Le Tentazioni Del Giusto
"Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo" (Matteo 4:1). Che verso incredibile! Matteo afferma coraggiosamente che lo Spirito di Dio condusse Cristo nel deserto, dove fu costretto a sopportare severe tentazioni.
Ancora più strabiliante, questo verso segue direttamente una scena di grande gloria. Gesù era stato appena battezzato nel Giordano. Uscendo dall'acqua, i cieli si aprirono e lo Spirito discese come una colomba, fermandosi sulle sue spalle. Poi una voce dal cielo dichiarò: "Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto" (Matteo 3:17).
Forse ti stai chiedendo: se Dio si era così compiaciuto di Gesù, dicendo a tutto il mondo che era il suo amato figliolo, perché allora lo condusse in quell'esperienza del deserto?
Permettetemi di ricordarvi che Gesù è il modello delle nostre vite di credenti. Giovanni scrive: "Qual egli è, tali siamo anche noi in questo mondo" (1 Giovanni 4:17). Inoltre, Cristo "è stato tentato come noi in ogni cosa" (Ebrei 4:15). Il messaggio delle Scritture è chiaro: tutti coloro che sono in Cristo - l'amato di Dio, su cui riposa il suo Spirito - dovranno sopportare l'esperienza del deserto, come Gesù. E quell'esperienza sarà accompagnata da tentazioni sataniche.
Notate - questo principio non si applica a credenti tiepidi o dal cuore indurito. Queste prove vengono solo a quelli che camminano nello Spirito ed hanno comunione col Signore. Infatti, più grande è la nostra passione per Gesù, più intense saranno le prove che dovremo sopportare.
Eppure, quando lo Spirito Santo ci conduce nel deserto, Dio ha in mente uno scopo eterno per noi. Senza nessun dubbio, comunque - Dio non ci tenta. È il diavolo che ci tenta: "Nessuno, quand'è tentato, dica: "Sono tentato da Dio"; perché Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno" (Giacomo 1:13).
Per scoprire lo scopo di Dio per noi nelle prove, dobbiamo esaminare l'esperienza di Cristo. Fuori dal deserto, anche le moltitudini dovettero affrontare le proprie tentazioni. Queste tentazioni erano basiche, ed avevano a che fare con la cupidigia, l'adulterio, la violenza, il furto, il bere, il gioco d'azzardo. Quella gente viveva su un livello inferiore, in tutti i sensi.
E Gesù stava al di sopra di tutto. Questi peccati non sarebbero stati una tentazione per lui. Proprio perché era giusto, amato, scelto, le sue tentazioni sarebbero venute ad un livello superiore. Sarebbero state molto più profonde, misteriose ed intense dei peccati basilari della vita. Le sue tentazioni sarebbero state nel regno spirituale - e avrebbero avuto conseguenze eterne.
Lo stesso vale per noi oggi. Una persona veramente spirituale non viene tentata dalle opere grossolane della carne. Per esempio, non si lascerebbe tentare dalla voglia di sgattaiolare in un bar a bere, né gli verrebbe in mente di affittare una stanza d'hotel per fornicare con una prostituta o di concupire la moglie di un altro. Non penserebbe neanche al gioco d'azzardo, all'uso di droghe o alla bestemmia.
Al contrario, il suo desiderio giornaliero è di avvicinarsi sempre più al Signore. Rende Gesù il Signore di tutta la sua vita - divorando ogni giorno la parola di Dio, cercandolo in preghiera. La sua anima grida: "Signore, voglio andare a fondo con te. Voglio camminare sempre più vicino a te".
Ti senti vicino a questo esempio? Se si, le tue tentazioni saranno simili a quelle di Cristo. Avranno a che fare con la tua ubbidienza a Dio e con la tua dipendenza alla sua parola. E Satana farà tutto il possibile per tentarti. Vuole allontanarti dal destino che Dio ha in mente per te. Cercherà di minare la tua chiamata, di derubare la tua unzione e convincerti che l'approvazione di Dio e la sua benedizione sulla tua vita sono una bugia.
Nel momento in cui Gesù era fisicamente vulnerabile, il diavolo mise a punto la sua prima tentazione. Le Scritture dicono di Cristo: "E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani" (Matteo 4:2-3).
Non c'è niente di male nell'aver fame. Perciò, qual era il problema? Satana stava sfidando Gesù: "Se sei veramente Dio, allora hai anche ogni potere. E in questo momento ti trovi in una brutta situazione. Perché non usi il potere che Dio ti ha dato per liberarti? Non hai ricevuto quel potere per usarlo nella maniera giusta?"
