Fermatevi e vedete la salvezza del Signore!
In tempi di crisi, le tre parole più usate dai Cristiani sono: "Signore, fa qualcosa!" Il rimanere fermi ed il fare niente, quando stiamo affrontando delle prove che ci lasciano sgomenti, è completamente contro la nostra natura umana. In fatti, l'aspettare pazientemente che Dio agisca è probabilmente una delle cose più difficili della vita cristiana. Persino i credenti più devoti si lasciano prendere dal panico quando Dio non agisce secondo la loro tabella di marcia.
Noi diamo sempre degli obiettivi e dei limiti di tempo a Dio. Gridiamo: "Signore, quando ti decidi a fare qualcosa a questo proposito? Se non agisci ora, sarà troppo tardi!" Ma Dio non è mai troppo in ritardo. Agisce sempre, non secondo le nostre tabelle di marcia ma secondo le sue.
Il nostro Dio fruga costantemente il nostro pianeta alla ricerca di un popolo che si fidi di lui in ogni momento di crisi. È vero che spesso ci porta in situazioni che ci allarmano, che mostrano elementi di criticità, che sono difficili, ma solo per metterci alla prova. Vuole vedere se noi siamo in grado di rimanere fermi, aspettando che egli porti il suo aiuto soprannaturale.
La Bibbia afferma molto chiaramente: "I passi dell'onesto sono guidati dal Signore; egli gradisce le sue vie." (Sl. 37.23) In questo contesto, la parola ebraica per "guidati" ha il significato di "prestabiliti, passo per passo, fissati, comandati da Dio."
Questo significa che è Dio, non il demonio, che ci conduce in luoghi difficili. Noi possiamo gridare: " Signore, perché permetti che questo stato di crisi continui?" La verità è che, non solamente egli permette questi periodi di prova, ma li provoca deliberatamente. E, da parte nostra, questo è difficile da accettare!
Eppure Dio permette questi momenti duri nella nostra vita al fine di suscitare in noi la fede. Egli ci sta modellando in esempi di fede in Dio, affinché possiamo portare testimonianza a quest'epoca senza Dio.
Io sono fermamente convinto che ogni passo che faccio, sia preordinato dal nostro Padre Celeste. E se ciò è vero, allora non posso credere che Dio mi conduca sull'orlo di una difficile situazione per abbandonarmi. Egli non direbbe mai: "Ebbene David, ti ho condotto fino a questo punto, e d'ora in poi sei da solo!"
No! In ogni momento di crisi, Dio è assolutamente fedele nei riguardi dei suoi figli. Ed egli ci chiede in continuazione: "Sei tu uno di quelli che non si lascerà prendere dal panico, che non mi accuserà di aver trascurato, abbandonato, fatto del male ai miei figli? Riuscirai a stare fermo durante il momento di crisi, aggrappato alla fede, fiducioso che io ti aiuterò a passare questi momenti?"
Il Vecchio Testamento elenca molti momenti di prova per il popolo di Dio. Forse il più grande di questi esempi fu quello della crisi al Mar Rosso. Questa prova non fu istigata dal demonio a da Faraone. Fu una crisi completamente causata da Dio - architettata dal suo proprio comando a Israele. La Scrittura dice che fu Dio ad indurire il cuore di Faraone, che lo spinse ad inseguire Israele, e che permise all'esercito egiziano di raggiungerli presso il mare.
Dio aveva specificatamente detto alla gente di accamparsi tra Migdol e Pi-Achirot (n.d.t. Es. 14.2). Questa località era situata tra due passi montani ed il mare sul terzo lato. La sola possibile via di salvezza era quella di tornare indietro nel deserto, e questa possibilità era bloccata dall'incalzare dell'esercito di Faraone. Gli Israeliti erano sconvolti dalla situazione in cui si erano venuti a trovare. Proprio il loro Dio li aveva condotti in quel luogo!
