Il Signore ha promesso di liberarti
Durante una cerimonia segreta stabilita dal Signore, il profeta Samuele unse Davide per essere re d’Israele. Samuele disse a questo giovane puro: “Sei stato scelto da Dio per governare sul suo popolo”. Ma sarebbe stato lungo viaggio quello che avrebbe portato Davide al trono. Prima che la promessa di questa unzione fosse adempiuta, questo servo devoto del Signore avrebbe dovuto affrontare molte prove e difficoltà.
Solo cinque capitoli dopo, vediamo Davide correre sulle colline e lungo strade polverose, in fuga dal re Saul, che aveva giurato di ucciderlo. Che inizio umile per un uomo timorato di Dio come Davide. Ecco un servo secondo il cuore del Signore, unto di recente, che corre per mettere in salvo la vita, cacciato, disperato, senza casa e solo. L’unico pensiero di Davide era: “Devo fuggire via da questo paese. Se non esco dalla giurisdizione di Saul, sono morto”.
Scappò dal confine più vicino, che era la città filistea di Gath, dominata dal re Akish. Mentre Davide si avvicinava alla fortezza nemica, cercò di spacciarsi per un viaggiatore normale, sperando di non essere riconosciuto. Ma sarà stato preceduto dalle chiacchiere delle guardie di confine: “Quello non è Davide, l’uomo che ha ucciso il nostro Golia? Gli Israeliti tessevano le sue lodi per aver massacrato diecimila uomini del nostro popolo! E così abbiamo un pezzo forte in mezzo a noi. Portiamolo a palazzo e presentiamolo al re”.
Davide sapeva che la sua vita era in pericolo, perché i filistei avrebbero potuto accusarlo di terrorismo. Probabilmente avrebbe potuto essere picchiato e svergognato, reso un pubblico spettacolo di città in città. Le Scritture rivelano: “Davide.. ebbe grande paura di Akish, re di Gath” (1 Samuele 21:12).
Mentre veniva condotto al palazzo, Davide divenne così disperato che decise di mostrarsi pazzo. Iniziò a stravolgersi il viso, ruotò gli occhi e schiumò dalla bocca. Gli astanti si saranno stupiti per questo guerriero una volta potente che ora blaterava parole senza senso e gridava come un idiota. Immagino questa folla ostile che immediatamente si divideva mentre Davide faceva gesti inconsulti, grattava le porte e colpiva quelli che gli stavano attorno.
A quei tempi, c’era grande paura della gente pazza, perché si supponeva avesse demoni che potevano attaccare. Cercate di immaginarvi la scena caotica che sarà seguita a palazzo quando Davide venne portato al cospetto del re. Mentre faceva il pazzo davanti ad Akish, facendo la schiuma e blaterando, il re filisteo gridò: “Portate via quest’uomo. É lunatico. Perché avete portato questo pazzo in casa mia?”.
E così Davide venne riportato al confine, dove fu avvertito di andarsene e non ritornare più. Improvvisamente libero, scappò nella caverna di Adullam, dove scrisse il Salmo 34 in gratitudine per la sua liberazione. In questo Salmo commovente, Davide richiama alla mente tutto l’episodio della sua cattura e come Dio lo aveva liberato da questa prova terribile.
Devo dire che di tutti i 150 Salmi, questo è il mio preferito in assoluto. Parla della fedeltà del nostro Signore nel liberare i suoi figli dalle prove e dalle crisi. Davide dichiara: “Ho cercato l’Eterno, ed egli mi ha dato ascolto, e mi ha liberato da tutti i miei timori… L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono, e li libera… Il giusto grida, ed il Signore ascolta e lo libera da tutti i suoi problemi… Molte sono le afflizioni del giusto, ma il Signore lo libera da tutte” (vedi Salmo 34:4,7,17,19).
