Carestia sulla Terra

"…vi saranno terremoti in vari luoghi; vi saranno carestie. Queste cose saranno un principio di dolori" (Marco 13:8).

C'è una terribile carestia che imperversa sulla terra in questi giorni. Essa non è una carestia di cibo. Infatti, gli Stati Uniti stanno producendo una sovrabbondanza di cibo tale, che il governo sta escogitando degli incentivi agli agricoltori affinché non coltivino alcune delle loro terre.

Non è neanche fame della Parola di Dio, sul tipo menzionato dal profeta Amos. Mai come ora, in tutta la storia della chiesa, c'è stata una così piena rivelazione della Parola di Dio. Profeti, sia giovani che vecchi, alzano la loro voce portando una vera rivelazione ai nostri cuori.

Questa carestia è uno dei bisogni umani. E' la moltitudine delle genti che sta morendo per la fame di amore e affetto, bramosi di essere esauditi e soddisfatti da qualcuno.

La parola carestia effettivamente significa "estrema scarsità, fame insoddisfatta, fame di qualunque tipo". In questo modo è possibile riassumere il terrore che molti hanno provato in questi ultimi giorni.

Recentemente, sono stato direttamente testimone di questo terrore in un hotel a Dallas, in Texas, dove era apparecchiato un solo banchetto. Guardavo gli ospiti mentre si mescolavano con le altre persone, con in mano un bicchiere di cocktail, e pensavo a quanto potessero apparire tristi — come sembravano affamate, con le facce smorte e gli occhi vuoti. Più tardi, nella stessa sera, dovetti andare ad una panineria per riuscire a mangiare qualcosa. La festa era finita. Li vedevo andare via e questo faceva struggere il mio cuore. Queste persone avevano bevuto e festeggiato per quattro ore, alla ricerca di qualcosa che desse un significato alla vita. Ma erano vuoti, e c'era nei loro occhi uno sguardo di genuino terrore. Era il terrore della solitudine e sembravano esprimere: "Non voglio essere solo! Per favore, qualcuno mi aiuti ad attraversare la notte!"

La medesima scena si ripete in tutta l'America. L'assoluta paura ed il terrore della carestia; migliaia di persone morenti di fame, di qualcosa su cui non riescono neanche a mettere la punta delle dita. Non c'è mai stata qualcosa di simile in precedenza. Andate in qualsiasi ristorante che vi offra una "Happy Hour — un'ora felice". Dalle 4 alle 7 del pomeriggio di ogni giorno li vedrete pieni di persone sole, che hanno il solo scopo di arrivare fino all'ora di cena. Bevono fino a che quell'ora sia giunta. Quindi, dopo cena, tornano a bere in qualche bar. Stanno cercando — scrutando — provando a trovare qualcosa che soddisfi la fame delle loro anime.

Potete essere testimoni oculari di tale disperazione non solo nei bar, ma anche nelle congregazioni. Sono stato fuori dalle chiese a guardare le facce delle persone che entravano. Credo che il maggior dolore che abbia provato nel mio ministerio, sia stato quello di ascoltare le tragiche storie inespresse di Cristiani timorati di Dio, che sono soli e feriti nell'anima.

Molto spesso sono persone sole. Vengono da me e mi dicono qualcosa simile a questo: "David, cosa c'è di sbagliato nel voler essere amati? Non mi sembra che ci sia nulla di peccaminoso, non è vero? Che c'è di male nel voler essere considerati? Non sono alla ricerca di sesso; sto cercando un'amicizia, qualcuno con cui condividere qualcosa".

Una donna mi scrisse la seguente lettera: "Sono forse stata condannata ad una vita di solitudine? Non sono forse più degna di qualcuno o di qualcosa? Le notti mi terrorizzano. Io amo Dio; sono ripiena di Cristo e Lo amo. Ma dal lato umano sono così addolorata che non riesco a dormire. Qualche volta mi chiedo se vale la pena di vivere! Quando vado in chiesa e vedo le altre persone felicemente sposate, mi addoloro sempre di più. Sono stata condannata a vivere in questo modo il resto della mia vita? I miei bisogni non potranno essere mai soddisfatti?"

