Portare Cristo dentro la tua crisi!
Venite con me nella pianura di Dura, vicino a Babilonia, dove il re Nebucadnesar aveva raccolto ogni capo – governatori, principi e rappresentanti del re – dal suo esteso impero. Immaginate quale panorama: moltitudini di popoli vestiti tradizionali, parlanti molti linguaggi; tutti loro riuniti per un solo scopo – onorare gli idoli del re!
Nebucadnesar aveva eretto una grande, immagine d’oro alta 30 metri; ora questi capi che avevano diretto i loro passi verso la grande pianura di Dura, dovevano inginocchiarsi non appena l’orchestra reale avesse cominciato a suonare, se non l’avessero fatto sarebbero morti!
Ma tre uomini ebrei: Shadrac, Meshac ed Abednego, rifiutarono di inginocchiarsi. Questi uomini erano stati portati in cattività da Gerusalemme dai Caldei, per essere portati al palazzo di Susa; qui erano stati ammaestrati nel linguaggio dei Caldei ed insieme a Daniele erano stati designati come capi nel governo. Ora tutto intorno a loro, uomini da altre nazioni stavano inginocchiandosi davanti all’immagine d’oro, conformandosi al decreto reale, ma essi non lo vollero fare!
Dei capi gelosi lo riportarono a Nebucadnesar e quando egli lo udì, si arrabbiò pensando: “Come osa qualche membro del mio governo restare in piedi davanti a me disobbedendomi!”
Non era tanto inusuale in quei giorni punire dei trasgressori dei decreti reali, gettandoli dentro una fornace ardente. Geremia parla di “…da essi si trarrà una formula di maledizione fra tutti quelli di Giuda che sono deportati a Babilonia, e si dirà: "… Sedechia e come Acab, che il re di Babilonia ha fatti arrostire al fuoco!" (Geremia 29:22). Non c’è alcun dubbio che Nebucadnesar fosse abituato a vedere dei corpi scagliati dentro una fornace aperta, vedendo la fiamma che sprigionava dai loro corpi e sentendo la puzza che scaturiva dalle carni abbrustolite. Ora stava provando una tale rabbia che ordinò ai suoi soldati di alimentare la fornace sette volte più del solito!
Quando le guardie portarono i tre ebrei di fronte al re, Nebucadnesar tuonò : “Così vi rifiutate di inginocchiarvi davanti al mio idolo quando la musica suona; vi darò ancora una possibilità. Sappiate che la fornace ardente sta bruciando sette volte più del normale e se voi non vi inginocchiate questa volta vi sarete gettati per arrostire dentro!”
Potete stare certi che questi tre uomini sentissero il calore di quella fornace arroventata al calor bianco da dove si trovavano. E probabilmente videro i forti soldati cadere esausti mentre la alimentavano, sopraffatti dall’intenso calore.
Questi uomini ebrei non volevano morire; erano esseri umani, come te e me. Chiunque sarebbe pazzo da voler morire arrostito nel fuoco! Eppure questi uomini ebbero una fede incredibile posta nei loro cuori dallo Spirito Santo, per cui replicarono al re: “O re, non vogliamo neanche pensare alla risposta da darti, noi non ci inginocchieremo! Il nostro Dio è capace di liberarci, ma se anche Egli non lo facesse, non adoreremo l’immagine”.
Conoscete il resto della storia; si diffusero le voci sulla grande fiammata ed una moltitudine di curiosi che affollavano la via come si faceva per le impiccagione nel vecchio west. La gente si accalcava solo per gettare un’occhiata a questi uomini che avevano osato disobbedire al decreto reale e che sarebbero stati arsi vivi!
La comitiva reale arrivò rapidamente; il re prese posto ad una distanza di sicurezza dal calore, ma abbastanza vicino per essere testimone della bruciatura dei corpi. “Non impareranno mai questi pazzi ribelli?” avrà probabilmente pensato tra se stesso, “Presto altri tre ribelli non saranno altro che cenere!”
