Il Segreto Della Forza Spirituale

Il profeta Isaia pronunciò una maledizione contro Israele: "Guai ai figli ribelli, dice il Signore" (Isaia 30:1). La parola ebraica tradotta con "guai" significa profondo dolore e smarrimento. Cos'aveva fatto il popolo di Dio, per ferirlo così profondamente? E perché lui li definisce ribelli? Dopo tutto, non erano pagani ma suoi figli. Quale mostruoso peccato avevano commesso, per cui vengono definiti ribelli?

La parola che Isaia usa per "ribellione" in questo verso significa allontanamento, testardaggine, rivolta. Da cosa si stava allontanando esattamente il popolo di Dio? E cosa aveva causato il loro allontanamento?

Troviamo la risposta nella frase successiva: "Formano dei disegni, ma senza di me, contraggono alleanze, ma senza il mio Spirito" (30:1). La frase "contraggono alleanze" significa qui che avevano fatto i propri piani. Per dirla in parole povere, Dio stava dicendo: "Il mio popolo non mi consulta più. Non cercano la mia guida ed il mio consiglio. Invece, si appoggiano sul braccio della carne. Ed ogni volta agiscono senza cercarmi, cercano aiuto dal mondo ed accumulano peccato su peccato. Hanno dimenticato la fiducia nel braccio potente dell'Eterno".

Oggi, pensiamo che la ribellione sia rifiutare di ubbidire alla parola di Dio e darsi alla droga, all'alcol, alla fornicazione e ad altri peccati grossolani. Ma la ribellione a cui Dio si riferisce qui è molto più grave di queste cose. Il popolo di Dio stava dicendo: "Non importuniamo Dio con i nostri problemi — siamo abbastanza intelligenti da poter agire a modo nostro".

Eppure, il popolo di Dio sapeva molto bene che avrebbe dovuto confidare nel Signore in ogni situazione, anche in quelle più insignificanti. I Salmi glielo ricordavano costantemente: "O Dio, com'è preziosa la tua benevolenza! Perciò i figli degli uomini cercano rifugio all'ombra delle tue ali" (Salmo 36:7). "L'anima mia cerca rifugio in te; e all'ombra delle tue ali io mi rifugio finché sia passato il pericolo" (57:1). "Poiché tu sei stato il mio aiuto, io esulto all'ombra delle tue ali" (63:7).

Ma adesso il popolo di Dio stava affrontando una grave crisi. Gli Assiri avevano dichiarato guerra a Giuda, e questo potente nemico si stava avvicinando in fretta con migliaia di carri. Questa era stata la fonte di ogni crisi per Giuda. La loro situazione sembrava assolutamente disperata.

Eppure Giuda non si era rivolto al Signore in questa crisi. Avevano ignorato Dio e si erano invece appoggiati sui loro mezzi. Prima di tutto, avevano inviato dei messaggeri in Egitto per chiedere l'ausilio dei cavalli da battaglia del Faraone. Poi avevano cercato di coinvolgere l'Egitto affinché combattesse gli Assiri per loro. In breve, avevano invocato la forza del malvagio: "Vanno giù in Egitto senza aver consultato la mia bocca, per rifugiarsi sotto la protezione del faraone, e cercare riparo all'ombra dell'Egitto" (Isaia 30:2).

Mi chiedo come mai nessuno dei capi dei Giudei si sia chiesto: "Cosa facevano i nostri antenati in simili circostanze? Dopo tutto, la nostra storia è piena di liberazioni. Chi consultavano? Dove trovavano liberazione nei momenti di bisogno?"

Avrebbero potuto ricordare la situazione di Davide, quando l'esercito Filisteo si era sparpagliato nella valle di Refaim. Davide era stato appena unto re d'Israele, e non sapeva cosa fare. La Bibbia dice: "Allora Davide consultò Dio, dicendo: Dovrò salire contro i Filistei? Li darai nelle mie mani? Il Signore gli rispose: Sali, e li darò nelle tue mani?" (1 Cronache 14:10).

Davide correva solo al Signore per ottenere la guida. Non chiedeva il suggerimento di qualche consigliere, nonostante fosse attorniato da uomini saggi (e le Scritture ci dicono inoltre che c'è saggezza in un gran numero di consiglieri). Davide si recava da Dio in preghiera, chiedendo una guida specifica. Ed il Signore gliela dava: "Il Signore gli rispose: Sali, e li darò nelle tue mani" (14:10). Dio benediva Davide con grandi vittorie, perché chiedeva il consiglio dell'Eterno.

