L'Osservanza del Giorno del Riposo!

Sono un predicatore vecchio stile che crede nell'osservanza del giorno del riposo. E una delle ragioni per questa mia ferma convinzione è che sono stato cresciuto nella casa di un predicatore, dove il giorno del riposo veniva rigorosamente osservato.

La Domenica per noi bambini iniziava con una sveglia di buonora per essere poi spesa interamente in chiesa. C'era anzitutto il culto del mattino, seguito dal pranzo. Dopo pranzo, dovevamo tutti fare un riposino, sia che lo desiderassimo o no. (Talvolta questo era terribile. Dovevamo coricarci proprio quando ci sentivamo più pieni di vita!)

Dopo la nostra siesta, ci alzavamo e potevamo leggere quietamente o magari ascoltare della musica "gospel". Quindi, la Domenica sera, tornavamo tutti ancora in chiesa, ed al rientro, andavamo tutti diritti a letto.

Questo era la tipica giornata di Domenica degli anni della mia adolescenza. Ed ogni Domenica, e per tutta la giornata, dovevamo astenerci dal fare alcunché di particolarmente movimentato, come giocare al pallone o giocare rumorosamente. Non potevamo neppure usare le forbici per tagliare carta per la scuola. I nostri genitori ci ricordavano costantemente che "Questo è il giorno del Signore, ed è una giornata di riposo." E quindi noi lo santificavamo.

Durante quei giorni vigevano le "Blue Laws" (leggi americane sull'apertura dei pubblici esercizi. n.d.t.) Questo voleva dire che nessun negozio o attività poteva operare di Domenica, ad eccezione di quelle vitali come ospedali o distributori di benzina. Pochissimi negozi rimanevano aperti. Infatti, se un negoziante avesse, per una ragione qualsiasi, tenuto il negozio aperto di domenica, la gente avrebbe mormorato con disapprovazione: "Quell'uomo non ha più religione!" Persino il peccatore più incallito non si sarebbe sognato di comperare qualcosa di domenica.

Un secolo fa, il grande evangelista D.L. Moody predicò un messaggio di fuoco che deplorava ogni forma di trasgressione del riposo festivo. Il sermone di Moody condannò quegli innamorati che giravano in tandem la domenica pomeriggio. Si scagliò contro coloro che leggevano il giornale durante il riposo festivo. Parlò persino in modo molto duro di quelle donne che di domenica passeggiavano indossando abiti eleganti e grandi cappelli stravaganti. Li ammoniva tutti dicendo: "State trasgredendo il comandamento del Sabato. Tutto quello che fate è una segno di orgoglio e di arroganza contro il santo comandamento di Dio!"

Tutto questo può sembrare un po' estremo ai Cristiani del giorno d'oggi. Ma sta di fatto che Moody mise in parole il sentimento e le opinioni di una moltitudine di credenti del suo tempo. La Domenica era il giorno del Signore, e non doveva essere usato per il piacere o la propria gratificazione. Era il giorno per adorare Dio e riposarsi da ogni altra attività.

Oggi, tuttavia, la domenica non viene più santificata. Anzi, è diventata il giorno più importante della settimana per gli acquisti. Vengono spesi più soldi la domenica che durante ogni altro giorno della settimana. Se vi recate di domenica pomeriggio presso ogni centro commerciale della periferia, vedrete che i parcheggi sono stracolmi. Le "Blue Laws" sono ormai cose del passato.

La domenica è diventata un giorno di piacere e di ricreazione. La gente riempie la giornata con partite di calcio, sport, acquisti e colazioni al sacco. E se questo non interferisce con le loro attività ricreative, ci può infilare anche un'oretta per la chiesa, per tranquillizzare la propria coscienza.

Purtroppo, la domenica, come Giorno del Signore, non ha più significato nemmeno per la maggioranza dei Cristiani. Ad ogni fine settimana, si vedono milioni di credenti che si dirigono verso i propri nascondigli di famiglia, una baita in montagna, una casa in campagna, un villino al lago. Per loro, la domenica è un grande giorno per la ricreazione – un giorno dedicato alla vela, al nuoto, allo sci, alle crociere o alle gite.

Vi potreste chiedere se tutto questo non è forse semplicemente un tentativo di spezzare una situazione di rigido legalismo? Non potrebbe forse essere giusto il considerare la domenica come una giornata di osservanza spirituale, invece di un semplice adempimento legale esteriore? Non potrebbe forse essere questo un segno di maturità spirituale?

