Dio dei nostri mostri

Qualsiasi discussione sulla sofferenza e sulle prove deve iniziare con un riferimento al credente più provato, più disperato e sofferente di tutti i tempi. L’uomo di cui sto parlando era un servo di Dio, un uomo giusto, fedele e devoto alla preghiera e all’adorazione. Eppure, quando i problemi e le sofferenze sopraffecero la sua vita, egli iniziò a parlare come un ateo.

Al culmine della sua sofferenza, questo servo concluse quanto segue: “Se avessi chiamato, ed egli [Dio] mi avrebbe risposto, non avrei comunque creduto che egli avesse udito la mia voce. Perché egli mi ha infranto con una tempesta, ed ha moltiplicato le mie piaghe senza motivo”.

Naturalmente, la persona che sto descrivendo è Giobbe (vedi Giobbe 9:16-17). Ecco un uomo che perse tutto quanto gli era più caro: la sua famiglia, i suoi beni, la sua salute, i suoi possedimenti, la sua speranza. L’ affermazione di Giobbe a proposito di Dio nel passo sopra citato è solo una delle tante citazioni disperate di questo povero uomo, quando le sue dolorose sofferenze si moltiplicarono.

A rendere ancora più insopportabile la situazione per Giobbe, fu il fatto che tutte queste calamità gli piovvero addosso improvvisamente, in un giorno. Giobbe dichiarò: “[Il Signore] non mi lascia prendere il fiato, anzi mi sazia di amarezze” (9:18). Alla fine, nella disperazione più cupa, Giobbe dichiarò anche: “Egli ride della sofferenza degli innocenti” (9 :23). Con tante parole, Giobbe stava dicendo: “Non ripaga l’essere santi o camminare in giustizia. Dio tratta il malvagio e il puro allo stesso modo. Entrambi soffriamo. Allora a che vale essere giusti?”.

“Amavo Dio con tutto il mio cuore. Ero un uomo di preghiera, giusto ed onesto. Ero gentile e compassionevole, mi prendevo cura del povero e rivestivo chi era nudo. Ed ero un credente pentito e zelante. Ho allevato i miei figli nel timore del Signore. Eppure, guardate cosa mi è accaduto. La mia vita non è altro che sofferenze, problemi e difficoltà.

“Nessuno si prende cura di me. E nessuno sa darmi un consiglio o un conforto. Non ho intercessori dalla mia parte. Oh, per favore, Signore, togli la tua verga dalla mia schiena. Che smetta di terrorizzarmi. Tutti questi disastri mi stanno sopraffacendo. Se il Signore si sta usando di queste cose, certamente non riesco a scorgere la Sua opera. La mia vita sembra una beffa, e Dio si sta prendendo gioco di me con tutte queste sofferenze”.

Quello che sto per dirvi forse vi sorprenderà. È semplicemente questo: l’esempio di Dio dovrebbe essere di grande consolazione per tutti noi. Vedete, io credo che Giobbe rappresenti il credente degli ultimi tempi, che passa attraverso terribili prove nei giorni avvenire. Infatti, moltitudini di cristiani timorati di Dio affronteranno le stesse prove che Giobbe ha sperimentato. E abbiamo bisogno dell’esempio di quest’uomo da cui attingere speranza.

Credo che la nostra nazione sia entrata in un periodo di difficoltà che sovrastano qualsiasi intendimento, un periodo come il mondo non ha mai visto. Proprio in questo momento, problemi su problemi si accumulano nelle vite di molti cristiani meravigliosi e devoti. Alcuni hanno perso il lavoro nel recente rallentamento economico. Altri non hanno lavorato per settimane o mesi. Come Giobbe, molti di questi credenti zelanti sono rimasti a bocca asciutta. E niente di quello che avevano sperimentato negli anni precedenti, li aveva preparati ad una prova del genere.