Ma i Filistei non si perdevano d'animo e ci riprovavano di nuovo. Ritornavano in Israele con un esercito nuovo di zecca. A quel punto, Davide avrebbe potuto ragionare: "La strategia che Dio ci ha dato la prima volta contro questo nemico ha funzionato. Useremo lo stesso piano". Ma Davide rifiutava di affidarsi a qualcosa che non fosse una fresca parola da parte di Dio. "Davide consultò di nuovo Dio; e Dio gli disse: Non salire dietro a loro" (14:14).

Credo che Dio non abbia mai due piani identici. E infatti qui il Signore propose a Davide una nuova strategia. Lo istruì: "Quando udrai un rumore di passi tra le vette dei gelsi, esci subito all'attacco, perché Dio marcerà alla tua testa per sconfiggere l'esercito dei Filistei" (14:14–15).

Vi chiedo: quale consigliere militare avrebbe dato un suggerimento del genere? E chi avrebbe creduto ad un piano del genere, se l'avesse sentito? Immagino i capitani di Israele che dicevano: "Davide, ci stai dicendo di sederci ad ascoltare il vento che soffia fra i cespugli? È in questo modo che dovremmo attaccare i Filistei, aspettando che Dio ce li dia nelle mani? Sei impazzito?"

Il nostro Dio ha metodi che scavalcano i criteri umani. I suoi piani possono sembrare assolutamente folli agli occhi degli uomini. Ma il nostro Signore opera in maniera soprannaturale attraverso la nostra obbedienza alla sua parola per fede: "Davide fece come Dio gli aveva comandato, e gli Israeliti sconfissero l'esercito dei Filistei da Gabaon a Ghezer" (14:16).

Asa si trovò a regnare quando l'enorme esercito degli Etiopi attaccò Israele, portandosi dietro tanti carri e cavalieri: "Allora Asa invocò il suo Dio, e disse: Signore, per te non c'è differenza tra il dare soccorso a chi è in gran numero, e il darlo a chi è senza forza; soccorrici, Signore nostro Dio! Poiché su di te noi ci appoggiamo, e nel tuo nome siamo venuti contro questa moltitudine" (2 Cronache 14:10).

In effetti, Asa stava gridando: "Signore, abbiamo messo la nostra fiducia in te". Ecco un re pio che "fece ciò che è buono e giusto agli occhi dell'Eterno suo Dio" (14:2). Inoltre, Asa comandò "ordinò a Giuda di cercare il Signore, Dio dei suoi padri, e di mettere in pratica la sua legge e i suoi comandamenti" (14:3).

Quando arrivò questa crisi, Asa andò direttamente da Dio in preghiera. Non riunì una commissione affinché trascorresse giorni a pianificare strategie. Aveva molte persone sagge a sua disposizione — soldati, politici, strateghi e consiglieri — ma cercò prima di tutto Dio. Asa pregò: "Signore, cosa devo fare?" E Dio rispose danda ad Asa una parola, e liberando miracolosamente il popolo di Giuda. "Così l'Eterno sconfisse gli Etiopi davanti ad Asa e davanti a Giuda" (14:11).

Ma poi venne un'altra crisi. Credo che questa sia stata una prova della fede di Asa. Secondo la Scrittura, "Israele salì contro Giuda" (16:1), catturando la città di Rama. Ma Asa non si volse di nuovo a Dio, come aveva fatto Davide. Al contrario, formulò un suo piano personale. Ragionò in mente sua: "Quell'esercito enorme dall'Etiopia era un questione ben diversa. Allora ho avuto bisogno di Dio. Ma questo esercito d'Israele non costituisce un gran problema. Posso farcela da solo".

Come pensate abbia risolto il problema? Convinse la Siria a combattere contro Israele. Asa sottrasse persino l'oro e l'argento dal tesoro del tempio e dal suo forziere personale, per persuadere il re Siriano Benadad a rompere l'accordo di pace con Israele e ad attaccarlo.

Il piano sembrò funzionare. La Siria si mosse contro Israele, gli Israeliti abbandonarono Rama ed Asa riconquistò la città. Il piano concepito da Asa, il quale aveva completamente ignorato Dio, sembrava aver avuto successo. Ed il re si congratulò con se stesso per la sua bravura.