Quindi ho preso a leggere delle lettere inviatemi da persone sposate, che sono strette in un matrimonio senza speranza e senza amore. Qualcuno con un marito o una moglie che li inganna; altri con un compagno o compagna omosessuale; altri per i quali il proprio sposo o la propria sposa sono appena qualcosa più di una persona estranea per loro. Essi dicono: "Si parla di solitudine — ma le persone che vivono da sole non conoscono affatto cosa sia la vera solitudine! Non potete saperlo, fino a quando non siete in una posizione tale che tutti pensino di voi che siete felici ed avete tutto a posto nella vostra vita. Ma questa è solo la facciata e non potete sapere quale sia il lato peggiore della solitudine, quando siete confinati nella vostra stessa casa con qualcuno che non vi ama!"

Ho ascoltato storia dopo storia ed ho pianto. Ho pregato il Signore che mi desse la Sua risposta per questa carestia causata dalla solitudine. Non ho cercato alcuna teoria psichiatrica — né di Freud e neppure di Jung. Ma sono andato alla Parola di Dio ed ho trovato il profondo grido del Signore.

Permettetemi ora di condividere con voi alcune belle verità. Se sei ferito, se sei nel mezzo di una personale carestia, Dio ha una parola di rassicurazione per te. Non voglio parlare dell'amore nella sua essenza. Voglio parlare sul significato di essere considerati e ripieni.

Il Signore mi ha guidato verso la storia di Giuseppe. Egli vide il suo sogno frantumarsi, e che bel sogno era! Aveva sognato che il suo covone era ritto in piedi e tutti gli altri covoni gli si inchinavano davanti. Addirittura le stelle e la luna cadevano ai suoi piedi! Questo stava a significare che stava per raggiungere il massimo della soddisfazione, la vetta del successo. Non sono a conoscenza di nessun altro uomo al mondo, che abbia avuto un sogno come questo!

Quando parlo di "raggiungere la vetta", voglio parlare di gioia, pace, soddisfazione personale. Non di cose materiali — perché esse non soddisfano. Questo non è un sogno: è fantasia. Non è realtà. Il vero sogno ha a che fare con la gioia e la soddisfazione, con bisogni soddisfatti.

Se studiate la storia di Giuseppe, vedrete che per un po' le cose andarono bene. I suoi sogni cominciarono a palesarsi davanti ai suoi occhi. Amava lavorare per il suo padrone. Ogni cosa che faceva prosperava; aveva il controllo del suo destino. Felice, benedetto, considerato, rispettato ed amato. Ma, di subito, ogni cosa crollò sulla sua testa. Proprio quando il suo sogno sembrava mettersi a fuoco e stava esperimentando quel tipo di felicità che pensava la vita gli dovesse arrecare, si abbatté il disastro.

"Il padrone di Giuseppe lo prese e lo mise nella prigione, nel luogo dove si tenevano chiusi i carcerati del re" (Genesi 39:20).

L'ironia fu che era stato cacciato in questo guaio per non scendere a compromessi! Non era certo il risultato di un peccato. Fu perché non volle concedersi alla moglie del suo padrone, per non commettere adulterio con lei. Un giorno era al comando ed era rispettato, il giorno dopo era legato e confinato in una buia prigione di disperazione!

Mentre Giuseppe era in prigione, Dio era ancora con lui. La Bibbia dice che ogni cosa che facesse in quel luogo, prosperava (Genesi 39:23). Che prova stava passando quest'uomo di Dio! Egli aveva un sogno nel suo cuore. Evidentemente era un uomo di grandi bisogni e di grande fame, perché non aveva raggiunto alcun risultato nonostante fosse guidato da questi bisogni. Era un uomo capace e di talento — ma ora era stato sbattuto in una prigione, chiedendosi se ancora una volta un'altra utile porta sarebbe stata aperta per lui.

La descrizione continua:

"…finché si avverò quanto aveva predetto, e la parola del SIGNORE gli rese giustizia" (Salmi 105:19).

