Da luoghi profondi io grido
"Da luoghi profondi io grido a te, o Eterno. O Signore, ascolta il mio grido; siano le tue orecchie attente alla voce delle mie suppliche. Se tu dovessi tener conto delle colpe, o Eterno, chi potrebbe resistere, o Signore? Ma presso di te vi è perdono, affinché tu sia temuto." (Salmi 130:1-4).
Davide soffrì incredibilmente sotto la verga punitiva del Signore. Da ogni lato, le cose divenivano orribilmente sbagliate nella sua vita. Dovette affrontare travolgenti fiumane di afflizioni, terribili malattie fisiche, tragedie sopra tragedie, un regno in tumulto. Le sue afflizioni divennero talmente grandi che non pensava di poter sopravvivere. Ed egli gridava: "Salvami, o DIO, perché le acque sono giunte fino alla gola. Sono affondato in un profondo pantano e non trovo alcun punto d'appoggio; sono giunto in acque profonde, e la corrente mi travolge." (Salmi 69:1-2).
Eppure le afflizioni esteriori di Davide non gli procuravano tanto fastidio quanto i suoi orrori interiori. Aveva paura che il Signore lo avesse completamente abbandonato. Scriveva: "Tu mi hai posto nella più profonda fossa, in luoghi tenebrosi, negli abissi." (Salmi 88:6). "Su di me si è abbattuta la tua ira ..."(verso 7). "... ho sofferto i tuoi terrori ..." (verso 15). "Sopra di me è passata la tua ardente ira ..." (verso 16).
Davide credeva che Dio lo avesse abbandonato a causa del suo peccato – un pensiero che semplicemente non poteva sopportare. Egli supplicava: "Non mi sommerga la corrente delle acque, non m'inghiottisca l'abisso e non chiuda il pozzo la sua bocca su di me." (Salmi 69:15).
Stava dicendo" Oh Signore, per favore – non lasciarmi cadere così in basso che non possa più venirne fuori!"
Davide si angustiava anche a causa dello scandalo che egli aveva causato in Israele. Il suo peccato era stato manifestato e tutto il mondo lo conosceva. La sua afflizione prodotta dal peccato che aveva causato era traboccante, ed egli supplicava Dio: "...non farmi essere l'oggetto di scherno dello stolto." (Salmi 39:8).
Davide aveva anche paura che Dio potesse prendere la sua vita come punizione per il suo peccato. Ogni volta che si destava, era assalito dal pensiero di poter essere abbattuto fino alla polvere dalla collera di Dio. Egli implorava: "O Eterno, non sgridarmi nella tua indignazione, e non punirmi nella tua ira." (Salmi 38:1).
Nello stesso tempo che Davide era assalito da queste ansietà, la sua anima veniva riempita dal santo timore di Dio. Egli confessava: "Mi ricordo di DIO e gemo..." (Salmi 77:3). Abbiamo ora una domanda sconcertante. Perché Davide era afflitto, se tutti i suoi ricordi delle opere di Dio nella sua vita gli portavano gioia e felicità? Quale possibile afflizione lo tormentava?
Davide era stremato perché tutti i suoi pensieri erano occupati da come Dio si sarebbe occupato del suo peccato. Egli sentiva la punizione del Signore nella sua carne; gli strali della verità trapassavano la sua anima con ferocia. "Poiché le tue frecce mi hanno trafitto..." (Salmi 38:2).
La coscienza di quest'uomo poneva su di lui un grande peso. Sapeva di avere peccato contro tutto l'amore e la luce che aveva ricevuto dal Cielo. Il Signore lo aveva benignamente liberato in ogni tempo, dai suoi fallimenti trascorsi. Questa volta Davide sapeva di meritare di essere abbattuto. Per cui si sentiva sempre più avvolto dall'afflizione e dalla confusione; quindi scriveva: "... le mie iniquità mi hanno raggiunto e non posso vedere; sono più numerosi dei capelli del mio capo ..." (Salmi 40:12).