Quindi i tre uomini ebrei furono portati dentro legati mani e piedi. I forti soldati dell’esercito del re li avevano prelevati e portati davanti alla bocca della fornace per gettarveli dentro, ma le fiamme erano così ardenti che i soldati caddero su loro stessi, uno dopo l’altro, uccisi dal calore!
In qualche modo i tre ebrei furono finalmente gettati nella fornace, ma il re era sconcertato. Non c’era alcuna fiammata di corpi che bruciavano, nessun odore di carne bruciata. Egli scrutava dentro il fuoco ed era stupefatto di quello che stava vedendo!
I tre uomini ebrei stavano camminando sopra i carboni, come se camminassero su petali di rosa! Il fuoco aveva soltanto bruciato i loro legami, ed ora le loro mani erano alzate, lodando Dio.
Nebucadnesar si voltò verso uno dei suoi sudditi e disse: “Quanti uomini abbiamo gettato li dentro?”
“Tre o Re”, fu la risposta.
“Ma io ne vedo quattro!” replicò il re, “E nessuno di loro sta bruciando, nessuno e nemmeno ferito ed uno di loro ha l’aspetto del Figlio di Dio!” (vedi Daniele 3:24-25).
Ora come poteva un re pagano riconoscere il Figlio di Dio? Perché la gloria di Cristo non poteva essere nascosta! Ogni volta che gli angeli appaiono nelle Scritture, sono vestiti di bianco e splendono di una luce celeste, ma quest’Uno splendente non era un serafino; non era Gabriele, né Mosè e neppure Elia risorto dalla morte. Era Gesù stesso ed Egli era più splendente che una fiamma sette volte più splendente!
Miei cari questa testimonianza viene da labbra pagane: Cristo era apparso con gli ebrei nella loro crisi! E parla di una situazione di vita o di morte. Questa era la crisi di tutta la vita, una circostanza senza speranza secondo la carne, una di quelle che richiede un miracolo, ma Cristo camminava accanto a questi uomini, confortandoli; era venuto per salvarli e liberarli!
Gesù non era entrato nella crisi degli ebrei per impressionare il re pagano, lo aveva già fatto in un capitolo precedente. Quando Daniele aveva interpretato il sogno di Nebucadnesar, egli aveva dichiarato: “…In verità il vostro Dio è il Dio degli dèi, il Signore dei re…” (Daniele 2:47), ma come se lo era dimenticato presto!
No, questa non era una visita evangelistica. Dio conosceva il cuore vacillante di quel re e sapeva che quel miracolo si sarebbe impresso in quella mente pagana per soli tre giorni circa. Eppure Gesù intervenne nella crisi di quest’uomo per una ragione, soltanto per il loro vantaggio! Egli era venuto per confortarli e salvarli perché li amava, il Signore della gloria aveva impegnato Se stesso verso di loro nella loro ora di crisi, perché essi si erano affidati totalmente a Lui!
La verità è che il nostro Signore non impegna Se stesso in ogni crisi umana; le Scritture dicono che mentre Egli era in Gerusalemme durante la Pasqua: “…molti credettero nel suo nome, vedendo i segni miracolosi che egli faceva. Ma Gesù non si fidava di loro, perché conosceva tutti … poiché egli stesso conosceva quello che era nell'uomo.” (Giovanni 2:23-25).
Gesù conosceva l’inganno che è nel cuore delle persone; conosce quanti sono volenterosi di affidare la custodia della propria vita nelle Sue mani!
Una cosa è credere che Gesù è Dio e Salvatore, ma un’altra è affidare ogni cosa a Lui. Affidare significa “dare in consegna o offrire il carico”; quindi affidarsi a Cristo è tutto quanto significa dare completamente la tua vita a Lui, dando in consegna l’intero tuo essere alle Sue cure, subito dopo Egli impegna Se stesso verso coloro che si affidano totalmente a Lui!