Se vi foste trovati insieme a Giuseppe in quella prigione, durante quei lunghi mesi di agonia, ricordando il sogno, avreste capito la sua disperazione. Tenete ben presente che il sogno doveva compiersi mediante cose spirituali e pie. Giuseppe aveva il sogno di essere utile — necessario!

Non era forse ciò che realmente voleva, essere utile? Non è anche il grido dei nostri cuori: "Dio, non valgo nulla per te? Perché non ti usi di me? Non c'è alcun posto per me? Niente da farmi fare?"

Era lo stesso grido che partiva dal cuore di Giuseppe mentre stava, apparentemente dimenticato, nella prigione. Se fossimo stati con lui, mi sarebbe sembrato di avergli udito dire: "Non è perché non credo che Dio sia reale, o perché non credo alla Sua Parola. Io credo. E Lo amo. Ma io ho bisogno di qualche prova che le mie preghiere vengano ascoltate. Settimana dopo settimana mi ritrovo nella stessa prigione di disperazione. Non cambia nulla. Dio, per favore fai qualcosa — qualunque cosa — per tirarmi fuori da questo terribile guaio in cui mi trovo!"

Non vi sembra che suoni familiare? La Parola di Dio ci sta mettendo alla prova? Prendete la vostra Bibbia e leggetene le promesse, ma sembra che vi stiano dileggiando. Le preghiere per la liberazione sono senza risposta. Che prova che fu per questo grande uomo di Dio! Notate che Dio amava Giuseppe; Egli era ancora con lui. Ma, a livello umano, questo servitore di Dio era in grande dolore e angoscia. Oh, com'era addolorato!

Anche il coppiere ed il panettiere del faraone furono gettati in prigione. Entrambi ebbero un sogno, e chiesero a Giuseppe di interpretarlo. Questi disse al coppiere: "Stai per riavere indietro il tuo lavoro — sarai reintegrato alla posizione che già avevi". Ascoltate ora ciò che Giuseppe ebbe a dire al coppiere: "…fammi uscire da questa casa, perché io fui portato via di nascosto dal paese degli Ebrei e anche qui non ho fatto nulla per essere messo in questo sotterraneo" (Genesi 40:14,15).

Il vostro cuore non si commuove per Giuseppe? Un pagano viene tirato fuori dai guai, mentre l'uomo di Dio, il quale crede in tutta sincerità, è lasciato nella prigionia. Non sembra ben fatto. Viene lasciato in prigione; i suoi sogni distrutti; solo e ferito. E quel che è peggio non sa assolutamente il motivo di tutto quanto gli sta accadendo! Vi siete mai sentiti così? Avete mai gridato nella disperazione: "Qualcuno, ovunque sia! C'è nessuno che abbia mai provato ciò che io sto provando ora? Aiuto! Dio liberami!" E le cose sembrano sempre andare peggio, in confronto a coloro che meno sono meritevoli ai quali invece tutto sembra andare bene.

Passarono ancora due anni mentre Giuseppe continuava a struggersi nella nera fossa della disperazione. Potete immaginare come si sentisse dimenticato? Coloro nei quali aveva sperato che lo aiutassero, lo avevano abbandonato. Non aveva alcun amico con il quale parlare, per condividere il suo profondo senso di amarezza e di solitudine. La sua famiglia non era nei paraggi per poterlo aiutare. La Parola di Dio stava provando il suo cuore. Il vostro cuore si commuove per questo uomo di Dio mentre cerca di avere un contatto umano per provare a comprendere quale sia il motivo per cui non viene liberato.

Io credo che oggi ci sono molti Cristiani che possono onestamente affermare: "Veramente non credo di meritare le circostanze che sto attraversando in questo momento. Non questo tipo di disperazione!" Come Giuseppe, sono innocenti ma stanno soffrendo per una dura prova.