"Dopo tutto, non sei stato tu a cacciarti in questa situazione. E sai che a Dio non piace vedere soffrire i suoi figli. Allora, non c'è bisogno di sopportare ancora tutto questo. E non c'è niente di male se cerchi di soddisfare i tuoi bisogni. Basta che pronunci una parola, e ti caccerai da questo pasticcio".
Qui sta una delle tentazioni più insidiose che i santi si trovano ad affrontare. Come il tuo esempio, Gesù, anche tu hai passione per Dio. Hai deciso di arrendere completamente il tuo cuore a lui. Allora il Signore ti ha condotto in un'esperienza desertica - e tu stai passando un lungo periodo di sofferenze ed aridità. Dopo un po', ecco che sorgono le prime domande. Inizi a perdere terreno, ti fai domande a proposito degli scopi eterni di Dio nella tua vita. E mentre cerchi di pregare e di guadagnare la vittoria, le tentazioni di Satana sembrano più dure che mai.
Anche Davide dovette passare un'esperienza del genere. Lo Spirito Santo condusse questo sant'uomo in una prolungata esperienza desertica. Dopo un po', Davide divenne così scoraggiato che pensò che tutto il mondo fosse uscito di senno. Egli gridò: "Non ci sono più giusti, e i fedeli vengono a mancare tra i figli degli uomini" (Salmo 12:1). "Ciascuno mente parlando con il prossimo; parla con labbro adulatore e con cuore doppio" (12:2).
Davide si trovò nella distretta per così tanto tempo, che cadde nella spirale della disperazione. Disse persino: "Ho l'ansia nel cuore tutto il giorno" (vedi Salmo 13:2). E si chiese per quanto ancora dovesse durare: "Fino a quando, o SIGNORE, mi dimenticherai? Sarà forse per sempre? Fino a quando mi nasconderai il tuo volto? Fino a quando avrò l'ansia nell'anima e l'affanno nel cuore tutto il giorno? Fino a quando s'innalzerà il nemico su di me?" (13:1-2). Stava chiedendo a Dio: "Perché mi trovo a combattere questa profonda ed inspiegabile lotta nell'anima, o Signore? E fino a quando durerà? Devo cercare di risolverla da solo? Non riesco a capirne la ragione".
Nel Salmo 35, Davide parla di una trappola che i suoi nemici avevano ordito contro di lui: "Siano confusi e svergognati quelli che cercano di togliermi la vita; si ritirino e siano umiliati quelli che meditano la mia rovina... Poiché, senza motivo, m'hanno teso di nascosto la loro rete, senza motivo hanno scavato una fossa per togliermi la vita" (Salmo 35:4,7). Qual era questa trappola nascosta?
Era la stessa tentazione che Satana ordì per Gesù. Il nemico vuole farti agire in maniera indipendente dal Padre. Quando sei nel bel mezzo delle prove, il diavolo ti dice: "La tua sofferenza non viene da Dio. Non devi passare tutto questo. Hai la potenza di Dio in te, grazie allo Spirito Santo. Perciò non devi sopportare tutto questo un altro giorno. Comanda semplicemente la tua liberazione. Pronuncia la parola - liberati dalle tue ansie più profonde. Soddisfa la tua anima affamata".
Il primo schema di Satana era quello di creare la potenza del fallimento. Sperava che Dio non avrebbe onorato il grido di fame di Gesù, e se la potenza del cielo avesse fallito, Cristo avrebbe dubitato della sua divinità e avrebbe accantonato il suo scopo eterno sulla terra.
Secondo, Satana sapeva che Gesù era stato inviato per fare soltanto quello che il Padre gli aveva detto. Perciò cercò di convincere Cristo a disubbidire per il suo bene. In quel modo, se Gesù avesse usato la sua potenza per evitare le sofferenze, più tardi avrebbe fatto lo stesso per evitare la croce.
Il diavolo aveva usato questa stessa tentazione su migliaia di seguaci di cristo. Tali credenti erano stati in passato veramente affamati di Dio. Erano unti, potenti, pieni della potenza dello Spirito Santo. Ma poi, una volta nel deserto della sofferenza, del bisogno e della disperazione, Satana li aveva tentati a dubitare che la loro prova era stata voluta da Dio e li aveva spinti ad usare la potenza di Dio per salvarsi.