Viviamo in una società impantanata in una crisi dopo l’altra. Conoscete qualcuno che non sta affrontando una crisi o che non ne sia appena uscito fuori? Personalmente conosco molti cristiani che stanno affrontando problemi gravi che minacciano di sopraffarli e di rovinare su loro.
Quale tipo di crisi stai affrontando? È spirituale, finanziaria, mentale, fisica? È il tuo matrimonio, il tuo lavoro, i tuoi affari? Sto parlando di circostanze così serie che solo un miracolo ve ne può tirare fuori, una situazione che sembra senza speranza! Quando vi trovate in una tale crisi avete bisogno che Gesù venga e cammini in essa insieme a voi, soltanto il Figlio del vivente Dio può risolvere il vostro problema, può fare l’impossibile, può tirarvi fuori dalla vostra fornace di afflizione!
Potreste rispondere: “Si, io ho bisogno che Gesù cammini insieme a me attraverso di essa; ho bisogno che venga dentro la mia crisi come lo fece per quegli uomini ebrei. Ma come posso fare? Come posso ottenere che la mia crisi sia affidata a Lui?”
Puoi fare nello stesso modo che fecero Sadrac, Mesac e Abednego portando Cristo nella loro crisi. Questi uomini fecero tre impegni ammirevoli:
“Daniele prese in cuor suo la decisione di non contaminarsi con i cibi del re e con il vino che il re beveva; e chiese al capo degli eunuchi di non obbligarlo a contaminarsi;” (Daniele 1:8).
La parola contaminare suggerisce “essere liberi attraverso il ripudio”. Daniele stava dicendo in altre parole: “Ogni compromesso verso i miei principi, mi deruba della mia libertà”.
Per cui Daniele si impegnò a mangiare solamente legumi e bere solo acqua per dieci giorni. Nessun filetto mignon dalla tavola del re, nessun vino di pregio; quando lo disse al capo degli eunuchi, questi rispose: “Tu mi farai perdere la vita! Tu apparirai malato alla fine dei dieci giorni. Le tue guance saranno incavate e sicuramente il re ne avrà notizia! Prendi, mangia solo un po’ di carne, hai bisogno di proteine; bevi il vino per migliorare il tuo sangue, mangia alcuni di questi dolci per darti energia!”
Mentre studiavo questi versi, mi domandavo: “Perché Daniele volle fare questo tipo di digiuno? Questi uomini ebrei non erano vegetariani.” La risposta probabilmente è che prima di arrivare sulla tavola del re, il vino, la carne e tutte le prelibatezze venivano benedette da sacerdoti idolatri; quindi il cibo era formalmente impuro per i giovani giudei.
Eppure credo che Daniele e gli altri avessero qualcos’altro ancora in mente, che il loro impegno andava oltre l’impurità formale! Quello che sto per dirvi non proviene da alcun commentario biblico, io credo che lo Spirito Santo me lo abbia rivelato. Perché questi quattro uomini ebrei rifiutarono di mangiare il cibo del re?
Per prima cosa questi uomini erano stati presi prigionieri insieme a migliaia di altri loro connazionali. Ora il profeta Geremia aveva incoraggiato i prigionieri giudei a stabilirsi in Babilonia per settant’anni, fino a quando Dio li avesse riportati indietro. Ma in ossequio alla storia di sviamento d’Israele, il popolo probabilmente fu spazzato dai lussuriosi desideri di quella terra; non c’è alcun dubbio Daniele ed i suoi amici videro quanto velocemente e facilmente questi prigionieri si erano compromessi, la dissoluta vita che era in Babilonia li aveva presi in trappola!
Questi quattro uomini erano stati scandalizzati oltre la loro immaginazione, per quello che vedevano quando arrivarono per la prima volta in Babilonia. C’erano della appariscenti prostitute nelle strade, templi pagani ed altari in ogni angolo, aperta ubriachezza e depravazione in ogni dove, ufficiali e capi barcollanti nelle strade, inebetiti ed istupiditi dal vino e dall’alcol. Era una società così perduta, immorale e piena di malvagità, che la sensibilità spirituale di questi quattro uomini ne era aggredita!