Può darsi però che non sei così innocente. Forse sei uno di quelli che ingiuriano gli altri. Forse sei uno di quelli che commettono errori. Tu affermi: "Mi sta bene che tu mi parli dell'amore di Gesù per un uomo come Giuseppe, il quale può dire in tutta onestà 'io sto soffrendo senza una giusta causa'. Chiunque può offrire speranza verso quel tipo di persona. Invece io merito quanto sto attraversando. E' tutta colpa mia se mi trovo in questi pasticci! Ho mancato verso Dio e ferito una moltitudine di persone".

Spesse volte, la chiesa non ha molta pazienza con coloro che sono nell'errore — come ad esempio l'uomo che fugge, lascia la propria famiglia e commette adulterio. Noi disprezziamo quel tipo di uomo. Quando l'Ayatollah costrinse agli arresti domiciliari alcuni cittadini americani, quanti americani avrebbero pensato che Gesù amasse gli iraniani? Quanti di noi avrebbero mandato i propri figli o figlie in Iran come missionari? Al contrario, avremmo voluto che Dio facesse scendere il fuoco dal cielo per consumarli? Non credo che sentissimo molto amore o compassione per loro.

Lasciate che dica qualcosa che è difficile da accettare per noi: se un peccatore si pente, umilia se stesso e si riconosce manchevole di fronte a Dio — egli ha molto più diritto alla misericordia ed alla grazia di Gesù Cristo di coloro ai quali ha fatto torto.

Nel Vecchio Testamento, Geremia parla di un popolo sofferente di fame — una carestia intima. Questi cercano pace, ma ciò che trovano è afflizione; cercano soluzione e liberazione dai loro problemi, ma quanto trovano non è affatto buono. C'è arsura sia nelle loro menti che nel loro spirito e nei loro corpi:

"La nostra pelle brucia come un forno per l'arsura della fame" (Lamentazioni 5:10).

Chiunque abbia provato la solitudine della colpevolezza, può dirvi cosa significa sentirsi soffocati, avere la sensazione che la propria anima si stia prosciugando e stia versando nella disperazione più nera. C'è un'arsura tremenda nei loro cuori! Non riuscirei neanche a dare una stima di quanti di questi peccatori siano venuti verso il pulpito nelle mie crociate evangelistiche. Essi mi raccontavano di non riuscire a dormire la notte. Mi dicevano: "Il problema è che non ho paura di non essere trovato pronto per il ritorno di Gesù, è sul livello umano che sono terrorizzato! Ho attirato in me stesso paura e solitudine".

Alcuni piangono per aver commesso degli aborti, incapaci ora di fronteggiare una colpa che li annienta. E gridano: "Ho ucciso il mio bambino. Ho distrutto una vita innocente — potrà mai Dio perdonarmi?" Una povera ragazza era alla soglia di un esaurimento nervoso dopo aver avuto tre aborti. Era sopraffatta da un pio dolore, ma era resa isterica dalla colpa. Non c'era pace nella sua mente travagliata, provando invece vuoto ed insoddisfazione.

Ci sono tempi in cui Dio manda le frecce della carestia contro i disobbedienti ed i ribelli. Ezechiele parlò per conto di Dio verso i figli disobbedienti d'Israele, i quali profanavano il tempio di Dio sposandosi con mogli pagane. Stavano vivendo in pieno e manifesto peccato! Ezechiele, sotto la potente unzione di Dio li mise in guardia.

"…quando Io avrò eseguito su di te i miei giudizi con ira, con furore, con indignati castighi — Io, il SIGNORE, ho parlato — quando avrò scoccato contro di loro i letali dardi della fame…quando avrò aggravato su di voi la fame…" (Ezechiele 5:15–16).

Molti di voi stanno pagando per un terribile errore commesso. Certamente potete tirare avanti e cercare di coprire con qualcosa gli occhi di Dio, ma state per raccogliere ciò che avete seminato. Non ci sono altre possibilità:

"Non vi ingannate; non ci si può beffare di Dio; perché quello che l'uomo avrà seminato, quello pure mieterà" (Galati 6:7).

