Vivere Nel Miracoloso!

Non riesco a leggere il libro degli Atti senza vergognarmi! Gli apostoli vissero e ministrarono nel regno del miracoloso. Persino uomini comuni come Stefano e Filippo, uomini che servivano durante le mense, furono potenti nello Spirito Santo, operando miracoli e sobillando intere città. Chi può leggere il libro degli Atti senza meravigliarsi per tutti i miracoli che Dio fece per mezzo loro e fra di loro? Angeli che apparivano, sciogliendo loro le catene e conducendoli fuori da prigioni di massima sicurezza. Avevano visioni potenti, chiare e dettagliate. Pietro era così pieno di Spirito Santo che si portavano i malati per strada con le barelle affinché la sua ombra potesse ricoprirli e guarirli (Atti 5:15). Zoppi venivano guariti ed entravano saltellando nel tempio; miracoli speciali sono registrati da questo libro: "E Dio faceva prodigi straordinari per le mani di Paolo, al punto che si portavano sui malati degli asciugatoi e dei grembiuli che erano stati sul suo corpo, e le malattie si allontanavano da loro e gli spiriti maligni uscivano da loro" (Atti 19:11-12).

Perché non viviamo oggi in questo regno miracoloso? Dov'è oggi la potenza apostolica di Gesù Cristo? Non sto parlando di riunioni di liberazioni e di stelle evangelistiche con il dono di guarigione. Sto parlando di uno stile di vita miracoloso per ogni vero credente. Dio non è cambiato; lo siamo noi. Lo stesso Signore è con noi - abbiamo le stesse promesse e Dio è ancora più disposto ad operare. Ma sfortunatamente, oggi c'è l'idea che non abbiamo bisogno dei miracoli. Si dice: "Questa generazione ha una rivelazione maggiore; è più educata, più informata. Non ci aspettiamo che il Signore operi oggi come allora, perché quello che accadde allora serviva solo per stabilire la chiesa".

La mia risposta a questo ragionamento è che se a quel tempo c'era bisogno di miracoli per rafforzare la chiesa, ne abbiamo ancora più bisogno alla fine dell'età della chiesa! Gli uomini malvagi si sono moltiplicati ed il peccato è abbondato ancora di più. Sono aumentati i seduttori, la violenza non si può più controllare, e l'inferno ha allargato i suoi confini. Satana è sceso con grande potenza. E mentre le dottrine di demoni scorrono come un fiume in piena, l'apostasia diventa sempre peggiore.

Stiamo cadendo sempre più in basso. Satana ha i suoi angeli che pretendono di essere grandi evangelisti ed insegnanti. Gli aborti hanno riempito la terra di sangue innocente. Genitori molestano i loro propri figli - si abusa perfino dei neonati. La nostra gioventù è inondata da cocaina, crac, eroina ed alcol che vengono vendute perfino nelle scuole, devastando ed uccidendo, trasformando gli adolescenti in malati, ladri ed assassini. Nuove malattie come l'AIDS e l'herpes si stanno diffondendo in tutto il mondo.

Abbiamo più bisogno di Gesù - c'è più bisogno della Sua salvezza, della Sua potenza guaritrice, dei miracoli, molto più delle generazioni passate! Gli apostoli sapevano qual era il costo di una vita vissuta nel miracoloso e furono ben disposti a pagarlo, ma noi non vogliamo pagare il prezzo.

Il Libro degli Atti è il racconto di uomini e donne di Dio che cercavano la faccia di Dio. Dall'inizio alla fine, ci afferma che la preghiera fa muovere Dio, sia che venga fatta in un alto solaio, o in una prigione, o in una qualche casa segreta, di nascosto alle autorità, o in casa di Simone o su una strada chiamata Diritta - queste persone pregavano! Pregavano di mattina, a volte di notte - pregavano senza sosta. Cornelio già pregava. Pietro pregava sul tetto di una casa. Sulla riva del mare, nel tempio, o nel deserto, cercavano continuamente il Signore. Spendevano ore e giorni con Dio, fin quando non ricevevano una guida chiara e dettagliata. Quali incredibili informazioni specifiche Dio diede loro!