Inoltre, moltitudini di matrimoni cristiani sono messi alla prova. Famiglie sono sotto incredibili pressioni, ed affrontano sofferenze di ogni genere. Giovani escono fuori di testa. Ed in cima a tutti questi guai domestici, la nostra prosperità nazionale e personale sta svanendo. Anche la nostra salute sta declinando, man mano che nuove malattie affliggono giovani e vecchi.

Mentre osserviamo i problemi che aumentano tutto intorno a noi, ci ritroviamo a guardare sconsolati un mucchio di ceneri. Se pensiamo al futuro, la prospettiva è traumatica. Tutti noi non vediamo che altre incertezze, paure e crisi. Come Giobbe, il nostro cuore grida: “ Cosa faremo? Perché tutto questo accade ai servi fedeli di Dio? Perché il Signore non interviene e non mette fine a tutto ciò?”.

Eppure, ciò che vediamo accadere alla nostra generazione è esattamente ciò che accadde a Giobbe. E possiamo imparare molto esaminando la sua storia.

Nei giorni avvenire, non potremo riposare in un comodo bozzolo di agi. Sarebbe solo un sogno. Non accadrà per nessuno. Come tutti quanti, anche i cristiani avvisteranno problemi su ogni fronte. Eppure, potremo stare certi di una cosa: il nostro Padre celeste sarà fedele nel liberarci da tutte le nostre afflizioni, proprio come fece con Giobbe.

Sento predicare questa verità da ogni pulpito d’America. Lo stanno proclamando ministri che Dio ha fatto sorgere come voci profetiche in questi ultimi giorni. Questi pastori fedeli sono determinati a preparare il popolo di Dio per ciò che avverrà. Ed ora, mentre centinaia di questi pastori si riuniscono a pregare in varie città, sentono resoconti similari l’uno dall’altro: “Non è mai successo che così tante delle mie pecore siano state messe duramente alla prova. È successo qualcosa in questo paese negli ultimi mesi. Molti uomini e donne pii che conoscevo sono caduti sotto un diluvio di problemi, di sofferenze, di difficoltà e dolore”.

Questo diluvio di problemi nasconde un’entità personale: Satana. Il fatto è che come il diavolo è stato colui che ha provocato i problemi di Giobbe, così oggi è colui che provoca i problemi nel popolo di Dio. Egli sta sfidando Dio, dicendo: “Non hai un vero corpo in quest’ultima ora. Non hai la sposa immacolata di cui profetizza la tua Parola. Guarda bene il tuo popolo, Dio. Non sono vergini caste. Molti di loro sono mezzo addormentati. Sono materialistici, egocentrici, perseguono le ricchezze e la bella vita. Si preoccupano di rendersi la vita migliore.

“Ascolta quello che insegnano i loro responsabili. Dicono alla gente che non deve soffrire. Proclamano che ogni cosa materiale gli appartiene. Ti sfido adesso, Dio: abbassa il tuo muro di protezione che sta attorno al tuo popolo. Dammeli per poco tempo. Metterò tutti i tuoi pingui seguaci alla prova.

“Sai benissimo che questa generazione è stata viziata come nessun’altra. Se mi permetti di vagliarli, vedrai che te ne rimarranno solo pochi. Li abbatterò con i dardi della tentazione, li ridurrò in povertà, riverserò su di loro uno spirito di disperazione. Poi vedrai che fine faranno quelli che rimangono. Ti assicuro, Dio, che si piegheranno al primo colpo. Non avrai altri Giobbe nel tuo corpo sulla terra. Sono tutti pappamolle spirituali”.

L’apostolo Giovanni scrive profeticamente: “Guai a voi, abitanti della terra e del mare, perché il diavolo è sceso a voi con grande ira, sapendo di aver poco tempo” (Apocalisse 12 :12). Oggi, il diavolo sta portando guai incredibili sull’umanità, e molte persone gridano in estrema confusione, come fece Giobbe.