Molti sono proprio nel mezzo di una depressione. Si sentono giù, soli — per il fatto che hanno commesso un errore e lo stanno pagando — acaro prezzo. La Bibbia afferma: "Il salario del peccato è la morte". E la miseria, il dolore ed il rigetto che proviamo è motivato dal fatto che in qualche momento della nostra vita abbiamo fallito con Dio. Siamo stati disobbedienti, ostinati e caparbi. Ed il costo della disobbedienza è molto alto.

Ma ho buone notizie per te! Dio ha aperto i miei occhi nei mesi trascorsi, per vedere il Suo grande e meraviglioso amore e la Sua potenza della riconciliazione. A volte difficilmente riesco a contenere in me questa visione!

C'è una meravigliosa verità in Ezechiele, negli stessi versetti dove Dio sta scagliando dei dardi di carestia contro i trasgressori. Essenzialmente, Ezechiele dice al popolo: "Non è Dio che sta facendo questo; invece questa è la conseguenza di quello che voi state operando! Se continuate a camminare nelle vostre vie anche dopo che vi ho amato, implorato e supplicato, ne pagherete il prezzo. State per avere solitudine e paura, perché questa è la naturale conseguenza del vostro peccato!"

Di certo, Dio non vuole ferire di proposito le persone. Ma voi state pagando la naturale conseguenza del peccato. Ascoltate queste gloriose parole:

"Oh casa d'Israele [popolo di Dio], vi siete corrotti seguendo le vostre proprie vie, facendo ciò che a voi piace, così impuri che Io ho dovuto spandere la mia collera su di voi. Ma avrò pietà di voi, a motivo del Mio santo Nome…non per causa vostra…non perché lo meritiate, ma perché il Mio Nome è santo ed io sarò pietoso verso chi vorrò essere pietoso. Io avrò pietà di voi…" (Ezechiele 36: 17 e seguenti).

Quando Dio parla di "pietà", essa non è afflizione. No! Perché coloro di cui Dio ha pietà, Egli corregge. Egli non ha misericordia verso coloro per cui non sta operando in loro favore. Egli non spreca mai la Sua misericordia. Egli ha sempre cura di coloro verso cui mostra misericordia:

"…vi aspergerò d'acqua pura e sarete puri; io vi purificherò di tutte le vostre impurità…Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne…affinché non siate più esposti alla vergogna della fame…" (Ezechiele 36:25–30).

Sono certo che ci sono persone che non si pentono e non tornano a Dio perché pensano di aver peccato troppo gravemente, quindi Dio non può perdonarli. In centinaia mi hanno detto durante gli anni: "Se solo tu sapessi quello che ho fatto!" Sentono che ormai la loro vita è stata completamente distrutta. I loro sogni sono scomparsi, morti! Ma Dio dice loro: "Io ho visto tutto quello che hai fatto, ma Io ho ancora misericordia di te. Ti aspergerò d'acqua pura; ti darò un nuovo spirito ed un cuore nuovo. Ti farò un uomo nuovo — per ricominciare come tutto questo non fosse mai accaduto."

Noi serviamo un Dio di questo tipo! Pensateci! La misericordia di Dio verso le persone che soffrono — inclusi coloro che hanno commesso errori! Non dovrete continuare tutta la vita pagando per i vostri errori. Se lo state facendo, significa che non credete che Egli abbia pagato per i vostri peccati. Perché allora Cristo è andato alla Croce? Per pagare tutti i nostri errori — se noi ci pentiamo e li dimentichiamo ed abbiamo la volontà di ritornare verso il Suo benigno amore.

Spesso, più una verità suona complicata, meno è verità! Ciò che rende l'Evangelo così profondo è la sua semplicità. Fin troppo spesso ci guardiamo intorno per cercare una via d'uscita. Parliamo con le persone; prendiamo il telefono; leggiamo libri ed ascoltiamo nastri registrati. Diventiamo disperati nella nostra preoccupazione e terrore, cercando in ogni direzione. Poi, quando ascoltiamo che la soluzione è così semplice — non riusciamo ad appropriarcene!

Sarebbe una buona idea quella di gettare via libri, registrazioni, dischi di psicologia cristiana per un po', mettendo a fuoco una semplice parola. La via d'uscita dalla prigione in cui vi trovate, si riduce ad una singola parola.