Daniele era uno studente dei profeti; aveva gli scritti di Geremia con lui e tali profezie lo avevano convinto che Israele sarebbe rimasto in cattività per settanta anni. Sapeva di vivere in un tempo particolarmente importante nella storia, per cui alcune volte durante il loro inserimento in Babilonia, Daniele aveva preso un impegno con : “… gli uomini che erano con me …” (Daniele 10:7), gli altri tre ebrei che stavano con lui sia nel corpo che nello spirito.
Li immagino mentre conferivano tra loro, condividendo il loro peso verso i compromessi d’Israele. Allora Daniele si era alzato per dire: “Avete visto quello che ho visto io in queste strade! Eppure quello che sembra così scioccante per noi ora, presto diverrà una cosa normale nel mezzo del nostro popolo, se non ci determiniamo a vivere differentemente. Non passerà molto tempo che i nostri connazionali sembreranno, parleranno e vivranno come questi Caldei. Chiunque sarà preso nella sensualità, i nostri pastori cercheranno comodità e prosperità, i nostri conduttori si comprometteranno. Le nostre sinagoghe saranno piene di miscugli, corruzione, doppie regole. Tutti avranno una forma di fede, ma perderanno la potenza in Dio.
“Dobbiamo prendere posizione! Dio avrà bisogno di voci in questi tempi di sviamento. Dobbiamo deporre la nostra vita immediatamente, oppure la luce d’Israele si spegnerà completamente!”
Ed ora i quattro si diedero un impegno, dicendosi l’un l’altro: “Non oseremo comprometterci; non oseremo adottare questi principi morali. Non oseremo sporcare i nostri spiriti con musica pagana, alcol, uno stile di vita demoniaco; non lasceremo che lo spirito di Babilonia corrompa la nostra fede. Ci separeremo e saremo disciplinati nel nostro cammino di fede!”
Questi quattro uomini ebrei rimasero liberi ripudiando lo stile di vita babilonese. Non era soltanto una questione di cibi, ma qualcosa che includeva il loro intero stile di vita; era ciò che riguardava una vita nascosta di separazione!
Eppure questi uomini non andavano in giro a predicare il loro modo di vivere agli altri; non facevano pubblicità al loro cammino disciplinato, era una questione strettamente tra loro e Dio.
Vi chiedo: quando Dio era pronto per parlare a quella nazione ed al Suo popolo, chi avrebbe dovuto scegliere come proprio portavoce? Chi sarebbe stata la voce del Signore, la Sua testimonianza incontaminata verso un impero già condannato? Questi quattro uomini fedeli!
Mentre guardo questa nostra società condannata, vedo una nazione che si disintegra velocemente in modo terrificante, includendo anche il corpo di Cristo! La chiesa è stata penetrata dallo spirito di Babilonia – un messaggio di mescolanza, con moltitudini che si conformano agli usi mondani. Spesso grido nella mia stanzetta della preghiera: “Oh Dio, dov’è la Tua voce in questa nazione? Dov’è il popolo Tuo che vive una vita separata, che si alza per dare una parola profetica? Dove sono i Tuoi intransigenti portavoce?”
In questi tempi dove ogni cosa è in crisi, dove sono tali voci? Dove sono le congregazioni, i credenti che scendono in campo per essere una voce di Dio nel loro lavoro, dentro la loro famiglia, nel loro cammino quotidiano?
Ciò è quanto chiesero a se stessi quei quattro uomini ebrei; questo è il motivo per cui si impegnarono in uno stile di vita puro! Le loro ferme decisioni e la loro testimonianza di un cammino santo, debbono aver creato un incredibile impatto sul piccolo Ezra, Neemia e Zorobabele; debbono avere ispirato i 43.000 che resistettero fermamente.