Notate l’affermazione di Davide in questo Salmo: “Io ho cercato l’Eterno… Quest’afflitto ha gridato” (34:4,6). Io vi chiedo: quando, esattamente, Davide elevò questo grido? Sicuramente mentre si fingeva pazzo a Gath. Certamente non avrà pregato in maniera udibile alla presenza dei Filistei.Questo ci riporta ad un’altra verità concernente la
A volte il grido più acuto è quello che si fa in silenzio. So com’è fatto questo tipo di “grido interiore”. Molte delle preghiere più forti della mia vita – le grida più importanti, che venivano dal cuore, quelle più profonde – sono state fatte nel silenzio più completo.
A volte sono stato così stravolto dalle circostanze da non poter parlare, inondato da situazioni più grandi di me da non poter neanche riuscire a pensare lucidamente e a pregare. In alcune situazioni, sono rimasto da solo nel mio studio così annichilito da essere incapace di parlare al Signore, ma tutto il tempo il mio cuore gridava: “Dio, aiutami! Non so come pregare in questo momento, perciò ascolta il grido del mio cuore. Liberami da questa situazione”.
Siete mai stati anche voi in una situazione del genere? Avete mai pensato: “Non so che fare. Sono così stravolto dalle circostanze, così inondato da un profondo dolore, che non riesco neanche a spiegarlo. Signore, non so neanche che devo dirti. Che sta succedendo?”.
Credo che questo sia esattamente quello che Davide passò quando venne catturato dai Filistei. Quando scrisse il Salmo 34, stava ammettendo: “Ero in una situazione così stravolgente, che ho dovuto fare la parte del pazzo. Ma dentro mi chiedevo: Che mi sta succedendo? Come può accadere una cosa del genere? Signore, aiuto!”.
E così sembra che Davide stia dicendo: “Questo pover’uomo ha gridato dal suo interiore, non sapendo cosa dire o come pregare. Ed il Signore mi ha udito e mi ha liberato”. Era un grido profondo dal cuore, ed il Signore è fedele da udire ogni grido, non importa quanto debole sia.
Nel 1958 ero affranto per una storia di cronaca riguardante sette adolescenti che erano stati accusati di aver ucciso un ragazzo paralitico. Lo Spirito Santo mi compunse al punto che mi sentii di andare alla corte di New York dove si stava svolgendo il processo, e vi giunsi convinto che lo Spirito mi avesse mandato a parlare con quegli adolescenti omicidi
Quando terminò la sessione giornaliera, iniziai a rendermi conto di una cosa. Pensai: “Quei ragazzi verranno portati via dalla corte in manette, ed io non potrò più rivederli”. Perciò mi alzai e andai verso il giudice, per chiedere di poter parlare con quei ragazzi prima che tornassero in cella.
In un attimo, i poliziotti mi saltarono addosso, e senza cerimonie fui scortato fuori dalla corte. Tutto attorno a me lampeggiavano i flash e fui assediato dai reporter che stavano seguendo il processo. Ma non riuscii a dire nulla, rimanendo lì in quella situazione umiliante ed imbarazzante. Pensai: “Cosa penserà la mia chiesa quando tornerò? La gente mi riterrà pazzo. Sono stato così stravagante”.
In tutto quel caos, pregai dentro di me: “Signore, pensavo che fossi stato tu a dirmi di venire qui. Cos’ho sbagliato?”. Non potevo naturalmente pregare ad alta voce, perché i media avrebbero pensato che fossi ancora più pazzo di quello che sembravo (in realtà già sembravo abbastanza folle, visto che indossavo una cravatta a fiocco!).
Ma Dio udì il grido di questo pover’uomo quel giorno, e da allora ha sempre onorato il mio grido silenzioso. Vedete, da quella scena pietosa nella corte, è nato il ministero di Teen Challenge, che oggi si è esteso in tutto il mondo. Condivido felicemente l’umile testimonianza di Davide dal Salmo 34: “L'anima mia si glorierà nell'Eterno; gli umili l'udranno e si rallegreranno” (Salmo 34:2).
In effetti, qui Davide stava dicendo: “Devo dire qualcosa all’umile popolo di Dio sulla terra, ora e nelle età a venire. Fin quando il mondo esisterà, il Signore libererà chiunque lo invoca e si affida a lui. Nella sua incredibile misericordia e nel suo amore, egli mi ha liberato, anche se mi sono comportato come un pazzo”.
