Il ventre dell'inferno

" E la parola dell'Eterno fu rivolta a Giona... dicendo: Levati, va' a Ninive, la grande città e predica contro di lei, perché la loro malvagità è salita davanti a me. Ma Giona si levò per fuggire a Tarshish, lontano dalla presenza dell'Eterno" (Giona 1:1-3). Conosciamo tutti la storia di Giona. Fu l'uomo che cercò di fuggire da Dio. Il Signore diede a Giona il comando di predicare il giudizio contro la città-nazione di Ninive. Ma al posto di avvertire Ninive, Giona scappò.

Questa storia fu convalidata da Cristo stesso. Gesù disse: "Come Giona fu tre giorni e tre notti nel ventre del grosso pesce, così starà il Figlio dell'uomo tre giorni e tre notti nel cuore della terra" (Matteo 12:40). In altre parole, la storia di Giona era vera quanto il seppellimento e la risurrezione di Cristo stesso.

Ma allora, perché Giona fuggì? Perché rifiutò di ubbidire alla Parola che Dio gli aveva rivelato in maniera così chiara? Sappiamo che era un uomo timorato, che pregava. Dopo tutto, il Signore parla in maniera chiara a coloro che hanno comunione con Lui. Ed il Signore non sceglie i Suoi servi a casaccio. Evidentemente, aveva visto qualcosa in Giona. Forse Dio aveva scelto quest'uomo per i suoi doni: una voce potente, o un orecchio sensibile allo Spirito.

Sappiamo che Giona profetizzava in Israele. Fu un contemporaneo di altri profeti del tempo. Perciò, evidentemente, quest'uomo era dotato ed era stato scelto da Dio. Eppure, in questa circostanza, Giona sfuggì alla chiamata di Dio. Non solo, scappò dalla presenza di Dio, rompendo la comunione col Signore. Perché? Cosa provocò una tale disubbidienza?

Non è chiaro quanto tempo trascorse dalla chiamata di Giona a predicare il giudizio e la sua decisione di fuggire. Potrebbe essere stata una questione di settimane o persino di mesi. Inoltre, la distanza fra Gerusalemme e Giaffa era di trentacinque miglia. Se Giona avesse viaggiato a piedi, avrebbe avuto tanto tempo per riconsiderare la sua missione. Una cosa è certa: Giona udì la voce dello Spirito Santo risuonargli nelle orecchie, in ogni passo del suo cammino. Lo Spirito Santo è il messaggero del cielo, e quando ci chiama al servizio, non ci lascia andare facilmente. Senza dubbio, Giona udì parole simili a queste:

"Ricorda l'esempio di Adamo, Giona. Considera le conseguenze della sua disubbidienza. Pensa anche a Mosè. Quell'uomo così mansueto e santo parlava con Dio faccia a faccia. Ma il Signore lo rigettò per un unico atto di disubbidienza, impedendogli di entrare nella Terra Promessa. Pensa anche a Davide, un uomo di preghiera secondo il cuore di Dio. Ricorda tutte le orribili sofferenze che dovette sopportare per la sua disubbidienza. Non puoi disubbidire alla Parola di Dio e sbarazzartene. Ritorna indietro, Giona".

Il destino di una moltitudine dipendeva dalla disubbidienza di Giona. Ma invece di andare a Ninive, "[Giona] scese a Giaffa, dove trovò una nave che andava a Tarshish. Pagò il prezzo stabilito e s'imbarcò per andare con loro a Tarshish, lontano dalla presenza dell'Eterno" (Giona 1:3).

Come ha potuto un tale uomo di preghiera allontanarsi dalla sua chiamata e cadere nella disubbidienza? Tutto ha inizio in una conoscenza parziale ed incompleta della natura di Dio.

Giona aveva ricevuto una rivelazione potente della grazia e della misericordia di Dio. Infatti testimoniò: "Sapevo che sei un Dio misericordioso e pieno di compassione, lento all'ira e di gran benignità, e che ti penti del male minacciato" (Giona 4:2). Aveva ricevuto la stessa rivelazione che aveva ricevuto Mosè, quando Dio gli aveva rivelato la Sua gloria sul monte.

Giona affermò che era questa rivelazione il motivo per cui era fuggito via: "Per questo sono fuggito a Tarshish" (4:2). Con le sue azioni stava dicendo: "Signore, tu perdoni facilmente tutti coloro che si pentono. Ogni volta che pronunci un giudizio, sei poi travolto dalla tua misericordia. So che non giudicherai Ninive. Non appena profetizzerò, loro si pentiranno e tu riverserai la tua grazia su loro".