Anania, che viveva nel miracoloso, era un uomo di Dio consacrato alla preghiera. "Or a Damasco vi era un discepolo di nome Anania, al quale il Signore disse in visione: Anania! Ed egli rispose: Eccomi, Signore! E il Signore a lui: Alzati e recati nella strada detta Diritta, e cerca in casa di Giuda un uomo di Tarso di nome Saulo, che sta pregando; egli ha visto in visione un uomo, di nome Anania, entrare e imporgli le mani perché ricuperi la vista" (Atti 9:10-12). Ascoltate quali istruzioni dettagliate Dio gli diede: "Vai!". Gli disse per filo e per segno quale casa fosse, qual era il nome del proprietario, e quello dell'uomo per il quale avrebbe dovuto pregare. Poi Dio gli disse: "Lui sa che stai andando. Conosce perfino il tuo nome. E sa quello che farai, perché io gli ho detto tutto!". Perché il Signore aveva dato a questo nuovo convertito questi dettagli specifici? Perché "..stava pregando". Per tre giorni Saulo aveva digiunato e pregato. Non diceva: "Signore, cosa puoi fare per me?". Ma piuttosto: "Signore, cosa vuoi che faccia per Te?". La sua visione di Gesù lo aveva così consumato che aveva immediatamente dimenticato tutto e da quel momento in poi si era messo al servizio del Signore.

Se Saulo si fosse convertito ai giorni nostri, sarebbe stato coinvolto in un giro di affari tipico del nostro secolo: sarebbe stato intervistato dai mass-media, avrebbe scritto un libro di grande successo, avrebbe avuto inviti a dare la sua testimonianza in ogni chiesa. Perché oggi molti ricevono salvezze miracolose come Saulo, ma al contrario di lui, presto cadono in confusione e non sanno quello che devono fare? Dio disse a Saulo: "Alzati ed entra nella città, e ti sarà detto ciò che devi fare" (Atti 9:6). Dio stava dicendo: "Vai a pregare! Cerca la Mia faccia ed impara ad aspettarmi. Fammi vedere che ne vuoi sapere più di Me!". Non ebbe alcuna direzione, nessuna visione, fin quando non trascorse tre giorni in preghiera. Ma che cosa potente e miracolosa gli accadde durante la preghiera - Saulo dovette conoscere la voce di Dio ed imparare la Sua guida. Nonostante fosse un credente appena nato, aveva già chiare istruzioni da parte di Dio. Saulo non aveva bisogno di un consigliere o di un profeta che gli mostrasse cosa fare; non aveva bisogno di qualcuno con una parola di conoscenza perché il Signore aveva detto: "...io gli mostrerò" (Atti 9:16).

Posso immaginarmi che un predicatore fondamentalista vada da Saulo prima che arrivi Anania: lo vede buttato sul pavimento, che piange e grida: "Gesù, rivelati in me, ma non solo a me". Il fondamentalista dice: "Fratello Saulo, sei stato salvato in modo così miracoloso. Cosa vuoi di più? Prendilo per fede. Stai proprio per diventare un fanatico. Non sai che ci sono anime lì fuori che stanno morendo? Dio ti ha chiamato ad evangelizzare. Testimoniare è la volontà di Dio, perciò alzati subito e vai a vincere il mondo per Gesù!". Saulo risponde: "Fratello, non mi muovo! Per favore, perdonami, ma sto aspettando un uomo di nome Anania. Sei Anania?". Il fondamentalista incalza: "Sei pazzo? Chi ti ha detto che sta per venire quell'uomo? Chi ti ha detto che sta per venire per importi le mani sugli occhi?". Saulo rispose: "Me lo ha detto il Signore in una visione! Conosco il suo nome e so già quello che farà. So che sarò guarito".