Conosco molti cristiani che sono come Davide. Amano Gesù – ma hanno peccato tremendamente contro la luce che gli è stata data. Hanno ascoltato migliaia di retti sermoni, letto la Bibbia giornalmente per anni, trascorso innumerevoli ore in preghiera. Eppure essi hanno peccato contro le benedizioni di Dio. Come? Essi hanno un peccato che li attanaglia ma di cui non si sono mai occupati!
Nel tempo, questo peccato ha eliminato la loro comunione con Gesù. Ed ora lo Spirito Santo ha toccato il loro vizio, fermandoli prima dell'irreparabile. Li sta avvisando: "Basta – questo peccato deve sparire! Io non posso indulgere verso la via che hai preso nell'assecondarlo. Da ora in poi, devi prendere una decisione. Ti ho mostrato il tuo peccato – ma presto esso sarà manifestato a tutto il mondo!"
Ogniqualvolta ora essi entrano nella casa di Dio, non riescono ad alzare la loro testa. E supplicano come fece Davide: "I miei peccati sono troppo numerosi per essere contati! La mia iniquità ha preso così possesso di me che non riesco a voltare la mia faccia verso il cielo!"
Hanno perso tutta la gioia, il conforto e la libertà che essi un tempo provavano. Non sono più capaci di pregare o cantare non avendo più vivacità o forza. E si portano dietro un grande senso di fallimento. Sono diventati deboli, spiritualmente ammalati, rassegnati, pronti a perdersi d'animo. Sanno bene che questo è accaduto a causa del loro peccato che ha distrutto la comunicazione con Dio!
Quanto ho detto, descrive la condizione della vostra anima in questo momento? Se è così, ringrazia Dio per la Sua misericordia. Egli sta infondendo dentro te un santo timore del Signore! Questo è il motivo per il quale stai affondando ancora di più nelle profondità della convinzione di condanna. Sei sotto il peso di una coscienza afflitta!
Molti cristiani non sono sollevati dal fatto di non essere compresi nella lista che Paolo fa delle colpe che portano a dannazione:
"Non sapete voi che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v'ingannate: né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né gli omosessuali, né i ladri, né gli avari, né gli ubriaconi, né gli oltraggiatori, né i rapinatori erediteranno il regno di Dio." (1 Corinzi 6:9-10).
Nel momento che leggono il verso seguente, provano la pungente freccia della verità: "Or tali eravate già alcuni di voi; ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù e mediante lo Spirito del nostro Dio." (verso 11). Subito, si ricordano di una concupiscenza che non sono mai riusciti a scrollarsi di dosso. Pensano: "Aspetta un minuto – sono stato liberato e santificato. Quindi perché non riesco a liberarmi di questo vizio? Perciò non sono veramente libero!"
Forse siete tornati ad una vecchia bramosia, recentemente. Può darsi che abbiate visitato un sito internet di pornografia, oppure siate coinvolti in un peccato di adulterio o di omosessualità. Oppure forse vi siete appropriati di qualcosa nel vostro luogo di lavoro, o furtivamente vi mettete a bere prima di tornare a casa. Qualunque sia il vostro vizio, sapete che non siete liberi in quella particolare cosa. Ma Dio ha detto molto chiaramente: "Voi non entrerete nel mio regno se continuate nel vostro peccato!"
Non siate sorpresi se cominciate a sentirvi come Davide. Ogniqualvolta il Signore vede uno dei suoi figlioli combattere con qualche vizio o schiavitù, Egli rapidamente agisce per riportarlo su una via di obbedienza, pace e riposo. Come lo fa? Egli ci porta verso una condizione nella nostra vita, per cui ci forza a fronteggiare il nostro peccato!
