La gioia e la forza del Signore

Carter Conlon

Una notte, dopo aver predicato, non riuscivo a dormire. Mi è venuta una sensazione molto strana. Cominciavo ad addormentarmi e all’improvviso mi sentivo come se stessi cadendo dall’estremità del letto anche se non era così. Tornai a casa dalla mia famiglia e andai a giocare con la squadra di hockey della mia chiesa. Amavo giocare a hockey, ma all’improvviso non riuscivo a riprendere fiato. Ero un uomo di trentasette anni molto in forma, quindi questo era molto strano per me.

Quando la domenica andavo in chiesa per predicare, mi sentivo la testa come se si stesse spaccando. Avevo ancora il fiato corto e non avevo energia. Domenica dopo domenica, i forti mal di testa continuavano. Mi ci è voluto molto tempo per rendermi conto che stavo avendo un esaurimento fisico.

Quando ho sentito che non ce la facevo più, sono uscito in una strada di campagna e ho gettato la testa all’indietro. “È così che ricompensi coloro che ti servono?” Ho urlato. Ho inveito contro il Signore fino a quando tutto è finito. Se Dio mi avesse detto in quel momento: “Ti ridurrò in cenere”, avrei detto: “Vai avanti”.

Invece, ho sentito Dio dire dolcemente: “Ti amo”.

Non era quello che mi aspettavo. “Cosa vuoi che faccia?” Ho espirato.

“Carter”, mi disse il Signore, “voglio solo che tu faccia quello che ti chiedo di fare. Hai fatto molte, molte cose che non ti avevo chiesto di fare”.

Fu come se un peso di tredici anni mi fosse stato tolto dalle spalle. Ricordo un uomo nella nostra chiesa che era su e giù, su e giù, sobrio, ubriaco, sobrio, ubriaco. Lo prendevo per la maglietta e lo guardavo dritto in faccia dicendo: “Io ho smesso di bere; tu puoi smettere di bere”. Piangeva che non poteva farlo, e io insistevo che potesse farlo. Circa tre settimane dopo che Dio mi aveva liberato dal mio zelo, quell’uomo venne da me e disse: “Pastore, sento così tanta speranza nella tua predicazione adesso”. Aveva la sensazione che avevo rivolto i miei sforzi a Dio.

Si erano avverate per me le parole del salmista: “Il SIGNORE è la mia forza e il mio scudo; in lui s'è confidato il mio cuore, e sono stato soccorso; perciò il mio cuore esulta, e io lo celebrerò con il mio canto” (Salmo 28:7).