La vergogna che sconfigge
Il motivo per cui Dio sottolinea spesso nella sua Parola che la nostra identità viene da lui è che le nostre capacità mentali sono grossolanamente inaffidabili. La storia ci mostra che l’intelletto umano è sorprendente in ciò che può immaginare, discernere e creare. Nonostante ciò, spesso non riusciamo a filtrare parole e pensieri che ci contagiano e ci debilitano.
Ho discusso della vergogna redentrice che porta alla restaurazione in altri devozionali, ma c’è un lato oscuro della vergogna. Quella sensazione tossica di non essere abbastanza bravi è una delle armi più letali di Satana. Spesso viene utilizzato per la prima volta contro di noi quando siamo giovani e vulnerabili e assorbiamo sia l’approvazione che la disapprovazione come piccole spugne. Le parole dure dette a un bambino possono riverberarsi per tutta la vita e possono indurci a dissuadere noi stessi da molte delle benedizioni della vita. L’esperienza di rimproveri silenziosi, abusi e abbandono può portare a relazioni interrotte e cattive condizioni di salute più avanti nella vita. Tutto ciò può danneggiare la nostra capacità di ricevere l’amore, la grazia e la guarigione di Dio.
Il nemico lavora duramente per mantenere questa narrativa sulla nostra inutilità nelle tenebre. Entro i confini della nostra mente, la vergogna inespressa può crescere senza dissenso e senza la prospettiva divina di Dio.
Alcuni anni fa, ho parlato a una conferenza di pastori con circa 2.500 persone presenti. Una sera, dopo aver parlato del tema della vergogna e della ferita, ho fatto una chiamata all’altare. Con grande stupore di tutti sul palco, almeno tre quarti della congregazione si sono avvicinati in una ondata. Ho camminato tra la folla e ho iniziato a pregare e parlare con le persone, e il loro dolore e le loro lacrime mi hanno spezzato il cuore. Sebbene doloroso e crudo, questo momento è stato anche una chiara svolta che ha dato loro speranza. Mentre le loro storie si riversavano, ho potuto vedere che la vergogna che avevano tenuto nell’oscurità per anni aveva finalmente incontrato la luce dell’amore incondizionato e curativo di Gesù.
Quando Gesù disse: “Io sono la luce del mondo” (Giovanni 8:12), non era passivo. La luce cerca aggressivamente di illuminare l’oscurità, di purificare e ripristinare la prospettiva. Quando portiamo la nostra vergogna e il nostro pensiero distorto a Dio, ci ricorda che ci considera la sua opera meravigliosa, che ha reso più degni di redenzione. “Sei prezioso ai miei occhi”, dice, “e onorato, e io ti amo” (Isaia 43:4). La sua visione eterna di noi, non la nostra limitata visione, è la nostra vera identità.