Vedete il problema nel ragionamento di Giona? Descrive solo una rivelazione parziale della natura di Dio. E sta accusandoLo di essere troppo accondiscendente verso il peccato. Naturalmente, Dio è esattamente come lo descrive Giona in questo contesto: lento all'ira, disposto a perdonare, pronto a riversare grazia abbondante. Ringrazio Dio per questa meravigliosa rivelazione della sua natura. E' stata la verità più vivificante che io abbia mai conosciuto. Amo predicare della misericordia di Dio verso il Suo popolo.

Ma la Bibbia parla anche della natura santa e giusta di Dio. "L'ira di Dio si rivela dal cielo sopra ogni empietà e ingiustizia degli uomini, che soffocano la verità nell'ingiustizia" (Romani 1:18). Sicuramente Giona conosceva questo aspetto di Dio. Ma come aveva potuto dimenticarlo?

Credo che Giona non capisse il timore di Dio. Se pensi che Dio sia soltanto misericordioso, troverai facile disubbidire alla Sua Parola. Crederai che prenda alla leggera i Suoi avvertimenti, che Egli non intenda veramente ciò che dice. Credo che questa sia stata la radice della disubbidienza di Giona.

Ogni vero servitore deve avere una vera rivelazione del timore di Dio. Non parlo di una paura prodotta dagli uomini, una manipolazione per far ubbidire la gente. Intendo la rivelazione divina di un santo timore, come ce lo rivela la Parola di Dio: "Temi l'Eterno e ritirati dal male" (Proverbi 3:7). "Il tuo cuore continui sempre nel timore dell'Eterno" (23:17).

Un tale timore deve essere ricercato con diligenza. E deve essere piantato in noi per mezzo dello Spirito Santo: "Se lo cerchi come l'argento e ti dai a scavarlo come un tesoro nascosto, allora intenderai il timore dell'Eterno, e troverai la conoscenza di Dio" (2:4-5). Come la misericordia divina, anche il timore dell'Eterno è vivificante: "Nel timore dell'Eterno c'è una grande sicurezza" (14:26). "Il timore dell'Eterno è una fonte di vita, che fa evitare i lacci della morte" (14:27).

Chiunque disubbidisce alla Parola di Dio va incontro a delle gravi conseguenze. La disubbidienza di Giona ce lo dimostra in tre modi:

"L'Eterno scatenò un forte vento sul mare e si levò una grande tempesta sul mare, sicché la nave minacciava di sfasciarsi. I marinai, spaventati, gridarono ciascuno al proprio dio e gettarono in mare il carico che era sulla nave per alleggerirla" (Giona 1:4-5).

A volte, anche le persone più sante si trovano ad affrontare il disordine nella loro vita. Improvvisamente, tutto sembra diventare caotico. Ma Dio non permette che rimangano in situazioni del genere. Li libera, da' loro di nuovo il suo ordine divino, e la sua gioia, la sua pace e la sua consolazione. Oppure, da' loro la grazia di sopportare.

Comunque, il servo che cammina in disubbidienza affronta una crisi dopo l'altra. Considerate il caos provocato dal peccato di Giona. Scoppia una tempesta incredibile, ed il mare comincia a rumoreggiare. I marinai armeggiano terrorizzati nella nave, gettando in mare il carico. Disperati, guardano i loro viveri affondare in mare. Se ci fossero state altre navi nella zona, avrebbero dovuto fare lo stesso, per timore della loro vita.

Oh, il terribile disordine causato da quel credente che vive in testarda disubbidienza alla Parola di Dio! Cos'è la disubbidienza? E' camminare contrariamente alla Parola rivelata da Dio. Questo include ogni comandamento d'amore scritto nel Nuovo Testamento, dalle parole di Gesù a quelle dei suoi apostoli.

Considerate questi versi sull'adulterio e la fornicazione: "Nessun fornicatore o immondo o avaro, il quale è un idolatra, ha alcuna eredità nel regno di Cristo e di Dio" (Efesini 5:5). "Dio giudicherà i fornicatori e gli adulteri" (Ebrei 13:4). La parola greca per "fornicatore" è porno, e da cui proviene il termine "pornografia".