Si, le sante vite di questi quattro uomini fecero nascere un santo rimanente! Miei cari, voi non potete essere la voce di Dio se non conducete una vita separata, santa! Dio non può usarsi di voi se il vostro cuore è corrotto e contaminato da questa età malvagia; bisogna prendere un impegno decisivo!
Vi chiedo: quando siete in crisi vi trovate a gridare: “Signore dove sei quando ho bisogno di Te? Non ti curi della mia liberazione?”
Ma che fareste se il Signore vi dicesse: “Dove sei quando Io ho bisogno di un portavoce? Io ho bisogno di voci in questi tempi peccaminosi, vasi puri attraverso i quali Io possa parlare; dici che Mi vuoi nelle tue crisi, ma tu rimani una parte del sistema malvagio e mondano. Dimmi sei impegnato nei Miei propositi?
“Volsi perciò la mia faccia verso Dio, il Signore, per dispormi alla preghiera e alle suppliche, con digiuno, con sacco e cenere. Feci la mia preghiera e la mia confessione al SIGNORE, al mio Dio … Io parlavo, pregando e confessando il mio peccato e il peccato del mio popolo Israele…” (Daniele 9:3-4,20). Questa è la prova; essi erano uomini di preghiera!
Vedete, il loro primo impegno che si diedero, vivere una vita separata, doveva essere supportata da un secondo impegno: diventare dei ricercatori di Dio. Effettivamente è impossibile vivere una vita santa senza trascorrere molto tempo sulle ginocchia, cercando Dio per avere la potenza e l’autorità di condurre una tale vita.
Non comprendete male, preghiere fatte con fede non vi porteranno fuori da una crisi. Al contrario sembrerà proprio che vi porti dentro una fornace infiammata o una tana di leoni, ma le preghiere vi preparano ad affrontare il tutto con fede, per diventare un sacrificio vivente per la causa di Gesù!
La preghiera di Daniele lo aveva condotto dritto dentro una tana d leoni; questa prova sopravvenne dopo quella dei quattro uomini ebrei, quando Daniele aveva circa ottant’anni! Questo potrebbe spaventarvi, se pensate quanto tempo possa trascorrere prima di non avere più altre crisi. Forse pensate di aver imparato tutto sulle vostre più “importanti” prove, dopo un certo numero di anni nel Signore; in questo episodio Dio sta permettendo che uno dei suoi più grandi guerrieri di preghiera, un uomo con uno spirito calmo e dolce, affronti le crisi della sua vita dopo decenni di fedeli intercessioni!
Miei cari, le prove finiranno solo quando Gesù verrà, o quando morirete in Cristo! Il tempo delle prove finirà non nel momento in cui non dovrete più affrontare una fornace ardente o una tana di leoni; finirà quando poggerete il vostro capo sul Suo petto!
Questo è il motivo per cui la preghiera è così importante. Potete impegnarvi a vivere una vita incontaminata, ma quell’impegno non potrà essere portato a compimento senza avere contemporaneamente un impegno a ricercare Dio. Tutti i sermoni che convincono di peccato, tutti i potenti libri sulla santità, tutte le esortazioni del mondo non possono aiutarvi a mantenere un impegno di una vita santa e separata; ogni cosa cadrà, a meno che non vi siate impegnati ad essere un devoto ricercatore di Dio!
Poche settimane fa, sono andato al Padre chiedendo: “Signore, perché richiedi preghiera per qualunque cosa? Perché non operi alcunché se non tramite la preghiera?”
Il Signore rispose: “David è impossibile amarMi senza ricercarMi. Come può un Mio figliolo dire che Mi ama, quando invece mi trascura in continuazione per giorni? La preghiera è il barometro della devozione verso di Me; il vero amore ti attira alla Mia presenza!”
Certamente la fede deve essere illuminata dalla Parola di Dio; in fin dei conti la fede viene dall’udire. Ma una volta che la fede è accesa, la preghiera la tiene ardente! Fa esplodere la nostra fede. Parlando di una fornace arroventata sette volte di più ardente: la preghiera aumentò la fede dei quattro uomini ebrei fino a che non fu più ardente di quelle fiamme infuocate!