Spesso questo significa portarci verso le profondità, come Dio fece con Giona. Egli ci permette di sentire il Suo rimprovero e di essere inghiottiti dalle nostre circostanze. Nel momento che stette nelle profondità oscure, Giona gridò a Dio. Ed il Signore rispose rapidamente al grido del Suo servitore, riportandolo verso la Sua benedizione ed il Suo volere!
Nella disperazione Davide gridò energicamente: "O Signore, ascolta il mio grido; siano le tue orecchie attente alla voce delle mie suppliche" (Salmi 130:2). Questo verso mi suona come l'ultimo appello di un uomo moribondo. Davide ovviamente non stava pregando con preghiere "pre-confezionate". Egli si trovava a faccia a terra – rotto, contrito, supplicando Dio dal profondo del suo cuore:
" O, Santo Dio Jehovah – ascolta il mio grido! Non potrò durare ancora per molto. Il mio peccato è sempre di fronte a me, io sto inabissandomi con timore e tremore. Ti prego Dio abbi pietà di me!"
Davide sapeva che la sua anima aveva bisogno di liberazione. Quindi si volse solo a Dio per trovarla. Egli conclude: "Mi trovo in una terribile situazione, solo il Signore mi può ora aiutare. Io non posso fare affidamento su di un consigliere, un amico, neppure sulla famiglia. La mia unica speranza è nella preghiera. Così io griderò giorno e notte fin quando Dio non udirà la mia supplica!"
Molti matrimoni cristiani hanno disperatamente bisogno della stessa liberazione che Davide cercava. Ovunque, io vedo coppie che affogano nelle buie tenebre della disperazione. Sposi che reclamano amore da parte dell'altro consorte, ma che non sono affatto gentili quando parlano uno all'altro. Essi dimostrano maggiore gentilezza verso gli estranei piuttosto che verso il loro compagno o la loro compagna. Spesso le loro case diventano dei contenitori di assoluta meschinità. Non se ne rendono conto, ma stanno andando in caduta libera verso la distruzione, la loro relazione sta rotolando rovinosamente fuori da ogni controllo.
Forse il vostro matrimonio sta cadendo più in basso di quanto immaginiate. Tu e la tua compagna avete toccato il fondo e vi svegliate ogni giorno chiedendovi se avrete un'altra possibilità. Ultimamente siete stati tentati di abbandonare permanentemente la vostra relazione.
Miei cari, avete bisogno di rialzarvi dalla vostra condizione! Siete caduti in un buco nero, saturo d'empi atteggiamenti. E queste condizioni non se ne andranno via da sole, in modo semplice. Se non intraprendete un'azione, le cose andranno sempre peggio, finché uno dei due finalmente ucciderà il matrimonio.
Svegliatevi ora alla voce dello Spirito Santo! C'è del peccato nel vostro matrimonio – ed è stato commesso sia da te che dal tuo sposo o dalla tua sposa. Devi occupartene altrimenti rimarrete per sempre sul fondo di un profondo pozzo buio!
A chi state dando le vostre afflizioni? State confidandovi con i vostri migliori amici? Se lo fate state forse soltanto creando un caso contro la vostra sposa o il vostro compagno? Se frequentate un assistente sociale, state cercando una giustificazione per mettere termine al vostro matrimonio?
Vi prego di non capirmi male, io ho fiducia nei consiglieri matrimoniali. Ma se volete seriamente raggiungere la fonte del problema, c'è solo un luogo dove recarsi. Dovete cercare non più lontano del vostro cuore! Il peccato è proprio dentro di voi. E, come Davide, avete bisogno di gridare al Signore per la Sua misericordia!
Sei disperato quanto lo era Davide? Vi siete chiusi insieme al Signore, cadendo sulla vostra faccia gridando verso di Lui? Fievoli, silenziose, oziose preghiere non portano da nessuna parte. Se non state rimettendo i vostri pesi su Dio, voi non volete veramente essere sanati – volete stare nella vostra condizione!