Lasciatemi sottolineare qualcosa a questo proposito: Dio avrebbe potuto far saltare le ruote dei carri egiziani in qualsiasi momento. Avrebbe potuto far succedere questo incidente nel deserto, appiedando gli egiziani e facendoli morire di fame. Invece egli attese fino a che essi non fossero arrivati tra le pareti d'acqua del mare diviso.
Dio avrebbe anche potuto far scendere sull'accampamento egiziano la nube soprannaturale, confondendoli. Quei soldati sarebbero corsi in giro per il campo per giorni nella confusione della nube. Tuttavia Dio scelse di mandare la nube dietro agli Israeliti per proteggerli.
Oppure, Dio avrebbe potuto mandare un solo angelo per trucidare l'intero esercito egiziano in un batter d'occhio. Avrebbe potuto scegliere di distruggerli in qualsiasi momento.
Ma il Signore non fece nulla di tutto questo. Egli, invece, costrinse Israele ad entrare in una difficile situazione, senza via di scampo, una crisi dalla quale sarebbe stato impossibile fuggire attraverso mezzi umani!
Credo che Dio avesse due obiettivi quando permise il verificarsi di questa difficile situazione:
- Egli era così determinato ad annientare i nemici d'Israele, che essi non avrebbero più dovuto guardarsi alle spalle per paura. Dio stava in essenza dicendo: "Disseminerò il litorale marino di corpi nemici, in modo che voi possiate vedere ciascuno di loro morto. Allora saprete che io sono onnipotente!"
- Dio voleva dare al suo popolo l'opportunità di mettere le loro vite nelle Sue mani, di rimanere fermi ed aver fiducia che egli avrebbe dato loro direttive.
Come sappiamo che Dio architettò questa terrificante situazione per mettere il suo popolo alla prova? La sua parola afferma questo: "Ricordati di tutto il cammino che il Signore, il tuo Dio ti ha fatto fare in questi quarant'anni nel deserto per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandamenti" (Dt. 8.2) Questo versetto lo dice chiaramente: "...tutto il cammino che il Signore... ti ha fatto fare..." Fu Dio che li condusse al Mar Rosso, non il demonio!
Ma perché Dio fece questo? Lo stesso capitolo ci dice: "...per umiliarti e per provarti, per farti, alla fine, del bene" (v. 16) Dio in essenza stava dicendo: "Ero alla ricerca di qualcosa in voi. Vi ho portati in questa situazione affinché voi mettiate in pratica la vostra fede. Solo questi tipi di circostanze avrebbero prodotto vera fede in voi!"
"Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provar la fame..." (v. 3) In altre parole: "Vi ho portato in posti duri, in posti dove avete sofferto la fame, la sete, in posti allarmanti, terrificanti, per vedere se avevate un cuore fiducioso!"
Quando gli egiziani stavano incalzando non vi era altro posto dove gli Israeliti potessero scappare. Le montagne su entrambi i lati erano brulle, senza alberi o caverne dove nascondersi. Ed il mare li limitava dall'altro lato. Semplicemente, non avevano altro posto dove scappare. Era una situazione impossibile!
La Scrittura dice che a quel momento, "...i figli d'Israele alzarono gli occhi; ed ecco gli egiziani marciavano alle loro spalle. Allora i figli d'Israele ebbero una gran paura, gridarono al Signore" (Es. 14.10)
Provate a mettervi nella loro situazione: tutta la vostra famiglia vi sta d'attorno - figli, nonni, parenti. Improvvisamente udite il fragore delle ruote dei carri, lo sferragliare delle sciabole, il violento grido di guerra di un esercito assassino ed assetato di sangue. Non avreste paura?
La verità è che Dio è paziente con noi quando siamo travolti dalla terribile ondata di paura umana, durante una crisi improvvisa. Il nostro Signore non è un truce supervisore. Ed egli sapeva che questo sarebbe stato una terrificante esperienza per Israele.
