Perché il Giusto Soffre?
Un mio amico e prezioso dottore mi disse una volta che Dio lo aveva iscritto alla "scuola di simpatia". Compativa poco le persone che si lamentavano a causa di dolori. I dottori vedono e sentono così tante cose sul dolore che spesso ne diventano immuni. Ad esempio, non riusciva a capire come mai i pazienti con i calcoli renali urlassero dal dolore. Pensava: "Non può fare così male - stanno un po' esagerando - forse per farsi dare più medicine. E' possibile che sia così tanto doloroso?". Poi un giorno si svegliò con i calcoli renali! Il dolore era proprio come glielo avevano descritto; aveva bisogno di medicine per poterlo sopportare. Era terribile! Oggi, il mio amico dottore ha una vera simpatia per il dolore dei suoi pazienti.
Ho letto alcune delle lettere che mia moglie Gwen riceve da donne che hanno avuto mastectomie o che devono andare a farsi degli esami per dei noduli al seno. Sanno che Gwen è sopravvissuta a cinque operazioni tumorali - la sua mastectomia è accaduta sette anni orsono. Queste persone hanno bisogno di simpatia e speranza. Gwen considera quelle lettere come oro. Per lei, quelle donne sofferenti sono come degli alunni - e lei è stata nella scuola di simpatia di Dio. E' passata per la sofferenza e il dolore, ed ora riesce ad offrire conforto, speranza e forza. Gwen conosce l'agonia di svegliarsi con le bende e sentirsi sfigurata.
C'è una scuola di simpatia dello Spirito Santo, che consiste in santi che sono stati provati ed hanno sofferto enormemente. Sono stati malmenati, tentati, provati e riprovati. La Bibbia parla di una "comunione delle Sue sofferenze" (Filippesi 3:10). E' una comunione di sofferenze: prove profonde, misteriose ed imprevedibili. Questa è una scuola fondata da Gesù ed è Lui che ne ha stabilito il curriculum. Egli ha provato che è possibile sopportarla per intero, finirla e diplomarsi come un vincitore. Non ci diplomeremo fin quando non saremo glorificati anche noi!
Gesù ha sofferto l'angoscia mentale e fisica - è stato rigettato, abusato, beffato, ingiuriato e deriso. Sapeva cosa voleva dire essere soli, affamati, poveri, non amati, beffati, vittima di scherzi. E' stato chiamato bugiardo, fraudolento, falso profeta. E' stato umiliato, la Sua stessa famiglia non lo ha capito, i Suoi migliori amici hanno perso la fede in Lui, i Suoi discepoli lo hanno lasciato solo e se ne sono andati, ed uno persino lo ha tradito. In ultimo, gli hanno sputato addosso, lo hanno ingiuriato e lo hanno ucciso! "Ma Dio aveva predetto per bocca di tutti i profeti che il suo Cristo avrebbe sofferto" (Atti 3:18). Gesù simpatizza con tutte le nostre sofferenze e i nostri dolori perché li ha passati anche Lui. "Infatti, noi non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con le nostre infermità, ma uno che è stato tentato in ogni cosa come noi, senza commettere però peccato" (Ebrei 5:15).
Lo scopo di questo mio messaggio è quello di avvertirvi di non farvi più turbare dai problemi e dalle sofferenze, o da quello che vedete nelle vite di molte buone persone intorno a voi. Ami Gesù adesso molto più di prima, eppure non riesci a capire perché stai passando tutte queste prove e tutte queste sofferenze. Stai certo che c'è un piano divino dietro ogni prova, dietro ogni singola sofferenza che stai sopportando proprio adesso!