In questo stesso scenario, entra uno che predica prosperità e successo. "Fratello Saulo, ti ho portato una copia autografata del mio ultimo libro, 'I Diritti del Patto'. Sono qui per dirti che Dio vuole che il nuovo Saulo cammini in prosperità e goda sempre di ottima salute. Se imparerai i miei consigli per il successo e la prosperità, non dovrai più piangere ed agonizzare come stai facendo in questi ultimi giorni. Reclama i tuoi diritti! Hai solo bisogno di avere fede! E' tutto a disposizione di chi chiede!". A quest'uomo Saulo risponde: "Mi dispiace, fratello! Il Signore mi sta mostrando quante cose dovrò soffrire per il Suo nome! Sto aspettando Anania. Non posso reclamare proprio niente, né posso muovermi fin quando non verrà e mi imporrà le mani. Dio mi dirà cosa dovrò fare dopo". L'insegnante risponde: "Ma sei ancora un bambino nella fede. Io sto camminando con Dio già da molto tempo e ho rivelazioni e conoscenza. Lascia che ti insegni!". La semplice risposta di Saulo è: "Tutto quello che so è che Egli mi è apparso e mi ha parlato!".

Poi c'è Pietro, che prega sul tetto. A sessanta chilometri di distanza, in Cesarea, c'è Cornelio che prega "sempre". "Or vi era in Cesarea un certo uomo di nome Cornelio, centurione della coorte, detta Italica; egli era un uomo pio e timorato di Dio con tutta la sua casa, faceva molte elemosine al popolo e pregava Dio del continuo. Egli vide chiaramente in visione, verso l'ora nona del giorno, un angelo di Dio che entrò da lui e gli disse: Cornelio! Ed egli, guardandolo fisso e tutto spaventato, disse: Che c'è, Signore? Allora l'angelo gli disse: Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite davanti a Dio, come una ricordanza; or dunque manda degli uomini a Ioppe e fa chiamare Simone, soprannominato Pietro. Egli si trova presso un certo Simone, conciatore di pelli, che ha la casa vicino al mare; egli ti dirà ciò che devi fare" (Atti 10:1-6). Ancora istruzioni dettagliate! La città era Ioppe, la casa era quella di Simone, e l'uomo che aveva la risposta era un certo Pietro.

Nel frattempo, "...Pietro salì sul terrazzo della casa, verso l'ora sesta, per pregare" (Atti 10:9). "Fu rapito in estasi..." (Atti 10:10), ed egli ebbe una visione. "Mentre Pietro stava riflettendo sulla visione, lo Spirito gli disse: Ecco, tre uomini ti cercano. Alzati dunque, scendi e vai con loro senza alcuna esitazione, perché sono io che li ho mandati" (Atti 10:19-20). Pietro si reca nella casa di Cornelio ed incontra un uomo di preghiera che parla di angeli che lo hanno visitato, che gli hanno dato una guida soprannaturale. "E Cornelio rispose: Quattro giorni fa avevo digiunato fino a quest'ora, e all'ora nona pregavo in casa mia, quand'ecco un uomo si presentò davanti a me in veste risplendente e disse: Cornelio, la tua preghiera è stata esaudita e le tue elemosine sono state ricordate davanti a Dio. Manda dunque qualcuno a Ioppe e fa chiamare Simone, soprannominato Pietro; egli si trova in casa di Simone, conciatore di pelli, presso il mare; e, venuto che sarà, egli ti parlerà. Così mandai subito a chiamarti, e tu hai fatto bene a venire; ora noi siamo tutti qui alla presenza di Dio per udire tutte le cose che Dio ti ha comandato" (Atti 10:30-33). Lo Spirito Santo è così specifico che dà perfino i nomi: "...chiama Simone, il cui soprannome è Pietro" (verso 32). State certi che Cornelio ha chiamato l'uomo esatto (dato che Pietro stava con un'altra persona chiamata Simone), perché Dio gli disse che il suo nome era Simon Pietro!

