La Terribile Voce di Dio
Nel Libro dell'Esodo è narrato uno degli episodi più strani di tutta la Scrittura. Quando Israele si accampò nei pressi del Monte Sinai, il popolo fu sorpreso da una fitta oscurità e da un fuoco ardente. Dal mezzo di questi terribili elementi, Dio parlò: "Queste parole pronunciò il Signore parlando a tutta la vostra assemblea, sul monte, dal fuoco, dalla nuvola, dall'oscurità, con voce forte" (Deuteronomio 5:22).
I monti che circondavano gli Israeliti erano in fiamme, quel fuoco sovrannaturale consumava ogni cosa in vista. Vi furono tuoni come se la terra si stesse spaccando in due. E dal mezzo di tutto questo, Dio parlò in modo chiaro, con voce terribile ed onnipotente.
Mentre accadeva tutto questo, gli Israeliti rimasero paralizzati dalla paura. Erano sicuri che sarebbero morti prima che la voce del Signore avesse smesso di parlare. Secondo la Scrittura, perfino Mosè, il grande amico di Dio, "era spaventato e tremava". Probabilmente pensarono di essere sospesi sulla bocca dell'inferno.
Alla fine, la voce tacque. I lampi si fermarono ed il terremoto finì. E dopo molto tempo, il sole ricominciò a splendere. Quando il popolo si guardò attorno, vide che tutti erano ancora vivi. Era un miracolo. Avevano udito la vera, chiara voce di Dio, ed erano sopravvissuti.
Sicuramente, appena questa incredibile manifestazione si concluse, gli anziani d'Israele e i capi delle tribù si riunirono. Ve lo immaginate? Si sarà trattato della più grandiosa riunione di preghiera della storia dell'umanità. Tutti quanti potevano testimoniare di quella gloriosa esperienza mandata da Dio che aveva cambiato la loro vita.
Immagino che avranno detto, "È straordinario. Nessun altro sulla terra ha mai udito Dio parlare dal fuoco ed è rimasto in vita. Noi invece potremo raccontare ai nostri nipoti: - Io c'ero il giorno in cui Dio ci parlò". Mi figuro anche i Leviti ammonire il popolo, "Non dimenticate questo giorno. Abbiamo sperimentato di prima mano l'onnipotente santità del Signore. Viviamo nel Suo timore per sempre".
E invece no, quella non fu una riunione di preghiera - niente affatto! Incredibile ma vero, gli anziani dissero a Mosè, "Non siamo in grado di affrontare questo genere di esperienza. Noi non vogliamo più udire la terribile voce di Dio. Se Egli ci parlerà ancora in quel modo, noi moriremo. D'ora in poi, vogliamo ascoltare le Sue parole solo attraverso una voce umana".
Questa loro decisione lascia assolutamente perplessi. Perché mai avrebbero dovuto reagire in questo modo al glorioso miracolo di Dio che comunica con il Suo popolo? Posso spiegarvi il motivo: questo avvenne perché gli Israeliti avevano nascosto i loro peccati nel loro cuore. Nel segreto, essi erano degli idolatri.
È incredibile, eppure quella gente si rivolgeva ancora ai piccoli idoli d'oro che avevano portato con loro dall'Egitto - le immagini scolpite di Moloc e la stella del dio Refàn. L'apostolo Stefano disse che questi idoli erano "...immagini che voi faceste per adorarle..." (Atti 7:43). Gli Israeliti li avevano scolpiti con le sembianze dei vitelli d'oro giganti adorati dagli Egiziani. Prima avevano gridato: "Tu ci hai liberato dall'Egitto. Tu sei il nostro Dio". Ed ora, nel deserto, non avevano ancora abbandonato la loro orribile idolatria.
Stefano definì questa gente "...l'assemblea del deserto..." (versetto 38). Si stupiva del fatto che, anche dopo che il Signore aveva parlato loro in modo chiaro, i loro cuori si trovassero ancora nell'Egitto idolatra. Egli disse di loro, "...i nostri padri non vollero dargli ascolto, lo respinsero, e si volsero in cuor loro verso l'Egitto" (versetto 39).
Adesso capite perché la voce di Dio fece tremare quella gente. Il motivo per cui pensarono che sarebbero morti è che si trovavano alla presenza di un Dio santo e potente - e non di idoli scolpiti e privi di vita. Il Suo Spirito avvinceva il loro cuore, e la loro coscienza li condannava.