Davide testimonia: "... ruggisco per il fremito del mio cuore ... e i miei sospiri non ti sono nascosti" (Salmi 38:8-9). Devi piangere forte, come ha fatto Davide: "Signore ascolta la mia supplica! Non ti lascerò fino a quando non mi rispondi!"
Lasciatemi illustrare il tipo di disperazione che aveva Davide. Supponete di essere un giorno sulla via di casa. Come girate l'angolo della vostra via, vedete i camion dei pompieri fermi davanti casa vostra. Volute di fumo nero si alzano dalle finestre, l'intera casa sta andando in fiamme. Sapete anche che la vostra compagna ed i vostri figli sono intrappolati dentro.
Ditemi, quanto riuscireste a stare calmi e tranquilli in tale momento? Quanto riuscireste a stare senza fare nulla, sperando che il fuoco si spenga da solo? Stareste seduti tranquillamente a pregare: "Gesù, io spero che tu faccia cessare le fiamme"? No! Se avete un briciolo di amore nel vostro cuore, correrete attraverso il fumo dentro casa per cercare di fare qualcosa!
Se il vostro matrimonio si trova in travaglio, è come se la vostra casa fosse in fiamme – e la vostra relazione stesse bruciando! Se permettete a questo fuoco di continuare, perderete ogni cosa!
Quindi, avete il timore di Dio in voi per il vostro matrimonio? Siete oppressi dalla colpa e dalla condanna per il vostro ruolo nella sua disintegrazione? Se è così non cercate di tranquillizzare la vostra coscienza. Dio vi sta mandando la sua Parola in modo forte, perché vi ama. Egli vi sta pietosamente avvisando, cercando di aprirvi gli occhi, prima che vi distruggiate. Quindi, correte a Lui e pregate diligentemente. Questo è il modo per il quale ogni guarigione ha inizio – chiamando urgentemente il Suo nome!
Davide sapeva di avere bisogno di una parola salvifica, oppure ogni speranza sarebbe stata compromessa. Così gridò: "Se tu dovessi tener conto delle colpe, o Eterno, chi potrebbe resistere, o Signore?" (Salmi 130:3).
Se traducessi le parole di Davide in un linguaggio moderno e corrente, esse potrebbero suonare in questo modo: "Oh Signore – ti ho visto come se fossi il più grande investigatore privato del cielo – seguendo le mie orme ogni momento del giorno, notando ogni mio fallimento, intercettando il mio telefono, ascoltando ogni mio pensiero, video-registrando ogni mio passo, costruendo un caso giudiziario contro di me ogni giorno. E tu hai raccolto sufficienti prove per sbattermi fuori per sempre."
"Signore, con tutte le testimonianze che hai raccolto, quale possibilità mi rimane? Come potrei stare di fronte a Te, quando le mie stesse malvage parole ed i miei fatti segreti testimoniano contro di me? Cos'altro potrei fare se non attendere il giudizio e la condanna?"
"Ogni mattino mi risveglio avendo paura della Tua terribile ira contro i miei peccati. Chi può stare di fronte ad un Dio santo che punisce le iniquità? Neanche l'anima più santa, umile, fedele, può sfuggire al Tuo giudizio. E se essa non può essere all'altezza della Tua legge, quale opportunità posso avere? Io ho peccato più perfidamente di chiunque altro!"
"Io so che il mio peccato ti fa dispiacere, Signore. So pure che non permetterai che esso possa continuare. Ma se io non vedo almeno un segno della Tua grazia al più presto, sono un uomo finito. La mia anima è in rovina, senza speranza. Non posso andare avanti!"
Molti cristiani combattono allo stesso modo di Davide. Quando il santo, legittimo timore di Dio è instillato nelle loro anime, la Sua tremenda maestà costantemente li lavora. Torrenti della Sua fiammeggiante legge scorrono direttamente verso i loro cuori, ed essi cominciano a perdere il vigore agonizzando. Come Davide gridano: "Signore, chi può starti a fronte? Chi può durare davanti la Tua santità?"