Avrebbe gradito una preghiera come questa: "Signore, abbiamo paura! Eppure sappiamo che tu sei sempre stato fedele nel liberarci. Quando eravamo in Egitto, tu ci hai liberati dall'angelo della morte e dalla piaghe. E sappiamo che tu puoi salvare anche da questa crisi, per quanto buia essa possa apparire. Padre affidiamo le nostre vite nelle tue mani!"
Ma fu questo il grido d'Israele? No! Le Scritture dicono: "...e dissero a Mosè: «Mancavano forse tombe in Egitto, per portarci a morire nel deserto? Che cosa hai fatto facendoci uscire dall'Egitto?...Poiché era meglio per noi servire gli egiziani che morire nel deserto»."(Es. 14.11-12) Stavano facendo del sarcasmo al punto quasi di essere blasfemi. Ed accusarono Dio di volerli distruggere. Questo non fu un grido di fede!
State forse passando attraverso una crisi in questo momento? State forse portando fardelli così pesanti che farebbero piangere i vostri amici, se sapessero di questo? Tuttavia rimane il fatto che Signore stesso vi ha condotti in questa difficile situazione. La semplice verità biblica è che voi gli appartenete - se ha preordinato i vostri passi - quindi lui vi ha messi nella situazione in cui vi trovate. Ed Egli deve avere una buona ragione per fare questo. Vi sta mettendo alla prova!
Vi potreste chiedere: "Cosa dovrei fare quando vengo portato in una tale situazione di crisi? Cosa dovrei fare quando tutto sembra così senza speranza - quando non vi è via d'uscita visibile? Cosa succede quando non so più dove rivolgermi, non ho alcuna risposta per il mio problema, nessuno che mi dica come uscire dal mio guaio?
Questo è quanto Dio rispose ad Israele, quando affrontarono le loro crisi: "Non abbiate paura, state fermi e vedrete la salvezza che il Signore compirà oggi per voi; ...Il Signore combatterà per voi e voi ve ne starete tranquilli." (Es. 14.13-14)
Il Signore stava dicendo loro: "La prima cosa che dovete affrontare è la vostra paura! Io combatterò per voi. Io vi salverò e vi libererò. Ora, lasciate che questa promessa sia la vostra forza. Lasciate che essa scacci ogni vostra paura!"
In primo luogo voglio parlare della schiavitù al peccato, ovvero della vostra battaglia con la carne. Sotto il Nuovo Patto, Dio permetterà il verificarsi di determinate situazioni per mostrarci quanto siamo deboli e quanto noi siamo totalmente dipendenti da lui per la nostra liberazione per mezzo della fede. Dio non vi indurrà mai in tentazione. Ma egli permetterà che arriviate fino all'estremo. Se avete un peccato assillante, questo è il Faraone della vostra vita. Ed il suo esercito di spiriti mentitori vi attaccherà in continuazione con bugie demoniache, dicendo: " Tu non ce la farai. Stai cadendo sempre più in basso. Finirai per essere distrutto!"
Si può sentire lo sferragliare delle catene mentre Satana tenta di incatenarvi ancora una volta al vostro vizio. E voi pensate: "Signore, come potrò mai rialzarmi da questo? Sono caduto così in basso!"
Cosa potete fare? Sapete che non potete vincere il nemico. Ed inoltre sarebbe una lotta impari combatterlo. Così vi trovate impotenti di fronte a lui, acquattati, tremanti, pieni di paura.
Dite tra di voi: "Sarà meglio che ritorni alle mie vecchie abitudini, cosicché sarò risparmiato da questo combattimento spirituale. È troppo per me!" Tuttavia sapete che non potete ritornare al vostro vecchio padrone. Se tornate ora vi costerà la vita!
Vi chiedo - quanti israeliti sarebbero stati risparmiati se fossero tornati in Egitto? Neppure uno sarebbe sopravvissuto! Sarebbero stati fatti tutti a pezzi. Perché? Il nemico è un assassino assetato di sangue che cerca di distruggerci!