Sono rimasto scioccato quando ho appreso che attualmente ci sono oltre 200.000 siti porno su Internet. Peggio ancora, conosco ministri che indulgono liberamente in questa spazzatura. Alcuni hanno dei rapporti extraconiugali. Molti hanno perso il ministero e la famiglia. Ricevo lettere da mogli distrutte che descrivono l'effetto che tutto questo ha sui loro figli. I figli vedono l'esempio del padre e non sanno come prenderla. Alcuni non hanno più rispetto. Altri si allontanano dalla fede, volgendosi alla droga, all'alcol o al sesso.

Da dove nasce un tale disordine? Non dal diavolo, ma da Dio che permette che il muro di protezione si abbassi. Egli scatena le tempeste per svegliare i suoi servi, come fece con Giona: "L'Eterno scatenò un forte vento sul mare" (Giona 1:4).

Giona rimase indifferente al caos e al dolore che stava provocando. Nonostante la tempesta, "era sceso nelle parti più recondite della nave, si era coricato e dormiva profondamente" (Giona 1:5). Vedete la sua condizione? Era prigioniero della sua disubbidienza. Il peccato aveva causato la tempesta, e lui era incapace di fermarlo. Perciò, cosa fece? Cadde in un torpore spirituale. Si abbandonò all'apatia della sua coscienza colpevole.

Ricordo il direttore di uno dei programmi del Teen Challenge alcuni anni fa. Era un servo dedito ed un buon predicatore. Ex drogato, era rispettato dagli uomini che frequentavano il programma. Ma cadde in adulterio con un'ex prostituta che frequentava il programma. Finì col lasciare la moglie e rassegnare le dimissioni dal ministero.

Il disordine provocato dal peccato di quest'uomo fu tragico. Sua moglie tentò il suicidio e finì in un istituto di igiene mentale. I drogati che stavano frequentando il programma furono presi dalla disperazione. Pensarono: "Lui era così santo. Se non ce l'ha fatta lui, quali possibilità abbiamo noi?" Molti se ne andarono e ritornarono alla droga.

In seguito parlai con quest'uomo e questa donna. Si erano sposati ed erano tornati alla droga. Mi dissero che avevano smesso di leggere la Bibbia e che non avevano più alcuno stimolo spirituale. L'uomo ammise: "Siamo prigionieri. Abbiamo fatto le nostre scelte, e non c'è via di scampo per noi". Ma mentre andavo via, mi disse: "Ho imparato una cosa dal tuo ministero: Dio è misericordioso. Lui perdona il peccato. Abbiamo soltanto bisogno di un po' di tempo".

Cinque anni dopo, rividi quell'uomo. Era diventato uno spacciatore, guidava una Mercedes nuova. Gli dissi che in tutti questi anni avevo pregato per lui. Mi rispose: "Oh, ancora ho bisogno di qualche tempo". In realtà mi stava dicendo: "Dio non mi giudicherà. Aspetterà finché sarò pronto a lasciare questa bella vita e a ritornare a Lui". Il mio cuore si rammaricò. Quell'uomo aveva perso ogni timore di Dio. Ed aveva trasformato la grazia di Dio in depravazione.

Pensate alla percentuale di divorzi in continuo aumento nella chiesa. Considerate gli adulteri che avvengono sia fra i ministri che nei credenti. I cristiani sono diventati indifferenti all'aumento dell'immoralità nella società. Alcuni network satellitari sono in competizione fra di loro nel cercare di "spingere la corda" della spazzatura che propongono. Il loro obiettivo è vedere quanto possono allungare i limiti morali. Ed i cristiani vengono sedotti insieme al mondo.

Come può avvenire una cosa del genere, vi chiederete? E' il risultato della predicazione di un messaggio prevalentemente basato "sulla grazia". Questo messaggio è soltanto una verità parziale della natura di Dio. I predicatori i oggi ignorano la dottrina del santo timore di Dio. Ed è come cullare il popolo di Dio in un torpore spirituale.

"Il capitano si avvicinò a Giona e gli disse: Che fai così profondamente addormentato? Alzati, invoca il tuo Dio! Forse Dio si darà pensiero di noi e non periremo... Poi gli chiesero: Spiegaci dunque per causa di chi ci è venuta addosso questa sciagura. Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?

"Egli rispose loro: Io sono un Ebreo e temo l'Eterno, il Dio del cielo, che ha fatto il mare e la terra ferma. Allora quegli uomini furono presi da grande spavento e gli dissero: Perché hai fatto questo? Essi infatti si erano resi conto che egli fuggiva lontano dalla presenza dell'Eterno, perché lo aveva loro detto" (Giona 1:6-10).

