Ciò Che è Spirituale Non Può Essere Imitato
Nelle strade di New York, si può comprare un orologio Rolex per 30.000 lire. Un venditore grida: "Comprate qui il vostro Rolex", facendo splendere un lucente orologio con il marchio "Rolex" applicato sopra. Se esaminate questo orologio, noterete che assomiglia in tutto ad un Rolex. Ma, come ben sanno tutti gli abitanti di New York, questi orologi non sono affatto dei Rolex originali.
Sono semplicemente delle "patacche" - cioè delle copie a basso costo dell'originale.
Migliaia di visitatori di New York comprano questi Rolex dalle bancarelle e li indossano tornando alle loro case. Al principio sono felici di ostentare il loro "costoso" orologio. Ma imparano in fretta a non farlo esaminare dagli altri più approfonditamente, in quanto questo orologio pesa soltanto un decimo dell'originale.
Potete trovare anche altre imitazioni di generi di lusso in New York. Per esempio, da Saks nella Quinta strada potete comprare un vestito firmato da un grande stilista per 2.000.000 di lire - oppure potete comprare una imitazione che sembra proprio uguale all'originale, in via Orchard per sole 180.000 lire. L'imitazione del vestito non è fatta dello stesso materiale, ma guardandolo solamente non si direbbe.
Ci sono anche delle imitazioni di borsette particolarmente costose, di occhiali da sole e di gioielli. Effettivamente, molti dei diamanti indossati dall'alta società sono delle imitazioni. Questi ricchi abitanti di New York non amano indossarli in pubblico per paura che li possano scippare o rubare. Così preferiscono indossare dei zirconi, imitazioni a basso costo di quanto possiedono realmente.
Al giorno d'oggi sembra che esista una imitazione per qualunque cosa. Ma c'è una cosa che non può essere imitata, ed è la vera spiritualità. Nulla che sia veramente spirituale può essere copiato. Il Signore riconosce il lavoro delle Sue mani - per cui non vuole accettare una imitazione fatta dall'uomo di qualunque Sua opera divina.
Fin troppo spesso, alcuni Cristiani si convincono che: "Per essere santi, noi dobbiamo tornare sui sentieri antichi ed adottare i costumi e le regole della prima chiesa. Questo è il solo modo per onorare veramente Dio ed avere una nuova Pentecoste".
Questa gente istituisce tutto ciò che sappiamo della chiesa apostolica dei giorni in cui c'erano i Discepoli. Insediano anziani, diaconi e vescovi nello stesso modo che Paolo fece, adottando il modo di vestire e le maniere di comportamento degli apostoli. Quindi applicano i "comandi divini" cioè il battesimo e la comunione nello stesso modo che fece la chiesa primitiva. Ma se questo si riduce soltanto ad uno scopiazzamento, senza la potenza dello Spirito Santo, ciò è solo religione.
Tristemente, il solo frutto che produce questo tipo di sforzo è una morta ed umana spiritualità. Perché? Perché è impossibile per l'uomo imitare ciò che è veramente spirituale. Questo è lavoro per il solo Spirito Santo. Egli è costantemente al lavoro creando qualcosa di nuovo nel Suo popolo. E per noi non esiste alcuna possibilità per riprodurre tale lavoro.
Questo è il grande errore della religione moderna. Crediamo che sia semplicemente possibile impartire la conoscenza delle scritture e dei principi biblici alle persone, facendoli così diventare spirituali. Noi spediamo i convertiti alle scuole bibliche o ai seminari, dove vengono imbottiti pieni zeppi delle Scritture, di teologia ed etica. Gli insegniamo a predicare, battezzare ed amministrare. Li caliamo nelle vesti di teologi, pastori e missionari. Ma il fatto essenziale è: nessuna persona o istituzione ha il potere di produrre spiritualità in qualcuno. Solamente lo Spirito Santo può farlo.
