Sei stato reso libero
Lascia che ti ponga una semplice questione: sei stato reso libero? Probabilmente penserai: “Certamente! Sono stato lavato, redento e reso santo da Gesù, e vivo per lui. Questa è la testimonianza di ogni credente”.
Da questo consegue una domanda: la tua vita di tutti i giorni riflette la gloriosa libertà che hai appena descritto? I tuoi amici, la tua sposa o i tuoi figli direbbero che sei stato reso libero? O sei come una moltitudine di cristiani che si sentono come su un'altalena spirituale? Il tuo camminare con cristo è claudicante, sembrando spirituale per un momento e carnale subito dopo?
Noi accettiamo per fede le grandi verità teologiche riguardo al lavoro di Gesù per noi: salvezza, redenzione, santificazione, liberazione. Eppure, per molti di noi, queste sono 'verità spirituali' che esistono in un altro mondo. Noi cantiamo e glorifichiamo in chiesa ogni settimana riguardo ciò che Gesù ha fatto per noi, ma il dono della libertà è una realtà nella nostra vita di tutti i giorni?
A volte tutti quanti abbiamo difficoltà nel restare puri nel pensiero e nelle azioni. Magari questa settimana hai detto qualcosa di poco gentile a tua moglie e stai rimuginando: «Cosa non va in me? Perché non posso essere una benedizione per il mio matrimonio?» Se sei una persona giovane, magari stai ripetendo abitudini che non vuoi avere, chiedendoti: «Riuscirò mai a liberarmene?»
Ogni volta che cadiamo nel nostro camminare con Dio (il che accade spesso) ci chiediamo: «Dio mi ha davvero reso libero?» Se tu rispondi di no, se ti senti bloccato in una vita di alti e bassi, forse dubiti del tuo essere in Dio; magari metti in dubbio anche la tua salvezza. Amico mio, questa non è libertà. Dunque, cosa vuol dire essere davvero liberi in Cristo?
La prima cosa che devi sapere è che Dio racconta la storia della tua vita in maniera diversa da come lo fai tu.
La prima prova riguardo questo arriva da Gesù, che dice: «E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un'ora sola alla durata della sua vita? (…) Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più» (Matteo 6:27, 33).
Ultimamente mi sono preoccupato di una cosa davvero importante: la mia età! Quando avevo vent'anni, guardavo mio padre cinquantenne e pensavo: “Quant'è vecchio”. Ora che sono un cinquantenne abbondantemente nella seconda metà della sua vita, comincio a preoccuparmi. Ma cosa dice Gesù in risposta alle mie preoccupazioni? «Gary, puoi aggiungere una singola ora alla durata della tua vita? Non essere ansioso».
Cristo offre le stesse parole a tutti quanti noi mentre siamo inquieti a causa della nostra vita spirituale: Non essere ansioso. Non importa quanto ti senti abbattuto e traballante quando cammini con lui; ha dichiarato: “sei una nuova creatura”. Nel momento in cui scegli di seguire Gesù, lui ti rende una nuova creatura, per sempre. Anche quando credi di essere troppo sviato, Gesù dice il contrario: «Non essere ansioso. Ho già fatto io tutto ciò che serve perché tu possa avere comunione con me».
Come pastore ho notato un problema molto diffuso, quando la gente viene nel mio ufficio per chiedere consiglio, spesso mi dice stancamente: “Ho deluso le aspettative di Dio; il mio peccato mi ha allontanato dalla comunione con il Signore”. Pensano che i loro peccati facciano svolazzare via lo Spirito Santo come fosse una colomba, che poi resta sospesa in aria finché i loro cuori non ritornano a posto.
Questi sono tutti credenti sinceri, eppure non potrebbero sbagliarsi di più riguardo Dio. Il momento in cui pecchiamo è quello in cui abbiamo più bisogno della comunione con Cristo! Gesù non ci abbandona ai nostri peccati. Egli intercede per noi, andando al Padre e mandandoci lo Spirito a rammentarci la sua grazia, una grazia basata sul suo sangue sparso, non sulle nostre capacità.