Il nemico aveva sussurrato: "Sei stanco di tutti questi problemi finanziari. Dio non sta rispondendo neanche a una delle tue preghiere. Ogni giorno, ti disperi per la sciagura che è caduta addosso a te e alla tua famiglia. E adesso non puoi più sopportarla".
"Hai la parola di Dio nel tuo cuore. E hai ricevuto potenza mediante lo Spirito Santo. Perché non eserciti quella potenza per mettere fine a tutte queste sofferenze? Afferra le promesse di Dio, e afferma di voler uscire da questa prova, proprio adesso. È per una giusta causa".
E quei credenti hanno dato ascolto alla bugia di Satana. Ed hanno cercato di afferrare ogni promessa di liberazione, per mettere fine alle proprie sofferenze. Hanno smesso di credere, ed invece hanno iniziato a "comandare" alle proprie finanze di risolversi da sole. Ma i loro comandi non sono stati convalidati dallo Spirito Santo - e i loro piani sono falliti.
Così hanno preso in mano le redini. Hanno giocato con le carte di credito e si sono fatti dei prestiti. Si sono indebitati fino al collo, vantandosi: "Dio mi sta benedicendo". Ma alla fine, è crollato tutto. Pieni di amarezza, hanno abbandonato la parola di Dio e si sono allontanati. Sono stato testimone di tutto questo più di una volta.
Queste persone hanno finito col rinunciare a tutti i piani di Dio per le loro prove. Il Signore aveva desiderato portarli ad un punto in cui fossero totalmente dipendenti da lui. Voleva strappare da loro ogni fiducia nell'uomo e nelle proprie capacità. Voleva anche produrre in loro una compassione cristiana per chi aveva subito le stesse sofferenze. Le Scritture ci dicono che questi erano i suoi scopi anche per Gesù: "Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì" (Ebrei 5:8). "Infatti, poiché egli stesso ha sofferto la tentazione, può venire in aiuto di quelli che sono tentati" (2:18).
Allora, come rispose Gesù alle tentazioni del diavolo? "Sta scritto: Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio" (Matteo 4:4). Cristo stava dicendo, in effetti: "Non sono venuto sulla terra per soddisfare i miei bisogni, le mie sofferenze o per godere un benessere. Sono venuto per dare all'umanità - non per salvare me stesso".
Anche al culmine delle sofferenze, Gesù non perse mai di vista i suoi scopi eterni. E se il nostro Signore imparò la sottomissione dalle sofferenze, dobbiamo farlo anche noi. Infatti, i credenti che conosco e che hanno la vera compassione di Cristo, sono quelli che hanno sopportato le sofferenze e ne sono usciti con una testimonianza delle fedeltà di Dio. Possono dire insieme all'apostolo Paolo: "Io porto nel mio corpo il marchio di Gesù" (Galati 6:17).
Mentre Gesù stava sul pinnacolo del tempio, Satana gli sussurrò: "Va avanti, salta. Se sei realmente il figlio di Dio, lui ti salverà. La sua parola dice che i suoi angeli si accamperanno intorno a te per proteggerti, in modo che non sia ferito" (vedi Matteo 4:5-6).
Vedi l'inganno di Satana in tutto questo? Ha isolato un solo verso dal contesto - ed ha tentato Gesù in tutta la sua vita. Gli stava suggerendo: "Tu dici che Dio è con te. Bene, dimostramelo. Tuo padre mi ha già permesso di metterti alla prova. Dov'era la sua presenza allora? Puoi dimostrarmi che lui è con te saltando. Se Dio è con te, ti provvederà un atterraggio morbido. Allora potrai basare la tua fiducia sulla sua dimostrazione. Altrimenti, potresti anche morire piuttosto che andare avanti con questo dubbio. Hai bisogno di un miracolo per capire se tuo padre è con te".
Ancora una volta, Davide sopportò una prova simile. Aveva testimoniato al mondo la fedeltà di Dio nei suoi confronti. Eppure si ritrovò in una fossa di disperazione. E Satana venne a lui accusandolo: "Guardati. Sei stato rigettato, e non sai nemmeno perché. Dici che Dio è fedele, ma sei spiritualmente arido. Preghi giorno e notte, ma ogni mattina ti risvegli con questo desiderio insoddisfatto e inspiegabile. Dov'è Dio in tutto questo?"