A questo punto molti Cristiani vengono presi nell'infernale ciclo del peccato e confessione, peccato e confessione. Corrono da amici, consiglieri, chiunque li ascolti mentre piangono, implorano e pregano. Tali credenti faranno ogni cosa ad eccezione di rimanere fermi e confidare nel Signore per la loro liberazione.
Eppure il Vecchio Testamento ci offre numerosi esempi sulla nostra incapacità di combattere battaglie spirituali con le sole forze della nostra natura umana.. Il nostro vecchio uomo è profondamente debole e impotente. Ma noi abbiamo un nuovo uomo dentro di noi - ed egli deve mettere la sua vita totalmente nelle mani del Signore. L'uomo nuovo capisce che umanamente non vi è via d'uscita - che Dio deve addossarsi tutto il combattimento. Noi non possiamo resistere il demonio con le nostre forze, ma attraverso la potenza dello Spirito Santo, che viene rivelato in noi attraverso la sola fede.
Dio parla al suo popolo attraverso il suo Spirito. E fa si che la voce dello Spirito ci pervenga in modo chiaro: "Quando andrete a destra e o quando andrete a sinistra, le tue orecchie udranno dietro a te una voce che dirà: «Questa è la via; camminate per essa!»" (Is. 30.21)
La voce dello Spirito di Dio ci perviene principalmente attraverso le Scritture. Egli può condurci a passi biblici che saranno poi la chiave per la nostra liberazione. Tuttavia prima che possiamo sentire la sua voce direttiva, Dio richiede qualcosa da noi: Dobbiamo rimanere fermi ed aspettare che egli agisca.
Questa parola non è un suggerimento, ma un comandamento. Ed è il segreto per la nostra totale vittoria e liberazione. Veramente il Signore comandò al suo popolo in molte occasioni di rimanere fermi.
Per esempio in Giosuè 3 leggiamo di un altro passaggio di acque che Israele dovette compiere, al fiume Giordano. Dio diede istruzioni alla gente: "Quando sarete giunti alla riva delle acque del Giordano, vi fermerete nel Giordano" (Gesù. 3.8) "...E non appena i sacerdoti ... avranno posato i piedi nelle acque del Giordano... le acque del Giordano... saranno tagliate e si fermeranno in un mucchio." (v.13)
Dio stava dicendo, "Quando arriverete nell'acqua, piantateci dentro i vostri piedi e rimanete fermi là dentro. Rimanete fermi, riposate. Non cercate di immaginarvi cosa sto facendo. Aspettate che io agisca. Io dividerò le acque per voi!"
La parola ebraica per "rimanere fermo" in questo passo significa "fermate ogni attività, cessate di lottare." Eppure, quanti Israeliti ubbidirono quando arrivarono al Giordano? Mentre si fermarono là davanti, molti avranno pensato, "Come possiamo sapere se questo funzionerà?" Alcuni saranno stati tentati di costruire una specie di ponte per poter attraversare sulla base del loro ingegno. Ma questo sarebbe stato tutto invano.
Dio agì in quell'occasione, separò veramente le acque. E lo fece perché l'atto di ubbidienza d'Israele fu accompagnato dalla fede. Fecero quello che Dio disse loro di fare e quindi furono fermi su questo. Dio rispose alla loro fede!
In un altra occasione, al re d'Israele venne comandato di rimanere fermo anziché agire. Dopo che Samuele unse re Saul, lo scortò fino ala periferia della città. Ad un certo punto Samuele disse a Saul: "...tu fermati, e ti farò udire la parola di Dio." (1 Samuele 9.27).
Samuele stava dicendo: "Saul, ti ho appena unto, ed ecco che la tua mente sta già correndo. Stai pensando: 'Cosa sta facendo Dio? Come posso conoscere la sua voce, la sua volontà?' Smettila di combattere, Saul! Vuoi che Dio ti parli? Vuoi che ti guidi? Allora fermati ed ascolta. Io ti darò la parola di Dio."
