Le Preghiere Che Sono Gradite al Signore

Voglio parlarvi oggi del tipo di preghiera che maggiormente piace al Signore. Vedete, non tutte le nostre preghiere benedicono il cuore di Dio. Però con l'aiuto dello Spirito Santo, confido che ciò che sto per condividere con voi oggi, cambierà il vostro modo di pregare - da ora fino a che arriverà Gesù!

Non ho intenzione di complicare le preghiere. Sono state rese troppo complicate da insegnanti ben intenzionati che le hanno ridotte in mere formule, strategie e recitazioni. Alcuni Cristiani letteralmente indossano calzari e uniformi da combattimento per rivestire la parte del "combattente della preghiera". Altri frequentano riunioni di preghiera quando vengono loro dati "guide di preghiera", breviari che dicono loro come riempire l'ora che stanno per trascorrere.

Non sto condannando nessuno di questi. Ma vorrei mostrarvi il tipo di preghiera che credo piaccia di più al Signore. In effetti, il tipo di preghiera che piace di più a Dio, è molto semplice da capire. È così semplice che perfino un bambino può pregare in un modo che a Lui piace.

Fatemi iniziare nel dirvi che molti cristiani credo vogliano pregare. In un certo periodo del nostro cammino con il Signore noi tutti preghiamo con un certa consistenza. Ma dopo un po', molti cristiani smettono. Ed ora sono vinti dalla loro mancanza di preghiera.

I discepoli dissero a Gesù, "Signore insegnaci a pregare..." (Luca 11:1). Non lo avrebbero chiesto a meno che non avessero voluto impararlo. E credo che la maggior parte di coloro che leggono questo messaggio vorrebbero essere fedeli nella preghiera, ma non sanno come. Il problema è che essi semplicemente non capiscono lo scopo della preghiera. E finché non afferrano questo scopo vitale, non saranno mai in grado di mantenere una vita di preghiera traboccante e piena di significato.

Molti cristiani pregano solo per un senso del dovere. Essi ritengono che pregare sia qualcosa si suppone debbano fare. Dicono a loro stessi: "Gli altri attorno a me pregano sempre. E il pastore ci provoca sempre a pregare. Inoltre, la Bibbia richiede preghiere. Quindi devo pregare. È la cosa cristiana da fare."

Altri pregano quando le tragedie li investono o quando una crisi li coglie. E non pregano fino a quando non sopraggiunge un'ennesima difficoltà.

Miei cari, la chiesa non capirà mai l'importanza della preghiera fino a quando non afferreremo questa verità fondamentale:

Noi non potremo avere fondamento sul quale costruire una vita di preghiera, a meno che questi due elementi non si accordino. La preghiera non è solo per il nostro beneficio - ma per il piacere del nostro Dio. Noi non dobbiamo intercedere per le cose di cui abbiamo bisogno, ma per le cose che Egli desidera.

I cristiani riescono ad essere egotisti ed egoisti quando è il momento di pregare. Spesso andiamo al Signore per scaricarci dei nostri fardelli e dei nostri dispiaceri - cerchiamo rifornimento di forza per la battaglia successiva. Certo, questo è biblico; siamo invitati a presentarci con audacia davanti al trono della grazia di Dio per trovare misericordia e aiuto nel momento del bisogno. Egli ci ha detto di gettare i nostri carichi su di Lui.

Ma la nostra preghiera non è completa - non è la preghiera che più piace al Signore - se non comprendiamo i bisogni di Dio! Mentre noi cerchiamo sollievo e aiuto dal Signore, Egli desidera la nostra compagnia - intimità e comunione.

Il nostro primo scopo nella preghiera dovrebbe sempre essere la compagnia del Signore. Dopo tutto Egli ha già provveduto per i nostri bisogni quotidiani:

"... non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete... Guardate gli uccelli del cielo... il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro?"

"... il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più. Non siate dunque in ansia per il domani..." (Matteo 6:25-26, 32-34)

"... il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate." (verso 8)

Dio ci sta dicendo: "quando vieni in preghiera davanti alla mia presenza, focalizza la tua attenzione nel cercare la mia compagnia - nel cercare di conoscermi. Non concentratevi solo sulle cose materiali. So bene quali sono i vostri bisogni. Non dovreste nemmeno chiedere - Me ne occupo io! Cercami. Godiamoci una dolce comunione!"