Questa grandiosa scena di scuotimento e tremore non fu una sorta di spettacolo dell'orrore finalizzato a terrorizzare Israele per costringerlo all'obbedienza. Il nostro Dio d'amore non si comporta in questo modo. Mosè spiegò al popolo le intenzioni di Dio:
"Mosè disse al popolo: "Non temete, Dio è venuto per mettervi alla prova, perché ci sia in voi timore di Dio, e così non pecchiate"" (Esodo 20:20). "Camminate in tutto e per tutto per la via che il Signore, il vostro Dio, vi ha prescritta, affinché viviate e siate felici e prolunghiate i vostri giorni nel paese che voi possederete" (Deuteronomio 5:33).
Mosè disse, in sostanza: "Dio non è infuriato con voi. Questa esperienza gloriosa ha un altro scopo. Egli intende rinforzarvi nel Suo santo timore. Egli sta cercando di darvi un'arma potente con cui resistere al nemico. Lo sta facendo affinché possiate vivere vittoriosamente tutti i giorni della vostra vita".
A questo punto, tuttavia, quel fuoco incredibile scomparve. I terribili tuoni ed i fulmini sovrannaturali andarono via, e l'indescrivibile voce di Dio tacque. Allora i capi religiosi andarono da Mosè esponendogli le loro "preoccupazioni". In apparenza, le loro parole sembravano molto pie: "Abbiamo visto quanto è grande e glorioso il Signore, e abbiamo avuto il privilegio di udire chiaramente la Sua voce. Adesso sappiamo che è possibile udire la Sua voce divina e sopravvivere". Fin qui, tutto bene.
Ma a questo punto c'è uno dei più curiosi ragionamenti di tutta la Bibbia. Questi capi dissero a Mosè, "...oggi abbiamo visto che Dio ha parlato con l'uomo e l'uomo è rimasto vivo. Ma ora perché dovremmo morire? Questo gran fuoco ci consumerà; noi moriremo se continuiamo a udire la voce del Signore, il nostro Dio. Poiché qual è il mortale, chiunque egli sia, che abbia udito come noi la voce del Dio vivente parlare dal fuoco e sia rimasto vivo?" (Deuteronomio 5:24-26). Avevano appena udito la voce di Dio ed erano sopravvissuti. Che logica è questa?
Costoro dissero a Mosè, "Sappiamo che è possibile udire Dio parlare dal fuoco e rimanere in vita. Tuttavia, se resteremo sotto la sua diretta, pura e santa voce, saremo consumati. Perché dovremmo morire? Fra tutta la gente del mondo, noi siamo gli unici ad aver udito la voce di Dio ed essere rimasti in vita".
Ma il Signore sapeva quali erano i sentimenti del loro cuore. Egli disse a Mosè, "Io ho udito le parole che questo popolo ti ha rivolto; tutto quello che hanno detto sta bene" (versetto 28). Dio, in altre parole, stava dicendo, "Le parole di questa gente sembrano buone perché sanno come parlare da bravi religiosi. È il linguaggio di gente umile ed obbediente - come se mi temessero in modo genuino".
Il Signore ci fa quindi intuire quanto stava realmente accadendo: "Oh, avessero sempre un simile cuore da temermi e da osservare tutti i miei comandamenti, affinché venga del bene a loro e ai loro figli per sempre" (versetto 29).
Quegli uomini stavano onorando Dio con le loro labbra - ma il loro cuore era lontano da Lui. Per citare Isaia, "...questo popolo si avvicina a me con la bocca e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e il timore che ha di me non è altro che un comandamento imparato dagli uomini" (Isaia 29:13).
Gli Israeliti erano così devoti alle loro immaginette d'oro che nulla avrebbe potuto allontanarli da quella idolatria. Nemmeno una montagna in fiamme, né un terremoto sovrannaturale o tuoni da spaccare la terra sarebbero bastati a distoglierli dalla loro idolatria. Essi finirono con l'ignorare perfino la chiara voce di Dio in tutta la sua santità e maestà.
Quanto avevano ragione gli anziani d'Israele quando dicevano: "Abbiamo bisogno di un messaggio più dolce, altrimenti moriremo"! Ogni volta che sederai ad ascoltare la predicazione dello Spirito Santo - ogni volta che udrai parole convincenti e piene d'unzione divina - di sicuro finirai per morire. Finirai per morire ai tuoi peccati.