 

 

Nell'Antico Testamento, il Signore mise molta enfasi sul suo "Sabato". In un passo, Mosè dice: "... il Signore vi ha dato il sabato..." (Es. 16.29). In altre parole, il sabato voleva essere un dono di Dio all'uomo. Ed aveva una finalità sacra.

Vedete, la parola "sabato" significa letteralmente "cessare" o "smettere quello che si sta facendo". E quando il quarto comandamento ci dice: "Ricordati del giorno del riposo per santificarlo." (Es. 20.8), descrive questo comando in questo modo: "Lavora sei giorni e fa' tutto il tuo lavoro, ma il settimo è giorno di riposo, consacrato al Signore Dio tuo; non fare in esso nessun lavoro ordinario, ... poiché in sei giorni il Signore fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò il signore ha benedetto il giorno del riposo e lo ha santificato." (Es. 20.9.11)

Per l'antico Israelita, "Sabato" significava smettere praticamente ogni attività. Eppure nel capitolo 15 del libro dei Numeri, leggiamo che un certo Israelita prese questo comandamento alla leggera. Era stato sorpreso mentre raccoglieva legna da bruciare fuori dall'accampamento durante la giornata di Sabato.

Tuttavia quando venne portato dalla gente a Mosè, tuttavia, egli non era sicuro su quale punizione infliggergli. Ogni Ebreo sapeva che Dio aveva loro comandato di santificare la giornata del "Sabato". Ma non vi erano chiare linee guida sul modo di punire chi trasgrediva quel comandamento.

Mentre Mosè stava pensando sul da farsi, il Signore gli diede una parola sorprendente: "Il Signore disse a Mosè - «Quell'uomo deve essere messo a morte; tutta la comunità lo lapiderà fuori dal campo»." (Nu. 15.35)

Ebbene, gli agnostici hanno usato questo passo per deridere la giustizia di Dio. Dicono: "Questo è un esempio lampante della crudeltà di Dio. È pronto a lapidare qualcuno a morte solo per aver raccolto quattro pezzi di legna in giorno di Sabato!"

No! Questo è distorcere il significato di questo passo. In realtà, Dio stava insegnando alla sua gente che le sue leggi sono giuste, e che tengono sempre in considerazione il miglior interesse dell'uomo. Dio stava dicendo: "Vi sto insegnando il modo per togliervi i fardelli della vita dalle vostre spalle, ma se voi continuerete a trasgredire questi principi di vita, vi rovinerete. Ed alla fine, distruggerete il vero tessuto della vostra società!"

La Parola di Dio evidenzia che la legge del "Sabato" fu un patto eterno, che non può essere trasgredito: "I figli d'Israele quindi dovranno osservare il sabato, lo celebreranno di generazione in generazione, come patto perenne." (Es. 31.16)

Potreste pensare: "Ma così facendo, sembrerebbe che si debba ritornare all'osservanza legale del "Sabato". Non aveva forse detto Gesù che il sabato era fatto per l'uomo, e non l'uomo per il "Sabato"? E sia Lui che i suoi discepoli, non hanno forse ‘lavorato' di Domenica, quando raccolsero il grano dal campo per sfamarsi?"

Vero – Gesù mangiò, viaggiò e guarì pure in giorno di "Sabato". Infatti, l'accusa più grande dei Farisei contro di Lui fu quella di trasgredire il "Sabato".

Eppure devo ammettere – io ho ancora un grande rispetto per il "Sabato" quale giorno di riposo imposto. Per me, la Domenica è ancora un giorno sacro. Ed io credo che Dio onori coloro che gli dedicano questo giorno, santificandolo.

Ora, non voglio entrare nella discussione se il giorno del riposo debba essere in effetti il nostro Sabato, dal momento che esso è legalmente il settimo giorno della settimana. Più semplicemente, la ragione per la quale i Cristiani osservano la Domenica come giorno di riposo è perché quello era il giorno in cui Gesù fu risorto.

(Luca conferma la Domenica come giorno del riposo settimanale tra i primi Cristiani: " Il primo giorno della settimana, mentre eravamo riuniti per spezzare il pane, Paolo ... parlava ai discepoli..." (At. 20.7) Ed anche nella Prima Lettera ai Corinzi 16.2, Paolo afferma che i credenti si riunivano il primo giorno della settimana.)