Ecco quanto ho imparato dal Salmo 34: quando il nemico, Satana, ti viene contro come una fiumana… quando ti ritrovi nelle acque profonde dell’afflizione… quando i problemi ti assillano la mente… quando tutto intorno a te è caos, e non puoi neanche proseguire… non hai bisogno di un libro di preghiere o di dottrine a cui affidarti. E non devi condannarti per aver agito come un folle.
Devi semplicemente sapere che il nostro benedetto Signore ascolta ogni grido sincero, ad alta voce o silenzioso, e risponde. Egli manderà un angelo, o una schiera di angeli, per circondarti e proteggerti dal pericolo. Anche se hai agito come un folle o hai avuto un calo di fede, devi solo ritornare a chiamare il tuo Liberatore. Egli è fedele da ascoltare il tuo grido ed agire.
L’apostolo Pietro scrive di due cataclismi dalla Genesi: Noè e il diluvio, e la distruzione di Sodoma e Gomorra. Quando pensate a questi due eventi, come ve li immaginate?
Il primo evoca le grida angosciose di migliaia di persone che annegano, quando Dio si vendica della violenza della generazione di Noè. Mentre le terribili acque del diluvio si innalzano su case, alberi e montagne, la gente si aggrappa disperatamente ai pezzi di rami, ai mobili rotti, ad ogni sorta di legno, ma invano.
Nella scena seguente, possiamo solo immaginare le fiamme giganti e sulfuree che hanno consumato due intere città. Mentre si abbatteva il fiero giudizio di Dio, la gente gridava in agonia iniziando a soffocare e a morire a decine di migliaia.
La Bibbia afferma chiaramente che entrambi questi eventi furono il giudizio del Signore. Il fatto è che nessuno di questi due episodi coinvolse il popolo di Dio. Allora ci pare forse che queste scene siano state solo la vendetta di Dio sui peccatori? È vero che questi eventi dovevano servire come segni, esempi per l’umanità di ogni generazione, dell’avvertimento di Dio: “Voglio che sappiate che giudico severamente la violenza ed il peccato”.
È qui che Pietro arriva al punto. Ci dice: “Se Dio infatti non risparmiò …il mondo antico ma salvò con altre sette persone Noè… e condannò alla distruzione le città di Sodoma e di Gomorra, riducendole in cenere, e le fece un esempio per coloro che in avvenire sarebbero vissuti empiamente, e scampò invece il giusto Lot…il Signore sa liberare i pii dalla prova e riservare gli ingiusti per essere puniti nel giorno del giudizio” (2 Pietro 2:4-7,9).
Nonostante la gravità di questi esempi, Dio sta mandando un chiaro messaggio di consolazione al suo popolo, come dicendo: “Vi ho appena dato due grandi esempi della mia compassione. Se, in mezzo ad un diluvio universale, ho potuto liberare un giusto e la sua famiglia dalla distruzione.. non posso liberare anche voi? Non posso provvedere anche per te una via d’uscita?
“Se ho potuto mandare un giudizio di fuoco e di zolfo che ha consumato due città intere in una volta, mandando però degli angeli per liberare Lot e le sue figlie… non posso mandare degli angeli per liberare anche te dalla prova?”.
La lezione qui per il giusto è questa: Dio farà il possibile per liberare il suo popolo dalla prova e dalle tentazioni. Pensate: ha aperto il Mar Rosso per liberare Israele dalle grinfie del nemico. Ha fatto uscire acqua dalla roccia per salvare quegli stessi Israeliti dalla siccità nel deserto. Ha mandato letteralmente il pane dal cielo per risparmiarli dalla fame. E ha usato l’arca per liberare Noè dal diluvio, e ha mandato “una scorta di angeli” per liberare Lot dalla distruzione. Il punto chiaro è che Dio sa come liberare il suo popolo, e farà qualsiasi cosa per salvarlo, non importa quali siano le circostanze.