I nostri collaboratori ricevono regolarmente lettere da sinceri cristiani che combattono contro l'omosessualità. Il tono della loro scrittura sembra proprio come l'agonia di Davide. Molte di queste preziose persone sono cresciute nella chiesa, ed amano Gesù con tutto il loro cuore. Ma non riescono ad essere liberi dalla schiavitù della loro omosessualità. Agonizzano in disperazione, deperendo sotto la colpa e la condanna. Un giovane uomo disperato scrive: "Pastore Davide, se non riesco a trovare una liberazione da questa schiavitù al più presto, non avrò più alcuna possibilità. Sto pensando di togliermi la vita."
Tragicamente moltitudini di omosessuali, lesbiche, alcolisti e drogati si sono suicidati perché sono caduti nelle più tetre tenebre dei luoghi profondi. Non riescono ad uscire fuori dalla sensazione che stanno continuamente fallendo verso Dio. E continuamente si dicono: "Io potrei avere la forza per oltrepassare questo problema, ma non ci riesco. Come potrò diventare libero?"
Giona si fece proprio la stessa domanda. Egli era letteralmente al fondo, nel più profondo dell'oceano, incapace di sfuggire al suo dilemma. Anch'egli gridò "Mi hai gettato in un luogo profondo, nel cuore dei mari, la corrente mi ha circondato e tutti i tuoi flutti e le tue onde mi sono passati sopra...Le acque mi hanno circondato fino all'anima, l'abisso mi ha avvolto..." (Giona 2:4-6)
Secondo Giona, chi lo ha gettato in queste profondità di tenebre? Il Signore! Effettivamente, fu Dio che spinse il profeta fino al fondo e preparò la balena per inghiottirlo. Quando Giona chiama i suoi problemi: "i tuoi flutti e le tue onde", si stava riferendo al Signore.
Ma Dio non si arrabbia con Giona, enumerandogli i suoi peccati. Quindi, perché permise che gli accadesse tutto ciò? Perché lo ha mandato in luoghi profondi? Egli volle fermare il Suo servitore dal fuggire dalla Sua volontà! Egli voleva che Giona seguisse il Suo piano, così sarebbe stato benedetto. In poche parole Dio mandò Giona nei luoghi profondi per ristabilirlo!
In Giona 2:3 vediamo esattamente cosa Dio fece dopo: "...Io ho gridato al SIGNORE, dal fondo della mia angoscia, ed egli mi ha risposto; dalla profondità del soggiorno dei morti ho gridato e tu hai udito la mia voce." Il Signore stava attendendo che Giona tornasse a Lui – che gridasse a Lui solo! "Io dicevo: "Sono cacciato lontano dal tuo sguardo! Come potrei vedere ancora il tuo tempio santo?" (verso 5). "Quando la vita veniva meno in me, io mi sono ricordato del SIGNORE ..." (verso 8).
Oggi, il Signore fa la stessa cosa con noi: ci libera, permettendo che noi andiamo a finire in luoghi profondi. Ci lascia affogare nella disperazione del nostro peccato, fino a renderci conto che non abbiamo altra fonte cui andare se non Lui solo. Finalmente, quando siamo fuori dalle viscere dell'inferno gridiamo: "Oh Signore, ti prego ascoltami! Ho toccato il fondo, senza avere alcuna speranza in vista. Solo Tu puoi liberarmi!"
Può darsi che abbiate toccato il fondo del vostro peccato. Non vedete come ottenere la vittoria sopra quel vizio o amarezza che vi circonda. Oltretutto il Signore vi ha permesso di arrivare fino al punto più basso dei luoghi profondi. Certamente tutto questo ha una ragione. Lui spera che come Giona, voi "guarderete di nuovo a Lui".
State certi che, quando Giona gridò al Signore, Dio venne a lui rapidamente: "E il SIGNORE diede ordine al pesce, e il pesce vomitò Giona sulla terraferma." (verso 11). Dio disse alla balena: "Basta così – ora, sputalo fuori. Il Mio servitore ha gridato a me ed io sto per rispondergli!"