Eppure, dopo aver detto tutto questo, cosa significa santificare la Domenica? Cosa ci viene richiesto da Dio per l'osservanza di questo comandamento? Se non si tratta di semplice obbedienza legale, ma si tratta piuttosto di osservanza spirituale, cosa dobbiamo fare allora?

 

 

Ogni sabato, file interminabili di animali – muli, asini, cammelli – sfilavano da e per Gerusalemme portando merci da vendere. Questa pratica era diventata così comune che il sabato presto si identificò con l'attività di trasportare pesi.

Questa vista spezzava il cuore ai profeti di Dio: orde di compratori e venditori, con bestie oberate da pesi, che andavano e venivano totalmente dimentichi del comandamento di Dio. Gli abitanti della città lasciavano le loro case per andare a far acquisti e tornavano a casa portando dei grandi pesi sulle loro spalle. I contadini passavano per le porte della città portando tutti i loro manufatti e le loro merci al mercato. Tutti i figli di Dio portavano dei grossi pesi durante il giorno del riposo!

Un "Sabato", mentre Geremia osservava questa scena, lo Spirito di Dio scese potentemente su di lui. Improvvisamente, il profeta fermò tutto il traffico con un alto grido:

"Così parla il Signore: «Per amore della vostra stessa vita, guardatevi dal portare nessun carico e di farlo passare per le porte di Gerusalemme, in giorno di sabato; non tirate fuori dalle vostre case nessun carico e non fate nessun lavoro in giorno di sabato; ma santificate il giorno del sabato, come io comandai ai vostri padri»". (Gr. 17.21-22)

Vi sarà stato un enorme ingorgo, con lunghe file di muli ed di asini che ragliavano, mentre Geremia profetizzava: "Questo è il Sabato – e secondo la parola di Dio, non potete portare carichi. Non potete prendere o portare niente dalle vostre case senza infrangere la legge. È un giorno sacro – e voi state peccando!"

Carissimi, come tutte le storie dell'Antico Testamento, questa ci da una lezione per questi nostri giorni. Io credo veramente che essa contenga un messaggio sconvolgente anche per noi, se abbiamo occhi per vedere ed orecchi per ascoltare.

Ecco cosa credo che Dio voglia dirci a proposito del suo santo "Sabato":

 

 

"Non lo sai tu? Non l'hai mai udito? Il Signore è Dio eterno, il creatore degli estremi confini della terra; egli non si affatica e non si stanca..."(Is. 40.28)

La Bibbia è chiara: Dio non dorme mai. La Scrittura dice che il suo braccio non è mai troppo corto per aiutarci, le sue orecchie non sono mai chiuse alle nostre invocazioni. Quindi, quando la Genesi dice che Dio "si riposò", non significa che si sedette e si prese ventiquattro ore di riposo perché si sentiva stanco.

Come ho detto poc'anzi, "Sabato" significa "cessare" o "finire". Io credo che sebbene il Signore avesse la sua creazione pronta dopo sei giorni, non poteva riposarsi – perché il suo lavoro non era veramente terminato. Si, poteva ammirare il suo meraviglioso creato – il sole, i pianeti, la terra e la sua luna, le stelle, le galassie, così come l'immagine vivente di se stesso, l'uomo. Ma Dio non poteva ancora dire: "È buono." Perché no?

Il fatto è che la creazione di Dio, per quanto perfetta potesse essere, poteva ancora sbagliare. Questo per il fatto che al centro di tutta la creazione c'era l'uomo – una creatura lasciata vivere nell'innocenza e nella gloria, ma che aveva anche il potenziale di peccare per sua libera elezione. In parole semplici, l'uomo aveva ancora il potere di rovinare l'opera di Dio.

Quindi, il Signore non poteva riposarsi fino a che non avesse ideato un piano di salvezza per la sua creazione, nel caso che essa dovesse sbagliare. Egli sapeva che se l'uomo avesse sbagliato, peccando di sua spontanea volontà, non sarebbe stato in grado di sopportare il peso gravoso del suo peccato; egli sarebbe semplicemente caduto nella disperazione. E pertanto, nella sua preveggenza, Dio ideò un piano i salvezza, la pietra angolare della sua opera creativa.