Ma il Signore era arrabbiato. Disse ad Asa: "Poiché ti sei appoggiato sul re di Siria invece di appoggiarti sul Signore, che è il tuo Dio, l'esercito del re di Siria è scampato dalle tue mani. Gli Etiopi e i Libi non formavano forse un grande esercito con una moltitudine immensa di carri e di cavalieri? Eppure il Signore, perché tu ti eri appoggiato su di lui, li diede nelle tue mani. Infatti il Signore percorre con lo sguardo tutta la terra per spiegare la sua forza in favore di quelli che hanno il cuore integro verso di lui. In questo tu hai agito da insensato; infatti, da ora in poi avrai delle guerre" (16:7–9).

In breve, il Signore stava dicendo: "Asa, in passato ti sei appoggiato a me. E per quella fiducia, ti ho consegnato un grande esercito nelle mani. Ma ora ti sei affidato alla tua sapienza e ai Siri. Tu sai che questo non è il mio volere ed io non lo permetto. Hai agito da stolto, Asa, e da ora in poi non avrai più pace, ma soltanto guerre".

Molti di noi sono come Asa. Abbiamo ricevuto grandi liberazioni da Dio, e lo ringraziamo ad alta voce. Gli promettiamo: "Signore, da ora in poi non andrò da nessuna parte e non farò niente senza chiedere il tuo parere. Ti pregherò per ogni cosa". Ma poi, quando ci troviamo di fronte ad un'altra crisi, le cose prendono una piega diversa. Perciò finiamo col prendere in mano la situazione. Il Signore può pure permettere che i nostri piani funzionino momentaneamente. Ma alla fine, siamo totalmente confusi.

Potete forse obiettare: "Dio mi ha dato una buona mente, e quindi è normale che la usi. Lui stesso desidera che agisca a modo mio". Si, ma soltanto dopo aver ricevuto le sue direttive in preghiera. Non possiamo ottenere la mente di Dio facendo affidamento sul nostro intendimento. L'apostolo Paolo ci dice che la mente carnale non può capire quella spirituale (vedi Romani 8:5–7).

Ammettiamo che tu non sia sposato, e che stia pregando Dio per trovare un compagno. Questo è buono. Ma nel tempo sei diventato impaziente col Signore. Hai aspettato Dio, ma non è venuta la persona giusta. Così hai puntato gli occhi su una persona, e stai progettando una trappola. Puoi anche conquistare quella persona. Ma, come Asa, finirai per attirarti addosso guerre e non pace. Pagherai un costo altissimo, che non immagini, come rabbia, incomprensione e confusione.

Peggio ancora, contristerai il Signore. Ti attirerai addosso questa maledizione: "La protezione del faraone vi tornerà a confusione, e il riparo all'ombra dell'Egitto, a vergogna" (Isaia 30:3). Dio ti dirà: "Ti sei fidato del tuo braccio, anche se ti avevo avvertito che saresti stato uno stolto. Ora pagherai il prezzo per non esserti appoggiato completamente su di me in ogni cosa. Tu finirai nel dolore e nella confusione".

"Ora vieni e traccia queste cose in loro presenza sopra una tavola, e scrivile in un libro, perché rimangano per i giorni futuri, per sempre" (Isaia 30:8). Dio stava dicendo, in effetti: "Voglio che ogni generazione, da ora fino alla fine dei tempi, conosca il mio profondo dolore per questo tipo di ribellione. Scrivile, Isaia, affinché tutto il popolo, in ogni tempo, capisca il mio dolore quando si affida a qualche consiglio del mondo e non a me".

La ribellione descritta qui da Dio è un atto di sfiducia, una resistenza al suo regno e alla sua autorità completa nelle nostre vite. È semplicemente rifiutare di cercare la sua mente in ogni cosa. Questo comprende non soltanto le grandi cose della vita, ma anche quelle di minore importanza: problemi familiari, dolori, preoccupazioni personali. Ed abbraccia ogni aspetto del nostro essere — lo spirituale, il fisico, il mentale, tutto. La ribellione contro le regole divine è in pratica dire: "Ce la faccio da solo. Non ho bisogno di seccare Dio". Ma Dio vuole essere seccato.

Per dirla in breve, se non cerchi il Signore per ottenere la sua guida — se non gridi a lui per ottenere direttive, se non ti fidi della sua fedeltà, se stai cercando di farcela da solo — sei un ribelle. Dio dichiara: "Ho steso tutto il giorno le mani verso un popolo ribelle, che cammina per una via non buona, seguendo i propri pensieri" (Isaia 65:2).

