Ci Siamo Dimenticati Come Si Arrossisce Di Vergogna

"Poiché dal più piccolo al più grande sono tutti avidi di guadagno; dal profeta al sacerdote, praticano tutti la menzogna.. Si vergognavano quando compivano abominazioni? No! Non si vergognavano affatto, né sapevano cosa fosse arrossire. Perciò cadranno fra quelli che cadono; quando li visiterò saranno rovesciati, dice l'Eterno" (Geremia 6:13,15).

Il profeta Geremia vide una condizione orribile nel popolo di Dio. Per nascondere i loro peccati avevano iniziato a vivere dietro una facciata di pace e sicurezza superficiale. Avidità e bramosia avevano così riempito il loro cuore da camuffare le sofferenze con una finta umiltà. Tutta la loro vita era diventata superficiale - lacrime superficiali, pentimento superficiale, persino una guarigione superficiale.

Il popolo di Dio aveva perso il senso della vergogna e dell'orrore per il peccato -- peccato nella società, peccato nella chiesa, peccato nelle loro vite. Non sentivano più l'odio e l'ira di Dio contro il peccato. Il peccato era diventato "solo una di quelle cose".

Geremia gridava: "Si sono vergognati dei loro peccati? No! Non se ne sono vergognati affatto -- non hanno nemmeno arrossito!".

Il rossore dello Spirito Santo non è semplicemente avere guance rosse dalla modestia. E' sentirsi feriti, vergognosi, devastati -- afflitti dal fatto che il nome e la purezza di Gesù sono stati infangati, che la Sua reputazione è stata rovinata.

Geremia ci dà un'illustrazione del terribile sfacelo morale che avveniva in Israele e nella casa di Giuda:

"Andate attorno per le vie di Gerusalemme: guardate e rendetevi conto, e cercate per le sue piazze se trovate un uomo, se ce n'è uno solo che pratichi la giustizia, che cerchi la verità, e io la perdonerò. Anche se dicono: 'L'Eterno vive', certo giurano il falso. O Eterno, non sono i tuoi occhi per la verità? Tu li hai colpiti, ma non hanno sentito alcun dolore; li hai consumati, ma hanno rifiutato di ricevere la correzione. Essi hanno indurito la loro faccia più della roccia e hanno rifiutato di tornare" (Geremia 5:1-3).

Il popolo di Dio si era seduto sotto un messaggio di verità incrollabili -- eppure se ne era allontanato. Si erano ribellati contro di esso! Leggi ancora: "Hanno indurito la loro faccia più della roccia e hanno rifiutato di tornare!". Stavano commettendo adulterio frequentando prostitute e concupendo le mogli dei loro vicini. Nel verso 11 Geremia la chiama perfidia contro il Signore!

Nonostante tutti gli avvertimenti profetici di Geremia, questo popolo continuava ad essere allegro, dicendo: "Nessun male ci verrà addosso; non vedremo né spada né fame" (verso 12). "Il giudizio non è il messaggio di Dio per noi", dicevano.

Il loro timore di Dio era svanito. Nei cuori di moltitudini di figli di Dio c'era uno spirito ribelle: "Ma questo popolo ha un cuore ostinato e ribelle; si voltano indietro e se ne vanno. Non dicono in cuor loro: Temiamo l'Eterno, il nostro Dio, che dà la pioggia a suo tempo, la prima e l'ultima pioggia, che mantiene per noi le settimane fissate per la mietitura" (versi 23-24).

Avevano goduto di una grande prosperità, ma erano diventati ostinati. Questa trappola li aveva sedotti, e alla fine le loro case erano diventate un covo di iniquità. Ammiccavano al peccato -- un peccato che avrebbe dovuto farli soffrire profondamente.

"Come una gabbia è piena di uccelli, così le loro case sono piene di inganno; perciò diventano grandi e si arricchiscono. Diventano grassi e prosperosi, sì, oltrepassano i limiti stessi del male. Non difendono la causa, la causa dell'orfano, eppure prosperano; non difendono il diritto dei poveri" (Geremia 5:27-28).

Dio avvertiva il Suo popolo di seguire le istruzioni della Parola per essere guidati da essa, altrimenti Egli si sarebbe dipartito da loro. "Lasciati correggere, o Gerusalemme, altrimenti la mia anima si allontanerà da te" (Geremia 6:8). Ancora Egli diceva: "Vi sto parlando chiaramente! Vi sto avvertendo! Ma chi mi ascolterà?".