Quando il re Nabucodonosor chiamò fuori dalla fornace quegli uomini, disse: “…Benedetto sia il (vostro) Dio … il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i suoi servi che hanno confidato in lui… hanno esposto i loro corpi per non servire né adorare alcun altro Dio che il loro.” (Daniele 3:28). Ancora una volta la testimonianza proviene da labbra pagane: Questi uomini hanno sottomesso i loro corpi a Dio!
Eppure essi lo avevano fatto molto tempo prima di affrontare la fornace; vedete, la preghiera è il processo che sottomette i nostri corpi al Signore, per essere un sacrificio vivente e questi uomini sacrificavano ogni giorno in tale modo. Rimanevano in preghiera per giorni, settimane, diventando intimi con il Signore.
Dopo un poco, compresero che morire era guadagno. La morte li avrebbe portati più vicino a Lui che essi amavano così tanto!
“Nabucodonosor disse loro: … ma se non la adorerete, sarete immediatamente gettati in una fornace ardente; e quale Dio potrà liberarvi dalla mia mano?” (Daniele 3:15).
Questi uomini stavano affrontando la peggiore crisi possibile che un essere umano potesse affrontare; se Dio non fosse intervenuto a liberali tramite un miracolo, sarebbero morti!
Questa è esattamente il tipo di crisi di cui vi sto parlando. Può darsi che avete una afflizione fisica grave, forse il vostro matrimonio è in una crisi aldilà delle vostre forze per poterla risolvere o mettere a posto. Dite: “Ho pregato, digiunato, fatto ogni cosa, se Dio non entra in scena adesso non ce la potrò fare!”
Cosa porterà Cristo nella vostra crisi? Egli viene quando fate lo stesso impegno che i tre figlioli ebrei fecero: “Sadrac, Mesac e Abed-Nego risposero al re: «O Nabucodonosor, noi non abbiamo bisogno di darti risposta su questo punto. Ma il nostro Dio, che noi serviamo, ha il potere di salvarci e ci libererà dal fuoco della fornace ardente e dalla tua mano, o re. Anche se questo non accadesse, sappi, o re, che comunque noi non serviremo i tuoi dèi e non adoreremo la statua d'oro che tu hai fatto erigere».” (versi 16-18).
In altre parole: “Sembra che non ci sia speranza, se Dio non compie un miracolo per noi, saremo morti. Eppure il nostro Dio è capace di liberarci da questa crisi ardente! Ma anche se non lo facesse noi non lo abbandoneremo. Vivi o morti crederemo in Lui!”
Miei cari questo è il tipo di fede che fa gioire gli angeli e benedice il profondo del cuore di Dio; è una fede che dice: “Signore io sono convinto, totalmente persuaso che sei capace di liberarmi. Se dici solo una parola, ogni cosa sarà passata.
“Ma anche se non lo facessi, non ti lascerò, non ti accuserò di avermi abbandonato, rimarrò fedele e sincero. Le Tue vie sono più alte delle mie, Signore e la mia vita è nelle Tue mani; sebbene u mi uccidessi, ancora avrei fede in Te!”
Questo è ciò che porta Cristo nella nostra crisi: la piena fiducia che Egli è capace di soccorrerci e liberarci da qualunque crisi! È la fiducia per cui, qualunque cosa accada, siamo nelle Sue mani.
Per favore comprendetemi – Dio avrebbe potuto liberare questi tre uomini in innumerevoli modi, poteva semplicemente cambiare i pensieri nella mente di Nabucodonosor; oppure avrebbe permesso che fuggissero. Dopotutto Mosè fuggì, e lo fecero anche Giuseppe e Davide.
Ma questi tre uomini ebrei avevano uno speciale tipo di fede verso il quale il Signore rispose molto rapidamente: essi avevano fiducia nella fedeltà di Dio! Essi erano persuasi che Egli avrebbe fatto ciò che era meglio per loro e per la Sua propria gloria.