Il tuo Padre celeste non vuole che tu rimanga sul fondo, indebolendoti sotto un grave peso di colpa e condanna. Egli desidera che tu impari una lezione in quel luogo – e poni la tua fiducia in Lui!
Per molti cristiani, andare verso il fondo significa la fine completa. Essi diventano così sommersi dai loro fallimenti che sviluppano un senso d'indegnità. In ogni momento si sentono imprigionati al di là di ogni possibilità di recupero. Isaia scrive a questo tipo di credenti: "O afflitta, sbattuta dalla tempesta, sconsolata ..." (Isaia 54:11).
Alla fine qualcuno si arrabbia con il Signore. Diventano stanchi di attendere che Lui agisca. Per cui gridano accusandolo: "Signore dov'eri quando io avevo bisogno di Te? Ho gridato per essere liberato ma non mi hai mai risposto. Ho fatto tutto quello che potevo fare, ma non sono ancora libero. Sono stufo di pentirmi e pregare, senza vedere alcun cambiamento!" Molti di questi credenti smettono di provare e si lasciano andare al loro vizio.
Altri cadono in una nebbia di apatia spirituale. Sono persuasi che Dio non si prende più cura di loro. Dicono a se stessi: "...La mia via è occulta al SIGNORE e al mio diritto non bada il mio Dio?" (Isaia 40:27). "Il SIGNORE mi ha abbandonata, il Signore mi ha dimenticata" (49:14).
Ma ancora altri finiscono per focalizzare la loro attenzione sul loro peccato, cercando di tenersi in uno stato costante di colpevolezza. Questo causa loro solo confusione; supplicano: "Le nostre trasgressioni e i nostri peccati sono su di noi, e a motivo di essi noi languiamo: come potremmo vivere?" (Ezechiele 33.10). il fatto è che rimanere nel sentimento di colpevolezza non serve a nulla di per sé. Quando siamo mortificati dalla colpa e dal pentimento dai nostri peccati, si suppone che non rimaniamo in questo stato. È chiaro che bisogna avere l'intenzione di arrivare alla fine di noi stessi - fino alla vittoria della croce!
Dopo tutto quel piangere e gridare al Signore, Davide finì per testimoniare: "Ma presso di te è il perdono, perché tu sia temuto." (Salmi 130:4). Lo Spirito Santo comincia ad inondare la sua anima con il ricordo della misericordia di Dio. In un momento Davide richiama alla mente tutto quanto a proposito della clemente, perdonatrice natura del Padre: " ... Ma tu sei un Dio pronto a perdonare, misericordioso, pieno di compassione, lento all'ira e di gran bontà ..." (Neemia 9:17).
E presto Davide gioiva ancora, ricordando a se stesso: "Poiché tu, o Signore, sei buono, pronto a perdonare, e misericordioso verso quanti t'invocano" (Salmi 86:5). "Egli perdona tutte le tue colpe ..." (103:3). Vediamo una delle fondamentali promesse del Nuovo Patto. Geremia dichiara: "...Poiché io perdonerò la loro iniquità, non mi ricorderò del loro peccato" (Geremia 31:34). E Paolo aggiunge nel nuovo testamento: "...perdonandoci tutti i nostri peccati" (Colossesi 2:13). Dio ci ha promesso il Suo perdono, per ogni peccato!
Comunque tale promessa di perdono è limitata a certe persone. Si applica solo a coloro che sono stati schiacciati ed indeboliti dai loro peccati ... che sono stati nelle profondità della colpa ... che hanno perdurato nella ricerca che partiva dall'anima per lo Spirito Santo ... che si sono pentiti e sono tornati a Cristo con fede!