Naturalmente, come figli di Dio, sappiamo che Satana non può toccarci. Questo potrebbe accadere solo se il nostro Signore decidesse di abbassare il suo muro di protezione e permettere al diavolo di metterci alla prova. Secondo me, è esattamente questo che sta avvenendo in questo momento, in tutta la chiesa di Gesù Cristo. La Bibbia ci avverte chiaramente che in questi ultimi giorni, Dio farà passare il suo popolo attraverso un fuoco purificante. Ed ora, mentre ci troviamo di fronte a prove su prove, non potrò mai enfatizzare abbastanza quanto sia importante per noi confidare nel Signore, in ogni difficoltà.

Naturalmente, non fu questo il consiglio che Giobbe udì. Quando quest’uomo sofferente si trovava al culmine della disperazione, venne assediato da consiglieri dalle critiche velenose. Questi cosiddetti amici, non fecero altro che scoraggiare Giobbe. Lo accusarono di aver nascosto del peccato nella sua vita, e lo invitarono a pentirsi. Comunque, il Signore rivelò a Giobbe che le parole accusatrici di questi uomini erano semplicemente delle stupidaggini.

Vorrei avvertire in questo momento ogni cristiano che non sta soffrendo ma forse conosce un fratello o una sorella che sta soffrendo. Forse hai un amico credente che è disoccupato e che non riesce a trovare un lavoro. O forse una calamità improvvisa si è abbattuta sulla sua famiglia. O forse ancora il tuo amico si è trovato con problemi su problemi, che sembrano non aver fine.

Il mio avvertimento è: non è buono travisare il Signore verso quelli che stanno soffrendo. Perciò, quando vedi una persona scoraggiata a causa delle prove, non giudicarla. Solo Dio può vedere nel cuore di quella persona, e solo Lui sa se c’è del peccato.

Perciò stiamo attenti a non aggiungerci ai dolori del fratello. Al contrario, mettiamogli la mano sulla spalla ed incoraggiamolo. Facciamogli sapere che teniamo a lui e che lo amiamo con il vero amore di Cristo. Se il tuo amico piange, piangi con lui. Se soffre, soffriamo con lui. Questo è un vero buon consiglio, perché viene direttamente dalla Parola di Dio. E prega che il Signore ti dia il Suo cuore compassionevole per il Suo popolo sofferente. Dopo tutto, potresti essere tu il prossimo ad affrontare la fornace dell’afflizione.

Forse proprio in questo momento stai soffrendo con una prova cruciale. Ma sai che Dio non sta affrontando un peccato della tua vita. Allora ti chiedi come mai il Signore stia permettendo che tu sopporti questo incredibile dolore.

Potrebbe essere che la fornace della tua afflizione abbia lo scopo di portarti una rivelazione che ti cambia la vita. È esattamente quello che accadde a Giobbe. Nel bel mezzo di tutte le sue sofferenze, Giobbe fece una scoperta incredibile: nonostante già sapesse di Dio, non Lo conosceva personalmente. Egli confessò: “Il mio orecchio aveva sentito parlare di te, ma ora il mio occhio ti vede. Perciò provo disgusto nei miei confronti e mi pento sulla polvere e sulla cenere” (Giobbe 42 :5-6).

Nel momento in cui Giobbe sperimentò questa prova, aveva almeno settant’anni. Ed aveva conosciuto Dio da tutta la vita. Ad un certo punto, Giobbe aveva persino eretto un altare al Signore, dove aveva trascorso molte devote ore lodando ed adorando Dio. Per anni, Dio gli aveva insegnato le Sue vie e i Suoi misteri. Giobbe aveva conosciuto la consolazione del Signore, la Sua santità, il Suo carattere, la Sua natura, la Sua ira. E aveva imparato la maestà della potenza e della sapienza divina.

Eppure, quando la crisi più psicologicamente devastante gli venne addosso, egli non riuscì a vedere per niente il Signore. Al contrario, Dio divenne per lui semplicemente un vago termine teologico. Quel Signore che era stato parte integrante della sua vita quotidiana, ora gli sembrava assente da tutto quello che stava provando. Improvvisamente, Dio gli sembrò solo una serie di sermoni, una parola morta, una conoscenza senza alcuna potenza né vita.