La disubbidienza di Giona fece apparire il Signore come un vendicatore. Sembrava infatti che chiunque avesse affrontato il Dio di Giona, sarebbe stato abbattuto e non avrebbe più rivisto la luce del giorno. Ma non stavano così le cose. Era una cattiva rappresentazione della natura di Dio.

Ma Dio era arrabbiato con Giona? Era questa la Sua vendetta verso un servo ribelle? Gli stava forse dicendo: "Hai fallito, Giona. Hai avuto la tua opportunità ma non l'hai afferrata. Ora verrai giudicato"? No, Dio non era arrabbiato con Giona. Forse era deluso, ma per Lui non era finita. Non ancora.

Tutta questa storia ci parla di misericordia e di grazia. Si, era stato Dio a scatenare la tempesta. Ma l'aveva fatto per far ritornare Giona in sé. Il Signore stava dicendo, in effetti: "Sconvolgerò la natura per restaurare il mio servo disubbidiente. Forse stai scappando da me, Giona, ma io non ti lascio andare. Ti amo ancora. E ti ho chiamato e ti ho scelto. Sei ancora l'uomo che ho scelto per questo lavoro".

Notate che il capitano dovette svegliare Giona. In questa crisi, il messaggero di Dio non si accorse di niente. Giona cercò di testimoniare la potenza di Dio, ma non fu creduto dall'equipaggio. Essi sapevano che lui stava vivendo nella disubbidienza, poiché era "fuggito dalla presenza del Signore" (1:10). Il peccato di Giona lo aveva ritrovato. Allo stesso modo, ogni servo che vive nella disubbidienza perde credibilità davanti al mondo. Gli altri vedono che non ha più autorità spirituale.

Quando Giona chiese all'equipaggio di essere gettato in mare, essi lo ignorarono: "Tuttavia quegli uomini remavano con forza per riportare la nave a terra" (1:13). Con le loro azioni stavano dicendo: "Perché dovremmo darti ascolto? Mentre invocavamo i nostri déi, tu stavi dormendo. Dobbiamo cercare di uscire da soli da questa situazione".

Giona era oltremodo impotente. Anche se fosse scampato a questa tempesta, non sarebbe stato in condizione di profetizzare a Ninive. Perché i Niniviti avrebbero dovuto rispettare la sua parola, se non l'avevano fatto gli uomini dell'equipaggio? La Scrittura ci dice: "Ora l'Eterno aveva preparato un grosso pesce perché inghiottisse Giona, e Giona fu nel ventre del pesce tre giorni e tre notti" (2:1).

"Dal grembo dello Sceol ho gridato" (Giona 2:3). Perché il Signore portò Giona così in basso? Era nel grembo di un inferno vivente, sospeso nelle tenebre, fra la morte e la vita. Perché un Dio misericordioso avrebbe permesso che un suo servo attraversasse tutto questo? Credo che la storia di Giona ci mostri in che modo Dio affronta i servi disubbidienti.

Giona rimase in questo inferno per tre giorni e tre notti. Eppure in tutto quel tempo, non pregò mai. La tempesta non gli aveva piegato le ginocchia. Neanche nel ventre del pesce si era inginocchiato. Soltanto dopo tre giorni e tre notti leggiamo: "Dal ventre del pesce Giona pregò il Signore, suo Dio" (2:1).

Perché Giona non pregò prima di questo momento? Perché era convinto: "Sono cacciato lontano dal tuo sguardo" (2:4). Descrive Dio come uno che ha pietà di Ninive, ma non crede che possa avere la stessa misericordia per lui. Pensa: "Sono un uomo morto. Non posso cadere più in basso di così. Dio mi ha voltato le spalle. Mi odia per quello che ho fatto".

Ma non era affatto la verità. Quando la Scrittura dice: "Il Signore aveva preparato un grosso pesce per inghiottire Giona", il vocabolo per "preparare" significa arruolare. Dio aveva scelto un grosso pesce e gli aveva messo fretta. Perciò, quando Giona venne gettato fuori bordo, il pesce era già lì, pronto ad inghiottirlo. Il Signore era ancora all'opera.

Eppure il diavolo era riuscito ad ingannare Giona. Chi governa le regioni dell'infero, se non Satana? Giona gridò: "Quelli che onorano gli idoli vani allontanano da sé la grazia" (2:9). La traduzione originale ebraica recita così: "Quelli che proteggono o difendono una bugia ingannatrice si privano della grazia". Accadde proprio questo a Giona. Il suo inganno lo aveva privato di qualsiasi speranza nella grazia di Dio. Per tre giorni e tre notti, avvertì una delusione terribile. Satana gli diceva: "Hai fallito. Ora la vita è finita per te. La tua disubbidienza ti ha costato le vite dei molti che si sarebbero convertiti al Signore. Neanche Dio può ripescarti adesso. Anche se dovessi sopravvivere, avrai un rimorso eterno".