Però, quanto tempo delle nostre preghiere lo spendiamo a chiedere a Dio un lavoro migliore, una casa migliore, cibo, vestiti, e altre necessità? Se la maggior parte dei cristiani sottraggono il tempo per la preghiera per tali richieste, non ci sarà per nulla tempo per la preghiera!

Forse la preghiera è un peso per te. Preghi soprattutto per un senso del dovere? Ti annoia la preghiera? È più un dovere che un piacere?

Quindi, pochi cristiani entrano nella presenza del Signore con gioia, semplicemente per il piacere della Sua compagnia. Alcuni la considerano come un "lavoro" - una fatica, un obbligo, uno sforzo. Però quando comunichiamo con qualcuno di molto caro qui sulla Terra, lo consideriamo un lavoro? No - questo è un piacere per noi! Se tu sei felicemente sposato, non consideri i momenti di intimità con la tua sposa "un lavoro".

Quanti matrimoni sono stati rovinati da un compagno che ha ritenuto l'intimità solo come un dovere? C'è una generazione di donne cristiane più anziane che hanno insegnato alle loro figlie che l'intimità con il marito era solo un dovere pesante e difficile. Esse lo consideravano un lavoro, un obbligo senza alcun piacere.

Eppure Gesù paragona il Suo rapporto con il Suo popolo a quello di marito e moglie - e la Bibbia dice che Gesù gioisce di noi! Il punto è che il piacere di un marito nel godersi l'intimità non è semplicemente la soddisfazione dei suoi propri bisogni. No - il suo vero piacere è nella gioia di sapere che sua moglie condivide la sua (di lui) gioia. Egli dice in cuor suo "Lei vuole veramente stare con me. Sono il primo nel suo cuore - Sono tutto per lei!"

Lei non è riluttante a godersi l'intimità con lui. Non lo considera un dovere o un obbligo. Invece trova piacere in lui. E quando lui la cerca, ella contraccambia cercandolo. Essi trovano piacere l'uno nell'altro.

Noi sappiamo che il Signore si è compiaciuto nel Suo popolo. La Bibbia ci dice:

"Quanto sei bella, quanto sei piacevole, amore mio, in mezzo alle delizie!" (Cantico dei Cantici 7:6)

E Davide ha detto,

"... mi liberò, perché mi gradisce." (Salmo 18:19)

Riuscite a immaginare Dio che esulta di gioia per i Suoi figli? Questo è il quadro che la Bibbia ci da'. Il nostro Dio trova gioia in noi!

Però noi troviamo gioia in Lui? La Bibbia dice che il Signore dovrebbe essere la nostra gioia:

"Trova la tua gioia nel SIGNORE, ed egli appagherà i desideri del tuo cuore." (Salmo 37:4)

"... Io desidero sedermi alla sua ombra, il suo frutto è dolce al mio palato." (Cantico dei Cantici 2:3)

Ora, gioire nel Signore non significa semplicemente essere allegri o ilari nella Sua presenza. Ho chiesto al Signore che cosa significa l'espressione "gioire". Egli ha risposto:

"David, gioire in Me significa semplicemente essere in grado di dire ‘Vorrei stare con Gesù più di qualsiasi altro essere sulla Terra! Preferisco la Sua compagnia perfino più che a quella di mia moglie, la mia famiglia, i miei amici. Lo preferisco a tutte le celebrità, capi, gente famosa, perfino grandi uomini e donne di Dio. Vorrei trascorrere del tempo con Lui che con qualsiasi altro. Egli è la mia gioia."

Significa anche poter dire "Non vedo l'ora di restarmene un po' con Lui - perché Egli è l'unico che mi può soddisfare. Tutti gli altri mi lasciano vuoto e insoddisfatto. Nessuno se non Gesù può rispondere ai miei più profondi bisogni. E mi affretto ad andare a Lui il più spesso possibile!"

Infatti Gesù ci attende con ogni tipo di risorsa - tutto ciò che abbiamo bisogno: conforto, forza e potenza. Eppure, spesso ci sediamo e mugugniamo qualcosa alla sua presenza oppure ci alziamo e andiamo a telefonare ad un amico per cercare di trovare aiuto. Riuscite ad immaginare che cosa significhi questo per il Suo cuore?