Davide gridò: "Le mie ossa sono trafitte dagli insulti dei miei nemici che mi dicono continuamente: "Dov'è il tuo Dio?" (Salmo 42:10). Poi aggiunse queste parole al suo grido: "Illumina i miei occhi perché io non m'addormenti del sonno della morte, affinché il mio nemico non dica: "L'ho vinto!" e non esultino i miei avversari se io vacillo" (13:3-4).
La battaglia che infieriva nella mente di Davide è comune ad ogni persona. A volte Dio sembra silenzioso. Possiamo ritrovarci a vivere delle prove che sembriamo non comprendere. Come Davide, gridiamo: "Fino a quando, Signore? Quando mi dimostrerai che sei con me? Per favore, dammi un segno, una sola dimostrazione di bontà".
A questo punto, potreste chiedervi: "Cosa c'è di sbagliato nell'affidarsi alle promesse di Dio? La Bibbia dice che tutte le promesse di Dio sono 'si ed amen' per quelli che credono" (vedi 2 Corinzi 1:20). Ed è vero, siamo liberati grazie alle fedeli promesse del nostro Signore.
Ma chiunque isola un solo verso dal resto delle Scritture e vi pone sopra tutta la sua fede, corre un serio pericolo. Vi faccio un esempio. Conosco una donna che aveva seri problemi finanziari. Aveva proprio bisogno di una serie di miracoli per sopravvivere. Perciò pose tutta la sua fede in una sola promessa biblica: "Portate tutte le decime alla casa del tesoro, perché ci sia cibo nella mia casa; poi mettetemi alla prova in questo", dice il SIGNORE degli eserciti; "vedrete se io non vi aprirò le cateratte del cielo e non riverserò su di voi tanta benedizione che non vi sia più dove riporla" (Malachia 3:10).
Questa donna iniziò a dare la decima fedelmente, pensando di dover essere benedetta in contraccambio. Ma non funzionò. In breve si arrabbiò con Dio, affermando: "Ho fatto ciò che diceva la parola di Dio. Ho posto la mia fiducia nelle sue promesse, ed ho versato fedelmente la mia decima. Ma adesso ho più bisogno che mai. Dio mi ha chiuso le cateratte del cielo".
Questa donna si era gettata dal pinnacolo del tempio, scoprendo che sotto non vi era alcuna protezione. Il diavolo era riuscito a distruggere la sua fede. Come? L'aveva convinta ad ignorare tutto il resto della Scrittura.
Si, Dio promette di aprire i cieli a chi dona. Ma richiede anche una certa condizione nel cuore del donatore: "Quando il cielo sarà chiuso e non vi sarà più pioggia, sarà a causa dei loro peccati contro di te" (2 Cronache 6:26). Questa donna non aveva mai tenuto conto degli altri versi che le chiedevano di perdonare. Aveva occultato nel suo cuore invidie e gelosie.
La maggior parte delle false dottrine e delle sette religiose nasce da questi tentativi mal guidati. Quando il popolo cerca di isolare una promessa dalle Scritture, vuole forzare Dio a dimostrarsi fedele solo a quella promessa, ed ignora il resto dei requisiti richiesti dalla Scrittura. Per questo Gesù rispose prontamente a Satana: "L'uomo non vive soltanto di pane, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio" (Matteo 4:4).
Ora, sul pinnacolo del tempio, trovo profondo che Dio abbia permesso a suo figlio di prendere una decisione così pericolosa. E, poiché Gesù fu pienamente umano e pienamente Dio, si sarà anche posto delle domande. Si domandò: "Padre, so che mi hai chiamato a deporre la vita. E lo accetto con gioia. Ma dove sei in tutto questo? Perché mi hai permesso di affrontare una prova del genere?"
Come rispose Gesù? Affermò: "Sta scritto: Non tentare il Signore Dio tuo" (Matteo 4:7). Cosa intendeva esattamente Gesù con le parole "tentare Dio"?
L'antico Israele ci è di esempio. Per dieci volte il Signore si era dimostrato fedele agli Israeliti nonostante le prove. E in tutte e dieci le occasioni, il popolo di Dio aveva ricevuto una prova visibile che il Signore era con loro. Eppure, ogni volte, il popolo aveva posto la stessa domanda: "Ma Dio è veramente fra di noi?" Dio definisce questo comportamento "tentare il Signore". Se Dio non lo avesse permesso, la loro "prova" non avrebbe avuto mai fine.
Ora Gesù usa questa stessa frase - "tentare Dio" - per rispondere a Satana. Cosa ci dice tutto questo? Ci mostra che è un grave peccato quello di dubitare della vicinanza di Dio nelle prove. Non importa quanto siamo provati, o quante poche dimostrazioni abbiamo della presenza di Dio - non dobbiamo chiederci se lui è con noi o meno.