La verità era che Dio stava accelerando il cammino di Giona verso Ninive. Presto il profeta avrebbe rivisto la luce del giorno. Avrebbe predicato con forza per le strade come un messaggero scelto.

Qual era il piano di Dio per Giona nell'esperienza del ventre dell'inferno? Ci mostra che Dio permette ai servi disubbidienti di affrontare un isolamento totale da tutto ciò che è santo e puro. Giona si rese conto cosa significasse provare la morte. Non poteva pregare. Dio gli aveva nascosto il volto, ed il profeta non aveva alcuno a cui rivolgersi. L'inferno per lui non erano le acque che lo ricoprivano, né l'essere sballottato di qua e di là. Era piuttosto la sensazione di essere stato abbandonato da Dio.

Ma tutto questo serviva a mettere alla prova Giona nella sua disubbidienza. Dio non stava chiedendo: "Ora mi ubbidirai, Giona?" Piuttosto stava chiedendo: "A quali parole crederai in quest'orribile inferno, Giona? Alle mie o a quelle del diavolo?" Infine, leggiamo: "E Giona pregò" (2:2). "Quando la vita veniva meno in me, io mi sono ricordato del Signore e la mia preghiera è giunta fino a te, nel tuo tempio santo" (2:8). Giona corse di nuovo fra le braccia amorevoli di Dio. Poi testimoniò: "Io ho gridato al Signore, dal fondo della mia angoscia, ed egli mi ha risposto" (2:3).

Nel corso degli anni, ho incontrato molti Giona. Ho ministrato a questi servitori scelti che avevano disubbidito Dio ed erano caduti in peccati grossolani. Alcuni alla fine si erano dati del tutto alle vanità bugiarde di Satana. Altri si erano persi ed erano morti nei loro peccati. Ma altri ancora si erano pentiti dal ventre del loro inferno, ed erano stati ristorati. Oggi, Dio li sta usando di nuovo in maniera potente, come pastori, insegnanti, evangelisti e collaboratori. In ogni caso, questi santi ristorati si sono dati alla preghiera, gridando al Signore.

In ogni periodo di estrema malvagità, Dio invita la sua chiesa ad avvertire la società dei giudizi imminenti. Il suo Spirito comanda a tutti noi: "Sorgi ed avverti la tua città, la tua famiglia, la tua nazione. Ho sopportato fin troppo questa malvagità". Questo è il motivo per cui Dio mi ha mandato nella città di New York quindici anni fa. Il nostro ministero era quello di incoraggiare un santo residuo di credenti, e di avvertire la società dei giudizi imminenti.

Oggi la malvagità in America è di gran lunga superiore a quella di Ninive. Quel popolo antico non era tentato dalla pornografia, da Internet o da una sordida televisione. Non c'era la presenza dell'Evangelo fra di loro, né era stata loro presentata la verità. Non avevano la Bibbia, non c'erano chiese né mass-media cristiani. Al contrario, l'America è satura di queste meravigliose cose. Eppure la nostra società sta rapidamente crollando sotto il male. Com'è possibile tutto questo, vi chiederete? È semplice: i servi di Dio si sono addormentati. La chiesa si è allontanata dalla presenza di Dio, ha perso quel santo timore divino.

Ai giorni di Giona, le navi di Tarshish rappresentavano la prosperità. Salomone costruì una flotta di navi a Tarshish per incrementare il benessere di Israele. Ma Dio distrusse quelle navi. Oggi, come Giona, molti credenti sono appisolati nelle navi della prosperità americana. Ma il Signore sta scatenando la tempesta sulla nostra nazione, scuotendo le navi del nostro stato. L'abbiamo visto chiaramente l'11 settembre, quando i simboli del nostro governo e della nostra economia sono stati arsi dalle fiamme.

L'America sta vivendo ancora nella paura. Persino i non convertiti stanno pregando. I senatori ed i parlamentari hanno interrotto le riunioni per pregare sui gradini del Parlamento. (Qualche minuto prima, molti avevano approvato delle leggi per promuovere l'aborto e per togliere il nome di Dio dai luoghi pubblici). In seguito, ho ricevuto notizie che descrivevano riunioni di preghiera di massa promosse da musulmani ed induisti.