Certo, la bibbia e lo Spirito Santo convincono di peccato. Ma non dobbiamo essere ansiosi riguardo le conseguenze del nostro peccare. La grazia di Dio è molto più potente di qualunque demone, della nostra natura peccatrice e di qualunque montagna di colpe. Quindi la conseguenza del nostro peccato dev'essere di riposare in Cristo! Non abbiamo bisogno di ristabilire la nostra comunione con lui, perché è già al lavoro convincendoci, lavandoci e pulendoci. Non ci abbandona mai; la vita di Dio è in noi. Il suo lavorare devotamente in noi non finisce mai, anche quando noi smettiamo di essere devoti!
Una grazia così meravigliosa è difficile da comprendere durante il frustrante corso delle nostre vite.
Molti di noi ammetteranno di sentire raramente la grazia di Dio al lavoro. Ecco perché siamo portati a dubitare che la sua presenza sia in noi. Paolo ha illustrato il problema ai Galati, scrivendo: «Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne» (Galati 5:16).
Sembra piuttosto semplice. Purtroppo, abbiamo la tenenza a prendere questo consiglio di Paolo come una duro comandamento da obbedire con sforzo. Stringiamo i denti e diciamo: “Oggi camminerò nello Spirito”. Poi, appena inciampiamo pensiamo di non essere spirituali. Quindi ci sforziamo ancora di più di camminare nello Spirito. Di colpo, ci troviamo di nuovo sotto la legge, perché ci siamo concentrati sulle nostre abilità carnali, invece di credere che siamo già nello Spirito.
Paolo dice: «Se siete guidati dallo Spirito, non siete sotto la legge» (5:18). In altre parole: lo Spirito di Dio abita in te, dandoti perennemente accesso alla sua grazia, che ti rende forte. Quando Paolo dice: “cammina nello Spirito”, intende dire: “Cammina nella grazie, non nella legge”.
Successivamente, Paolo ci mostra i risultati del camminare nello Spirito: «Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge» (5:22-23). Prendiamo nota: queste cose non risultano da ciò che facciamo, sono il frutto della giustizia che Dio ha messo in noi, il risultato del suo lavoro in noi.
A volte puoi non sentirti molto amorevole, ma l'amore è in te; ce lo ha messo Dio. Puoi non sentire gioia e pace, ma Dio ha piantato entrambe profondamente in te. Il suo Spirito lavora in te ogni istante di ogni giorno, per la sua grande gloria e per la tua completa benedizione.
Allora, perché ci sentiamo perennemente in battaglia? È come un nei vecchi cartoni, dove un diavoletto appare su una spalla e un angioletto sull'altra, litigandosi per la nostra attenzione. Noi siamo in una battaglia, ma non di questo tipo. Paolo mostra il nostro vero dilemma in Romani 7: «Sappiamo infatti che la legge è spirituale; ma io sono carnale, venduto schiavo al peccato. Poiché, ciò che faccio, io non lo capisco: infatti non faccio quello che voglio, ma faccio quello che odio (…) Difatti, io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene» (Romani 7:14-15, 18).
Paolo non mitiga le parole mentre descrive la sua condizione: “Io sono della carne. Faccio male tutto il tempo. Nessun bene abita in me”. È dunque questa la descrizione basilare di un cristiano per Paolo? Sta dicendo che tutti i nostri giorni saranno pieni di tali conflitti? Per niente. Eppure Paolo va oltre: «Quando voglio fare il bene, il male si trova in me. Infatti io mi compiaccio della legge di Dio, secondo l'uomo interiore, ma vedo un'altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e mi rende prigioniero della legge del peccato che è nelle mie membra. Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte?» (7:21-24).