"A chi parlerò e chi riprenderò perché ascolti? Ecco, il loro orecchio è incirconciso e sono incapaci di prestare attenzione; ecco, la parola dell'Eterno è diventata per loro oggetto di disprezzo e non vi trovano più alcun piacere" (verso 10).

L'originale ebraico dice che il popolo cresceva carico di rigetto. Crescevano stanchi di essere riprovati dalla Parola di Dio. Una volta, però, si compiacevano nella Sua Parola. Era stata per loro una gioia, miele per la loro anima. Eppure adesso non vi prendevano alcun piacere. Perché?

"Essi si impadronirono di città fortificate e di una terra fertile ed entrarono in possesso di case piene di ogni bene, di cisterne già scavate, di vigne, di uliveti e di alberi fruttiferi in abbondanza; mangiarono, si saziarono, ingrassarono e vissero nelle delizie per la tua grande bontà. Ciò nonostante essi furono disubbidienti, si ribellarono contro di te, gettarono la tua legge dietro le spalle, uccisero i tuoi profeti che li esortavano a ritornare a te e commisero cose blasfeme" (Nehemia 9:25-26).

Perché si distolsero dagli avvertimenti delle sentinelle? Perché avevano toccato un punto nevralgico. La loro idolatria, la loro cupidigia e la loro avidità erano state smascherate; stavano commettendo peccati segreti. "Poiché dal più piccolo al più grande sono tutti avidi di guadagno; dal profeta al sacerdote, praticano tutti la menzogna" (Geremia 6:13).

Sia dal pulpito che dai banchi, il cuore del popolo di Dio fu travolto dalla cupidigia e dalla concupiscenza. Ma la scusarono e la giustificarono! Non ne ebbero vergogna! Non arrossirono! Nessuno riusciva a credere che il profeta stesse parlando a loro personalmente.

Il Signore aveva detto: "Ho posto delle sentinelle su di voi. Fate attenzione al suono della tromba! Ma essi rispondono: Non faremo attenzione" (Geremia 6:17).

Il popolo di Dio si era distolto dagli avvertimenti dei profeti e dalle sentinelle mandati da Dio e aveva iniziato a camminare nei desideri e nelle immaginazioni del proprio cuore.

Perché il popolo di Dio si rifiutava di ascoltare i profeti quando sapeva bene che Dio stesso li aveva costituiti sopra di loro? Non discutevano il fatto che fossero unti o mandati da Dio. Allora perché si rifiutavano di ascoltarli? Perché si erano fatti dei piani per conto loro e avevano intrapreso progetti da soli?

Troviamo la risposta in Numeri 16, che si riferisce alla ribellione di Kore, Dathan, Abiram e No. Questi quattro uomini sorsero insieme ad altri 250 membri noti della congregazione per contestare l'autorità di Mosé.

"Essi si radunarono contro Mosé e contro Aaronne, e dissero loro: Avete oltrepassato i limiti, perché tutta l'assemblea è santa, ciascuno di essi, e l'Eterno è in mezzo a loro; perché dunque vi innalzate sopra l'assemblea dell'Eterno? All'udire questo, Mosé si prostrò con la faccia a terra" (Numeri 16:3-4).

Questo è lo spirito che si nasconde dietro ad ogni ribellione e ad ogni rifiuto degli avvertimenti che vengono da un vero pulpito. La persona ribelle dice in cuor suo: "Pastore -- profeta -- sentinella -- non siete gli unici a cui Dio parla. Anche noi udiamo la parola di Dio. Anche noi siamo santi. Abbiamo anche noi la mente di Dio. Vi affidate troppo a voi stessi. Vi state innalzando al di sopra della congregazione".

Quando Mosé udì le parole di questi uomini, cadde con la faccia a terra, pieno di terrore. Una rabbia santa sorse nel suo cuore. Non era arrabbiato perché era stata compromessa la sua parola o la sua autorità; a lui non interessava essere in carica. Sapeva che non stavano rigettando lui personalmente o la sua parola, perché era stato scelto e nominato da Dio stesso. Mosé era addolorato perché stavano rigettando Dio! "Tu e tutta la tua gente trovatevi davanti all'Eterno" (verso 16).

Mosé avrebbe potuto dire: "O Dio, questo non è il mio popolo. Questa non è la mia opera. Sei stato tu che mi hai messo qui e mi hai detto cosa dire. Tutte le mie parole e tutte le mie opere - non le ho fatte di mente mia (verso 28). Ho parlato con la mente di Dio".