Paolo si preoccupava molto affinché i cristiani non si facessero turbare dalle sofferenze che vedevano nella sua vita. Sapeva che la sua vita era una sorta di spettacolo, era come un pesce nell'acquario! I giudei credevano che se una persona era a posto con Dio, doveva essere sempre benedetta e non doveva mai soffrire. Paolo non voleva che i convertiti venissero confusi da tutte le prove che lo avevano colpito. Pochi uomini hanno sofferto più di Paolo. Ricordate ciò che Anania gli profetizzò subito dopo la conversione: "...Costui è uno strumento da me scelto per portare il mio nome davanti alle genti, ai re e ai figli d'Israele. Poiché io gli mostrerò quante cose deve soffrire per il mio nome" (Atti 9:15-16).
I resoconti delle grandi sofferenze di Paolo si diffusero in tutte le chiese. Molti credenti e molti insegnanti giudei si attenevano ancora alla tradizione ebraica, cioè che tutte le sofferenze sono un segno del dispiacere di Dio. Perciò Paolo dovette inviare Timoteo alla chiesa di Tessalonica dicendo: "affinché nessuno fosse scosso in queste afflizioni, perché voi stessi sapete che a questo noi siamo stati designati. Infatti anche quando eravamo fra di voi, vi predicevamo che avremmo sofferto tribolazioni, proprio come è avvenuto, e voi lo sapete" (1 Tessalonicesi 3:3-4). Disse ancora agli Efesini: "Desidero che non vi scoraggiate a causa delle mie tribolazioni" (Efesini 3:13).
Non dovremmo essere sorpresi quando soffriamo. Non mi interessa di quello che insegnano certi pastori o evangelisti, e cioè che i santi fiduciosi, se solo hanno la fede giusta, non devono soffrire. La Parola di Dio dice il contrario. Gesù stesso disse: "... nel mondo avrete tribolazioni" (Giovanni 16:33). La parola qui usata per "tribolazioni" in greco è "thlipsis", che significa "angoscia", "peso", "persecuzione", "problemi". Gesù ci ha preavvertito che negli ultimi giorni avremo grandi problemi: "Allora vi sottoporranno a supplizi e vi uccideranno; e sarete odiati da tutte le genti a causa del mio nome" (Matteo 24:9). Ascolto tutti questi dolci adulatori che predicano che l'America sta tornando a Dio perché siamo la nazione che sta evangelizzando il mondo - e siamo la nazione che sostiene Israele. La mia Bibbia dice che tutte le nazioni perseguiteranno i veri credenti, tutte le nazioni daranno tribolazioni a tutti quelli che amano Gesù. Paolo disse alle chiese: "... Vi abbiamo predetto che avremmo sofferto persecuzioni".
Gesù ci ha preavvertito riguardo ad un'ondata di sofferenze, persecuzioni, tribolazioni e persino la morte. Dirai che non può succedere in America! Tutti dicono che non può succedere in America, ma oggi i gay hanno il diritto costituzionale per praticare il loro peccato; 500.000 di essi hanno marciato per le strade di New York City! Non può succedere - eppure il Congresso sta per approvare leggi per proteggere coloro che soffrono di AIDS, la prima malattia (piaga) mai protetta da leggi di privacy grazie ad una copertura costituzionale!
Paolo continuò ad avvertire i credenti che avrebbero provato la sofferenza personale: "confermando gli animi dei discepoli ed esortandoli a perseverare nella fede, e dicendo che attraverso molte afflizioni dobbiamo entrare nel regno di Dio" (Atti 14:22). Ancora una volta, la parola greca usata qui da Paolo per "afflizioni" è la stessa che Gesù ha usato nel verso sopra citato, che significa "angoscia", "peso", "persecuzioni" e "problemi". Paolo disse: "Si, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati" (2 Timoteo 3:12). I pii entreranno nel regno, ma non senza sofferenza, senza malattia, senza dolore. Piuttosto, essi vi entreranno con angoscia, persecuzione, pesi e problemi! Paolo scrisse ai Tessalonicesi: "Noi stessi ci gloriamo di voi nelle chiese di Dio, per la vostra perseveranza e la fede in tutte le vostre persecuzioni ed afflizioni che sostenete" (2 Tessalonicesi 1:4).
