateniesi erano esattamente come le persone con cui oggi lavori tu, che "non avevano passatempo migliore che quello di dire o di ascoltare qualche novità...in ogni cosa fin troppo superstiziosi" (Atti 17:21-22). A molti cristiani è stato fatto a credere che il Presidente fosse un credente nato di nuovo in Cristo, mentre è apparso chiaro che lui e sua moglie non sono altro che stelle cadenti! Ora è evidente che coloro che vivono nella Casa Bianca sono superstiziosi e sono condotti da guide spirituali! Credo che Dio sia arrabbiato perché abbiamo mentito proclamando a tutto il mondo: "In Dio confidiamo". La rabbia di Dio è espressa in Isaia: "La tua nudità sarà scoperta e si vedrà pure la tua vergogna; farò vendetta e nessuno intercederà... Ma queste cose ti piomberanno addosso in piena misura, per la moltitudine dei tuoi sortilegi e la grande abbondanza dei tuoi incantesimi... Rimani ora con i tuoi incantesimi e con la moltitudine dei tuoi sortilegi... si levino dunque gli astrologi e quelli che osservano le stelle e che fanno pronostici ogni mese e ti salvino dalle cose che ti piomberanno addosso" (Isaia 47:3,9-13). "Anche se t'innalzassi come un'aquila e ponessi il tuo nido fra le stelle, io ti farò scendere di lassù, dice l'Eterno" (Abdia 4). Secondo questi passi, questi leader verranno svergognati!

Sarà così per tutta la nazione: la maggior parte di coloro che ti circondano al lavoro sono dediti all'idolatria, alla maldicenza e ad ogni tipo di superstizione. A Wall Street la novità assoluta è la "potenza del cristallo"! Ricchi e intelligenti agenti di borsa mettono migliaia di dollari in un'urna di cristallo o di giada e se la mettono in ufficio per ricevere "radiazioni" e "vibrazioni" che dovrebbero inondarli di una conoscenza segreta. Sono coinvolti nello yoga, nella mediazione, nell'occultismo e molti oggi non fanno niente senza consultare il loro guru o il loro astrologo!

Atene era una città completamente dedita all'idolatria. Il loro peccato e la loro malvagità erano in stadio molto più avanzato di quello della città di New York, perché non avevano la luce dell'evangelo e non esisteva alcuna chiesa. La popolazione era divisa fra due potenti dottrine illusorie: quella degli Epicurei e quella degli Stoici - due dottrine diaboliche! Gli Epicurei non credevano nella vita dopo la morte. Credevano che la morte fosse la fine di tutte le cose e che si potesse raggiungere la felicità grazie alla meditazione, e che la gioia si trovasse solo nell'amicizia. Il risultato finale era sensualità, ghiottoneria e piaceri sensuali. Gli Stoici, d'altro canto, avevano una religione fatta di ragionamenti umani, vicina alla natura. Dicevano che servire una persona con amore avrebbe causato dolore e sofferenze, perciò ognuno doveva cercare la propria salvezza nella natura, facendo collimare la propria volontà con la saggezza universale. Era una dottrina così esasperata che spesso portava al suicidio. [Oggi la chiamiamo "New Age", e Satana cerca di diventare la mente universale]. Alla fine gli Ateniesi degenerarono in sadici assetati di sangue, che trovavano piacere solo nei sacrifici dei gladiatori.

Ai suoi tempi, Atene era una delle città più moderne, avanzate ed intellettuali del mondo. Era piena di palazzi, molto occupata, potente eppure senza Dio! Posso immaginare Paolo, un fondatore di chiese, che, mentre aspetta che Sila e Timoteo arrivino da Berea, si reca al mercato per vedere le ultime novità in fatto di aghi e fili e per confrontare le tende. Paolo aveva visitato tante città e aveva visto di tutto: l'ubriachezza dei Corinzi, lo spirito omosessuale che aleggiava a Roma, la cecità spirituale di Gerusalemme. Ma il suo cuore non si era mai indurito così; sapeva reggere a tutto. Ma mentre camminava nel mercato di Atene piangendo, "il suo spirito si inacerbiva in lui..." (Atti 17:16). Paolo non aveva strategie, non aveva piani evangelistici, né schemi o tattiche. Aveva solo un cuore rotto pieno del peso di Cristo. Si disse: "Stanno tutti andando all'inferno. Sono tutti ciechi e perduti. Qualcuno deve pur fare qualcosa!".

