IL CANTO DI LIBERAZIONE
Il popolo di Dio si trovava presso il Mar Rosso in preda alla disperazione. In quel momento il Signore avrebbe voluto che qualcuno come Gedeone prendesse il comando in quel campo di terrore e ricordare a ognuno di loro la fedeltà di Dio manifestata in passato. Solo poche generazioni dopo Gedeone con il suo piccolo esercito di trecento uomini combatté contro una grande armata, e gridò con fede prima che la battaglia cominciasse (leggere Giudici 6 e 7). Vedi, per il Signore, il momento in cui agire è proprio quello più oscuro. Proprio quando non c'è più speranza, quando sembra che non ci sia via d'uscita, solo Dio può salvare e liberare. La situazione in cui Israele si trovò presso al Mar Rosso fu voluta da Dio affinché fosse un'esperienza dalla quale trarre insegnamento, un momento in cui far crescere la loro fede. Perché la fede non è reale se messa alla prova quando tutto va bene.
Se solo Israele si fosse ricordato i miracoli che Dio fece per lui in Egitto. Se solo si fosse fidato della Sua parola in cui affermò che lo avrebbe portato sulle Sue braccia così come un padre fa con i suoi figli. Se solo alcuni di loro avessero cominciato a lodarlo cantando lo stesso canto che poco dopo cantarono sulla riva opposta. Se solo avesse confidato nel Signore gridando: “Lui è la mia forza! Il mio Dio trionferà. Chi è come Te, Signore?” Dimmi, cosa sarebbe accaduto?
Avrebbero con potenza permesso alla fede in Dio di prendere luogo lì dov'erano, una fede testata attraverso il fuoco della loro stessa preoccupazione. La loro fede sarebbe emersa in modo così incrollabile da dargli la forza di affrontare il viaggio nel deserto che li avrebbe attesi poco più avanti. Avrebbero posto le fondamenta della fede sulle quali costruirci sopra. Nel tempo avrebbero imparato a lodare Dio con fiducia in ogni circostanza, con una fede così forte da ridurre a brandelli l'inferno.
Abbiamo un grande bisogno oggi, avere in mezzo a noi cristiani che hanno imparato a cantare il canto di liberazione nel bel mezzo della prova.