Ecco il suo piano: se il primo Adamo avesse fallito, Dio avrebbe fatto sorgere un secondo Adamo – il suo stesso figlio. Ed Egli lo avrebbe investito della sua stessa potenza sul creato. Dio avrebbe potuto dire: "Ora, nulla può distruggere la mia creazione! Quando gli uomini e le donne si appesantiranno con i loro peccati, essi non dovranno portare in giro i loro pesi, perché io darò loro qualcuno che porterà i loro fardelli!"

Così Gesù venne generato dal Padre – per portare tutti quei pesi che erano stati gettati sull'umanità a causa del peccato. Davide vide proprio il Signore come colui che avrebbe supportato tutti i pesi dell'umanità: "Getta sul Signore il tuo affanno, ed egli ti sosterrà; egli non permetterà mai che il giusto vacilli." (Sl. 55.22) E Davide riconobbe che lui stesso aveva bisogno di qualcuno che potesse portare i suoi pesi: "Poiché le mie iniquità sorpassano il mio capo; sono come un grave carico, troppo pesante per me." (Sl. 38.4).

No, l'avvento di Gesù su questa terra non fu casuale. Egli fu generato dal Padre dal principio, come pietra angolare di tutta la creazione. Ed a quel punto, Dio – come un architetto che tira l'ultima riga sul suo progetto, diede un'occhiata al suo lavoro, e poi si ritirò. L'opera era finalmente completata. Ora poteva riposarsi dall'opera di creazione!

Questa è la ragione per cui Gesù dalla croce gridò: "È finita!" Stava dicendo: "Padre, il piano di redenzione che avevi preparato quando creasti l'uomo è stato portato a termine. Tutto è stato ora completato!"

Dio si riposò al momento in cui stabilì il giorno della grazia – cioè il giorno di Cristo – quale settimo giorno della sua creazione. Veramente, i sei giorni precedenti furono tempi di lavoro, che rappresentavano tutta la storia prima della croce. Ma oggi è il giorno della fede. E fino dal tempo della resurrezione di Cristo, noi abbiamo vissuto nel giorno di riposo del Signore – il santo Sabato!

Ora, quando la Parola di Dio parla di riposo, include anche il riposo fisico. Ma il santo riposo del Signore inizia dall'anima: "Rimane dunque un riposo sabatico per il popolo di Dio" (Eb. 4.9) Cos'è questo riposo? È il caricare i nostri fardelli di peccato su Cristo!

Gesù stesso dice: "Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo" (Mt. 11.28) Sta dicendo: "Per fede, voi dovete entrare nel riposo festivo del Padre. Dovete rifiutarvi di portare ancora pesi da e verso casa vostra, passateli invece sulle mie spalle. Io sono il Signore del Sabato. Ed io sono il solo che può addossarsi i vostri fardelli!"

Vi pongo una domanda – perché tanti Cristiani rifiutano l'offerta di Gesù? Io credo che se Geremia fosse vissuto oggi, sarebbe ammutolito per tutti quei cristiani che continuano a portare i loro pesi di peccato e continuano a lottare con le loro tentazioni. Probabilmente griderebbe: "Perché portate tutti questi pesi durante un Sabato così glorioso? Gesù non vi disse, come io dissi ad Israele: ‘Non portate pesi a casa vostra? Dunque, perché continuate a portare in giro tali pesi? Non dovete portare alcun peso nel giorno di riposo, perché è un giorno santo riservato al Signore!"

Ciò che si vuole mettere in risalto è che Sabato significa che cessare ogni fatica – smettere di sforzarsi basandosi sulle sole forze umane – desistere dal cercare di meritare la salvezza di Dio: "Non tirate fuori dalle vostre case nessun carico e non fate nessun lavoro in giorno di sabato; ma santificate il giorno di sabato; come io comandai ai vostri padri." (Gr. 17.22)

Ecco il segreto di come noi dobbiamo santificare il sabato: dobbiamo passare tutti i nostri fardelli a Gesù, e confidare che il Suo Santo Spirito ci dia forza per vivere. Proprio così – noi onoriamo il Sabato abbandonando ogni nostro sforzo personale per cercare di trovare una soluzione al peccato ed alla tentazione.

Questo non è un comandamento che deve essere osservato solo la Domenica – ma ogni giorno!