Al giorno d'oggi, migliaia di credenti si accalcano per ascoltare predicatori che non sanno nulla del timore di Dio. E questo è proprio ciò che chiedevano a gran voce gli Israeliti. Dopo aver udito la voce di Dio parlar loro in modo chiaro, essi tornarono subito ai loro idoli. Le loro preghiere al Signore non erano altro che un culto reso con le labbra - vuoto ed insignificante.
Se dovessimo tradurre la supplica degli Israeliti in un linguaggio moderno, suonerebbe più o meno così: "Fa' smettere questa predicazione così negativa. Non vogliamo più ascoltare questi terribili messaggi sul Giorno del Giudizio. Servono solo a causare un inutile senso di colpa. Parlaci piuttosto dell'amore di Dio e del Suo perdono - dopo tutto, siamo solo esseri umani. Il nostro Signore è un Dio d'amore, non di ira e di timore".
Un uomo, recentemente, ci ha scritto: "Non so chi mi abbia iscritto alla vostra mailing list, ma vi prego di cancellare immediatamente il mio nominativo. Non riesco a sopportare il vostro inquietante Evangelo ed il vostro continuo scagliarvi contro il peccato. Nessuno è perfetto, neanche voi. Mi dà fastidio questo vostro Evangelo del Giudizio stile Re Giacomo (ci si riferisce qui alla Versione Autorizzata della Bibbia, detta, appunto, "di Re Giacomo", N.d.T.)".
Isaia ha parlato di questo genere di reazione: "...questo è un popolo ribelle, sono figli bugiardi, figli che non vogliono ascoltare la legge del Signore, che dicono ai veggenti: "Non vedete!" E a quelli che hanno visioni: "Non ci annunziate visioni di cose vere! Diteci cose piacevoli, vedete cose immaginarie! Uscite fuori di strada, abbandonate il sentiero retto, allontanateci dagli occhi il Santo d'Israele!" (Isaia 30:9-11).
Con "cose piacevoli" s'intende qui "adulazioni, lusinghe". Israele disse, in sostanza: "Non dirci più cose brutte. Parlaci di tutte le buone cose che ci attendono. Raccontaci di come prospereremo, delle grandi cose che ci aspettano. Altrimenti, vattene da qualche altra parte!".
Nessun credente che cela il peccato nel proprio cuore vorrebbe mai ascoltare una santa parola capace di smascherarlo. Costui cercherà sempre di evitare la voce di verità dello Spirito Santo, e si rivolgerà invece a qualche predicatore che tratta il peccato alla leggera, che offre discorsi piacevoli e profezie lusinghiere.
E allora, vi chiederete, che cosa disse di così duro la voce di Dio sul Monte Sinai? Egli disse semplicemente: "Io sono il Signore, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a me. Non farti scultura, né immagine alcuna... Non ti prostrare davanti a loro e non li servire..." (Deuteronomio 5:6-9).
Era la pura ed incontaminata parola del Signore che giungeva direttamente dalla Sua bocca. Avrebbe dovuto far correre il popolo nelle tende, a distruggere tutte le loro immagini scolpite. Avrebbe dovuto colpire il loro cuore, avrebbe dovuto far piegare le loro ginocchia. E invece, quelli gridarono: "Basta con i tuoni, col fuoco e con il terremoto! Basta con questa voce che ci parla in modo chiaro! Dacci un portavoce che sia come noi, e lascia che sia lui a parlarci. Allora ascolteremo ed obbediremo".
Lo Spirito del Signore cadde su Mosè, ed egli profetizzò:
"Per te il Signore, il tuo Dio, farà sorgere in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta come me; a lui darete ascolto! Avrai così quello che chiedesti al Signore tuo Dio, in Oreb, il giorno dell'assemblea, quando dicesti: "Che io non oda più la voce del Signore mio Dio, e non veda più questo gran fuoco, affinché io non muoia".
"Il Signore mi disse: "Quello che hanno detto sta bene; io farò sorgere per loro un profeta come te in mezzo ai loro fratelli, e metterò le mie parole nella sua bocca ed egli dirà loro tutto quello che io gli comanderò. Avverrà che se qualcuno non darà ascolto alle mie parole, che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto" (Deuteronomio 18:15-19).