La tua chiesa può avere meravigliosi culti di adorazione, riunioni di preghiera, studi biblici e culti nelle case. Ma queste cose per se stesse non producono spiritualità. Infatti tu puoi diventare un serio guerriero della preghiera oppure un zelante testimone per Cristo, totalmente cambiato nei tuoi pensieri ed abitudini, ma non essere ancora spirituale. Se lo Spirito Santo non è al lavoro, tu sei smarrito.
Molti pastori di chiese morenti, fanno ancora questo stesso errore. Essi si convincono che se riescono ad immettere un qualche tipo di risveglio spirituale nella loro chiesa, lo Spirito di Dio ritornerà insieme ad esso. Così stanno sempre all'erta per scovare un movimento spirituale che possa dargli aiuto. Ma così finiscono solo per averne una copia senza avere una reale unzione.
Le chiese si stanno spaccando per questi tentativi di imitazione. Le povere congregazioni sono confuse e si stanno spegnendo spiritualmente, perché non sono nutrite con la pura Parola di Dio. Vi dico, ciò che è genuinamente spirituale, ciò che è veramente da Dio, non può essere copiato.
Molto poco del lavoro che lo Spirito di Dio compie in noi può essere notato. Questo è il motivo per cui chi è veramente spirituale non cerca prove visibili esternamente del Suo lavoro. Paolo afferma: "Mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono" (2 Corinzi 4:18).
Nel contesto di questo versetto, Paolo sta parlando di sofferenze ed afflizioni. Sta affermando, in sostanza: "Nessuno conosce ciò che affrontiamo, solamente lo Spirito Santo. Qui è dove viene manifestata la vera spiritualità - nel crogiolo della sofferenza".
Non tutti coloro che soffrono, comunque, diventano spirituali. Molti Cristiani che sopportano profonde afflizioni finiscono per diventare amareggiati e duri di cuore, furibondi verso Dio ed il mondo intero. Sono convinti che il Signore li abbia abbandonati, rimproverandoLo di averli lasciati nelle feroci mani di Satana.
Ma coloro che si sottomettono alla guida dello Spirito di Dio - che affrontano le loro afflizioni confidando che il Signore sta operando qualcosa in loro - emergono dal loro crogiolo con un fede più forte. E testimoniano che lo Spirito ha insegnato loro di più durante la sofferenza, che mentre le cose andavano bene nelle loro vite.
Posso testimoniare questo nella mia vita. In tutti gli anni che ho camminato con il Signore, raramente ho visto un miglioramento della mia vita spirituale durante i tempi buoni. Piuttosto ho notato dei miglioramenti di solito mentre attraversavo momenti duri, di agonia, di prova - tutto ciò che veniva permesso dallo Spirito Santo.
So per certo che questo è vero per la maggior parte delle persone veramente spirituali che ho conosciuto negli anni. La somiglianza a Cristo era stata prodotta in loro mentre erano esposti alla fornace delle afflizioni. In questo luogo hanno conosciuto nel miglior modo il loro Signore.
Ad un certo punto del suo cammino di fede, Paolo dice: "So soltanto che lo Spirito Santo in ogni città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni." (Atti 20:23). Effettivamente attraverso l'intera vita di Paolo, le sue afflizioni non lo hanno mai abbandonato. Sono sempre arrivate, una appresso all'altra.
Potreste sorprendervi: "Ma come mai è successo questo? L'Iddio che noi serviamo è onnipotente e vittorioso. Deve solo dire una parola, e tutte le nostre afflizioni e sofferenze possono terminare in un momento. Egli ci rende possibile avanzare trionfalmente attraverso la vita, senza alcun tipo di problema. Quindi, perché il nostro amato ed amorevole Dio permette alle sue genti di soffrire tutto ciò?"
Paolo risponde: "Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria" (2 Corinzi 4:17).
Secondo Paolo le nostre afflizioni e difficoltà producono un valore eterno dentro di noi. In sostanza sta dicendo : "Le afflizioni che stiamo attraversando su questa terra, probabilmente dureranno tutta la vita. Ma questa è una cosa momentanea paragonata all'eternità. E proprio ora, mentre sopportiamo afflizioni, Dio sta creando in noi una rivelazione della Sua gloria che durerà in eterno."