Gesù mette in guardia da un certo gruppo di credenti che inciampano e cadono quando arrivano i problemi. "E quello che ha ricevuto il seme in luoghi rocciosi è colui che ode la parola e subito la riceve con gioia; ma non ha radice in sé, ed è di corta durata; e quando sopraggiunge la tribolazione o persecuzione, a causa della parola, ne è subito scandalizzato" (Matteo 13:20-21). Questo è il compromettente cristiano che viene subito risvegliato e riceve la parola con gioia. Questo è colui che dice: "E' proprio quello che stavo cercando! La mia vita sta cambiando. E' meraviglioso!". Va ovunque, come un agente di commercio, portando questa nuova verità, testimoniando a tutti. "Devi venire con me - nella mia chiesa danno la verità". Sembra che cresca e sia felice, ma il suo cuore duro di pietra non si è ancora rotto. Allora Dio permette le sofferenze, l'angoscia, il dolore, il rifiuto e lui proprio non riesce a capire! Per lui qualcosa non quadra. Dice: "Ho cercato! Ho pregato - ho letto la mia Bibbia - ho abbandonato la mia vecchia vita. Allora perché mi sta succedendo tutto questo?". Dio è all'opera in lui, ma diventa insofferente. Lo offende. Vede tante buone persone che soffrono e proprio non riesce a capire. Perciò scivola - abbandona tutto - e cade!
Ci sono state persone nella mia chiesa che, sentendo che Gwen è stata malissimo per tre settimane, mi hanno detto: "Fratello Dave, non capisco - è così dolce e premurosa - non vive nel peccato. Perché sta soffrendo così tanto?".
La sorella della mia segretaria, Faith, ha speso gli ultimi venticinque anni della sua vita per aiutare i bambini emarginati. Era una discepola di Gesù Cristo pia, premurosa ed umile, e faceva tutto ciò che Egli le comandava. E' morta recentemente, consumata da un cancro alle ossa. Mentre stavo pregando per lei proprio poco prima che spirasse, ho sentito che Gesù la prendeva per la mano destra e la portava in pascoli quieti e verdeggianti.
Alcuni si sentono offesi e confusi. Ma Davide diceva: "E' preziosa agli occhi di Dio la morte dei santi" (Salmo 116:15). "Preziosa" in ebraico significa "di valore", "necessaria". Significa che Dio ha bisogno dei suoi santi - la loro morte è necessaria ai suoi scopi eterni. Paolo disse baldanzosamente: "... Cristo sarà magnificato nel mio corpo, o per vita o per morte. Per me infatti il morire è guadagno" (Filippesi 1:20-21). Ciò che stava dicendo è che la sofferenza, o anche la morte di un cristiano, per il mondo è una perdita, una rovina o un disastro - ma per quelli che conoscono Dio è una liberazione, sia per vita o per morte.
Ai cristiani viene detto che non è la volontà di Dio che i credenti soffrano, ma che cosa predicavano gli apostoli? Pietro diceva: "Perciò anche quelli che soffrono secondo la volontà di Dio, raccomandino a lui le proprie anime, come al fedele Creatore, facendo il bene" (1 Pietro 4:19). "...A questo infatti siete stati chiamati, perché Cristo ha sofferto per noi, lasciandoci un esempio, affinché seguiate le sue orme" (1 Pietro 2:21). Pietro sta dicendo: "Vi basti sapere che Dio è fedele, che non vi farà soffrire più di quanto possiate sopportare, che vi darà una via di uscita affinché possiate sopportare". Affida a Lui il tuo copro e la tua anima!
"Ma l'Iddio di grazia, che ci ha chiamati alla sua gloria eterna per mezzo di Gesù Cristo, dopo che avrete sofferto per un po' di tempo, vi perfezionerà egli stesso, vi renderà fermi, vi fortificherà e vi stabilirà saldamente" (1 Pietro 5:10). "Carissimi, non lasciatevi disorientare per la prova di fuoco che è in atto in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano. Ma, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi, perché anche nella manifestazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare" (1 Pietro 4:12-13). Paolo diceva, per causa Sua "ho sofferto la perdita di tutte le cose e le ritengo come tanta spazzatura per guadagnare Cristo" (Filippesi 3:8).