Questo esempio illustra perfettamente ciò che desidero enfatizzare qui: La parola del Signore - la voce di guida e liberazione - viene data a coloro che arrivano al punto di fermarsi al cospetto di Dio!
In 2 Cronache leggiamo che Giuda stava per essere invaso da una coalizione di eserciti potenti. Le Scritture dicono che il re Giosafat "...ebbe paura , si dispose a cercare il Signore, e bandì un digiuno per tutto Giuda." (2 Cr. 20.3).
La gente cominciò a pregare, implorando "...Non ha tu nelle tue mani la forza e la potenza, in modo che nessuno può resistere contro di te? ... Poiché noi siamo senza forza, di fronte a questa gran moltitudine che avanza contro di noi; e non sappiamo che fare, ma gli occhi nostri sono su di te!" (vv. 6, 12)
Ancora una volta, vediamo che non c'è nulla di sbagliato nell'aver paura. Dio è paziente con noi, e non ci imputa le nostre paure. Infatti, dobbiamo pregare la stessa preghiera che pregò Giosafat: "Signore, ho paura! Il nemico sta arrivando come un inondazione, ed io non so cosa fare. Tuttavia so che tu sei onnipotente e forte. Quindi non farò nulla, Signore, se non pregare. Fisserò i miei occhi su di te!"
"Allora lo Spirito del Signore investì in mezzo all'assemblea" (v.14). Ecco quello che lo Spirito comandò: "Non temete e non vi sgomentate... poiché questa non è battaglia vostra, ma di Dio... Questa battaglia non sarete voi a combatterla: presentatevi, tenetevi fermi, e vedrete la liberazione che il Signore vi darà." (vv. 15-17).
La frase "presentatevi, tenetevi fermi" significa "prendete posizione, non siate indecisi in questo affare." In altre parole: "Prendete una posizione di fede. Siate convinti che la battaglia è del Signore. Ogni demone che vi affronta, deve affrontare Cristo in voi. È il combattimento del Signore, non il vostro!"
Probabilmente vi ricordate cosa avvenne in questa storia. Quando gli uomini di Giuda uscirono per combattere il grande esercito, trovarono i loro nemici già uccisi sul campo di battaglia. I valorosi soldati si alzarono nel mezzo della notte e cominciarono a combattersi l'un l'altro e finirono per distruggersi a vicenda!
Per cui l'esercito di Giuda semplicemente prese il bottino e marciò verso casa in una grande vittoria processionale. Non dovettero nemmeno alzare una spada. Il Signore aveva combattuto per loro!
Il salmista scrive: "Fermatevi e riconoscete che io sono Dio: Io sarò glorificato fra le nazioni, sarò glorificato sulla terra." (Sl. 46.10) La traduzione letterale in Ebraico è "Cessate e dimenticate i vostri sforzi, e riconoscete che io sono Dio." In altre parole: "Smettetela di arrabattarvi. Smettetela di cercare di liberarvi da soli. Riconoscete che solo Dio può salvarvi!"
Potreste dire: "Ma, fratello Dave, Israele non ha dovuto qualche volta imbracciare le armi e combattere?" Si, lo fecero, ma a questa condizione: prima rimasero silenti al cospetto del Signore e ricevettero da lui delle direttive dettagliate. Questo è ciò che Giosuè fece prima della battaglia di Gerico. Ricevette dettagliati ordini di marcia prima di fare qualunque cosa. E la sua vittoria portò gloria a Dio!
La frase "rimanere fermi" non significa essere passivi o affidarsi alla sorte. La sorte dice: "Quello che sarà, sarà." Ma la fede cambia ogni cosa. E "rimanere fermi" è un atto di fede, un modo attivo di confidare nelle promesse del Signore. È la determinazione di abbandonare ogni domanda, dubbio od inutile fatica.