Come molti Cristiani, io credo che Paolo fosse un gigante spirituale. Ha avuto grandi rivelazioni di Cristo, una incredibile potenza di fede, una conoscenza spirituale abbondante. Quindi, come fece Paolo a divenire tutto ciò? Come fece a diventare una sorgente della gloria di Cristo? Egli ci riuscì passando attraverso tutte le afflizioni, soffrendo tutte le possibili sofferenze.
Ogni giorno Paolo era percosso e battuto, lapidato da folle furiose, derubato da ladri, messo in prigione. Tre volte Dio stette accanto a Paolo mentre faceva naufragio e veniva scagliato nel mare fragoroso. Soffrì fame, freddo, nudità. E fu colpito e frustrato dal diavolo in persona. Scrisse : "Perciò più volte abbiamo voluto, almeno io, Paolo, venire da voi; ma Satana ce lo ha impedito" (1 Tessalonicesi 2:18).
La lista delle sofferenze di Paolo aumenta sempre più. E tutto questo sembra essere non secondo le scritture, errato, fuori dalla volontà di Dio. Ma, infatti, se Paolo non avesse sofferto in questo modo, noi non avremmo avuto lo stesso Nuovo Testamento che abbiamo oggi. Non avremmo le epistole come le conosciamo. Perché? Paolo sarebbe stato un uomo totalmente differente.
Recentemente ho letto un'affermazione sconvolgente di un predicatore di prosperità. Egli dice: "L'apostolo Paolo ha sofferto inutilmente. Se avesse posseduto la conoscenza spirituale che abbiamo oggi, egli sarebbe stato capace di prendere il dominio sul nemico."
No - assolutamente. Davide risponde a questo genere di frottole con una secca verità: "Prima di essere afflitto, andavo errando, ma ora osservo la tua parola....è stata un bene per me l'afflizione subita, perché imparassi i tuoi statuti." (Salmo 119: 67,71).
Paolo comprendeva che in ogni cosa lui avesse resistito, lo Spirito Santo gli avrebbe insegnato cose che non avrebbe potuto imparare in altro modo. Scrisse : "... io, Paolo, ... ora sono lieto di soffrire per voi, e le tribolazioni che Cristo ha ancora da soffrire, io le completo nella mia carne a favore del suo corpo che è la chiesa. Di questa io sono diventato servitore, secondo l'incarico che Dio mi ha dato per voi di annunziare nella sua totalità la parola di Dio" (Colossesi 1:23-25).
L'apostolo sta qui affermando : "Dio mi sta dando qualcosa per voi attraverso queste prove. Egli sta rivelandomi una verità che non può essere nascosta attraverso le età. E questa verità è Cristo in voi, la speranza della gloria. La Sua potenza sta lavorando potentemente in voi" (vedi il verso 29).
Quando Paolo decise di andare a Gerusalemme, non fu perché egli aveva udito che un risveglio stava sorgendo in quel luogo. Lui non era uno scoraggiato predicatore alla ricerca di qualcuno che gli rivelasse qualcosa da Dio. No - affermò chiaramente : "Poi ... salii di nuovo a Gerusalemme Vi salii in seguito a una rivelazione, ed esposi loro il vangelo che annunzio tra i pagani" (Galati 2:1-2). Paolo andò a Gerusalemme per condividere un mistero che Dio voleva rivelare al Suo popolo.
Questo pio uomo ebbe la sua piena, gloriosa rivelazione di Cristo. Le dottrine che lui predicava non le aveva imparate chiudendosi in una stanza con libri e commentari biblici. Non era un qualche filosofo isolato che vagheggiava verità teologiche, pensando : "Un giorno il mio lavoro sarà letto ed insegnato alle future generazioni."
Lasciate che vi dica come e quando Paolo produsse le sua epistole. Egli le ebbe a scrivere dentro buie ed umide celle di prigione. Le scrisse mentre si tergeva il sangue dalla sua schiena dopo essere stato frustato. Le scrisse dopo aver nuotato nel mare, scampando ad un altro naufragio.