Troppo spesso, i cristiani mettono Dio alla prova nelle loro esperienze traumatiche. Dicono: "Signore, non andrò avanti finché non mi dimostrerai che sei con me. Satana mi sta accusando, e non riesco ad accettare che abbia l'ultima parola. Sei con me o no? Se non mi liberi presto, o mi dai un segno della tua benedizione, io smetto di combattere".
Eppure, come per Israele, Dio ci ha dato già un mucchio di prove. Prima di tutto, abbiamo nella Sua parole moltissime promesse della sua vicinanza a noi. Secondo, abbiamo la nostra storia personale con Dio - una testimonianza delle sue passate liberazioni nella nostra vita. Terzo, abbiamo una Bibbia piena di testimonianza della presenza di Dio nei secoli scorsi, nelle prove e nelle afflizioni. Senza dubbio, il nostro Signore ha già dato la sua dimostrazione più di una volta. Ma noi continuiamo a chiedergli delle dimostrazioni fisiche - o qualcos'altro.
La Bibbia è chiara: dobbiamo camminare con Dio per fede e non per visione. Altrimenti, finiremo come l'infedele Israele.
Su quel monte, Satana tentò Gesù con questa offerta: "Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori" (Matteo 4:9). Questo sembra così strano, così ridicolo; come potrebbe essere una tentazione? Satana credeva veramente di poter tentare Gesù con una cosa del genere?
Che ci crediate o no, quest'offerta era potente ed accattivante. Satana stava sfidando Gesù, dicendogli: "Dio ti ha chiamato a deporre la vita per un mondo perduto. Ed ora sei venuto a liberare i prigionieri dalla mia mano. Gesù, io ti dico che puoi raggiungere tutto questo in un solo istante".
"Ti prometto che se ti prostri semplicemente ai miei piedi, in un solo atto di adorazione, io smetterò di combattere. Ti darò tutto il mio potere su questi regni. Non farò più nessuno schiavo. Non incatenerò più nessuno, non avrai più problemi dai miei principati e dalle mie potestà. So che tu ami l'umanità al punto di farti maledire da Dio per amore loro. Allora, perché aspetti? Poi sacrificarti, e liberare il mondo da questo momento in poi".
In effetti, questo riecheggia le parole dell'apostolo Paolo: "Perché io stesso vorrei essere anatema, separato da Cristo, per amore dei miei fratelli, miei parenti secondo la carne" (Romani 9:3). Satana stava giocando qui sulla compassione umana di Cristo. Stava tentando Gesù con una visione di un mondo ove il diavolo rassegnava il suo potere sui malvagi - tutto in cambio di una sola azione.
Perché il diavolo era disposto a rinunciare a tutto il suo potere per quel gesto? Ancora una volta, stava cercando di salvarsi la pelle. Satana sapeva che il suo destino eterno sarebbe stato segnato per sempre al Calvario. Perciò, se solo avesse potuto impedire a Gesù di salire sulla croce, si sarebbe potuto risparmiare quel futuro. E convincendo Gesù a rinunciare adesso alla sua vita, la croce non sarebbe proprio esistita. Il diavolo stava dicendo, in effetti: "Fatti maledire, Gesù, per salvare il mondo in questo momento".
Forse ti stai chiedendo: "Ma tutto questo che c'entra con me?" Satana ancora tenta i giusti con delle offerte simili. Lasciatemi spiegare.
Prima di tutto, Satana sa che i credenti devoti non si inginocchierebbero mai davanti a lui in atto di adorazione. Perciò, viene contro di noi con minacce ed accuse. Ci dice: "Non devi adorarmi - perché io ho già potere sulla tua carne. Conosco tutte le tue debolezze e le tue tendenze. Le ho nutrite sin da quando eri un bambino. E posso piegarti al mio volere quando voglio".
"Non c'è alcuna vittoria per te alla croce. Le promesse del patto sono tutte bugie. Ho un controllo totale sulla tua natura adamitica, sui tuoi peccati nascosti. Te l'ho dimostrato sempre. Sai che posso sopraffarti quando voglio, quando meno te lo aspetti".
"Perciò, continua a testimoniare la tua libertà in Cristo. Proprio quando canterai le tue lodi più alte, inonderò la tua mente di malvagità. Ti ricorderò così nitidamente il tuo peccato, che non crederai più di essere libero. Sei impotente. Anche adesso tu ti sottomessi alle mie tentazioni più sottili".