Il Signore vendica sempre coloro che sono veramente unti, e riduce a nullità tutto ciò che viene dalla carne. "La terra spalancò la sua bocca e li inghiottì con le loro famiglie, con tutta la gente che parteggiava per Kore, con tutte le loro sostanze. Così scesero vivi nello Sceol; la terra si richiuse su loro ed essi scomparvero di mezzo all'assemblea.. E un fuoco uscì dalla presenza dell'Eterno e divorò i duecentocinquanta uomini che offrivano l'incenso" (Numeri 16:32-35).

Non ho alcun desiderio di esercitare alcun tipo di influenza sul popolo di Dio. Posso dire insieme a Mosé: "Non ho preso da costoro neppure un asino e non ho fatto torto ad alcuno di loro" (verso 15).

Eppure so una cosa: Dio mi ha mandato qui nella città di New York. Mi ha mandato come una sentinella per avvertire, gridare a squarciagola e non risparmiare nessuno. Non mi interessa spaventare la gente, non cerco di terrorizzare le persone con il mio mandato.

Nondimeno io e gli altri pastori di Times Square Church -- insieme alle altre sentinelle -- siamo stati posti qui dal Signore. Insieme a me, anche loro sono responsabili delle vostre anime.

La tua risposta di obbedienza al Signore non si risolve con l'andare a pregare nella cameretta, e poi venire nella casa di Dio per udire la Sua Parola affinché la possa paragonare a ciò che senti -- non è spizzicare e scegliere ciò che va bene per la tua mente. Ho ascoltato altri profeti e altre sentinelle unti da Dio, e la Parola che hanno portato non solo mi ha benedetto -- ma ha anche portato del terrore nella mia anima! Non ho misurato le loro parole con ciò che pensavo fosse giusto. Le ho semplicemente ricevute perché sapevo che erano fondate sulla Parola di Dio ed erano sante.

Perché siamo qui nella città di New York? Perché Times Square Church è stata costruita in questo luogo e in questo periodo? Siamo qui per costruire un corpo ad immagine di Cristo. Siamo qui per distruggere ogni idolo che cerca di farci avvicinare al mondo. Siamo qui per piangere per voi, per proteggere la vostra anima e per tirarvi fuori da questo mondo. Siamo qui per mantenere la dignità della Croce!

C'è dignità nel camminare in santità e purità. Una chiesa che vince il mondo ha questa dignità. Siamo qui per mettere sui vostri volti il rossore dello Spirito Santo perché Dio si addolora e soffre per il peccato.

Esdra era una sentinella così devastata dai peccati del popolo di Dio Tanto da non riuscire a guardare Dio in faccia: "All'oblazione della sera mi alzai dal mio digiuno, con la veste e il mantello stracciati; poi caddi in ginocchio e stesi le mani verso l'Eterno, il mio Dio, e dissi: O mio Dio, io sono confuso e mi vergogno di alzare la mia faccia a te, o mio Dio, poiché le nostre iniquità si sono moltiplicate fin sopra il nostro capo, e la nostra colpa è giunta fino al cielo" (Esdra 9:5-6).

Esdra sentiva una profonda vergogna davanti al Signore che arrossiva a causa del peccato che c'era nel residuo del popolo di Dio sulla terra. Il residuo che era ritornato a Gerusalemme ammontava a 42.337 persone. Era un piccolo gruppo rispetto ai quasi 3 milioni di persone che erano uscite dall'Egitto. Questo minuscolo residuo, che costituiva meno del due percento, rappresentava lo scopo eterno di Dio sulla terra. Sfortunatamente queste persone ammiccavano al peccato ed erano consumate dal compromesso -- senza provare il minimo rimorso o la minima vergogna.

Improvvisamente Esdra apparve nel mezzo loro. Egli era un uomo di Dio con un profondo rimorso per il peccato, un uomo che arrossiva di vergogna per loro. Infatti, erano diventati così malvagio che Esdra disse: "Non possiamo comparire davanti a Dio a causa di tutto questo".

Amati, se stiamo per comparire davanti a Dio in questi giorni di compromesso diffuso, ci comporterà di più di quello che stiamo dando a Dio. Ci costerà più di quanto costava ad Esdra!