Paolo sapeva che tutta la verità e la rivelazione che insegnava, proveniva dal campo di battaglia della fede. E lui gioiva nelle sue afflizioni sofferte per l'evangelo. Disse: "Ora posso predicare con tutta l'autorità ad ogni marinaio che è in mezzo ad un naufragio, ad ogni prigioniero che è rinchiuso senza alcuna speranza, ad ognuno che ha viso la morte in faccia. Lo Spirito di Dio sta facendo di me un combattente ben temprato, per cui posso parlare della Sua verità a chiunque abbia orecchie da udire.
Lasciate che vi chieda: a chi vi rivolgete per avere aiuto in tempi di distretta ed afflizione? Sicuramente non andrete da qualche sputa-sentenze teologico che non ha attraversato prove ma solo percorso strade facili. No - vi rivolgerete ad un santo che ha attraversato grandi privazioni ed ha provato la fedeltà di Dio attraverso di esse.
Paolo afferma di questi santi: " ma in ogni cosa raccomandiamo noi stessi come servitori di Dio, con grande costanza nelle afflizioni, nelle necessità, nelle angustie, nelle percosse, nelle prigionie, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; .... come sconosciuti, eppure ben conosciuti; come moribondi, eppure eccoci viventi; come puniti, eppure non messi a morte; come afflitti, eppure sempre allegri; come poveri, eppure arricchendo molti; come non avendo nulla, eppure possedendo ogni cosa!" (2 Corinzi 6:4-5, 9-10).
Dio non ti ha messo sotto il piede di Satana. No - Egli sta permettendo le tue prove affinché lo Spirito Santo possa realizzare un lavoro mai visto in te, per tutta l'eternità.
Non potrai mai ottenere vera spiritualità da qualcuno o qualcosa. Se stai per assaporare la gloria di Dio, essa verrà esattamente dove ti trovi - nelle tue circostanze attuali, siano esse piacevoli o meno. Dio sta per cambiare la tua situazione fino a che non abbia portato a termine il Suo eterno scopo in te.
Io credo che uno dei grandi segreti della spiritualità di Paolo sia stato la sua prontezza nell'accettare qualunque condizione in cui fosse, senza mettersi a lamentarsi. Egli scrisse: "... poiché io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo." (Filippesi 4:11) "So vivere nella povertà e anche nell'abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell'abbondanza e nell'indigenza" (verso 12).
La parola greca per dire "accontentarsi" qui significa "scansare".
Paolo sta dicendo: "Io non cerco di proteggere me stesso da circostanze poco piacevoli. Io non imploro Dio per essere liberato da esse. Al contrario, le accetto. Conosco dalla mia storia con il Signore che Egli sta compiendo qualcosa di eterno in me.
Molte delle frustrazioni che proviamo nella vita provengono dalle nostre insoddisfazioni che esperimentiamo nelle varie circostanze. Questo è il motivo per il quale molte delle nostre preghiere consistono in suppliche a Dio, affinché Egli possa cambiare le nostre dolorose condizioni: "Signore, liberami. Non ne posso più. La Tua Parola dice che non ci farai soffrire più di quello che possiamo sopportare."
Ma la parola "sopportare" che Paolo usa in 1 Corinzi 10:13, implica che le nostre condizioni non sono soggette a cambiamento. Il punto per noi è quello di continuare a sopportare la situazione. Perché? Dio sa che se cambiasse la nostra situazione, noi finiremmo per essere distrutti. Egli ci permette di soffrire perché ci ama.
Lasciate che vi chiarisca. Considerate l'endemico rateo di divorzi tra Cristiani. Una indagine mostra che esso è più alto tra gli evangelici che nel mondo secolare (negli U.S.A. - N.d.T). Io credo che ciò sia dovuto al malcontento umano. Nello stesso modo in cui cresce la frustrazione in un matrimonio, gli sposi ergono dei muri tra loro. E se nessuno dei coniugi vuole cercare Dio per avere grazia e soddisfazione attraverso la prova, il matrimonio non ha alcuna possibilità di rimettersi a posto.