Molti cristiani si fermano qui e dicono: “Sono io! Sono salvo ma la mia vita è infelice. Dio non potrà usarmi in nessuna maniera. Spendo tutte le ore a combattere il peccato”. Il problema è che questi cristiani non sanno di essere in Cristo, e questo è esattamente ciò che intende Paolo. Prima fa una perfetta descrizione del nostro dilemma, mostrando la nostra infelice condizione, e chiede: «C'è una qualche via d'uscita? Come posso essere liberato da questo? È impossibile con le mie sole forze».
Poi, in uno dei più splendidi passaggi di tutta la scrittura, Paolo ci fornisce la risposta divina alla condizione umana: «Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore (…) Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla morte» (7:25 8:1-2)
C'è una nuova legge che lavora in te, perché c'è un nuovo sceriffo in città! Gesù, il nuovo sceriffo, ha cacciato quello vecchio e corrotto, il 'vecchio uomo' della tua carne. Tu non vivi più sotto la legge del peccato e della morte, perché “la legge dello Spirito ti ha reso libero in Cristo Gesù”.
Potresti chiedere: “Allora perché c'è ancora una folle battaglia in me?”
Lascia che te lo dica, il peccato non ha più alcun potere in te. Le forze che vengono a te arrivano dall'esterno, da Satana, dal mondo, dalla tua natura umana, non da dentro la tua vecchia, morta, natura peccatrice. Ho ancora una natura umana, pronta a essere agitata dal peccato, ma non ho la mia vecchia natura di peccatore. Cristo l'ha messa a morte. Il vecchio, corrotto sceriffo può urlarti da fuori dei confini della città: «Non sei spirituale o non avresti questi pensieri e tentazioni». Ma, nel mentre, il nuovo sceriffo ha eretto un cartello che dice: “Se vivi qui, sei libero”.
Questo non significa semplicemente che sei libero dalla punizione per il peccato. Paolo dice chiaramente: “La legge dello Spirito ti ha reso libero in Cristo Gesù dalla legge del peccato e della morte”. Questo vuol dire che non sei più sotto la legge del peccato, ma sei libero di camminare nello Spirito per grazia. Il vecchio uomo è andato, tutte le cose sono diventate nuove. Non devi più dire: «Non posso fare quello che desidero». Il tuo nuovo motto è: «Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica» (Filippesi 4:13). Sì, tu puoi, non con la tua abilità, ma attraverso Cristo, che ti ha ripulito e ti ha chiamato giusto per la sua grazia.
«Infatti, ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha fatto» (Romani 8:3). Non possiamo sforzarci di diventare giusti, Dio ha stabilito la sua giustizia in noi tramite suo figlio, «Affinché il comandamento della legge fosse adempiuto in noi, che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo Spirito» (8:4).
Quindi, cosa devo fare per essere giusto? Niente. Devo raggiungere la salvezza in timore e tremore, ma facendolo in libertà, perché i requisiti di giustizia da parte della legge sono stati adempiuti. Non devo più attaccarmi con fatica a Gesù, mi ha riempito col suo Spirito. Non c'è più nessuna condanna verso di me perché egli ha adempiuto i comandamenti della legge. Nulla è più richiesto; egli ha già raggiunto i requisiti per essere giustificato, fatto santo e giusto.
Sei ansioso? Tormentato dai tuoi fallimenti? Ti chiedi mai: «C'è una libertà per me? C'è una liberazione? Funzionerà mai una vita cristiana?» La risposta di Gesù è: «Tu sei stato reso libero!»
Non è un qualche tipo di verità da ottimista fuori dal mondo, ma è la realtà che Dio dichiara su di te. È la storia che racconta al diavolo riguardo la tua vita, quando giunge l'accusatore.
Fai questa preghiera: «Dio, so quello che hai fatto per me, ma ho vissuto come se non l'avessi fatto. Fissalo nel mio cuore adesso. Posso camminare nello Spirito, sapendo che tu hai fatto tutto per rendermi giusto. Amen!»