La nostra "gioia" è qualcosa che il Signore riconosce in noi. Egli sa quando siamo immersi nella Sua presenza. Se veramente ci dilettiamo in Lui, tutto ciò che ci allontana dall'andare a Lui in preghiera ci infastidisce. Diventiamo desiderosi, bisognosi di Lui, sapendo che nessun altro può toccare o riempire il vuoto profondo dei nostri cuori. Nessuna preghiera potrebbe essere gradita a Lui finché Lui non è sicuro che noi andiamo a Lui perché Lo preferiamo. Egli vuole sapere soprattutto questo!

Tenete a mente la mia definizione di "gioire nel Signore" - cioè preferire di stare con Lui più che con qualsiasi altro. Questo da' un altro significato ai nostri momenti di tristezza, abbattimento, oppressione al cuore, confusione. A chi corriamo noi in tali momenti? La compagnia di chi preferiamo allora?

Anna è un esempio di una donna che andava ogni giorno alla presenza del Signore. Ella andava al Tempio con la tristezza nel cuore - piangendo e con l'animo contristato.

"Lei aveva l'anima piena di amarezza e pregò il SIGNORE dirottamente." (1 Samuele 1:10)

Anna condivideva suo marito con un'altra moglie, Peninna che aveva partorito diversi figli. Anna era rimasta sterile e Peninna l'angustiava giorno e notte. La Scrittura dice che questa donna "provocava tristezza ad Anna" (verso 6) rendendo miserabile la sua vita.

Ora Anna era molto amata da suo marito. Ma neppure lui poteva confortarla o alleviare il suo dolore. Egli le disse:

"... io non valgo forse più di dieci figli?" (verso 8)

Però Anna deve aver pensato "Tu non capisci. Io ho un bisogno che tu non puoi soddisfare!"

Così Anna se ne stava davanti all'altare piangendo, piena di amarezza e con un gran gemito nello spirito. Ella dichiarò ad Eli, il sacerdote:

"... io sono una donna tribolata nello spirito... stavo solo aprendo il mio cuore davanti al SIGNORE... perché l'eccesso del mio dolore e della mia tristezza mi ha fatto parlare fino ad ora" (verso15-16).

Anna non aveva timore di andare davanti alla presenza del Signore col cuore pieno di tristezza. In effetti, nel suo dolore ella ha preferito la compagnia del Signore. Eppure molti cristiani oggi semplicemente non vanno alla presenza di Dio perché sono tristi, abbattuti, a pezzi, in lacrime, perché stanno attraversando delle prove. In poche parole essi dicono, "non voglio offendere Dio andando a Lui in questo modo. Aspetterò finché non sono felice e gioioso prima che io vada alla Sua presenza."

Siamo abituati ad andare davanti al Signore tutti insieme con battiti di mano, lodi, adorazioni gioiose. Ma questo racconto di Anna rende chiaro che noi dobbiamo andare a Lui anche nei nostri momenti più tristi. E mentre Anna era in intima preghiera con il Signore, Egli disse parole di pace al suo cuore:

"... Così la donna se ne andò per la sua via, mangiò, e il suo aspetto non fu più quello di prima." (verso 18)

Questo brano mi dice: "Non nasconderti dal Signore. Non correre da nessun'altra parte. Corri diritto alla Sua presenza, e piangi tutto il tuo dolore a Lui! Digli ogni cosa che stai passando. Lascia che Egli prenda tutta la tua tristezza."

Però noi tutti tendiamo a sfuggire dal Signore durante i nostri tempi duri. Recentemente ho avuto un periodo di inspiegabile tristezza. Non c'era nessuna vera ragione per ciò; era solo uno di quei momenti tristi che non potevo capire. Ho esitato ad andare in preghiera quella mattina, pensando "Aspetterò fino a questa sera. E poi starò bene. Posso stare un po' con il Signore allora."

Ma lo Spirito Santo mi propose di volgermi al libro di Neemia. Mentre leggevo il capitolo 2, ho visto qualcosa che non avevo mai visto prima. Questo capitolo contiene una storia incoraggiante per tutti quelli che vanno al Signore con un cuore gonfio.

Neemia era coppiere presso il re Artaserse. Egli assaggiava i vini prima che fossero portati alla tavola del re, assicurando così che essi non fossero avvelenati. Col tempo Neemia divenne un servo fidato del re.