I cristiani soffrono? Paolo non era un uomo pio? Ascoltate ciò che dice: "...Nelle fatiche molto di più, nelle battiture grandemente di più, molto più nelle prigionie e spesso in pericolo di morte. Dai Giudei ho ricevuto cinque volte quaranta sferzate meno una. Tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte sull'abisso. Sono stato spesse volte in viaggio fra pericoli di fiumi, pericoli di ladroni, pericoli da parte dei miei connazionali, pericoli da parte dei gentili, pericoli in città, pericoli nel deserto, pericoli in mare, pericoli fra falsi fratelli, nella fatica e nel travaglio, sovente nelle veglie, nella fame e nella sete, spesse volte in digiuni, nel freddo e nella nudità. Oltre a queste cose esterne, ciò che mi assilla quotidianamente è la sollecitudine per tutte le chiese" (2 Corinzi 11:23-28). In tutte le sue sofferenze e i suoi dolori, Paolo poteva dire trionfante: "Io ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non sono affatto da eguagliarsi alla gloria che sarà manifestata in noi" (Romani 8:18).
Nella scuola di sofferenza, Dio sta addestrando simpatizzanti che sono stati provati col fuoco e che hanno provato di essere fedeli a Lui. Dio vede le grandi tribolazioni che deve sopportare la chiesa: sofferenze incredibili al di là di ogni descrizione, gravi ed enormi persecuzioni. E per questo sta addestrando in questi ultimi giorni dei veri e fedeli testimoni.
Alcuni di voi possono non sapere o non capire perché state passando queste gravi sofferenze. A volte è molto difficile, e siete stati sul punto di gettare la spugna. Ma il Consolatore è venuto ed ha ristabilito la situazione! Siete stati alla scuola di simpatia dello Spirito Santo perché Dio ha un ministero di consolazione per voi. Vi sono state insegnate - o le state ancora imparando - nuove lezioni. Questo è stato affinché possiate dare speranza e consolazione a coloro che stanno attraversando il fuoco.
Sappiamo che lo Spirito Santo è il nostro consolatore. Ma perché viene a noi nei momenti di più profondo sconforto? Perché rafforza, aiuta e solleva il nostro spirito? "...affinché, per mezzo della consolazione con cui noi stessi siamo da Dio consolati, possiamo consolare coloro che si trovano in qualsiasi afflizione. Poiché, come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, così per mezzo di Cristo abbonda pure la nostra consolazione" (2 Corinzi 1:4-5). Paolo chiarifica che alcuni sopportano molte afflizioni, non solo per insegnamento, ma per beneficiare ed insegnare altri. "Ora se siamo afflitti, ciò è per la vostra consolazione e salvezza; se siamo consolati, ciò è per la vostra consolazione e salvezza, che operano efficacemente nel sostenere le medesime sofferenze che patiamo anche noi... sapendo che sarete partecipi della consolazione" (2 Corinzi 1:6-7). Chi fra di noi può guardare ciò che gli sta accadendo e dire: "Tutto questo mi sta accadendo affinché io possa consolare, benedire e salvare coloro che passeranno per la stessa cosa"? E' così difficile crederlo e accettarlo, ma la Parola di Dio dichiara: ".. La tribolazione produce pazienza" (Romani 5:3).
Oggi la chiesa deve avere un popolo che non è stato offeso o distrutto dalle proprie sofferenze, un popolo che non si abbatte, che non si rammarica, che non si pone mille domande, ma che si tiene stretto all'amore di Dio, provando di esserGli fedele in tutte le cose - paziente, forte nella fede. Costoro devono essere un esempio per i deboli, affinché possano essere una fonte di vera consolazione. E' così facile per coloro che non hanno mai sofferto sputare delle sentenze insensate e vuote di ammonimento. Ma fin quando non sono morti a noi stessi, morti alla saggezza umana, morti a dottrine infondate, non possono produrre vita. Non hanno vera consolazione né speranza da offrire.