Quando Dio deve compiere una nuova opera, Egli versa uno spirito intenso sul suo residuo. Non possiamo più essere spiritualmente pigri, compiacenti, tergiversanti. Dobbiamo essere intensi, pieni di passione e di calore per Cristo, profondamente e seriamente impegnati nella Sua opera. Oggi Dio sta facendo sorgere un popolo che odia il peccato e trema alla Sua Parola. Il Suo residuo deve udire e credere nei santi profeti. Essi non devono vacillare né devono essere tiepidi. Al contrario devono essere intensi e seri per Dio, più di quanto non lo siano stati nel passato.

Considerate l'intensità di Esdra. Guardate attentamente la sua passione contro tutto ciò che poteva far soffrire Dio, e vedrete il suo odio profondo per tutto ciò che era contaminato dal mondo. "Quando udii questa cosa, mi stracciai le vesti e il mantello, mi strappai i capelli della testa e della barba, e mi sedetti costernato. Allora tutti coloro che tremavano alle parole del Dio d'Israele si radunarono presso di me a motivo del peccato di quelli ritornati dalla cattività; e io rimasi seduto e costernato fino all'oblazione della sera" (Esdra 9:3-4).

Santi, ecco qui dei credenti che arrossiscono! Si radunano intorno ad un profeta dal cuore rotto -- e anche loro sono toccati dall'onore di Dio. Sanno che sta accadendo qualcosa di molto pericoloso, e condividono il dolore di Dio. Strane spose si recano all'altare. Il seme santo è stato contaminato. Questi credenti che arrossiscono sanno che il diavolo sta cercando di assimilare e ingoiare la testimonianza di Dio, quella testimonianza di separazione e di santità.

Che scena! Esdra era seduto in preda alla costernazione, si strappava i capelli e la barba "a motivo del peccato di quelli ritornati dalla cattività" (verso 4). Uno ad uno, tutti quelli che tremavano alla Parola di Dio si radunarono intorno a lui. Dio aveva solo un uomo che arrossiva per il peccato -- ma attraverso di lui Egli radunò un gruppo di gente che piangeva.

"Mentre Esdra pregava e faceva questa confessione, piangendo e prostrato davanti alla casa di Dio, si radunò intorno a lui una grandissima moltitudine d'Israele: uomini, donne e fanciulli; e il popolo piangeva a dirotto" (Esdra 10:1).

Questo è quello che ha portato molti di voi a questo ministero - un grido di santità e di separazione! Avete sentito il dolore di Dio per il peccato e siete arrossiti di vergogna. Volevate essere seri nel vostro cammino con Dio.

Nehemia aveva la stessa intensità per Dio. "Arrivò da Giuda uno dei miei fratelli, assieme ad alcuni altri uomini. Io li interrogai riguardo ai Giudei scampati, superstiti della cattività, e riguardo a Gerusalemme. Essi mi dissero: 'I superstiti che sono scampati dalla cattività sono laggiù nella provincia, in grande miseria e obbrobrio; inoltre le mura di Gerusalemme sono piene di brecce e le sue porte consumate dal fuoco'. Come udii queste parole, mi posi a sedere e piansi; quindi feci cordoglio per vari giorni, e digiunai e pregai davanti al Dio del cielo" (Nehemia 1:2-4).

Il residuo era ritornato al luogo santo, ma la situazione era deplorevole e disastrosa. Le cose erano ancora in una condizione dilapida. Non si era fatto alcun progresso spirituale.

La Scrittura dice che Nehemia iniziò a piangere, a lamentarsi e a "pregare notte e giorno" (verso 6). Non era Dio che lo svegliava di notte per mettergli un peso. No! "Io li interrogai riguardo ai Giudei scampati, superstiti della cattività" (verso 2). Fu quest'uomo che ebbe il peso! Lui lo chiese!

Nello stesso modo Daniele spendeva ore, giorni e settimane studiando la Parola di Dio. Non fu Dio a mettergli un peso soprannaturale nel cuore. Piuttosto fu Daniele a costringere il suo cuore. Egli sviluppò e nutrì un vero peso per il popolo di Dio, studiando diligentemente e acquisendo una comprensione di ciò che Dio stava dicendo. "Volsi quindi la mia faccia verso il Signore Dio, per cercarlo con preghiera e suppliche, col digiuno, col sacco e con la cenere" (Daniele 9:3).