Ora, Neemia aveva ricevuto notizie da suo fratello Anania che Gerusalemme era in rovine. La popolazione era stata decimata, il popolo era in terribili ristrettezze e le condizioni peggioravano di giorno in giorno. Questo spezzava il cuore di Neemia. Egli amava Giuda e Gerusalemme - e un dolore e una tristezza cominciarono a gravarlo. La Scrittura dice:

"Nel mese di Nisan, il ventesimo anno del re Artaserse, il vino stava davanti al re; io lo presi e glielo versai. Io non ero mai stato triste in sua presenza. Il re mi disse: «Perché hai l'aspetto triste? Eppure non sei malato; non può essere altro che per una preoccupazione». Allora fui colto da grande paura..." (Neemia 2:1-2)

Voi dovete sapere che alla gente era vietato di comparire tristi alla presenza del re, specialmente se essi erano cortigiani. Neemia sapeva che questo avrebbe potuto costargli la testa e aveva terribilmente paura.

Ma il re fu mosso a compassione quando vide il dolore di Neemia. La Scrittura dice che egli diede al suo servo abbattuto licenza di assentarsi. Egli gli consegnò anche una lettera di credito aprendogli il tesoro reale. Neemia dunque ricevette dal re ciò che desiderava - un permesso di andare a Gerusalemme e ricostruire il Tempio e le mura della città!

Ecco il mio punto: se fosse stato possibile per Neemia andar alla presenza di un re pagano con un aspetto grave e contristato, pur trovando favore, compassione e benedizione oltre misura - quanta più compassione mostrerà il Re Gesù per ciascuno di noi i Suoi figlioli nella nostra tristezza, sollevando Egli il nostro fardello e soddisfando i nostri bisogni? Forse che un re pagano può mostrare misericordia verso un suo servo abbattuto più di quanta non ne dimostrerebbe il nostro Salvatore e Re pieno di grazia?

Forse a questo punto confidi di amare il Signor e di gioire in Lui. Hai imparato a correre a Lui solo per il piacere della Sua compagnia. E nei tuoi meravigliosi momenti di intimità con Lui, Egli ti solleva dai tuoi fardelli e riempie la tua anima di pace, di gioia, di confidenza nel Suo amore.

Ma è questo lo scopo della preghiera? È per darci estasi - di procurarci riposo e pace? NO! C'è molto di più in questa faccenda del pregare nel modo in cui piace a Dio.

"Pregare con compimento" è un termine coniato dai primi Pentecostali. Per alcuni significava semplicemente stare sulle ginocchia fino a che non si fosse stati sicuri di avere una risposta da Dio. Per altri significava tornare continuamente dal Signore finché non si avesse avuto una risposta in mano. (Questo era anche chiamato "pregare con perseveranza")

Quando ero giovane in quei primi raduni ai campeggi, sentivo la gente testimoniare "Ho intenzione di prendere l'altare per le corna e non lo lascerò finché Dio non risponda!" Però non credo che sia il vero significa di "pregare con compimento".

Uno può restarsene con il Signore sul Monte della Trasfigurazione rallegrandosi per la Sua presenza. Si possono trascorre buone ore, persino giorni con Lui, glorificandosi in dolce comunione. Si può ottenere la soddisfazione di tutti i bisogni. Il proprio cuore può essere completamente soddisfatto. La Sua presenza può guarirci, sollevarci, rafforzarci, darci potenza.

Ma che cosa succede quando si lascia quel posto santificato di intima comunione? Ci si può alzare dalle ginocchia e tornare ad una situazione schiacciante che non è cambiata. Si può vedere il diavolo che ci aspetta pronto a gettarci addosso gli stessi problemi e la stessa vacuità. Vi chiedo: a che pro ottenere la gloria sul monte se poi essa non ci accompagna attraverso le nostre battaglie?

Lasciatemi spiegare che cosa significa secondo me "pregare con compimento". La frase semplicemente significa questo: la forza, la potenza e l'incoraggiamento che si ricevono dal Signore mentre si è con Lui devono accompagnarci attraverso le prove che stanno davanti a noi! La vittoria che tu ricevi nella tua cameretta segreta deve darti vittoria nel campo di battaglia.

Pensateci: che cosa hai ricevuto esattamente durante la preghiera, se non era qualcosa che potesse accompagnarti nella battaglia? Era una preghiera "completa" la tua? Vedete, "pregare con compimento" vuol dire attendere il compimento della preghiera - cioè del completo compimento. Molti cristiani vedono solo risposte a metà delle loro preghiere - perché non permettono che ciò che ricevono dal Signore in preghiera li conduca attraverso le loro prove. Infatti, molte preghiere sincere sono state perdute, abortite, sprecate - perché non erano "compiute" in questo modo.