 

 

"Se voi mi ascoltate attentamente, dice il Signore, se non fate entrare nessun carico per le porte di questa città in giorno di sabato, ma santificate il giorno del sabato e non fate in esso nessun lavoro, i re e i principi che siedono sul trono di Davide entreranno per le porte di questa città su carri e su cavalli: entreranno essi, i loro principi, gli uomini di Giuda, gli abitanti di Gerusalemme; e questa città sarà abitata per sempre." (Gr 17.24-25)

Ebbene, noi sappiamo che Cristo è il seme di Davide. E noi sappiamo che siede quale re sul trono di Davide. Ma chi sono i re ed i principi che Geremia descrive in questo passo – gli abitanti di Gerusalemme che galoppano su cavalli ed su carri?

Noi siamo quella gente! E qui ci viene offerta una promessa incredibile: consegnando tutti i nostri fardelli a chi porta i fardelli, noi viviamo in pace per sempre. Il suo piano per noi è quello di vivere liberi da ogni schiavitù!

Infatti, il comando di Gesù di caricare i nostri affanni su di lui non è una possibile opzione. Dobbiamo farlo quale conseguenza della fiducia che abbiamo in lui. Solo quando gli permetteremo di portare i nostri pesi, Egli sarà veramente re e signore sulle nostre vite:

"Ma se non mi date ascolto e non santificate il giorno del sabato e non vi astenete dal portare carichi e dall'introdurne per le porte di Gerusalemme in giorno di sabato, io accenderò un fuoco alle porte della città, ed esso divorerà i palazzi di Gerusalemme, e non si estinguerà." (Gr. 17.27)

Il Profeta sta dicendo: "Se non ubbidirete al comandamento di Dio di non portare i vostri pesi durante il suo sabato, finirete per essere da loro distrutti! Passerete la maggior parte del vostro tempo a parlare delle vostre pene, del vostro stress e dei vostri dispiaceri. Dentro di voi si accenderà un fuoco che non si spegnerà mai. Ed alla fine, sarete distrutti – perché avete voluto portare i vostri stessi pesi!"

Questa è la tragica descrizione di molti credenti del giorno d'oggi. Alcuni non riescono quasi a dormire la notte, perché non riescono a smettere di pensare ai propri problemi. Continuano rimuginare nella loro mente le loro cose, chiedendosi: "Dove ho sbagliato? E come posso ora risistemare le cose?"

Quando si svegliano, le loro menti si rivolgono subito ai loro fardelli. Se ne ricordano uno mentre stanno facendo la doccia..., quindi pensano ad un altro mentre si stanno vestendo... poi ad un altro ancora mentre fanno colazione. Alla fine, quando devono uscire di casa, sono già talmente schiacciati dai loro problemi da non poter neppure sorridere. Sono come asini sotto i loro carichi, senza pace, che trasportano i loro pesi da luogo a luogo.

Molti di questi Cristiani non conoscono neppure un'ora di riposo in Gesù. Che testimonianza meschina è questa! Dicono al mondo che Cristo non ha alcun potere di alleviare i nostri pesi!

 

 

Potete dire a voi stessi: "Ecco, Signore – prenditi tutti i miei problemi e le mie preoccupazioni. Li passo tutti su di te. Non voglio portarli nemmeno per un altro solo giorno!"

Eppure questo non è così facile come dirlo. Abbandonare i vostri fardelli richiede un'azione drastica. Richiede un poderoso atto di determinazione – ed un tipo intervento di chirurgia spirituale che può essere compiuto solo dallo Spirito Santo.

Possiamo vedere questo illustrato nel libro del profeta Neemia. A quel tempo, gli Ebrei avevano fedelmente e diligentemente ricostruito le porte di Gerusalemme. Ma non appena le porte erano state rimesse in piedi, la gente trascurò completamente l'osservanza del sabato. Ogni settimana, lunghe file di animali sovraccarichi passavano per le porte di Gerusalemme andando e venendo dal mercato della città, portando ogni tipo di mercanzia.

Così come lo fu Geremia, anche Neemia si adirava quando vedeva lo svolgersi di tutte queste attività durante la giornata di sabato. Scrive: "In quei giorni osservai in Giuda alcune persone intente a pigiare l'uva in giorno di sabato, oltre a portare, caricandolo sugli asini, grano e anche vino, uva, fichi e ogni sorta di cose, che facevano giungere a Gerusalemme in giorno di sabato. Io li rimproverai a motivo del giorno in cui vendevano le loro derrate" (Ne. 13.15).