Questo è il motivo per cui non li vedete “reclamare i loro diritti” come credenti e neppure trascorrere il loro tempo cercando di fortificare la fede l’uno dell’altro, citando le promesse. No, andarono con una quieta dignità verso la fornace dicendo: “Dio è capace! Ma anche se non…”
Indubbiamente, quest’ultima frase renderà indignate molte persone; li posso sentir dire: “Oh no pastore, questo è negativo! Lascia spazio per i dubbi, dobbiamo soltanto dire ‘Dio è capace’ – stop!”
Io credo con tutto il mio cuore che Dio è capace, credo che può proferire una parola e liberare chiunque in un momento. Ma considerate questo: Se questi uomini ebrei non fossero stati in grado di dire: “Ma anche se non …” se non avessero avuto quella tale fede, che cosa avrebbero fatto nel loro momento di crisi? Avrebbero cominciatoa protestare mentre si avvicinavano al fuoco? Avrebbero finito per gridare: “Dio hai fallito nel mantenere la Tua Parola, ci hai abbandonato!”
No, erano preparati per morire! Potevano affermare: “Signore, anche se debbo soffrire, se il mio corpo brucerà e la mia carne bruciata riempirà l’aria di fetore, io continuerò ad avere fede in Te; crederò in Te, anche se non riceverò l risposta alla mia preghiera!”
Molti di noi non hanno una fede che riuscirebbe ad usare le audaci parole che questi uomini usarono: “Ma anche se non …”. Vi chiedo, cosa farete se non riceverete le vostre risposte? Accuserete Dio di trascurarvi o di non amarvi? Che tragedia sarebbe andare verso la fornace gridando: “Dio, dove sei? Mi hai abbandonato!”
I tre uomini ebrei andarono nel fuoco con i loro corpi già morti al mondo. Erano in grado di offrire i loro corpi con gioia, come sacrificio vivente, e Gesù letteralmente li incontrò nella loro crisi! Che incredibile ricompensa, avere Cristo che cammina con loro attraverso il loro periodo più difficile.
Cosa pensate che possano aver detto a Gesù quando Egli si mostrò nella fornace? “oh grazie Signore! Grazie per non averci fatto provare il dolore, grazie per averci dato un’altra possibilità – per qualche altro anno!”
No, assolutamente! Io credo che hanno detto: “Signore prendici con Te! Non lasciarci qui. abbiamo toccato l’estasi, la gloria e non vogliamo tornare indietro! Portaci a casa con Te”. Avrebbero preferito stare con Lui! Gesù conosce questo tipo di cuore, ed è per questi che Egli impegnò Se Stesso.
Sei in grado di dire: “Signore, portami a casa? Forse non hai mai imparato a rimettere il tuo corpo, i tuoi affari,il tuo matrimonio, la tua crisi nelle mani di Dio. Si dobbiamo sempre pregare con fede, credendo che Dio risponderà; ma dobbiamo avere completamente in Lui nelle nostre situazioni, dicendo nel nostro cuore: “Ma anche se non, Signore, io continuerò ad aver fede in Te!”
Pregate ora con me: “Signore Tu sei capace di liberarmi da questa fornace ardente, ma anche se non, io continuerò a credere! Anche se dovrò andare in mezzo a questa orribile prova, anche se dovrò affrontare più sofferenza, più prove, io rimetto ogni cosa in Te. Vieni e cammina insieme a me attraverso di essa!”
Vi prometto che Gesù Cristo verrà nella vostra crisi, vi prenderà per mano e vi guiderà attraverso il fuoco!
Considero la venuta di Cristo nella mia crisi, la più grande risposta possibile, perché quando Egli viene la Sua presenza mi innalza dai miei dolori, dalle mie ferite, dalla mia confusione. Quando Gesù compare vicino a te, ti prende per mano e ti stabilisce fermamente. *Alleluia*