Alla luce degli avvertimenti divini, chiediti: può essere che sei ribelle contro Dio, nonostante la tua devozione, la tua adorazione ed il tuo cammino in santità? Puoi anche pregare, digiunare e partecipare attivamente alle riunioni di chiesa. Ma può esserci questo tipo di ribellione nella tua vita? Potrebbe essere questo il motivo per cui stai affrontando confusione o guerra nella tua famiglia e nel tuo lavoro?

Pongo la stessa domanda ai ministri. Guardandoti, Dio potrà dire: "Figlio mio, a volte compi l'opera del ministero senza interpellarmi. Voglio essere coinvolto in ogni cosa, dalla punta dei capelli alla pianta dei piedi. Se non chiedi alla mia bocca e non ti ripari all'ombra delle mie ali, sei un ribelle".

Il nostro Signore desidera essere il nostro protettore. "Ecco, colui che protegge Israele non sonnecchia e non dorme. Il Signore proteggerà l'anima tua" (Salmo 121:4–5). La parola ebraica per "protettore" significa guardia, direttore, guida, custode. Il nostro Signore è un padre vigilante e protettivo che gioisce grandemente nel proteggere e preservare i suoi figli.

Infatti, in Esodo Dio si rivelò ad Israele con un nome nuovo: geloso. "Non adorerai altro dio: perché il Signore, il cui nome è Geloso, è un Dio geloso" (Esodo 34:14). Notate che questo nome viene rivelato in un contesto di ammonimento: "Non adorerai altro dio". In quei tempi, la maggior parte degli Israeliti si recava presso gli "alti luoghi", cioè degli altari idolatri, in cerca di direzione. Essi offrivano al Signore semplicemente un culto con le labbra, invece di invocare la sua guida.

Era una pura e semplice adorazione idolatra. Solo Dio conosce il futuro. E quando una persona si rivolge altrove in cerca di guida, costei sta adorando quell'oggetto. Questo vale anche per qualsiasi consultazione di astrologi, oroscopi o cartomanti. Tutto ciò da cui dipendi o in cui cerchi aiuto, quello adori. Lo rendi un dio.

Il nostro Signore è assolutamente geloso della sua potenza protettrice. E noi lo offendiamo quando non andiamo soltanto da lui per cercare aiuto. Dio fece uccidere il re Saul per questo peccato di ribellione: "Così morì Saul, a causa dell'infedeltà che egli aveva commessa contro il Signore per non aver osservato la parola del Signore, e anche perché aveva interrogato e consultato quelli che evocano gli spiriti, mentre non aveva consultato il Signore" (1 Cronache 10:13–14). La parola di Dio è chiara: Saul trasgredì per aver consultato un altro invece del Signore. E Dio lo fece morire per questo.

Isaia elencò tutte le orribili conseguenze del rifiuto di Giuda di confidare in Dio quale suo protettore: "La vostra ribellione vi farà chiudere le orecchie alla parola di Dio. Non udirete più gli avvertimenti dei profeti. Invece, acclamerete un evangelo 'all'acqua di rose', una predicazione ingannevole che giustifica la vostra ribellione. E perché disprezzate la correzione, vi svierete dal cammino della santità" (vedi Isaia 30:9–10).

Infine, Isaia dichiarò che Dio avrebbe infranto tutti i loro muri di auto protezione: "Questa iniquità sarà per voi come una breccia che minaccia rovina, che sporge in un alto muro, il cui crollo avviene a un tratto, in un istante, e che si spezza come si spezza un vaso del vasaio che uno frantuma senza pietà" (Isaia 30:13–14). Dio stava dicendo: "Farò a pezzi ogni falsità su cui avete fatto affidamento. I vostri piani si frantumeranno".

Ma poi Isaia rivelò il cuore compassionevole di Dio verso il suo popolo. Egli esortò Giuda: "Non dovrai più vivere nella confusione. E non dovrai più sopportare questa afflizione. Dio ti provvede una via di uscita". "Poiché così aveva detto il Signore, Dio, il Santo d'Israele: Nel tornare a me e nello stare sereni sarà la vostra salvezza; nella calma e nella fiducia sarà la vostra forza" (30:15).

Qui, in breve, è racchiuso il segreto di Dio per ottenere forza spirituale: "Nella calma e nella fiducia sarà la vostra forza". La parola tradotta con "calma" in ebraico significa riposo. E riposo significa calma, rilassamento, libertà da ogni ansietà; riposare, giacere su un sostegno.