Insomma, Dio sarebbe venuto incontro alla richiesta d'Israele in due modi:
1. Prima di tutto, per i seguenti 1,500 anni, Egli avrebbe parlato al Suo popolo attraverso degli uomini. Avrebbe usato profeti, giudici, veggenti e re quali Suoi retti portavoce. Infatti, per quarant'anni Dio mise le Sua parola nella bocca di Mosè, per parlare a quella generazione. Stefano affermò che Mosè aveva ricevuto da Dio, sul monte, "parole di vita" (Atti 7:38).
Tuttavia, lungo i secoli, Israele si rifiutò di dare ascolto al Signore. "Ma i nostri padri non vollero dargli ascolto, lo respinsero, e si volsero in cuor loro verso l'Egitto" (versetto 39). Essi divennero "...una generazione ostinata e ribelle, una generazione dal cuore incostante, il cui spirito non fu fedele a Dio" (Salmo 78:8).
Generazione dopo generazione, Dio si limitò a fare quello che il popolo aveva chiesto, cioè parlare loro attraverso degli uomini. Tuttavia, come Dio dichiarerà ad una generazione successiva, attraverso Isaia, "...io ho parlato, e voi non avete dato ascolto; ma avete fatto ciò che è male ai miei occhi e avete preferito ciò che mi dispiace" (Isaia 65:12). E disse la stessa cosa anche attraverso Geremia:
"Dal giorno che i vostri padri uscirono dal paese d'Egitto fino a oggi, io vi ho mandato tutti i miei servi, i profeti, ve li ho mandati ogni giorno, fin dal mattino; ma essi non mi hanno ascoltato, non hanno prestato orecchio; hanno irrigidito il collo; si sono comportati peggio dei loro padri.
"Di' loro tutte queste cose, ma essi non ti ascolteranno; chiamali, ma essi non ti risponderanno. Perciò dirai loro: "Questa è la nazione che non ascolta la voce del Signore, del suo Dio, e che non vuol accettare correzione; la fedeltà è perita, è venuta meno nella loro bocca" (Geremia 7:25-28).
Nella Sua misericordia, Dio parlò al Suo popolo in ogni modo possibile - ammonendo, corteggiando, amando, minacciando. Egli parlò così chiaramente che non v'era alcuna possibilità di fraintendere la Sua volontà. Tuttavia, il popolo rimase sempre sordo alla Sua voce.
2. Dio avrebbe parlato ad Israele anche in una seconda maniera. Egli promise che avrebbe mandato un profeta tra di loro - e fu solo dopo 1,500 anni da quella scena sul Monte Sinai che quest'uomo apparve. Quel profeta è Cristo. "Questi è il Mosè che disse ai figli d'Israele: Dio vi susciterà, tra i vostri fratelli, un profeta come me" (Atti 7:37).
Sotto il Nuovo Patto, Dio ha scelto di parlarci, in questi ultimi giorni, attraverso Gesù: "Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi" (Ebrei 1:1-2).
E allora, perché Dio avrebbe aspettato 1,500 anni prima di adempiere la profezia di Mosè per Israele? Ha atteso con grande pazienza tutti questi anni perché voleva conoscere l'obbedienza del Suo popolo. Il Suo ritardo fu un atto di misericordia.
Gesù si riferisce alla pazienza di Dio nella parabola dei malvagi vignaiuoli. Il proprietario della vigna iniziò a mandare i suoi servi per chiedere ai lavoratori i frutti della vigna. Mandò loro un messaggero dopo l'altro, ma senza successo. Alla fine, il proprietario pensò, "Manderò loro mio figlio. Forse lo rispetteranno abbastanza da darmi ascolto e da riverirmi". Ma essi si rifiutarono ancora di rispondere e, in un accesso d'ira, finirono con l'uccidere il figlio del proprietario della vigna.
Questo è proprio quello che è accaduto con Israele. Generazione dopo generazione, Dio mandò loro i Suoi portavoce - ma essi si rifiutarono sempre di dare ascolto. Infatti, erano così determinati a restare aggrappati al loro peccato, che uccisero anche Suo Figlio, Gesù.