Credo che questo sia ciò che il Signore volle portare a galla nella vita di Giobbe. Vedete, il nostro Padre amorevole vuole che i Suoi figli Lo conoscano più profondamente che nei servizi di lode, negli studi biblici o nel tempo di preghiera. Vuole che Lo conosciamo intimamente, in ogni aspetto della nostra vita. E questo comprende le prove e le sofferenze più dure. Il nostro Signore desidera essere per noi più che un Dio di qualche teologia morta, specialmente nei momenti in cui soffriamo di più. Vuole che Lo conosciamo come un Padre onnisciente, sempre vicino a noi, che ha tutto sotto controllo, che ci tiene nel palmo della Sua mano.

Purtroppo, però, molti cristiani hanno edificato la loro casa di fede sulla sabbia degli agi e delle benedizioni. E, tragicamente, quando arrivano le tempeste delle prove e delle sofferenze, quei credenti vengono spazzati completamente.

Ho già visto uomini e donne fedeli venire spazzati dalle calamità che sono piombate loro addosso improvvisamente. Non hanno mai imparato il ruolo che gioca la sofferenza nella vita di ogni seguace di Gesù. Al contrario, hanno imparato che – perché amano e credono in Dio – hanno il diritto di vivere un’esistenza prosperosa e priva di dolore. Pensano che ogni loro preghiera debba essere risposta immediatamente, e che non debbano avere alcuna prova.

Ma la Bibbia non dice mai che il Signore ci preserva dalle afflizioni. Piuttosto, dice che ci libererà da essa. Ed è esattamente ciò che fece Dio per Giobbe. Improvvisamente, davanti a Giobbe apparve un tornado, a simboleggiare le prove e le sofferenze. E da quel tornado, il Signore rivelò a Giobbe come sollevarsi al di sopra dei problemi.

Come ci riuscì? Il Signore fece guardare il suo servo nel volto di due meravigliosi mostri: il potente ippopotamo e il coccodrillo serpentino. Dio disse a Giobbe: “Guarda behemoth [l’ippopotamo] che ho fatto al pari di te” (Giobbe 40 :15). “Puoi tu tirar fuori il Leviathan [coccodrillo] con l'amo o tener ferma la sua lingua con una corda?” (Giobbe 41 :1).

Prima di tutto, il Signore pose questo problema al suo servo: “Guarda, Giobbe, ecco l’ippopotamo davanti a te. Cosa farai? Puoi lottare con lui con la tua forza fisica? No? Forse potrai rivolgergli qualche parolina gentile?

“Ecco, contempla il coccodrillo minaccioso. Come ti comporterai con esso? Gli andrai semplicemente incontro e gli metterai una fune al naso? Lo potrai accarezzare come un animale domestico o ti metterai a giocare con lui? Dimmi, hai la forza di aprire le sue mascelle e guardare i suoi denti? Naturalmente no! Questa creatura ha un cuore di pietra. Non sa nemmeno cosa significa la misericordia”.

Non fraintendete: questa è stata più che una semplice lettura sugli animali del regno. Piuttosto, Dio stava dicendo a Giobbe qualcosa sulla vita dei “mostri”. Stava mostrando al suo servo che queste due creature meravigliose, feroci e potenti rappresentavano i problemi mostruosi che imperversavano nella vita di Giobbe. Il Signore stava dicendo a Giobbe: “Se pensi di poter combattere contro queste due potenti creature, ti sei completamente sbagliato. Non importa quanto tenterai, non potrai vincere. E ti assicuro, che non dimenticheresti la battaglia.

“Considera l’ippopotamo. Schiaccia tutto ciò che vede. È un problema troppo grande per te, Giobbe. Ma dimmi, come lotterai con lui? Lo prenderai con un laccio o lo ingannerai con un secchio di mangime? No, è una lotta troppo ardua per te. Niente lo può vincere . Soltanto io, il Signore, so come fermare questa creatura mostruosa.