Non molti cristiani godono oggi di questo tipo di calma e fiducia. Moltitudini di credenti partecipano ad attività frenetiche, corrono all'impazzata per guadagnare benessere, possedimenti, piaceri. Persino nel ministero, i servi di Dio corrono di qua e di lì pieni di preoccupazioni, ansietà, cercando la risposta in conferenze, seminari e libri famosi. Tutti cercano una guida, delle soluzioni, qualcosa che calmi lo spirito. La cercano in tutto tranne che nel Signore. Non si rendono conto che Dio ha già pronunciato una parola per loro, per bocca di Isaia: se non cercano la sua guida, finiranno nel dolore e nella confusione.

Isaia descrive che tipo di giustizia Dio vuole compiere in noi: "L'opera della giustizia sarà la pace e l'azione della giustizia, tranquillità e sicurezza per sempre" (32:17). Se camminassimo veramente nella giustizia, le nostre vite porterebbero il frutto di uno spirito calmo, di una tranquillità di cuore e di una pace con Dio.

Pietro parla di ornarsi "della purezza incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran valore" (1 Pietro 3:4). Un tale spirito non ha niente a che vedere col temperamento o la personalità. Dopo tutto, alcuni sono naturalmente inclini ad essere calmi e riservati, mentre altri sono semplicemente morbidi. No, lo spirito umile e quieto a cui si riferisce Pietro si ottiene soltanto con lo Spirito Santo. Lui lo dona a tutti quelli che confidano appieno nel Signore in ogni cosa.

Eppure Isaia, guardandosi attorno, vide il popolo di Dio ricorrere all'Egitto per ottenere aiuto, fidandosi degli uomini, dei cavalli e dei cavalieri. Il profeta avvertì: "Gli Egiziani sono uomini, e non Dio; i loro cavalli sono carne, e non spirito; quando il Signore stenderà la sua mano, il protettore inciamperà, cadrà il protetto, e periranno tutti assieme" (31:3).

Gli ambasciatori andavano a venivano. I capi tenevano delle riunioni strategiche di emergenza. Tutti erano nel panico, e si chiedevano: "Cosa possiamo fare? Gli Assiri ci annienteranno".

Ma Isaia assicurò loro: "Non deve essere così. Pentitevi di esservi allontanati. Chiedete perdono della vostra ribellione. Tornate al Signore, ed egli vi coprirà con uno scudo di pace. Vi darà la calma ed il riposo nonostante tutto quello che dovrete affrontare".

Ruth è un esempio di questo genere di fiducia. Dopo la morte di suo marito, Ruth visse con la suocera Naomi, che era piuttosto anziana. Naomi era preoccupata per il benessere di Ruth e voleva assicurare il futuro della nuora. Perciò le consigliò di giacere ai piedi del benestante Boaz, chiedendogli di adempiere i suoi obblighi nei confronti di lei che gli era parente.

Quella sera, alla fine di una giornata di spigolatura, Boaz "se ne andò a dormire all'estremità del mucchio di covoni" (Ruth 3:7) e si coperse con un mantello. La mattina seguente si svegliò di soprassalto, trovando una donna che dormiva ai suoi piedi. (Non c'era niente di immorale nella presenza di Ruth in quel luogo; era un'usanza comune a quei giorni).

Ruth gli disse: "Stendi il lembo del tuo mantello sulla tua serva, perché tu hai il diritto di riscatto" (3:9). Stava dicendo in effetti: "Vorrai adempiere gli obblighi che hai nei miei confronti? Provvederai per me?" In breve, stava chiedendo: "Mi sposerai?"

Ora questo non era una tattica manipolativa. Ruth e Naomi avevano seguito un ordine divino. Possiamo starne certi, perché la discendenza di Cristo passa anche per Ruth. Quando la donna ritornò a casa quella mattina, Naomi le chiese: "Sei tu, figlia mia?" In altre parole, le stava chiedendo: "Ti devo considerare fidanzata o sei ancora la Ruth vedova?"