"Perché il Signore corregge chi ama e flagella ogni figlio che gradisce. Se voi sostenete la correzione, Dio vi tratta come figli; qual è infatti il figlio che il padre non corregga? Ma se rimanete senza correzione, di cui tutti hanno avuta la parte loro, allora siete dei bastardi e non dei figli. Inoltre abbiamo ben avuto per correttori i nostri padri secondo la carne e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo molto di più ora al Padre degli spiriti, per vivere? Costoro infatti ci corressero per pochi giorni, come sembrava loro bene, ma egli ci corregge per il nostro bene affinché siamo partecipi della sua santità. Ogni correzione infatti, sul momento, non sembra essere motivo di gioia, ma di tristezza; dopo però rende un pacifico frutto di giustizia a quelli che sono stati esercitati per mezzo suo. Perciò rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia vacillanti, e fate dei sentieri diritti per i vostri piedi, affinché l'arto zoppo non divenga slogato, ma piuttosto risanato. Procacciate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore, badando bene che nessuno rimanga provo della grazia di Dio e che non spunti alcuna radice di amarezza, che vi dia molestia e attraverso la quale molti vengano contaminati" (Ebrei 12:6-15).
Dipende tutto da te: o permetti alle tue sofferenze di diventare una scuola di simpatia per aiutare gli altri - o diventare un campo di morte che distruggerà te e tutti quelli che ti guarderanno. Alcuni di voi che stanno leggendo adesso soffrono perché si sentono rigettati dal Signore. Lui ti sta sculacciando con grande amore, sta cercando di ammorbidire il tuo cuore per produrre in te la Sua santità - sta cercando di piegare la tua volontà testarda. Ma anche se la tua sofferenza è il risultato di un allontanamento, Dio dice che è per il tuo bene e che in seguito produrrà un pacifico frutto di giustizia se vuoi che ti serva di addestramento.
Se prende piede una radice di amarezza, ti distruggerà completamente. Ma c'è un modo per fermare quella radice, per fermare la distruzione: incoraggiati nel Signore. "Perciò rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia vacillanti, e fate dei sentieri diritti per i vostri piedi, affinché l'arto zoppo non divenga slogato, ma sia piuttosto risanato" (Ebrei 12:12-13). Questa è una chiamata ad alzarti, scuoterti dall'apatia, per tornare a servire e a confidare nel Signore, per continuare avanti ed essere guarito - altrimenti prenderà possesso di te un'apostasia totale. Rifiuta ogni pensiero che ti spinge a gettare la spugna. Riduci alla cattività ogni pensiero che ti suggerisce di disubbidire al Signore.
Non è l'afflizione o la sofferenza in se stessa che ci insegna. Molte buone persone non hanno imparato niente dai loro problemi. Alcuni hanno addirittura perso terreno con Dio. Ma ciò che ci è di insegnamento è accettare e capire le sofferenze e le afflizioni come se venissero dalla Sua mano. La mente naturale si irrita e si deprime per ogni tipo di sofferenza e afflizione. Perciò, fin quando non capiamo che Dio la permette e ha uno scopo di addestramento in essa, non avremo una crescita spirituale. Davide diceva: "Nel giorno della mia afflizione ho cercato l'Eterno..." (Salmo 77:2). Questo è lo scopo: lasciare l'amore per il mondo e correre a Gesù per cercare aiuto. Davide diceva inoltre: "Prima di essere afflitto io andavo errando, ma ora osservo la tua parola" (Salmo 119:67). Dio conosce me e te! Egli permette le afflizioni dicendo: "Tu sei il tipo che mi dimentica quando sta bene! Mi trascuri quando tutto va bene. Ti amo troppo per lasciarti nelle mani del diavolo. Ti risveglierò per mezzo delle afflizioni, per ricordarti che la vita è breve e che devi dipendere da me".