Molti Cristiani argomentano: "Io non riesco più a sopportare la situazione. Sicuramente ci sarà qualcuno da qualche parte che può capirmi, mostrarmi compassione ed amarmi per quello che sono. Dio non vuole questo per me?". Vi dico che questi pensieri vengono dal maligno. Sono manovre di Satana per convincervi che il vostro matrimonio è giunto alla fine.
Cara moglie, credi veramente che andrai a stare meglio separandoti da tuo marito? Permetteresti a te stessa di pensare che Dio potrebbe avere un altro uomo per te, qualcuno che potrebbe aver maggiore cura di te venendo incontro ai tuoi più profondi bisogni?
Marito, sei convinto che la tua situazione di casa sia senza speranza? Tutte le discussioni ed i litigi ti hanno portato alla fine a considerare una fuga? Stai dicendo a te stesso: "Ne ho abbastanza. Qualunque cosa è meglio di ciò che sto passando"?
Voglio dire questo a qualunque persona sposata - non potrete mai essere veramente spirituali se ogni volta fate i bagagli e scappate. Dio vi permette delle prove per un motivo. Egli non cambia le circostanze in cui vi trovate perché Lui vi vuole cambiare.
Il nostro compito in ogni prova è di credere in Dio per tutta la forza e le risorse che ci necessitano nel cercare contentezza nel mezzo della nostra sofferenza. Per piacere, non capitemi male - essere "contenti" nelle nostre prove non significa che gioiamo in esse. Significa semplicemente che non dobbiamo cercare di proteggerci da esse. Noi siamo contenti di essere saldi, sopportando qualunque cosa ci venga posta innanzi, perché noi sappiamo che il nostro Signore ci sta conformando all'immagine del Suo Figliolo.
La tua attuale situazione può essere l'inferno in terra, facendoti versare tutte le lacrime che hai. Ma se sei perseverante in essa - se tu onori la Parola di Dio, credendo in Lui per tutto il tempo della prova - Egli ti cambierà meravigliosamente in una persona veramente spirituale.
Non molto tempo fa, qualcuno mi disse che uno dei più grandi campioni del football americano aveva accettato Gesù. Veramente non riuscivo a credere a questa conversione, perché avevo sentito dire che quest'uomo era sul punto di divorziare. Si stava separando da sua moglie a causa della propria sregolata vita notturna e del suo divenire effeminato giorno dopo giorno. Pensai: "Quest'uomo probabilmente finirà per diventare come molti altri atleti 'convertiti'. Guadagnerà dei soldi dando la sua testimonianza, ma vivrà una doppia vita."
Proprio dopo ciò, comunque, un amico mi disse che questo giocatore non stava affatto dando la sua testimonianza. Invece stava cercando dei consigli Cristiani. Voleva ristabilire il suo matrimonio e cercava continuamente sua moglie, dandole appuntamenti e coprendola di amore. Ebbe a dire: "Io non avevo nulla da dire finché non ho provato che Gesù era reale in me. E se la Sua presenza era reale, Egli stava lavorando con la Sua forza di guarigione nel mio matrimonio."
Questo mi convinse della sua salvezza. Lo Spirito Santo gli aveva mostrato cosa fosse veramente importante. Era un campione famoso ed avrebbe potuto soddisfare le proprie lussurie in qualunque momento avesse voluto. Ma invece rivoleva sua moglie, i problemi coniugali e tutto.
Sopportare significa: "andare avanti in un impresa nonostante le sofferenze; soffrire pazientemente senza arrendersi." In parole povere significa prendere o lasciare. Ma questa parola significa ben poco alla presente generazione. Molti Americani di oggi sono facilmente portati a rinunciare - Cristiani inclusi. Essi rinunciano alle loro spose e sposi, le loro famiglie ed al loro Dio.
