FURTO DELLA PEGGIOR SPECIE

David Wilkerson

Giacomo avverte la chiesa, “Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell'iniquità. Posta com'è fra le nostre membra, la lingua contamina tutto il corpo, infiamma il corso della vita ed è infiammata dalla Geenna” (Giacomo 3:6).

Leggiamo un simile ammonimento in Isaia: “Allora chiamerai e l'Eterno ti risponderà, griderai ed egli dirà: "Eccomi!". Se tu togli di mezzo a te il giogo, il puntare il dito e il parlare iniquo” (Isaia 58:9). Il termine ebraico per iniquo qui significa maleducazione, irriverenza, mancanza di rispetto.

Isaia sta affermando qualcosa di sbalorditivo. Il motivo per cui preghiamo, digiuniamo e studiamo la Parola di Dio è di essere ascoltati in cielo. Il Signore vi appone un grande “se”. Egli dichiara, “Se volete che vi ascolti dal cielo, allora scrutate il vostro cuore. Sì, Io vi ascolterò – se la smettete di puntare il dito contro gli altri, se la smettete di parlare di loro senza rispetto”.

È un grande peccato davanti a Dio parlare in modi che macchiano la reputazione altrui. Come leggiamo in Proverbi, “Una buona reputazione è preferibile a grandi ricchezze, e la grazia all'argento e all'oro” (Proverbi 22:1). Una buona reputazione è un tesoro che viene scrupolosamente raccolto nel tempo. Io però posso distruggere il tesoro di chiunque con una sola parola diffamatoria della mia bocca.

Ora, non oseremmo derubare qualcuno del suo orologio d’oro o del suo conto in banca, ma Dio afferma chiaramente che infangare il nome di qualcuno è furto della peggiore specie e noi possiamo farlo nel modo più subdolo: puntando un dito accusatorio, mettendo in discussione il carattere di qualcuno, raccontando un pettegolezzo. Infatti due delle parole più maledette che possiamo pronunciare sono, “Hai saputo?” La sola implicazione di tale domanda deruba una persona di qualcosa di prezioso. E macchia anche le nostre labbra.