A quelli fra di voi che vivono nella città di New York o che l'hanno visitata, chiedo se siete mai stati a Times Square in pieno giorno e se avete dato un'occhiata alle moltitudini di uomini d'affari che se ne vanno in giro con una fretta confusionaria, o se avete mai osservato di notte quei rifiuti umani che vagabondano per le strade. Non avete mai pianto: "Signore, sono persi! Questa città sta andando all'inferno - il diavolo fa i suoi comodi e nessuno sembra sfidare questo caos!"? O vi siete così abituati a queste tenebre, siete così stanchi di tutti i mendicanti, della povertà, del crimine e dell'immondizia da non inacerbirvi più? So cosa significa essere bombardati da tutti i lati da mendicanti che spendono i soldi che ricevono in droga o alcool. Non ce la si fa più; ma c'è il pericolo di far formare dei calli sul cuore, tanto che alla fine non ci inacerbiamo più per il peccato che ci circonda.

Paolo non si fece scoraggiare dalla mole del problema. Non era sopraffatto dal potere di Satana sulla città perché sapeva di avere un'arma segreta: il vangelo della potenza della risurrezione! Paolo distolse gli occhi da ciò che il diavolo aveva fatto e li rivolse su quello che avrebbe fatto la risurrezione di Gesù! Non gli importava che lo avrebbero chiamato "cianciatore", vale a dire un predicatore di stupidaggini. Sei mai stato chiamato "un cianciatore guastafeste"? Qualcuno ti ha mai detto: "Smetti di infrangere i miei diritti. Smetti di versarmi addosso la tua religione. Smetti di cercarmi di farmi credere come te!"? Nessuna di queste beffe avrebbe mai potuto fermare Paolo perché il suo cuore stava sanguinando. Che dicano quello che vogliono o lasciateli chiamarmi come gli pare - sapeva che se non avesse preso una posizione con Cristo quelle persone sarebbero morte al peccato senza una testimonianza.

Non è abbastanza vivere una vita giusta o "dare il buon esempio". Per troppo tempo ci siamo nascosti dietro al vecchio cliché: "Le azioni parlano con più forza delle parole". Proclamiamo di essere testimoni silenziosi che vivono la Sua vita. Ma la testimonianza deve comprendere la Parola parlata: "Le tue sentinelle alzano la voce.." (Isaia 52:8). "Come crederanno in colui del quale non hanno udito parlare?" (Romani 10:14).

"Or Filippo discese nella città di Samaria e predicò loro Cristo. E le folle, con una sola mente, prestavano attenzione alle cose dette da Filippo, udendo e vedendo i miracoli che egli faceva. Gli spiriti immondi infatti uscivano da molti indemoniati, gridando ad alta voce; e molti paralitici e zoppi erano guariti. E vi fu grande gioia in quella città" (Atti 8:5-8). Filippo era un uomo comune, ripieno di Spirito Santo. Non era un uomo da pulpito, ma una persona che credeva semplicemente nella vita della potenza della risurrezione di Cristo. Perciò se ne andava dovunque aspettandosi di vedere dei miracoli. Era un uomo della piazza del mercato. Non riusciremo mai ad avere un grande impatto su questa o su un'altra città fin quando ogni membro del corpo non diventa un Filippo-consumato-per-Cristo, un semplice evangelista la cui fede scaccia gli spiriti maligni e la cui fede prega per la salvezza e la guarigione degli altri. Se saremo così, possiamo scombussolare questa città malvagia!