Parlava di intensità, di rossore, di suppliche e lacrime! Daniele diceva: "Io feci cordoglio per tre settimane intere. Non mangiai cibo prelibato, non entrarono nella mia bocca né carne né vino e non mi unsi affatto, finché non furono passate tre settimane intere.. le forze mi vennero meno" (Daniele 10:2,3,8).

Quando la mano di Dio toccò Daniele, arrivarono dal trono queste parole: "Non temere, Daniele, perché dal primo giorno che ti mettesti in cuore di intendere e di umiliarti davanti al tuo Dio, le tue parole sono state ascoltate e io sono venuto in risposta alle tue parole" (verso 12). In ebraico, la parola "mettersi in cuore" significa costringere la carne fino a sottometterla. Anche Paolo diceva: "Io sottometto il mio corpo!".

Molti di noi sono come bambini piccoli che prestano poca attenzione. Stremiamo sotto il peso dell'intensità. Torniamo continuamente nei nostri vecchi modi di agire, nell'indulgenza e nella pigrizia spirituale.

Noè visse con la grande intensità di un messaggio di giudizio che riguardava la distruzione della terra. Per 120 anni "camminò in timore". Non depose mai il peso del Signore. Era serio perché sapeva che Dio voleva significare esattamente quello che aveva detto.

"Che il mondo rida", disse Noè! "Che gli altri dicano: E' troppo pesante per me! Non posso vivere in questo modo! E' troppo serio!". Noè sopportò quel peso. Per 120 anni rimase fresco nel suo cuore ed egli fece esattamente quello che l'Eterno gli aveva detto -- fino all'ultimo secondo.

Dio mi ha mostrato la mia mancanza di intensità. Dentro ciascuno di noi ci sono certi desideri e certe tendenze che ci portano lontano da Dio e Lo derubano del nostro tempo, del nostro denaro e della nostra devozione. Spesso queste cose non sono cattive in se stesse. Anche gli hobby sono modi che Satana usa per rubare il nostro tempo e trascinare i nostri cuori lontano da Dio.

Eppure fino a questo momento Dio sta scuotendo tutti quelli che stanno commettendo follie, che hanno rotto i patti e i voti fatti con Lui! Il Signore sta preparando un popolo totalmente dato alla Sua opera. Sta preparando un popolo intenso, pieno di passione e con il cuore rotto -- un popolo che dà fino all'ultimo centesimo e fino all'ultimo respiro per gli interessi di Dio sulla terra.

Tutti questi intercessori, che arrossivano e avevano il cuore rotto, avevano una cosa in comune: si identificavano con i peccati del residuo!

Non hanno mai pregato come il pubblicano: "Grazie, Signore, perché non sono come gli altri". Hanno arrossito per gli adulteri, per le concupiscenze e per il compromesso. Hanno pregato con umiltà: "Dio, anch'io sono colpevole!". Non colpevoli per aver commesso qualche grosso peccato, ma colpevoli per non aver cercato abbastanza la gloria di Dio.

Esdra pregava: "O mio Dio, io sono confuso e mi vergogno di alzare la mia faccia a te, o mio Dio, poiché le nostre iniquità si sono moltiplicate fin sopra il nostro capo, e la nostra colpa è giunta fino al cielo... Ma dopo tutto quanto ci è venuto addosso a motivo delle nostre azioni malvagie e delle nostre grandi colpe... eccoci davanti a te con la nostra colpa, benché a causa di essa nessuno può reggere davanti a te" (Esdra 9:6,13,15). "Esdra pregava e faceva questa confessione, piangendo e prostrato davanti alla casa di Dio" (Esdra 10:1).

Nehemia pregava: "Si, io e la casa di mio padre abbiamo peccato. Ci siamo comportati molto malvagiamente contro di te" (Nehemia 1:6-7).

Anche Daniele si identificava con i peccati del popolo di Dio. "Abbiamo peccato e abbiamo agito perversamente, siamo stati malvagi e ci siamo ribellati, allontanandoci dai tuoi comandamenti e dai tuoi decreti. Non abbiamo ascoltato i profeti, tuoi servi, che hanno parlato nel tuo nome ai nostri re, ai nostri capi, ai nostri padri e a tutto il popolo del paese... Mentre io stavo ancora parlando, pregando e confessando il mio peccato e il peccato del mio popolo d'Israele e presentavo la mia supplica davanti all'Eterno, il mio Dio, per il monte santo del mio Dio" (Daniele 9:5-6,20).