La verità meravigliosa è che Dio ha già fatto dei piani per liberarci prima ancora che gridiamo a Lui. E non sta lì fermo a pensarci su; aspetta solo che gridiamo aiuto. Forse possiamo essere intrappolati nella lotta della vita, chiedendoci come farà Dio a liberarci, mentre lui è già pronto a mettere in azione il suo piano.
Lo vediamo illustrato in Geremia 29, quando Israele era in cattività in Babilonia. Questa fu forse la prova più dura che il popolo di Dio abbia mai sperimentato, eppure il Signore aveva promesso loro: “Dopo settanta anni, io vi visiterò e manderò la mia Parola ad effetto”.
“Poiché io conosco i pensieri che ho per voi», dice l'Eterno, «pensieri di pace e non di male, per darvi un futuro e una speranza” (Geremia 29:11). Quest’ultima frase significa letteralmente: “Darvi ciò che desiderate”. Dio stava dicendo in altre parole: “Vi sto dicendo che non sono arrabbiato con voi, che i miei pensieri verso di voi sono buoni. Ed inoltre, vi sto facendo una promessa”.
La promessa appare nel verso seguente: “Poi mi invocherete e verrete a pregarmi, e io vi esaudirò” (29:12). Notate la prima parola di questo verso: “Poi…”. Credo che Dio stia dicendo semplicemente: “Se pregate, io vi ascolterò. Vedete, ho un piano specifico di liberazione per voi, e voi dovete sempre affidarvi a me perché eseguirò quel piano e lo porterò a compimento”.
Il motivo per cui Dio vuole farci continuare a pregare è per farci essere pronti alla sua liberazione. In breve, dobbiamo essere preparati a credere in quegli incredibili pensieri che ha verso di noi. La sua Parola ci dice, in effetti: “Avete le mie promesse di liberazione nelle prove e nelle tentazioni. Vi ho dato esempi potenti di come ho liberato i miei servi nelle crisi del passato. Ora andate e pregate con aspettativa e speranza, e credete che vi visiterò. Ho solo pensieri buoni per voi, pensieri di guarigione e ristorazione”.
Sta scritto a proposito di questo re pio: “Ezechia… fece ciò che è buono, retto e vero davanti all'Eterno, il suo DIO. In ogni lavoro che intraprese per il servizio della casa di DIO, per la legge e per i comandamenti, per cercare il suo DIO, egli lo fece con tutto il suo cuore; per questo egli prosperò” (2 Cronache 31:20-21).
In tanti passi, la Scrittura ci dice che quest’uomo fu uno dei re più grandi che ebbe Israele. Ci viene detto che il cuore di Ezechia era disposto verso il Signore come nessun altro re prima o dopo di lui. Considerate poi il verso successivo: “Dopo queste cose e questi atti di fedeltà di Ezechia, Sennacherib, re di Assiria, venne, entrò in Giuda e cinse d'assedio le città fortificate, con l'intenzione d'impadronirsene” (2 Cronache 32:1).
Notate la frase d’apertura: “Dopo queste cose…”. Si riferisce a tutto il bene che Ezechia aveva fatto: il suo cammino di verità e santità, la sua ricerca di Dio, il suo aggrapparsi al Signore, la sua lotta contro il peccato e il compromesso, la sua profonda preghiera e la sua fiducia in Dio, il risveglio nazionale che aveva portato. Dopo l’onda di queste cose benedette, la Scrittura dice che sopraggiunse il diavolo. I principati e le potestà delle tenebre circondarono il giusto re ed il popolo di Dio, facendo guerra per abbatterli e distruggere la loro fede.
Tuttavia tutto questo venne dopo l’istituzione di molti ministri da parte di Ezechia. La parola “istituzione” in questo brano significa “stabilito, maturo, ben fondato”. In breve, vediamo una dichiarazione di guerra verso un uomo di Dio che era stabile nello spirito e maturo nella fede. Satana non stava sprecando le sue forze contro un bambino spirituale debole e senza esperienza; il suo scopo era quello di intensificare le armi contro un gigante spirituale.