La congregazione dei fratelli di Plymouth iniziò tanti anni fa a Plymouth, in Inghilterra. Era un santo gruppo che portava l'evangelo per le strade. Avevano un grande peso per le anime! Scoppiò un grande risveglio e Cristo si rivelò loro come un uomo glorificato in cielo. Ma questo gruppo iniziò a studiare la persona di Cristo, e centrò l'attenzione sull'impostazione di una propria forma di adorazione, tanto che alla fine perse il peso per le anime perdute. Si divisero in due gruppi, i fratelli più aperti e quelli chiusi e conservatori. I fratelli più chiusi finirono per non permettere a nessuno di partecipare alla loro congregazione, eccetto che dietro loro invito. Oggi tutto ciò che rimane di quel movimento sono gli scritti di uomini come Darby, Stoney, Mackintosh e Raven, che sono tutti meravigliosi insegnamenti sulla persona di Cristo e sulla santità. Si era infiltrato in loro un esclusivismo spirituale, e avevano perso quella passione per i perduti. Abbiamo bisogno della pura e profonda Parola ma anche di una passione bruciante per i perduti.

Puoi sentire così tante predicazioni e così tanti insegnamenti da diventare "lento a capire" (Ebrei 5:11). Ricevo tante profezie, e molti scritti "spirituali" da cristiani che dicono di spendere giorni, settimane e perfino mesi in preghiera. E' un continuo "così dice il Signore", ma molte di queste non hanno alcun senso! Un marito mi chiese di mettere a posto sua moglie. Questa donna se ne andava in giro dicendo alla gente che era morta e che era andata in cielo, aveva ballato con Gesù, ed era andata a fare scii acquatico con Lui! Affermava che questa rivelazione le era venuta dopo aver pregato per ore.

Perché questi cari non sono fra chi predica un Gesù risorto? Perché spendono il loro tempo accusando gli altri, e non hanno invece un peso per i perduti? La cura migliore per la "fiacchezza" è andare in mezzo ai peccatori a predicare, guarire e scacciare i demoni. Preghiamo: "Vieni Spirito Santo!". Ma a fare cosa? Solo a benedirci e a incontrare i nostri bisogni? O deve venire per equipaggiarci e rivelarci il cuore rotto del nostro Signore? Le ultime parole di Gesù prima di lasciare questa terra furono: "Andate in tutto il mondo, predicate l'evangelo ad ogni creatura" (Marco 16:15).

Abbiamo pregato affinché Dio facesse chiudere il bar dei transessuali che è qui accanto alla chiesa di Times Square. Il proprietario ci ha detto: "Voi avrete dei problemi. Non sapete con chi avete a che fare?". No! Lui non sa con chi ha a che fare! Gesù ha detto: "Ogni potestà mi è stata data..." (Matteo 28:18). Perciò "possiamo dire con fiducia: Il Signore è il mio aiuto, e io non temerò. Che cosa mi potrà fare l'uomo?" (Ebrei 13:6). Paolo pregava affinché "sappiate...qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso noi che crediamo secondo l'efficacia della forza della sua potenza, che egli ha messo in atto in Cristo...al di sopra di ogni principato, potestà, potenza, signoria e di ogni nome che si nomina non solo in questa età, ma anche in quella futura, ponendo ogni cosa sotto i suoi piedi..." (Efesini 1:18-21).

"Del resto, fratelli miei, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza" (Efesini 6:10). Satana forse ha riempito qualcuno di voi di paura: paura di fallire, paura di un peccato che vi circonda o di un'abitudine che vi potrebbe sopraffare, paura degli uomini. Ma la Parola dice: "..resistete al diavolo ed egli fuggirà da voi" (Giacomo 4:7). Non sei uno di quelli che corre! "E con grande potenza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù..." (Atti 4:33). "Anche se si accampasse un esercito contro di me, il mio cuore non avrebbe paura; anche se scoppiasse una guerra contro di me, anche allora avrei fiducia... Perché nel giorno dell'avversità egli mi nasconderà nella sua tenda...mi leverà in alto sopra una roccia" (Salmo 27:3,5).

Italian