Fin dal primo momento della mia opera pastorale, una delle mie principali aree di battaglia è stato questa faccenda di conoscere la voce di Dio. Penso che questa lotta sia comune a molti Cristiani di oggi. Chiediamo costantemente: "Come posso sapere se la voce che sento è la voce di Dio? Come posso discernere se è la sua, o la mia, o quella della mia carne?
Ogni qualvolta devo affrontare una necessità che richiede una risposta, mi rivolgo al Signore in preghiera. Imploro dicendo: " Padre, la tua Parola dice che tu parli alla tua gente. Per favore, Dio parlami. Dammi le tue direttive!" E termino quotando ogni promessa nella scrittura che io conosco:
- "Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono" (Gv. 10.27)
- "Quando andrete a destra o quando andrete a sinistra, le tue orecchie udranno dietro a te una voce che dirà: «Questa è la via; camminate per essa!»" (Is. 30.21)
- "Questa (la mia) parola è molto vicina a te; è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica." (Dt. 30.14)
Una piccola e ferma voce si fa udire dentro di noi e come Dio comincia a parlare, improvvisamente sentiamo un gran senso di pace e di calma. La voce dà la sensazione di conforto e calma e noi lasciamo la nostra stanza di preghiera sentendoci meravigliosi. Senza alcun dubbio egli ci guida e ci libera attraverso la voce dello Spirito Santo.
Ma molto spesso, le parole che abbiamo udito in preghiera non si materializzano. Infatti, talvolta potrebbero rivelarsi sbagliate. Ed allora comprendiamo che abbiamo udito un'altra voce, non quella di Cristo. In tal caso deve essere o la voce dei nostri stessi desideri ed ambizioni, o la voce della nostra carne.
Per favore cercate di capirmi, non sto parlando di udire "cose sciocche." Per molti anni ho udito la gente attribuire molte cose stupide e carnali alla voce del Signore. Qui sto piuttosto riferendomi a dei veri credenti che si aggrappano alla Parola di Dio e cercano fedelmente le sue direttive. E quando le parole che ricevono si rivelano in qualche modo errate, si stende sopra di loro una nube di dubbio. Finiscono per implorare confusi: "Oh, Dio - ho fatto tutto quello che sapevo fare! Ho pregato. Mi sono attenuto alla tua parola. Tu lo sai che desidero la tua volontà, Signore. Ed io so di essere sotto la protezione del tuo sangue. Come posso dunque essermi sbagliato così grossolanamente? Come posso aver confuso un'altra voce per la tua? Oh, Signore come potrò mai ancora fidarmi di qualsiasi altra voce?"
Paolo descrive questa sensazione in questo modo: "...perplessi, ma non disperati." (2 Cor. 4.8) Eppure, ci dimentichiamo che Paolo dice anche: "Ci sono nel mondo non so quante specie di linguaggi e nessun linguaggio è senza significato." (1 Cor. 14.10) Vi sono migliaia di voci, inclusa la voce della carne, la voce della volontà, la voce dell'ambizione, e tutte gridano per attirare l'attenzione della nostra mente.
Non importa quanto noi preghiamo, quanto siamo vicini al Signore, quante ore al giorno non dedichiamo alla sua Parola. Noi siamo tutti fallibili e tutti commettiamo errori. La nostra carne possiede ancora la sua voce e talvolta ci si mette di mezzo.
Lasciate che vi dica come Dio mi ha condotto attraverso questa prova di fede: IO SONO PERVENUTO ALLA CONVINZIONE CHE IL SIGNORE COMANDA OGNI MIO PASSO! Io sono convinto che Dio predispone ed organizza tutte le mie circostanze. Egli ha promesso, tramite patto, di condurmi e guidarmi attraverso il suo Spirito e di proteggermi dalle cadute. Per cui, ora prego in fede, credendo alla sua parola. E quindi rimango fermo, aspettando che egli agisca.