Pietro scrisse su questo soggetto: "Perché è cosa lodevole se uno, per motivo di coscienza davanti a Dio, sopporta afflizioni soffrendo ingiustamente." (1 Pietro 2:19). Quindi aggiunge: "Che gloria sarebbe infatti se sopportate pazientemente delle battiture, quando siete colpevoli? Ma se sopportate pazientemente delle battiture quando agite bene, questa è cosa gradita a Dio."
A questo infatti siete stati chiamati, perché Cristo ha sofferto per noi, lasciandoci un esempio, affinché seguitate le sue orme. "Egli non commise alcun peccato e non fu trovato alcun inganno nella sua bocca", oltraggiato, non rispondeva con oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva nelle mani di colui che giudica giustamente.
Egli stesso portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, affinché noi, morti al peccato, viviamo per la giustizia; e per le sue lividure siete stati guariti. Eravate infatti come pecore erranti, ma ora siete tornati al pastore e custode delle anime vostre." (versi 19-25)
Nello stesso modo l'apostolo Paolo comanda: "Tu dunque sopporta sofferenze, come un buon soldato di Gesù Cristo". (2 Timoteo 2:3). Infine il Signore stesso ci da la Sua promessa: "ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato" (Matteo 24:13).
Ti domando: qual è la tua prova? è forse il tuo matrimonio in subbuglio? è in crisi il tuo lavoro? Hai una lite con un parente, il padrone di casa, un amico che ti ha tradito?
Ero solito pensare che i giovani non avessero molte prove da affrontare. Ogni volta che udivo un giovane parlare a proposito delle proprie prove, pensavo: "Che cosa ha da lamentarsi? Ha ancora i suoi capelli, i suoi denti, una buona vista. Non si sveglia ogni mattina, con le giunture che gli fanno male per l'artrite tanto da non permettergli di scendere dal letto. Gli va tutto bene e neanche se ne rende conto."
Forse i giovani non soffrono come gli anziani. Ma soffrono lo stesso nella loro vita. Ho visto una grande sofferenza nella gente di età intorno ai trent'anni. Molti portano il dolore di sentirsi inadeguati, inutili, inesperti. Alcuni non sanno cosa fare con il resto della loro vita. Sono soli, impauriti, senza direzione - ed il loro dolore cresce sempre più.
Miei cari ascoltatemi bene - quella è vita. Sarà sempre più difficile per ognuno di noi percorrere la via che porta tra le braccia di Gesù. Ciò che cambierà per noi mentre diventiamo vecchi sarà che avremo altri tipi di prove. La nostra sofferenza non consisterà più di solitudine ed inadeguatezza, ma piuttosto di dolori fisici, ulcere, perdita di capacità. E dovremo affrontare il dolore allo stesso modo che abbiamo avuto la gioia di veder crescere figli e nipoti.
Nondimeno possiamo ricevere speranza. Vedete, come la sofferenza di Paolo non lo ha mai abbandonato, neanche è stato abbandonato dalla sua rivelazione, la sua profonda fede, la sua stabile pace. Egli disse: "Se io sto diventando un uomo spirituale - se veramente voglio piacere a Dio - allora non posso combattere le mie circostanze. Io devo essere saldo e non rinunciare mai. Niente su questa terra può darmi ciò che lo Spirito di Dio mi da ogni giorno nelle mie prove. Lui sta facendo di me un uomo spirituale."
La vita di Paolo era ispirata dallo Spirito di Cristo. E questo è lo stesso per ogni persona veramente spirituale. Lo Spirito Santo soffia sull'essere interiore dei suoi servi la celeste brezza di Dio. Questa persona non è abbattuta; non si mormora o lamenta del suo destino. Egli attraverserà prove nella sua vita, ma continuerà a sorridere - perché sa che Dio è al lavoro in lui, rivelandogli la Sua eterna gloria.
Cari santi, se voi state soffrendo ingiustamente, porgete l'altra guancia e lasciatevi ingiuriare. Voi potete avere soddisfazione in ogni circostanza, perché avete la promessa di Gesù: "Chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato."