Quando qualcuno che amo muore
Mentre attendeva la sua morte come prigioniero in un campo di concentramento nazista, il famoso teologo, pastore e martire cristiano Dietrich Bonhoeffer scrisse una lettera sulla perdita delle persone che amiamo. Uno stralcio di quanto scrisse:
Non c’è nulla che possa sostituire l’assenza di una persona cara e non si dovrebbe nemmeno tentare di farlo. Bisogna semplicemente resistere e sopportarlo. All’inizio sembra molto difficile, ma allo stesso tempo è anche di grande conforto. Perché nella misura in cui il vuoto rimane davvero non riempito, attraverso di esso si rimane collegati all’altra persona. È sbagliato dire che Dio riempie il vuoto. Dio non lo riempie in alcun modo ma soprattutto lo lascia proprio vuoto e così ci aiuta a preservare – anche nel dolore – la relazione autentica. Inoltre, quanto più belli e pieni sono i ricordi, tanto più difficile è la separazione. Ma la gratitudine trasforma il tormento del ricordo in gioia silenziosa. Ciò che è stato bello nel passato si porta non come una spina ma come un dono prezioso nel profondo, un tesoro nascosto di cui si può sempre essere certi.
La gratitudine ci aiuta ad affrontare la perdita. Gesù ha affrontato la perdita e ci ha mostrato un altro modo per affrontare il dolore che accompagna la perdita delle persone che amiamo: la compassione. “Quando Gesù ebbe udito ciò[della morte di Giovanni], partì di là su una barca e si ritirò in disparte, in un luogo deserto. E le folle, saputolo, lo seguirono a piedi dalle città. E Gesù, smontato dalla barca, vide una grande folla e ne ebbe compassione, e ne guarì gli infermi” (Matteo 14:12-14).
Giovanni Battista era cugino di Gesù. Era stato assassinato a causa di un adultero impazzito e condannato dal peccato. Quando Gesù udì la notizia, si ritirò con dolore e tristezza. Andò da solo in un luogo solitario. Il grosso problema per Gesù era che, sebbene volesse restare solo per elaborare il lutto e la sua perdita, le moltitudini volevano la sua guarigione. Quando si resero conto di dove era andato, lo seguirono. Gesù li vide e ne sentì compassione.
La via d’uscita dalla depressione del dolore non passa attraverso una stagione di solitudine, ma attraverso il servizio agli altri. Quando inizi a prenderti cura dei bisogni degli altri, Dio ti guarisce e si prende cura di te. È pericoloso rimanere da soli con i tuoi pensieri quando subisci una grande perdita. È dando che ricevi.