Vedete, quando Dio fa una promessa, non è più questione di grazia, diventa piuttosto un affare di tipo legale. Egli suggella ogni sua promessa con un giuramento, e noi abbiamo il diritto di impugnarle "legalmente." Dio non può fa marcia indietro su alcuna delle sue promesse, altrimenti non sarebbe Dio. Pertanto noi possiamo prendere ciascuna promessa e dire: "Signore, io riterrò valido ciò che tu hai detto! Non ho bisogno di alcuna risposta! La tua promessa è la tua voce che mi parla direttamente!"
Potreste dire: "Aspetta un momento. Vorresti dire che non dovremmo avere comunione con il Signore?" Naturalmente, non voglio dire ciò. Ma il fatto è che la nostra comunione con Dio non è limitata al culto, alla lode o la preghiera. La nostra comunione con lui comprende anche l'aver fiducia in lui. Abbiamo comunione con lui appoggiandoci attivamente alla sua Parola rivelata e scritta!
Lo Spirito Santo "ci parla" in prevalenza conducendoci a passi della Scrittura, mostrandoci il pensiero di Dio su argomenti vari e dicendoci quali passi compiere. Perché dovrebbe parlare con una voce dentro di noi quando non siamo in grado di "udire" la sua parola rivelata e scritta?
Il fatto è che Dio non deve dirci tutto perché noi si possa avere intimità con lui. Non deve rivelarci tutti i suoi piani. Infatti possiamo avere intimità con Dio semplicemente rinunciando a tutti i nostri sforzi per scoprire la sua voce. Questo tipo di intimità dice: "Signore anche se non udirò un'altra parola da te, tu mi hai comunque dato tutto quello di cui io ho bisogno. So che mi ami, che la tua parola mi è pervenuta ed io confiderò in essa. Tutto quello che ti chiedo è che tu mantenga le promesse che mi hai fatto. Non c'è bisogno di risposta.
Nel frattempo dobbiamo accontentarci della rivelazione che otteniamo dalla Parola di Dio: "Dio...ha parlato a noi per mezzo del Figlio..." E Dio ci ha dato delle promesse attraverso il suo patto per aiutarci ad superare ogni crisi o prova:
"La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù. Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina..." (2 Pt. 1.3-4)
Davide è un esempio di questo tipo di fiducia. Questo sant'uomo, mentre giaceva sul suo letto di morte disse: "Non è così della mia casa davanti a Dio..." (2 Sam. 23.5) In altre parole: "Non ho ancora visto verificarsi tutte le parole che il Signore mi ha dato. La mia casa non è ancora come dovrebbe essere. Tre dei miei figli sono morti. Eppure mi è stato promesso che il mio casato non sarebbe finito!"
"Poiché egli ha stabilito con me un patto eterno, ben regolato in ogni punto e perfettamente sicuro..." (stesso versetto). Dio aveva promesso all'antenato di Davide, Abraamo, "Io ti darò una casa sicura con solide fondamenta. E tutta la terra sarà benedetta attraverso il tuo seme." (ovvero Cristo).
Davide non aveva nessun profeta vicino a lui, per dirgli queste cose. Non aveva avuto un sogno premonitore, una visione, una voce interiore che gli parlava. No, mentre stava per affrontare l'eternità, Davide non cercò alcuna di queste cose. Invece disse: "Dio mi ha fatto una promessa sancita nel patto della sua parola. Ed io entrerò nell'eternità confidando su quella promessa!" "Non farà egli germogliare la mia completa salvezza e tutto ciò che io bramo..." (Stesso versetto). In essenza stava dicendo: "Posso affrontare la morte ora perché tutto ciò di cui ho bisogno è la sua promessa."
Potremo sbagliarci nel nostro discernimento, nel nostro ascolto, nelle nostre decisioni. Ma possiamo rallegrarci nel nostro Dio, che è la nostra forza! Egli ci guiderà per la giusta via. È tutto il suo operato. E noi dobbiamo semplicemente confidare, stare fermi e vedere la sua salvezza!
Il Signore promette: "Tu, non temere, perché io sono con te; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia." (Is. 31.10).
Alleluia!