Ora è chiaramente giunto il tempo che i servitori di preghiera e pieni di discernimento, insorgano ed avvertano dei giudizi. Come l'equipaggio sulla nave di Giona, masse di persone non convertite stanno chiedendo ai cristiani: "Perché si è scatenata questa tempesta? Dov'è Dio in tutto questo?" Eppure, tragicamente, la chiesa ha perso la sua credibilità agli occhi del mondo. Per molti, il cristianesimo è soltanto un gruppetto di predicatori televisivi che elemosinano dei soldi. Vedono che i cristiani dormono sulle navi della prosperità.

Quando la chiesa pronuncia una parola, spesso proviene da un pastore compromesso che grida: "Non c'è Dio dietro questa tempesta. È opera del diavolo. Il nostro Dio amorevole non giudicherebbe questa nazione". Alcuni non conoscono affatto la loro Bibbia. Non avviene niente ad una nazione senza il permesso di Dio. Dopo tutto, non fu il diavolo a distruggere Sodoma. Non fu lui ad invocare il fuoco e lo zolfo che distrusse Sodoma. Fu il Signore a scatenare quel giusto giudizio su Sodoma. E non fu Satana a scatenare il diluvio ai giorni di Noè. Dio stesso aprì le cateratte del cielo e mandò un terribile torrente di pioggia.

Ma il Signore ha i suoi metodi per svegliare la chiesa e riportarla alla preghiera. Proprio in questo momento, stiamo vedendo soltanto la tempesta. Ben presto, la nostra nazione entrerà nel ventre del pesce.

L'America sta per essere gettata fuori bordo e sta per essere ingoiata da un inferno economico. Forse ricorderete un messaggio che profetizzai cinque anni fa, prima della Guerra del Golfo. Dissi che sui pozzi petroliferi nel Medio Oriente sarebbero cadute delle bombe, provocando 500 incendi in Kuwait. In seguito, l'esercito di Saddam Hussein incendiò 503 pozzi. Ho scritto inoltre che prevedo 1.000 incendi nella città di New York. Credo che quegli incendi saranno causati da un collasso economico.

Due anni fa, la Borsa Valori era a 12.000 punti. Gli esperti dicevano che avrebbe toccato i 30.000 punti prima della fine del boom, e che saremmo stati immuni alla recessione. Ma dopo l'11 settembre, il mercato è crollato.

Cos'ha prodotto questa tempesta di eventi? Molto poco, secondo la mia opinione. Non vedo alcun segno del pentimento che ci fu invece a Ninive. Al contrario, cinque stati attualmente hanno legalizzato l'adozione per le coppie omosessuali. Ed una scuola in California insiste che i bambini vadano vestiti come musulmani e si portino dietro un Corano, per imparare qualcosa su Allah. Nel frattempo, le Bibbie continuano ad essere bandite.

Conosco molti lettori che non vogliono sentire questo tipo di messaggi. Ci piacerebbe piuttosto credere che ci venga dato un salvagente che ci impedisca di entrare nel ventre della sofferenza. Ma in realtà, il ventre del pesce è l'ultimo atto di misericordia di Dio. Lui ha cercato di riportarci al pentimento con la sua bontà, inondando l'America di benedizioni. Ma ci siamo ingrassati nella nostra prosperità e Lo abbiamo dimenticato sempre di più.

Ora il Signore sta dicendo: "Non so come salvarvi, se non tramite questo inferno oscuro. Forse nel ventre di un'economia a pezzi vi sveglierete. Forse, affrontando un periodo di panico e di paura, ritornerete alla vostra chiamata".

Dio non sta cercando di distruggere l'America. Credo che stia cercando di salvarla. Sta inoltre cercando di riportare la Chiesa alla sua missione. Il suo desiderio è che in questo periodo nel ventre del pesce, le famiglie ritornino a Lui. Che i ministri smettano di peccare e di predicare delle follie, e che le chiese diventino vive. Che emerga un residuo di santi radicati nei valori biblici, e che vada nel mondo a predicare con vera autorità.

La tempesta in cui ci troviamo ci vuole insegnare che Dio intende proprio quello che dice. Si tratta di avere una rivelazione del Suo timore ma anche della Sua misericordia e della Sua grazia. Se stai camminando in disubbidienza, corri a Lui in questo momento.

Pentiti subito, e spandi la tua anima davanti a Lui. Lui non ti farà rimanere nel ventre del pesce. Lui è un Dio amorevole che desidera ristorarti.

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