Conosco ministri che erano stati liberati dai legami del peccato per decenni. Poi, negli ultimi periodi della loro vita, in un momento di grande benedizione o unzione, era apparso il loro vecchio legame. Il nemico glielo aveva riportato alla mente per spaventarli con pensieri di condanna. È successo anche a me durante il mio ministero. Il nemico mi ha inondato di pensieri malvagi e mi ha detto che il patto era tutta una bugia - che ero impotente contro il dominio del peccato, e che il mio peccato avrebbe avuto sempre la meglio in me.
Come rispondiamo alle accuse di Satana? "Resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi" (Giacomo 4:7). Non importa quante tentazioni Satana ti getti addosso. Non devi aver paura dei peccati commessi in passato. Se il sangue di Cristo ti ha coperto, allora il diavolo non può separarti dal Padre.
Naturalmente, avrai sempre una natura peccaminosa. E il peccato ti farà sempre dei brutti scherzi. Ma lo Spirito Santo è fedele nel cancellare tutte queste vecchie concupiscenze, quando lo invochiamo per metterle al bando. Non permetterà che ci distruggano. Le promesse del patto di Dio ci liberano dalla potenza e dal dominio del peccato.
Supponete di aver incontrato Gesù il quarantunesimo giorno - immediatamente dopo la tentazione nel deserto. Il suo volto risplendeva, perché gli angeli avevano rincuorato il suo spirito. Stava gioendo, lodando il Padre, perché aveva vinto una grande vittoria. Aveva vinto sulle tentazioni del nemico.
Avreste potuto vedere Gesù traboccante di vita e fiducia. Ora si che era pronto ad affrontare le potenze dell'inferno. Perciò si mise in marcia verso le grandi città che giacevano nelle tenebre. Predicò l'evangelo, sicuro della Parola di Dio. E guarì i malati, sapendo che il Padre era con lui.
Esaminando adesso la tua vita, vedi l'esatto contrario. Stai ancora affrontando quella dura e solitaria esperienza desertica. Hai sopportato i fieri attacchi di Satana, e l'anima tua è abbattuta. Non riesci a non pensare: "Gesù non ha sopportato sofferenze simili alle mie. Lui è stato al di sopra di tutto questo".
Ti rechi in chiesa con quest'attitudine - tentato, provato, disperato. Ed ecco, davanti a te sta il pastore - un uomo che appare forte nella fede. Sembra così sicuro della presenza di Dio, come se fosse appena stato ministrato dagli angeli. Pensi: "Non ha mai avuto dei problemi simili ai miei".
Se solo sapessi! Non eri lì quando Dio chiamò quest'uomo a predicare. Lo Spirito Santo gli rivolse una chiamata gloriosa - e immediatamente lo condusse nel deserto per essere tentato. Non sai niente dei giorni, delle settimane e dei mesi in cui è stato colpito da una profonda e insoddisfatta fame per Dio. Non hai mai provato le bugie che Satana ha introdotto nella sua mente, i pensieri malvagi che gli ha sussurrato di volta in volta. Non eri lì i giorni in cui era ridotto a niente, disperato. E non ti rendi conto che spesso i suoi sermoni migliori sono usciti dalle prove della sua vita.
Paolo ci incoraggia a non misurare la nostra giustizia con quella degli altri: "Poiché noi non abbiamo il coraggio di classificarci o confrontarci con certuni che si raccomandano da sé; i quali però, misurandosi secondo la loro propria misura e paragonandosi tra di loro stessi, mancano d'intelligenza" (2 Corinzi 10:12).
Non possiamo leggere nella testa degli altri. Chi si sarebbe reso conto il quarantunesimo giorno che Gesù era appena uscito da una lunga ed orribile tentazione? Chi avrebbe capito che la gloria di cui era inondato, nasceva da una lotta terribile?
Dobbiamo soltanto guardare a Gesù. E dobbiamo confidare solo sulla sua giustizia e sulla sua santità. Egli ce ne ha dato l'accesso.
Dio ti ama nelle tue prove. È stato il suo Spirito a condurti nel deserto. Eppure suo Figlio già ci è stato - e sa esattamente cosa stai passando. Lasciagli finire la sua opera di edificazione, nelle tue prove più dure, e confida in lui. Ne uscirai pieno di fiducia - pieno di una santa compassione e pieno di forza per aiutare gli altri.