L’invito della croce
Dio guardò dall’alto in basso un mondo malato di peccato, fatto di persone rinchiuse in prigioni di paura e disperazione, e mandò il Suo stesso Figlio. Gesù venne sulla terra, assumendo la fragilità della carne umana, e disse a tutti coloro che volevano ascoltare: “Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati, ed io vi darò riposo” (Matteo 11:28, NKJV).
L’invito della croce è una chiamata ad ogni anima malata di peccato. Gesù chiama tutti coloro che sono gravati da catene vincolanti, abitudini potenti e peccati che affliggono: “Vieni a me ora con tutti i tuoi pesanti fardelli. Non c’è altra via se non attraverso la mia croce”.
Gesù è morto sulla croce non solo per perdonare il peccato, ma anche per spezzare il suo stancante potere su di noi.
Vedete, il peccato stanca la carne. Prosciuga tutto ciò che è buono, gentile e prezioso. Indurisce il cuore, distruggendo la pace e causando senso di colpa, dolore e vergogna. Consuma i pensieri della mente, indebolendo e oscurando l’anima. Il peccato suscita paura e, peggio di tutto, spegne ogni comunione con Dio.
Se oggi predicassi in molte chiese sulle esigenze della croce con la sua morte a tutte le concupiscenze e ai piaceri mondani, le folle fuggirebbero, proprio come fecero quando Gesù parlò loro del prezzo del seguirlo. Tali chiese non menzionano nemmeno mai la croce. Invece, riversano le loro energie in riunioni intelligenti piene di spettacolo, illustrazioni drammatiche e sermoni su come affrontare i problemi della vita.
Dio sembra avere molta pazienza con questi sforzi carnali e ben intenzionati di promuovere il Vangelo. Tuttavia, non possiamo dare per scontata la pazienza di Dio. Dio aiuta i ministri di queste chiese che rifiutano di avvertire il loro popolo di abbandonare i propri peccati.
Il profeta Geremia si lamentò: “…rafforzano le mani dei malfattori, e così nessuno si converte dalla sua malvagità… Ma se avessero assistito al mio consiglio, allora avrebbero fatto udire le mie parole al mio popolo, e così li avrebbero fatti allontanare dalla loro cattiva via e dalla malvagità delle loro azioni” (Geremia 23:14, 22).
L’avvertimento di Geremia è per i ministri di oggi: “Riportate la croce, altrimenti il sangue del popolo ricadrà sulle vostre mani!”