Quanti di noi sono andati al Signore in preghiera, scaricando a Lui i nostri cuori oppressi - e in seguito siamo stati sollevati dal pozzo, la nostra gioia è stata restituita, la nostra fede risollevata? La prima cosa che Egli ci dice mentre dimoriamo con Lui è "non aver paura, Io sono con te". Egli riordina il nostro spirito dandoci riposo e pace. E noi usciamo dalla Sua presenza sentendoci forti, pronti per combattere il buon combattimento.

Ma che cosa succede il giorno dopo, quando sorge un problema? Come reagiamo quando le circostanze cominciano a piombarci addosso? Cedi subito dopo poco?

Molti di noi si scoraggiano quando le circostanze non cambiano dopo molto pregare. Noi crediamo in Dio per un cambiamento - e infatti molte volte Egli ne effettua alcuni. Ma nel momento in cui Egli non lo fa, spesso noi precipitiamo dalla cima di una meravigliosa montagna giù fino all battaglia - ed è un misero fallimento!

Miei cari, la preghiera non è finita - non è una "preghiera completa" - finché non ti accompagna fino all'altro lato della vostra prova. Non abbiamo "pregato con compimento" finché non abbiamo "vissuto con compimento" - cioè vissuto attraverso i nostri problemi mediante la forza che abbiamo ricevuto nella presenza di Dio.

Dio intende pienamente che ciò che Egli ci da' in preghiera ci fornirà interamente di tutto ciò che abbiamo bisogno per la nostra battaglia. Egli vuole darci qualcosa di abbastanza potente che ci possa accompagnare in qualsiasi situazione - Egli ci vuole porre al di sopra della battaglia!

Devo confessare che questo è il punto in cui maggiormente fallisco in preghiera. Ho conosciuto e goduto l'estasi dell'intimità con il mio Signore; Egli è diventato il mio diletto. So che cosa significa correre a Lui con oppressione, dolore, con fiumi di lacrime - e sperimentare il suo tocco grandioso che mi riempie di pace e gioia. Ma quando devo affrontare la prova successiva o la crisi, tutta la mia gioia e la mia pace sembrano evaporare. E scopro che non avevo pregato in maniera completa!

Non vi è mai capitato questo? Magari sei stato in chiesa e sei stato benedetto, e te ne esci dal santuario con un senso di potenza e di unzione. Però, quando torni a casa bisticci con tua moglie. Il lunedì vai a lavorare e va tutto storto. In quel momento dov'è la gioia, la pace e il riposo che hai ricevuto dal Signore non molto tempo prima? la tua preghiera non è stata "pregata a compimento"

Da qualche parte, tra la gloria e la crisi, noi perdiamo tutto quello che abbiamo vinto durante la nostra intimità con il Signore. Perciò, come possiamo mantenere quel "tutto"? Che cosa possiamo fare per vedere la nostra preghiera attraverso una conclusione trionfante?

Prego continuamente su questo a motivo di una moltitudine di Cristiani ovunque che sono feriti. Il nostro ministero riceve dalle 30.000 alle 40.000 lettere al mese dai nostri lettori - e non ho mai sentito di un tale dolore come quello che leggo in queste lettere.

Molti cristiani soffocano di una solitudine così dura che non riescono neanche a incontrare gente per tutto il giorno. Altri soffocano a causa di motivi coniugali e familiari. I pastori sono a pezzi a motivo dei sofferenti delle loro comunità.

Mentre leggo di tali sofferenze devo urlare a Dio: "Padre, non posso scrivere un messaggio che va aggiungere peso al loro fardello. Ti prego Signore, che cosa devo dire?"

La risposta che ho ricevuto è il messaggio che vi scrivo oggi: Il Signore vuole che riceviate qualcosa dall'intimità che trascorrete con Lui - che abbiate potenza e autorità che vi accompagnino attraverso le vostre prove. Egli vuole che voi preghiate in maniera completa!

"Ma come?" vi chiedete. "Come posso mantenere la vittoria che ricevo nelle preghiere con Lui? Come posso condurla dall'altra lato del campo di battaglia?"

Ci sono due cose per le quali dobbiamo pregare durante le nostre prove:

Molti Cristiani non ascoltano Dio. Vanno a Lui solo per parlare! Però la Scrittura ci dice che ogni persona che sia mai stata usata dal Signore ha imparato a restare alla Sua presenza fino a che non Lo ha udito. La Scrittura rende chiaro che il Signore vuole parlare a ciascuno di noi.