Il profeta ammonì la gente di abbandonare i loro carichi e rendere onore al sabato di Dio. Ma essi non volevano dare ascolto. Per cui Neemia portò la sua protesta ad un livello più alto: "Allora rimproverai i notabili di Giuda, e dissi loro: «Che significa questa cattiva azione che fate profanando il giorno del sabato?»" (Ne. 13.17) Stava dicendo: "Li ho incoraggiati, ho predicato loro, mettendoli in guardia. Ma non è servito a nulla!"

Alla fine Neemia ne ebbe abbastanza. Sapeva che il suo popolo aveva bisogno di un atto di chirurgia spirituale. Prese quindi delle decisioni drastiche:

"Non appena le porte di Gerusalemme cominciarono a essere nell'ombra, prima del sabato, ordinai che queste fossero chiuse, e che non si riaprissero fino a dopo il sabato; e collocai alcuni dei miei servi alle porte, affinché nessun carico entrasse in città durante il sabato" (Ne. 13.19)

Neemia mise delle sentinella alle porte della città. Ciò nonostante, questo non costituiva un impedimento per coloro che trasportavano carichi! Si accamparono tutta la notte all'esterno, trasportando i loro pesi, mentre aspettavano che aprissero le porte della città: "Così i mercati e i venditori di merci di ogni genere... passarono la notte fuori di Gerusalemme." (Ne. 13.20)

Carissimi, i vostri pesi saranno sempre accampati fuori della vostra mente – aspettando l'opportunità di risaltare dentro. Potete posarli a terra durante la notte. Ma al mattino, gli stessi vecchi problemi e preoccupazioni, saranno là pronti per essere ripresi sulle vostre spalle. Nessun sermone potrà scacciarli e nessun avvertimento potrà metterli in fuga.

Cosa fece, dunque, Neemia per fermare il trasporto di tutti questi fardelli? Disse: "Allora li rimproverai, e dissi loro: «Perché passate la notte davanti alle mura? Se lo rifate, vi farò arrestare». Da quel momento non vennero più di sabato" (Ne. 13.21).

Quando Neemia arrivò alla fine della sua sopportazione, li minacciò con la forza. E, carissimi, questo è proprio quello che noi dobbiamo fare per tenere tutti i fardelli al di fuori delle porte della nostra mente! Così come fece il profeta, dobbiamo gridare dal profondo della nostra anima: "Questo non proviene da Dio! Vivo nel giorno del riposo del sabato – eppure la mia anima è tutt'altro che riposata. Tutti i miei problemi e le mie preoccupazioni vengono e vanno a loro piacimento. Devo prendere il controllo su di loro ad ogni costo!"

Come Neemia, dobbiamo parlare ai nostri problemi e preoccupazioni – dicendo loro direttamente, con il linguaggio di Dio: "Non mi potete più angustiare, perché io ho qualcuno che porta i miei pesi. Gesù ha promesso di rimuovere ogni cosa da me. Ed io vi ordino di lasciarmi proprio in questo momento, nel suo prezioso nome! Le porte della mia mente sono chiuse per voi. Non avete più accesso ad essa. Se tenterete di tornare ad angosciarmi, vi legherò e vi getterò nell'oscurità più profonda!"

Le Scritture dicono: "... non vennero più di sabato" (v. 21). Carissimi, se noi saremo fedeli nell'abbandonare i nostri fardelli, essi "non torneranno mai più di sabato". E quella sarà la vera prova che viviamo liberi da ogni pesante fardello!

Quindi Neemia dice: "...ordinai che le porte fossero chiuse e che non si riaprissero fin a dopo il sabato..." (v. 19) Cosa significa quest'ultima frase – "dopo il sabato"? Significa "paradiso" la nostra casa finale! Vedete, il sabato di Dio ci invita a vivere tutti i nostri giorni liberi da ogni paura, preoccupazione ed ansietà – per camminare nello Spirito, senza più pesanti fardelli – fino a che Gesù verrà a prenderci per portarci a casa!

Ora vi chiedo – state osservando il sabato nella vostra vita? O invece state trasgredendo questo comando? Cari santi, la verità è che non avete più alcun diritto di portare nemmeno un solo peso.

Pregate con me ora: "Gesù, in fede estrometto dalla mia mente tutti questi fardelli e queste preoccupazioni. Non li sopporterò più a lungo.

Signore prendi i miei fardelli finanziari, il mio cuore afflitto, le mie pene fisiche, le mie tentazioni. Sono tutti tuoi. Questo è il giorno del tuo sabato – ed io voglio onorare il tuo comandamento!"

Amen!

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