Dio ci parla ancora oggi con voce chiara. La Sua voce celeste risuona potente qui in terra. E quella voce giunge a noi attraverso un uomo - Gesù, che siede alla destra del Padre. Considerate queste parole dalla Lettera agli Ebrei:
"Voi non vi siete avvicinati al monte che si poteva toccar con mano, e che era avvolto nel fuoco, né all'oscurità, né alle tenebre, né alla tempesta, né allo squillo di tromba, né al suono di parole, tali che quanti l'udirono supplicarono che più non fosse loro rivolta altra parola; perché non potevano sopportare quest'ordine: "Se anche una bestia tocca il monte sia lapidata". Tanto spaventevole era lo spettacolo, che Mosè disse: "Sono spaventato e tremo".
"Voi vi siete invece avvicinati al monte Sion, alla città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste, alla festante riunione delle miriadi angeliche, all'assemblea dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, il mediatore del nuovo patto e al sangue dell'aspersione che parla meglio del sangue d'Abele.
"Badate di non rifiutarvi d'ascoltare colui che parla; perché se non scamparono quelli, quando rifiutarono d'ascoltare colui che promulgava oracoli sulla terra, molto meno scamperemo noi, se voltiamo le spalle a colui che parla dal cielo; la cui voce scosse allora la terra e che adesso ha fatto questa promessa: "Ancora una volta farò tremare non solo la terra, ma anche il cielo". Or questo "ancora una volta" sta a indicare la rimozione delle cose scosse come di cose fatte perché sussistano quelle che non sono scosse" (Ebrei 12:18-27).
Capite? Quando Dio parlò la prima volta, il popolo rispose: "Non parlarci più dal cielo. Parlaci attraverso un uomo". E Mosè profetizzò: "Dio farà sorgere un profeta, proprio come avete chiesto. Egli sarà perfettamente umano - e vi riferirà le parole di Dio".
Gesù era quel profeta. Egli era l'Iddio incarnato, il Signore in carne umana. Svolse un ministerio terreno come uomo, e una moltitudine di testimoni lo vide ascendere al cielo come uomo. Adesso Egli possiede un corpo mistico, la Sua Chiesa. Ma Gesù è ancora un uomo fatto di carne - è ancora toccato da quei sentimenti umani che tutti noi sperimentiamo.
Oggi, negli ultimi giorni, Dio parla di nuovo dal cielo. E ci dice che scuoterà ogni cosa: "La cui voce scosse allora la terra e che adesso ha fatto questa promessa: "Ancora una volta farò tremare non solo la terra, ma anche il cielo" (Ebrei 12:26).
Dio sta dicendo, in sostanza: "Ho scosso la terra presso il Monte Sinai. Ma quando parlerò, in questi ultimi giorni, la mia voce scuoterà sia il mondo naturale che quello spirituale. Questo stato di cose tremerà; nulla rimarrà così com'è. Tutto quello che viene definito religioso - tutto ciò che è di Cristo o della Chiesa - sarà scosso dalla voce del Mio Figliolo che parla dal cielo".
Dio aveva avvertito Israele che a tutti quelli che si sarebbero rifiutati di dare ascolto al Suo profeta, questo sarebbe stato messo in conto: "Avverrà che se qualcuno non darà ascolto alle mie parole, che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto" (Deuteronomio 18:19). Egli stava dicendo: "Punirò ogni disobbedienza - e voi ne dovrete renderete conto".
La Scrittura rivela che quanti ignorarono le parole dei profeti di Dio caddero in rovina. Divennero aridi ed amari, dei moribondi senza gioia né pace. "Badate di non rifiutarvi d'ascoltare colui che parla; perché se non scamparono quelli, quando rifiutarono d'ascoltare colui che promulgava oracoli sulla terra, molto meno scamperemo noi, se voltiamo le spalle a colui che parla dal cielo" (Ebrei 12: 25).
Miei cari, non scamperemo all'ira di Dio - né come nazione né come individui. Proprio ora, la voce di Gesù sta scuotendo ogni Paese, e fa tremare le istituzioni, i capi di Stato e le economie. Egli dice al vento ed agli elementi: "Colpite la terra". Dice alle nubi: "Trattenete la pioggia". Alle economie del mondo Egli dice: "Sia giudicata tutta l'avarizia". Vediamo questo terribile scuotimento proprio ora in Asia, in Brasile, in Messico, in Argentina.