Permettetemi di darvi alcuni buoni argomenti contro il diavolo:
- Cristo ha sofferto enormemente nella carne - eppure era perfetto!
- Paolo e tutti i padri della chiesa hanno sopportato grandi afflizioni - eppure Dio li amava teneramente.
- La sofferenza non è un segno del dispiacere di Dio, ma è un segno di figliolanza - Egli castiga colui che ama!
- Ogni afflizione è per il mio benessere spirituale e per la crescita, e avviene affinché io possa simpatizzare con chi è nel bisogno.
- Può essere doloroso e gravoso - possono piangere ed urlare - ma in seguito, se lo ricevo, porterà un frutto di santificazione.
"Molte sono le afflizioni del giusto, ma l'Eterno lo libera da tutte!" (Salmo 34:19). La parola ebraica usata qui per "afflizioni" è "Ra", che significa "male", "calamità", "distretta", "dolore", "problemi", "infermità". Proprio tutto quello che può succedere ad un essere umano! Queste afflizioni sono molte - e accadono anche al giusto! E' la Parola di Dio che lo afferma. "Il giusto ha gridato, e il Signore ha udito e lo ha liberato da tutte le sue afflizioni" (Salmo 34:17). Qui "liberato" significa "tratto", "tolto", "protetto".
Come fa il Signore a liberare coloro che lo chiamano? Certamente, non c'è dubbio che il Signore possa fermare tutte le nostre sofferenze, tutti i nostri dolori, tutte le nostre distrette, semplicemente dicendo una parola. Potrebbe inviare una legione di angeli, un esercito dal cielo. Sappiamo già che c'è un angelo accampato intorno a tutti coloro che credono. Ma un Dio saggio non ci metterebbe nella fornace, non farebbe parte della strada con noi per poi dispiacersi e lasciarci. Non ci lascerebbe mai prima che si compia la Sua volontà. Perché altrimenti sarebbe tutto vano. Non ci libera per farci gridare. Paolo parla di essere "liberati dalla morte" per poi portare vita. "Perché noi che viviamo siamo del continuo esposti alla morte per Gesù, affinché la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale" (2 Corinzi 4:11).
Qui è dove spesso ci confondiamo quando parliamo di liberazione: non veniamo sempre liberati quando smettono le nostre sofferenze, ma quando si intensificano, affinché Dio possa compiere la Sua volontà in noi facendoci morire a questo mondo. Siamo liberati quando moriamo alla carne! Hai mai gridato a Dio per ottenere liberazione? I tuoi problemi sono aumentati? Le cose sono peggiorate? Gioisci! Stai per perdere la battaglia, affinché la tua volontà muoia. Questa è la via di uscita - la morte a se stessi e alla propria volontà.
La liberazione non viene con la rassegnazione ma con la risurrezione. Davide diceva: "I nostri padri hanno confidato in te, hanno confidato e tu li hai liberati" (Salmo 22:4). Sta parlando qui di Israele e del Mar Rosso, e dell'esercito del Faraone che incombeva su di loro. Dio come li ha liberati? Portando via il problema? No, li ha prima fatti scendere nel Mar Rosso! E questo è il sinonimo del morire al mondo.
Gesù è diventato il nostro liberatore quando è stato liberato dalla morte. "Colui che non ha risparmiato il Suo proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà anche tutte le cose con lui?" (Romani 8:32). Non è un testimone abile chi dice: "Dio mi ha dato una fede speciale - ho pronunciato la Parola - e tutti i miei problemi sono cessati! Grazie a Dio sono libero da ogni sofferenza e afflizione!". E' meglio poter dire: "Non mi importa tutto quello che mi circonda - non mi importa quale sia la prova o l'afflizione - Dio si è dimostrato fedele. Ha prodotto vita dalla morte. Nessuna di queste afflizioni possono smuovermi adesso. Anche se dovessi arrivare ad essere sacrificato, io confiderò in Lui!".