Gesù stesso ebbe a dire che non tutti coloro che gridano: "Signore, Signore," entreranno nel Regno di Dio. Tristemente molti cristiani non sono per niente preoccupati dei loro peccati. Le loro cattive abitudini li infastidiscono il meno possibile. Sono convinti da se stessi che Dio è talmente misericordioso e pieno di benevolenza che può perdonarli, anche se ostinatamente continuano a stare nel peccato.
No – assolutamente! Si sono appropriati di una falsa tranquillità! Hanno soffocato la condanna dello Spirito Santo, con il loro modo d'agire. Sono andati alla ricerca del perdono prima ancora che la loro colpa potesse mutarsi in un sincero pentimento!
Nondimeno, allo stesso tempo, il perdono di Dio può essere ottenuto solo tramite la fede. Non possiamo discuterne oltre. Cristo ci ha donato l'espiazione con il Suo sangue in modo così profondo, così pietoso, così misterioso, che è al di là di ogni capacità umana comprenderlo. Possiamo vedere chiaramente la legge applicata al nostro peccato. Possiamo provare condanna, paura e colpevolezza per le nostre trasgressioni. Ma il nostro Padre Celeste è sempre vicino a noi in ogni tempo, pronto a perdonarci. Il sangue di Cristo, l'amore del Padre, il desiderio di perdonare – tutte queste benedizioni possono essere conosciute solo tramite la fede: " ... perché il giusto vivrà per fede." (Galati 3:11).
Potreste essere curiosi di sapere quante volte il Signore può perdonarvi, per esservi indugiati sempre nello stesso peccato? State pur sicuri che il Suo incredibile perdono è illimitato. Ogni volta che peccate, potete andare a Gesù e trovare liberazione. Nondimeno il perdono del Signore non è certo insensato o cieco. Per essere chiari, il nostro Padre Celeste ci perdona – ma ad un certo punto, egli ci punisce per evitare che continuiamo nel nostro peccato.
Quando i miei quattro figli stavano crescendo, ebbi a punirli per delle cose sbagliate che facevano. Li chiamavo nella mia stanza per sculacciarli – e quando loro vedevano la cintura nelle mie mani, scoppiavano in lacrime. E supplicavano: "No, papà! Mi dispiace. Per piacere perdonami!"
Li perdonavo. Ma questo non mi fermava dall'usare la cinta. Sapevo che se non l'avessi usata, essa sarebbe diventata senza significato per loro – una burla, invece che una fonte di disciplina. Nello stesso modo la legge di Dio è sempre lì per ricordarci i Suoi santi principi. È un segnale della Sua santità verso di noi, per ricordarci le Sue vie, ed il Suo volere è quello che dice!
Permettete che vi lasci con una parola di speranza. Se sei in luoghi profondi proprio ora a causa del tuo peccato – se stai piangendo a causa della verga del Signore che si è abbattuta sul tuo fondoschiena – sii incoraggiato. Lui ti sta castigando a causa del Suo tenero amore per te. Egli ti sta umiliando perché vuole che tu conosca il Suo timore!
Che cosa esattamente significa il timore del Signore? Significa essere capaci di dire: "So che mio Padre mi ama. Io sono al sicuro per sempre con Lui, e so che non mi abbandonerà mai. Egli sente il mio dolore ogni volta che sono in una prova. Egli è paziente con me mentre combatto contro il peccato. È sempre pronto a perdonarmi ogni volta che mi rivolgo a Lui. Ma so pure che Egli non mi permetterà di continuare a disubbidire alla Sua parola. Il mio Padre Celeste non vuole trascurarmi – perché egli mi ama profondamente!"
Questo è il punto focale di tutto. Dio vuole che noi accettiamo il Suo perdono, in modo che abbiamo il Suo timore. "Ma presso di te è il perdono, perché tu sia temuto" (Salmi 130:4). Una volta che abbiamo il timore del Signore, vorremo ancora di più che solamente obbedirgli. Vorremo compiacerlo, fargli venire un sorriso sul volto. Questo è il benedetto risultato del santo timore di Dio!