Dio sta comandando inoltre: "Carceri, siate scosse! Governi, siate scossi! Sistemi finanziari, siate scossi! Scuole, siate scosse! Forze militari, siate scosse! Corti di giustizia e legislature, siate scosse! Ogni cosa sulla terra sia scossa finché non resti altro fondamento oltre al Signore!"
Non è il diavolo che sta scuotendo tutto. È la voce del Cristo glorioso che scuote il mondo intero. L'uomo della gloria è stato rivestito di potenza, siede sul suo trono - e sta parlando per scuotere ogni cosa.
Proprio ora, Dio sta facendo le pulizie domestiche. Secondo la Lettera agli Ebrei, la sola ragione per cui Gesù spanderà il Suo Spirito, in questi ultimi giorni, sarà per dare una scossa alla Casa di Dio. Tutto ciò che è profano, impuro o carnale sarà scosso, spazzato, lavato via.
Riceviamo spesso lettere commoventi da parte di preziosi santi che si affliggono per ciò che vedono nelle loro chiese. Si fa tanto clamore per le cosiddette "opere nuove", e cose orrende vengono introdotte quotidianamente nella Chiesa - manifestazioni carnali, pratiche insulse. C'è una chiesa in cui della polvere d'oro viene fatta cadere come pioggia dal soffitto.
Una persona scrive che ogni settimana la sua chiesa organizza concerti punk rock, con gruppi che si comportano come i complessi secolari ed influenzati dal demonio. Altri ci scrivono di culti coreografati che starebbero meglio a Broadway o in un nightclub che in una chiesa. Altri ancora scrivono di predicatori vuoti, aridi e permissivi.
Io vi dico che tutto questo cambierà. Il Signore parlerà con potenza, smascherando tutto ciò che è falso, lascivo, pieno di cupidigia. Ogni falso profeta ossessionato dal denaro vacillerà - un crollo economico farà piazza pulita di tutti i loro affari.
Come avverrà tutto questo? Attraverso un uomo - Gesù. Egli ha promesso di parlare a tutti quelli che vivono nel peccato, nelle disobbedienza, che si rivolgono a ciò che la Sua Parola condanna. E la Sua voce sarà inconfondibilmente chiara.
Prima di tutto, parlerà dolcemente a tutti coloro che si sono smarriti. Egli dirà: "Perché non avete dato ascolto al mio invito a ritornare a me? Venite a me adesso, prima che la vostra vita sia scossa dalle fondamenta".
Ma Gesù parlerà anche agli uomini e alle donne di Dio che perseguono la verità, la purezza e la santità. Anche adesso Egli sta facendo sorgere un popolo il cui cuore ha ricevuto la Sua Parola che scuote e che convince. Sono in stretta comunione col Signore - ed Egli li metterà in grado di parlare per Lui.
E allora, in che modo ti parlerà il Signore? Hai ricevuto la Sua parola di scuotimento? Le hai permesso di operare nel tuo cuore? Oppure stai vivendo una vita doppia - continuando ad indulgere nella fornicazione, nell'adulterio, nell'odio, nell'amarezza?
Se dici che Cristo è il tuo Signore, ma continui a serbare un peccato segreto nella tua vita, sappi che Lo udrai parlare. Egli dirà: "Perché non ti sei volto alla mia Grazia? Perché hai continuato a rigettarla? Hai udito la mia chiamata amorevole. Hai conosciuto il mio benevolo favore. E tuttavia, fai come se non ne sapessi niente. Perché?"
Gli Israeliti erano così dediti alle loro concupiscenze, che si rivolsero ad esse perfino al cospetto del fuoco consumante di Dio. E la medesima cosa sta accadendo anche oggi nella Chiesa. Dio ha chiaramente dichiarato che il giudizio inizierà proprio dalla Sua casa. Paolo scrive che se restiamo nel nostro peccato, saremo dati in mano di Satana a perdizione della carne, affinché l'anima nostra sia salvata.
Ma ecco le buone notizie: Questo scuotimento sovrannaturale - le pulizie domestiche di Dio, sia nel Paese che nella Chiesa - servirà a porre un fondamento inamovibile. Darà vita ad una Chiesa santa, sfrondata - che potrà vantare un residuo di santi che marcia nel timore di Dio e nella giustizia di Cristo.
Avremo comunione come non ne abbiamo mai avuta. Godremo di una gioia indescrivibile. E brameremo ascoltare la terribile voce di Dio.