C'è una semplice, biblica via d'uscita: Speranza!

Per anni ho cercato una soluzione semplice per i profondi problemi della solitudine e della depressione. A volte, dopo un'evangelizzazione per tutta la città, andavo a casa e mi mettevo a colpire il mio cuscino con le mani serrate, piangendo per i molti bisogni delle persone addolorate; non riuscivo neanche a pensare a tutti i problemi che avevo ascoltato; mi venivano le vertigini solo a ricordarli tutti. Avrei voluto pregare: "Oh Dio, ci sono così tanti problemi, così tante persone bisognose! Signore, esiste realmente una risposta per ognuno di loro? Oppure come a Sarepta, molti stanno soffrendo e morendo di fame, ma la liberazione fu mandata solo a due persone? (1 Re 17).

Ma questo era accaduto nel Vecchio Testamento. Nel Nuovo Testamento, però, non è così che funziona. Nel Nuovo Testamento troviamo che: "Chiunque può venire a Me". E' per tutti coloro che credono. Dio non esclude nessuno. Neanche nel Vecchio Testamento avrebbe voluto escludere qualcuno, ma Israele era diventato così cieco, che solo due persone poterono vedere la luce! Ora a noi è stata data una luce gloriosa: essa splende apertamente. Dio non ha preferenza per alcuna persona; Egli non ha dei favoriti. Questa gloriosa speranza è per qualunque persona che sia sola; per chiunque stia cercando amore oppure abbia un bisogno. Quel bisogno può essere soddisfatto! Dio non vuole escludere nessuno!

Ho chiesto al Signore cosa significhi la parola speranza.

Ci sono cinque cose che voglio condividere con voi:

1) Speranza: è la consapevolezza che ciò di cui tu hai bisogno è possibile.

E' una fede che cresce nell'intimo, la quale ci accerta della soluzione del nostro bisogno. Ho riassunto in questo modo: cosa è possibile con Dio? E questo non ci lascia alcuna scusa, perché noi sappiamo che "ogni cosa è possibile a Dio". Non potrai cominciare ad avere alcuna fede, se non inizi con il credere che Dio può cambiare la tua vita e farla ricominciare da capo; cambiare le lacrime in gioia e far schiudere un nuovo mondo in te. Se non credi che ciò sia possibile, puoi benissimo ritirarti dalla lotta ed arrenderti. Non potrai andare avanti. Questo è ciò che è la speranza, poter dire: "Io credo nel mio cuore che ciò di cui ho bisogno, in Cristo è possibile".

2) Speranza: è l'assicurazione che ogni cosa volgerà verso il mio bene, secondo il tempo di Dio.

Cosa dicono le Scritture?

"Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno" (Romani 8:28).

Forse pensate di far parte di quei prescelti, predestinati alla disperazione; Dio vi ha scelti per soffrire disperazione e solitudine. Credete che il paradiso per voi sia chiuso, le Sue promesse nulle e non valide. Ciò non è quello che afferma la Parola di Dio, vi sfido a mostrarmelo sulle Scritture! Dio ha promesso di farti del bene, nel Suo tempo, nel Suo modo. Sarà reso perfetto al momento giusto.

3) Speranza: è una assoluta convinzione ed ostinatezza che la soluzione è già in cammino.

"Prima che il suo tempo giungesse, la Parola di Dio lo provò…"

Non ti piace quella parola: "prima che"? Questo significa che la tua liberazione sta arrivando! Quello che stai ora attraversando è quel "prima che". "Non vi stupite per l'incendio che divampa in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano" (1 Pietro 4:12). Non c'è nulla che possiate dire, che non abbia già sentito dozzine di volte! Puoi soffrire in un modo molto particolare; ma Cristo dice che tutte le tentazioni sono comuni in tutti gli uomini. Le tue non sono esclusive. Ci sono molti nella stessa barca con te.

Questa parola speranza significa che tu credi che Dio è già al lavoro. Egli sta operando cose che tu non puoi vedere, ma puoi già dire con fiducia: "Dio, Tu stai trovando la soluzione dei problemi. Stai per operare e lo farai bene!"