“ E che mi dici del coccodrillo, Giobbe? Quei denti affilati come un rasoio che vedi nelle sue mascelle sono le stesse zanne demoniache che Satana ti ha mostrato durante la prova. Nessun essere umano può combattere contro una creatura del genere. E nessuno con le sue forze può strappare al coccodrillo la sua spessa armatura. Lo stesso vale per il tuo nemico spirituale, il diavolo. Soltanto io posso vincere la battaglia con lui”.

Senti ciò che Dio sta dicendo in questo discorso? Sta parlando non solo a Giobbe, ma a tutti i credenti. E sta dichiarando: “Affronta la verità sui mostri della tua vita. Non puoi farcela da solo. Soltanto io posso vincerli”.

A questo punto, immagino si sia accesa una lucina nella mente di Giobbe. Avrà sicuramente pensato: “I mostri che il Signore mi sta mostrando – creature enormi, gigantesche ed impavide – sono tutti i miei problemi. E non sarò mai in grado di abbatterli da solo.

“Fino a questo momento sono stato seduto sulla cenere, cercando di capire come mai Dio avesse permesso a questi problemi mostruosi di venire contro di me. Ho cercato di capire come combatterli e scacciarli. Ma la verità è che ho dimenticato che il mio Dio può fare ogni cosa. Ed Egli combatterà per me”.

Ora le parole di Giobbe hanno un tenore diverso. La Scrittura ci dice: “Allora Giobbe rispose all'Eterno e disse: Riconosco che puoi tutto, e che nessun tuo disegno può essere impedito” (Giobbe 42 :1-12). Giobbe stava dicendo, in effetti: “Il mio Dio è onnipotente. Può fare qualsiasi cosa. E nessuno dei suoi scopi può essere impedito. Perciò, so che la mia vita non è sconvolta. Dio ha un piano in tutte queste mie sofferenze.

“So che il mio Signore è affianco a me in questo momento, con una spada in mano per difendermi. E mi libererà nel momento esatto che lo riterrà opportuno. Nessun uomo né mostro può fargli cambiare idea né scombinare i suoi piani. Sicuramente farà ciò che riterrà opportuno. Adesso so che non posso resistere all’ippopotamo o al coccodrillo. Ma non importa. So che Dio può farlo. Io devo solo restare fermo e vedere la salvezza del Signore”.

Durante i primi anni del mio ministero, trascorrevo giorni interi camminando per le strade di New York, predicando ai drogati e ai membri delle bande mafiose. Dopo un po’ divenni spento, rotto nell’anima e nel corpo. Finii con l’avere la mononucleosi, e dovetti rimanere in ospedale per sei settimane.

A un certo punto ebbi una ciste nella gola. Non potevo bere né ingoiare. Certe volte non riuscivo neanche a respirare. Ben presto, dimagrii fino a diventare 45 chili. Non potevo viaggiare, cosa che mi impediva quindi di procurare i soldi per il nostro ministero. Con il prolungarsi della mia degenza ospedaliera, i fondi del ministero iniziarono a scarseggiare. Sembrò così che il nostro ministero per drogati ed alcolizzati fosse sul punto di estinguersi.

Quel vecchio coccodrillo stava mostrando le sue zanne. Ed io, nel letto d’ospedale, ero più che irritato con Dio. Gente veniva a visitarmi, ma io non trovavo conforto nella loro compagnia; mi rendevano solo più nervoso. Infatti, ben presto iniziai a sentirmi come Giobbe. Almeno tre persone vennero nella mia stanza a pronunciare “una parola da parte dell’Eterno” che non fece che deprimermi ancora di più.

Infine, una notte, gridai disperato a Dio. Lo implorai: “Signore, mi arrendo. Non posso lottare più. Affido tutta questa faccenda nelle tue mani. Voglio solo fidarmi di te. Ti devo chiedere solo una cosa: se vuoi proprio chiudere le porte di questo ministero, sono affari tuoi. Ma ti prego, Signore, togli questa cosa dalla mia gola”.