"Quando andrete a destra o quando andrete a sinistra, le tue orecchie udranno dietro a te una voce che dirà: Questa è la via; camminate per essa!" (Isaia 30:21)

Ho sentito di una bambina che era malata di leucemia. Mentre la morte si avvicinava, Ella combatteva con il pensiero di dover morire. Però una mattina, quando sua madre entrò nella sua camera, la bambina era tutta gioiosa. "Che cosa ti è successo?" Chiese sua madre.

La bambina rispose: "un angelo è venuto da me e mi ha detto che dovevo fare un viaggio. Dio è venuto e mi ha preso per mano e abbiamo camminato attraverso un giardino meraviglioso. Mi ha detto "stai per venire qui domani, a stare con me."

Dio parlò a quella bambina e le portò via il dolore e la paura dal suo cuore! Quando se ne andò per andare con Lui, il giorno dopo, era in una pace completa.

Ditemi - quando siete in intimità con Gesù, ricevete tali indicazioni da Lui? Vi dice Egli che cosa dovete fare - e come e quando? Alcuni cristiani non credono che Dio faccia questo. Ma Gesù ha detto: "

"Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono" (Giovanni 10:27)

Non c'è modo nelle nostre prove eccetto di starsene da soli con Gesù e gridare "Signore, Tu sei l'Unico sulla Terra che mi possa aiutare. Tu conosci la strada per questa prova. Perciò starò qui finche Tu non mi dica quello che devo fare. Non me ne andrò da nessuna parte finche Tu non mi parli al cuore!"

Questo è il tipo di "preghiera con compimento" che piace a Dio! Significa fermarsi ovunque, fermare tutte le attività finche non si ode la Sua voce. Solo allora Lo sentirai parlare chiaro al tuo cuore: "Devi aggiustare le cose con quella persona..." o "Devi restituire qui..." o "Stattene quieto fino alla prossima settimana. Non avere fretta. Siediti alla Mia presenza e confida in me." Egli vi darà direzioni chiare!

Però un'altra cosa è necessaria affinché le nostre preghiere ci accompagnino nelle prossime prove - per rendere le nostre preghiere complete:

Cristo è la Parola Vivente di Dio. E quando sei rinchiuso con Lui, lo Spirito Santo ti guida sempre alla Parola di Dio rivelata. Egli edificherà la tua fede cibandoti dalla Bibbia - anche quando sei nella tua stanzetta segreta! A noi è comandato:

"Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate star saldi contro le insidie del diavolo... Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio... Prendete... la spada dello Spirito, che è la parola di Dio" (Efesini 6: 11, 13, 17)

Spesso, quando si ricevono specifiche istruzioni dal Signore, il Suo Spirito sussurra: "Ora volgiti a..." dirigendoci ad un brano della Scrittura. La Parola di Dio ci parla allora direttamente - dicendoci come uscire dalla nostra crisi!

Proprio ora ci sono molti cristiani che stanno leggendo questo messaggio e che semplicemente devono sentire una parola dal Signore. Nessuna sulla terra li può aiutare. Non c'è che un modo per loro di uscire dalla prova - è quello è di stare alla presenza di Cristo fino a che Egli dia loro istruzioni! Egli deve dire loro la via - che cosa fare, come e quando. Le Sue istruzioni esclusive a loro non arriveranno né un minuto prima né un minuto più tardi. Sarà nel tempo giusto dello Spirito Santo!

Caro Santo, non c'è bisogno di preoccuparsi per la tua prova. Dio è fedele da rispondere ad ogni tuo bisogno e ogni tua richiesta. Perciò, mentre ti rechi a pregare proprio ora, semplicemente prega: "Signore non vengo ora a te perché Tu soddisfi i miei bisogni - bisogni che Tu hai già previsto e per i quali sei desideroso di provvedere. No, vengo anche per incontrare i Tuoi desideri!"

Dio, metti in ciascuno di noi un cuore che si disponga facilmente ad adorare alla Tua presenza. Aiutaci a pregare con compimento in tutte le nostre prove fino in fondo... ad ascoltare da presso il Tuo Spirito durante la nostra segreta comunione con Te... a mettere tutta la nostra confidanza nella Tua Parola rivelata. In questo modo possiamo sapere che le nostre preghiere Ti sono gradite. Amen!

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