Ruth raccontò a Naomi tutto quello che era successo. Ora ascoltate il saggio consiglio della suocera: "Rimani qui, figlia mia, finchè tu veda come l'affare finirà poiché quest'uomo non si darà posa, finchè non abbia oggi stesso terminato quest'affare" (3:18). Naomi aveva pregato per questa faccenda, e aveva chiesto la guida di Dio. E Dio le aveva dato consiglio. Le aveva ricordato la legge del parente — redentore (che era un sinonimo ed una tipologia di Cristo). Perciò Naomi era certa che lei e Ruth avevano fatto la parte loro. Era quindi giunto il momento di rimanere calmi e di confidare che Dio avrebbe portato a termine ciò che aveva promesso. Ella stava dicendo: "Ruth, adesso è tutto nelle mani di Dio. Rilassati e stai calma. Dio si muoverà in maniera soprannaturale per te, perciò non devi preoccuparti né devi avere fretta o cercare di manipolare le cose. Lascia che la calma e la fiducia siano la tua forza. Dio non darà pace a Boaz finchè non ti avrà messo l'anello al dito".

La calma e la pace aleggiarono sulla casa di Naomi. Nessuno era frenetico, né tamburellava con le dita chiedendosi: "Dio lo farà? Quando avverrà?" Queste due donne fedeli si rilassarono, cantarono e lodarono Dio per la sua benignità.

Ma qual è il clima che si respira nella tua famiglia? La tua casa è un'abitazione calma e pacifica? O è un luogo di dubbi, domande, ansietà ed irrequietezza? Corri forse di qua e di là, angosciandoti: "Come pagherò le bollette?" Quando arrivano i problemi, cerchi diligentemente Dio prima di ogni altra cosa? Ubbidisci a tutto ciò che ti dice di fare? E alla fine, sei calmo, tranquillo e confidi in lui per il risultato? Se sì, la tua casa sarà un luogo di calma e pace.

"Beati quelli che sperano in lui! Sì, o popolo di Sion che abiti a Gerusalemme, tu non piangerai più! Egli, certo, ti farà grazia, all'udire il tuo grido; appena ti avrà udito, ti risponderà... le tue orecchie udranno dietro a te una voce che dirà: Questa è la via; camminate per essa! Avrete la gioia nel cuore" (Isaia 30:18–19, 21, 29). Isaia stava dicendo: "Se aspettate il Signore — se lo invocate di nuovo e ritornate ad aver fiducia in lui — egli farà per voi tutto ciò che ha detto e anche di più".

Dio può pronunciare una parola ed il nemico cadrà davanti a noi: "Poiché, alla voce del Signore, l'Assiro sarà costernato; il Signore lo colpirà con il suo bastone" (30:31). Carissimi, non c'è problema che il nostro padre non possa risolvere, né battaglia che non possa vincere per noi, semplicemente con una parola. Isaia dice che "il soffio dell'Eterno" consumerà ogni cosa sul nostro cammino (vedi 30:33).

Eppure, questo processo di fiducia in Dio per ogni cosa non è facile. Recentemente in preghiera, ho cercato il Signore a proposito di una situazione riguardante l'edificio della nostra chiesa qui a New York. Potevamo far costruire un hotel in cima al nostro edificio. (Il problema aveva a che fare con quelli che vengono definiti "i diritti aerei" nella città — cioè lo spazio sopra edifici già esistenti, che può essere edificabile. Non abbiamo i diritti aerei sul nostro edificio — per noi costano troppo — perciò non possiamo neanche fermare legalmente quella compagnia. Lo spazio costa un bel po' a Manhattan, perciò anche quello aereo sugli edifici si vende come se fosse un suolo normale).

Pregai che non fosse smosso neanche un mattone del nostro edificio. Dissi a Dio: "Padre, io confido in te per questo. Ho cercato la tua volontà, e voglio avere la pace". E questa è stata la sua risposta: "David, mi fa piacere che confidi in me per i beni materiali, per le tue finanze ed altre cose terrene. Ma ancora non confidi in me per il tuo benessere fisico".

Sono ben consapevole di essere prossimo ai settant'anni. E mi preoccupava pensare a quello che sarebbe successo alla mia famiglia dopo la mia dipartita. Le parole convincenti del Signore mi colpirono come un tuono.

Avevo messo ogni preoccupazione materiale nelle sue mani, ma non quelle eterne. Mi resi conto: "Signore, vuoi che confidi in te per ogni cosa, vero?"

Si, cari santi, egli vuole tutto — la tua salute, la tua famiglia, il tuo futuro. Egli vuole che confidi in lui per ogni situazione. E vuole che viva nella quiete, nella fiducia e nel riposo. Perciò, recati nella tua stanzetta segreta e rimani da solo col Signore. Porta tutto a lui. Egli ha promesso: "Udirai la mia parola dietro te, dicendoti qual è la strada da seguire. Questo è il cammino — ora, cammina in esso".

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