Questi erano tutti uomini santi, irreprensibili davanti a Dio. Non si stavano compromettendo o mescolando con il mondo. Eppure si trovavano nel mezzo, confessando sia i peccati del popolo che i loro.

Se segui lo stesso cammino di questi uomini e determini nel tuo cuore di cercare il Signore come fecero loro -- digiunando, pregando, piangendo, intercedendo, arrossendo per il peccato -- avrà lo stesso effetto su di te. La mano di Dio ti toccherà, ed Egli manderà la Sua Parola per te. Condividerai lo stesso cuore di Dio. Entrerai nella Sua gloriosa presenza. E una volta lì, comprenderai quanto ci siamo allontanati dalla Sua gloria.

Voglio condividere con te la chiave di ciò che Dio sta cercando di mostrarci:

Esdra si pose davanti alla casa di Dio. Non si mise di fronte al popolo parlando da parte di Dio. Prima di tutto, egli si umiliò davanti a tutto il popolo.

Quando Daniele udì Dio parlare, disse: "Caddi in un profondo sonno con la faccia a terra" (Daniele 10:9). Giovanni disse: "Quando lo vidi, caddi come morto" (Apocalisse 1:17).

Santi, cosa sta producendo in voi la preghiera e la ricerca del Signore? Vi sta facendo cadere faccia a terra, vi fa rimanere davanti alla casa di Dio, come morti?

Voglio vedere questo tipo di credenti: colui che singhiozza, colui che piange, colui che arrossisce -- non chi cerca emozioni, chi cerca divertimenti, o il primo e il più perfetto. Voglio vedere persone che hanno il coraggio di ammettere: "Non sono arrivato. Ho deluso Dio. Mi rammarico per il mio fallimento ma credo che Dio possa toccarmi e guarirmi".

Dio, manda più falliti nel Tuo corpo! Manda persone con un senso di bisogno.

Quando Israele tornò ad arrossire, il peccato venne purificato e il compromesso venne affrontato. Ci fu confessione e vero pentimento. Ora era il tempo di rimanere insieme per combattere il nemico comune.

Preghiera e umiltà, insieme ad un odio per il peccato, produce una mente all'opera. "Noi dunque ricostruimmo le mura che furono congiunte assieme fino a metà della loro altezza; il popolo aveva preso a cuore il lavoro" (Nehemia 4:6). Il vero risveglio di santità produce sempre dei lavoratori! Libri, seminari e convegni non producono lavoratori -- ma il risveglio sì!

Quando Dio fa qualcosa di genuino nel suo popolo, Satana cospira sempre contro di esso. "Quando però Sanballat, Tobiah, gli Arabi, gli Ammoniti e gli Asdodei vennero a sapere che la riparazione delle mura di Gerusalemme progrediva e che le brecce cominciavano a chiudersi, si adirarono grandemente e tutti insieme congiurarono di venire ad attaccare Gerusalemme e a crearvi disordini" (Nehemia 4:7-8).

Il nemico si arrabbiò molto e congiurò di venire contro di loro per attaccarli e creare disordine. La sua tattica era quella di infiltrarsi segretamente nel corpo e attaccarli insospettatamente. "I nostri avversari dicevano: Essi non sapranno e non vedranno nulla, finché noi piomberemo in mezzo a loro e li uccideremo; così faremo cessare i lavori" (verso 11).

Avevano progettato di portare nel mezzo loro un esercito di persone mascherate e travestite. Il nemico non voleva attaccare frontalmente, apertamente, ma aveva detto piuttosto: "Verremo nel mezzo loro!".

La tattica era un sabotaggio interno! Il nemico diceva: "Non sapranno mai che sta succedendo!".

E la strategia di Satana non è cambiata. Anche oggi egli manda degli "angeli di luce" che vanno in tutto il mondo sabotando la dottrina e seducendo il popolo.

Come possiamo scoprirli? Quale è la nostra salvaguardia? "Ma noi pregammo il nostro Dio e a causa di loro ponemmo giorno e notte delle sentinelle" (Nehemia 4:9). La chiave è qui un odio intenso per il peccato, un vero cuore rotto, una preghiera fervente e una vigilanza costante -- insieme ad un riempimento della Parola di Dio.

Amati, Dio deve ridare il rossore al Suo popolo! Permettete allo Spirito Santo di provare profondamente il vostro cuore, affinché possiate camminare irreprensibilmente davanti all'Eterno in questi ultimi tempi.

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