Nella notte spirituale, Ezechia si ritrovò in una situazione impossibile. La domanda era: “Perché?”. Quest’uomo pio non stava vivendo nel peccato o nella ribellione; era uno dei servi più fedeli di Dio. Ma il Signore non spiegò ad Ezechia come mai su di lui si era abbattuto questo incredibile assedio.
Presto l’aria nelle mura di Gerusalemme si riempì di bugie malvagie e di voci blasfeme, e nella mente di Ezechia giravano le accuse di Satana: “Dio non è più con te, Ezechia. Ti sta chiaramente castigando. Se il Signore fosse stato con te, come mai ti trovi in questi problemi?”.
Nei nostri momenti di prova e tentazione, Satana viene a noi con bugie simili: “Sei circondato adesso e non c’è via d’uscita. Servi più grandi di te si sono arresi in circostanze non peggiori di queste. Ora è il tuo turno di mollare. Sei un fallimento, altrimenti non saresti così. C’è qualcosa di sbagliato in te e Dio è dispiaciuto”.
In mezzo alle sue prove, Ezechia riconobbe la sua disperazione. Il re si rese conto di non aver forza per fermare queste voci che imperversavano contro di lui, voci di scoraggiamento, minaccia e bugie. Sapeva di non potersi liberare dalla battaglia, perciò cercò l’aiuto del Signore. E Dio rispose mandando il profeta Isaia ad Ezechia con questo messaggio: “Il Signore ha ascoltato il tuo grido. Ora, dì a Satana: ‘Sarai tu ad essere abbattuto. Come sei venuto, così te ne devi andare”.
Ezechia era quasi caduto nella trappola del nemico. Il fatto è che se non resisti alle bugie di Satana – se, nella nostra crisi, non ci volgiamo alla fede e alla preghiera, se non attingiamo forza dalle promesse di liberazione di Dio – il diavolo azzererà la nostra fede vacillante ed intensificherà i suoi attacchi.
Ezechia riprese coraggio dalla parola ricevuta, e fu in grado di dire a Sennacherib senza mezzi termini: “Re del diavolo, non hai bestemmiato contro di me. Tu hai mentito contro Dio stesso. Il mio Signore mi libererà. E perché tu hai bestemmiato lui, dovrai vedertela con la sua ira!”.
La Bibbia ci dice che Dio libererò soprannaturalmente Ezechia e Giuda quella stessa notte: “Quella notte avvenne che l'angelo dell'Eterno uscì e uccise nell'accampamento degli Assiri centottantacinquemila uomini; quando la gente si alzò al mattino, ecco, erano tutti cadaveri” (2 Re 19:35).
Nei primi libri della Bibbia, Dio liberò miracolosamente Noè, Lot, Davide, Ezechia, Daniele e i tre ragazzi ebrei, Mosè, Giosuè, Israele, Giuseppe e molti altri ancora. Per quanto riguarda il popolo di Dio oggi, il sangue di Cristo ci ha liberati dal peccato, dalla distruzione e tanto altro ancora: “Ha dato se stesso per i nostri peccati, per sottrarci dalla presente malvagia età secondo la volontà di Dio, nostro Padre” (Galati 1:4).
I credenti di oggi possono restare fermi non solo su una promessa ma sul sangue versato di Gesù Cristo. E in quel sangue abbiamo vittoria su ogni peccato, su ogni tentazione e su ogni battaglia che affronteremo. Forse hai ricevuto di recente una lettera dal diavolo. Ti chiedo: credi che Dio sia previdente da anticipare ogni tua prova? Ogni tua azione folle? Ogni tuo dubbio e paura? Se sì, hai l’esempio di Davide, che pregò: “Questo povero afflitto gridò e l’Eterno lo liberò”. Farai anche tu la stessa cosa?
Ricorda: se pregherai, anche in silenzio… se rifiuterai di temere gli attacchi di Satana e riposerai in fede.. allora anche tu ti sveglierai un giorno con una grande vittoria. Dio stesso affronterà il tuo nemico, e compirà il suo piano per liberarti.