4) Speranza: è fiducia di fronte a nessuna visibile evidenza.

Questa è la fiducia di cui parliamo: "Non riesco a vedere ancora nulla, ma comincerò a ringraziare e lodare Dio già da ora. Io so che nel tempo della mia prova, Egli ha già provveduto per me". E' anche una completa fiducia nonostante qualunque avversità. Dio sta provvedendo a tuo favore. Non è una fragile speranza, ma è edificata su un solido fondamento. Guardate quali promesse Dio ha fatto:

  • Dio ti manterrà fermo fintanto che dura la prova.

    Non cadrai. Non avrai un esaurimento nervoso oppure perdita delle tue facoltà mentali.

    Ascoltate cosa dice il salmista:

  • "Ecco, l'occhio del SIGNORE è su quelli che lo temono, su quelli che sperano nella Sua benevolenza, per liberarli dalla morte e conservarli in vita in tempo di fame…" (Salmi 33:18,19).

    Dio sta dicendo che ti terrà in vita fintanto che la carestia perduri. Ora è il momento che voi lo diciate al diavolo!

  • State per sperimentare un'abbondante soddisfazione divina prima ancora che raggiungiate la soddisfazione umana di cui avete bisogno.

    Dio manterrà la vostra soddisfazione divina:

    "Il SIGNORE conosce i giorni degli uomini integri; la loro eredità durerà in eterno. Non saranno confusi in tempo di sventura, ma saranno saziati in tempo di fame…Se cade, non è però abbattuto, perché il SIGNORE lo sostiene prendendolo per mano" (Salmi 37:18,19,24).

  • Non sarete neanche per un minuto fuori dalla Sua volontà, fuori dal Suo sguardo o fuori dal Suo amore.

    "Poiché il SIGNORE ama la giustizia e non abbandona i suoi santi; essi son conservati in eterno; ma la discendenza degli empi sarà sterminata. La legge di Dio è nel suo cuore; i suoi passi non vacilleranno" (Salmi 37:28, 31).

    Sapete che Egli vi potrebbe preparare perfino il letto nella vostra prova?

    "Il Signore lo sosterrà, quando sarà nel letto d'infermità; Quando sarà in malattia, tu gli rivolterai tutto il suo letto" (Salmi 41:3 vers. Diodati).

    Egli ti dice: "Riposati; me ne occupo Io".

  • Il giorno della tua liberazione sta arrivando, se mantieni ferma la speranza nella Sua Parola.

    Non aver fiducia negli uomini; non avere speranza in te stesso. Credi solamente alla Parola di Dio.

    "Perché ti abbatti, anima mia? Perché ti agiti in me? Spera in Dio, perché Lo celebrerò ancora; egli è il mio Salvatore e il mio Dio." (Salmi 42:5)

    "Spera nel SIGNORE e segui la sua via; egli ti esalterà perché tu possieda la terra…" (Salmi 37:34).

    Ciò significa che Lui sta per farti entrare nella promessa! Egli farà in modo che tu abbia la tua eredità!

5. Qui troviamo la nave ammiraglia della speranza: la benedetta speranza della liberazione dalla disperazione che c'è nel tuo cuore:

Memorizzate questo riferimento: Romani 8:35–39:

"Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione? l'angoscia? la fame?…"

Sarà la carestia che stai attraversando che ti terrà separato dall'amore di Cristo? No!

"Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati" (Romani 8:37).

Paolo affermò:

"Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore…" (Romani 8:38,39).

Ora, se Egli ti ama così tanto, qualunque cosa hai fatto, credi che Egli ti lascerebbe cadere o ti rigetterebbe? Se non sei separato dall'amore di Cristo, come potresti essere separato dalla tua liberazione? Non sarebbe possibile! Tu non puoi servire il Signore, non puoi andare nella casa di Dio onestamente, senza avere questa speranza in te: "Dio mi ha capito; sta per liberarmi con la Sua forza. Egli mi farà del bene!"

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