Nel giro di un’ora, tossii una ciste della grandezza di una noce. Ed improvvisamente, in poco tempo, mi ripresi completamente. Lasciai l’ospedale e la mia forza fisica iniziò a ritornare.

Quando ritornai agli uffici di Teen Challenge, scoprii che durante la mia assenza il ministero era sopravvissuto. Non sapevo come aveva fatto, il Signore. Certamente non si trattava di grandi assegni, come avevo sperato. Ma il fatto è che, durante la mia malattia, lo staff ministeriale aveva iniziato a confidare nel Signore piuttosto che in me. Credo che era questo il motivo per cui Dio aveva permesso tutto ciò.

Vedete, i problemi nella nostra vita non sono semplicemente degli incidenti imprevisti. Non importa quello che affrontiamo, o quanto è profondo il dolore dentro di noi: Dio è comunque all’opera. E proprio in questo momento sta combattendo i nostri mostri per noi. A volte possiamo pensare che il diavolo sia venuto ad impedire i piani di Dio. Ma non è mai così. Il nostro Padre tiene sempre tutto sotto controllo. E svergognerà tutto ciò che il diavolo ha macchinato contro di noi, trasformandolo per il nostro bene.

Quando siamo in mezzo ad una prova, dobbiamo scostare lo sguardo dai mostri. Proprio in quei momenti, dobbiamo incoraggiarci dicendo: “Il mio Dio può fare tutto. E non mi ha dimenticato. Proprio in questo momento, i Suoi occhi sono su di me, mentre sto sopportando quest’orrenda prova. E so, non importa quanto orribili possano sembrare le cose, che Lui ha tutto sotto il Suo controllo. Nessuno, nessuna potenza, può cambiare i piani che Lui ha per me”.

Forse in questo momento sei scoraggiato e ti chiedi: “Non vedo via d’uscita ai miei problemi. Riuscirò mai ad uscire da questa prova? O le mie sofferenze continueranno fino al ritorno di Gesù? Signore, potrò mai gioire di nuovo?”

Ecco la risposta di Dio: “Avete udito parlare della pazienza di Giobbe, e avete visto la sorte finale che il Signore gli riserbò, poiché il Signore è pieno di misericordia e di compassione” (Giacomo 5 :11). “Quando Giobbe ebbe pregato per i suoi amici, l'Eterno lo ristabilì nel precedente stato; così l'Eterno rese a Giobbe il doppio di tutto ciò che aveva posseduto” (Giobbe 42 :10).

Forse non riceverai il doppio di quanto hai perduto, come Giobbe. Ma possederai qualcosa di ancora più grande. Saprai con certezza che Dio ha il controllo della tua vita. Il Suo amore per te non sarà più solo un concetto teologico. Al contrario, conoscerai profondamente la sua liberazione, in modo molto personale. E non dovrai più temere alcun avversario o difficoltà. Perché? Perché uscirai dalla prova più che vincitore, seduto nei luoghi celesti con Cristo Gesù.

Proprio in questo momento, come Giobbe all’inizio delle sue prove, conosci forse Dio per sentito dire, attraverso sermoni e studi biblici. È buono, perché le Scritture ci dicono esattamente da dove viene la fede: dall’udire la Parola di Dio. Eppure ora Dio vuole che vedi anche Lui. Vuole che sviluppi l’assoluta certezza che Egli ha un piano divino per la tua vita. Ed il Suo scopo eterno non può essere impedito da nessun demone infernale, né da alcun mostro che appare sul tuo cammino.

Poi, nel bel mezzo delle tue prove più dure, potrai testimoniare della bontà di Dio, come fece Giobbe. E citerai con fiducia questa grande dichiarazione di fede: “Egli sarà anche la mia salvezza” (Giobbe 13:16).

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