Per tutto il libro degli Atti si leggono queste parole, "Dio disse loro...", "Il Signore disse...", "Lo Spirito Santo disse...", "L'angelo disse...", i cieli non erano chiusi. Avevano la mente chiara del Signore, non c'era niente di incerto o insicuro in quello che sentivano. Erano istruzioni molto pratiche, molto dettagliate, molto chiare. Ma la parola dal cielo veniva solo dopo molta preghiera, dopo molto tempo di comunione con Dio in segreto. "Or nella chiesa di Antiochia vi erano profeti e dottori: Barnaba, Simeone chiamato Niger, Lucio di Cirene, Manaen, allevato insieme ad Erode il tetrarca, e Saulo. Or, mentre celebravano il servizio al Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: Mettetemi da parte Barnaba e Saulo per l'opera al quale io li ho chiamati. Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono. Essi dunque, mandati dallo Spirito Santo, scesero a Seleucia e di là si imbarcarono per Cipro" (Atti 13:1-4). Digiunarono e pregarono fin quando arrivò la parola; poi digiunarono e pregarono di nuovo prima di inviarli!

Più tardi Paolo si ritrovò davanti ad una folla inferocita di ebrei in Gerusalemme e raccontò nuovamente la sua storia miracolosa. "Ora, siccome io non vedevo nulla per lo splendore di quella luce, fui condotto per mano da quelli che erano con me; così entrai in Damasco. Or un certo Anania, uomo pio secondo la legge, di cui tutti i Giudei che abitavano a Damasco rendevano buona testimonianza, venne da me e, standomi vicino, mi disse: Fratello Saulo, ricupera la vista. E in quell'istante io ricuperai la vista e lo guardai. Poi aggiunse: Il Dio dei nostri padri ti ha preordinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e a udire una voce dalla sua bocca. Perché tu devi essere testimone presso tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito" (Atti 22:11-15). Paolo specificò chiaramente che era stata più che una conversione miracolosa - stava per diventare uno stile di vita miracoloso. C'erano tre cose che Dio voleva per Paolo. Voleva che Paolo conoscesse la Sua volontà, che avesse una visione di Cristo, e che udisse una voce dalla Sua bocca [cioè direttamente da Lui, non di seconda mano].

Oggi i cristiani pregano di rado perché è stato loro insegnato di "prendere tutto per fede". In questa chiesa di Times Square predichiamo la fede, ma senza escludere la preghiera. Insegniamo l'ubbidienza, il pentimento, la Parola, la fede e la preghiera! Si dice: "Perché pregare? Perché supplicare Dio per qualcosa che ci ha già promesso? Se Lui sa già quello che chiederemo prima che glielo diciamo, allora perché continuare a chiedere?". Alcuni persino insegnano: "Se chiedi qualcosa che ha già promesso, stai dimostrando di non credere. Devi solo reclamare le Sue promesse e aspettare; non c'è più bisogno di pregarci sopra". Abrahamo ebbe la promessa di diventare una nazione grande e potente; Dio stesso gli aveva fatto questa promessa. "Tutto il paese che tu vedi, io lo darò a te e alla tua discendenza per sempre. E renderò la tua discendenza come la polvere della terra..." (Genesi 13:15-16). Dio gli aveva promesso che avrebbe benedetto coloro che lo benedicevano e maledetto coloro che lo maledicevano. Abrahamo aveva così tanta fede, che Dio gliela mise in conto di giustizia: "Ed egli credette all'Eterno, che glielo mise in conto di giustizia" (Genesi 15:6). C'è qui un uomo di Dio, sicuro delle promesse di Dio e pieno di fede; eppure egli corse in preghiera davanti all'altare molte volte. "Di là si spostò verso la montagna ad est di Bethel, e piantò le sue tende... e là costruì un altare all'Eterno ed invocò il nome dell'Eterno" (Genesi 12:8). Ancora, dopo essere uscito dall'Egitto, dopo la carestia, la Scrittura dice: "Abramo dunque risalì dall'Egitto... Abramo era molto ricco di bestiame, di argento e di oro. Ed egli continuò il suo viaggio fino a Bethel, il luogo dove da principio era stata la sua tenda... al luogo dell'altare che aveva fatto inizialmente; e là Abramo invocò il nome dell'Eterno" (Genesi 13:1-4). Vediamo quindi che né la fede né le promesse di Dio possono farci abbandonare la preghiera.

Anche Mosé considerò la sua comunione con Dio molto più preziosa di ogni benedizione. Guardatelo mentre si trova sul monte con le braccia alzate a Dio mentre Aronne e Hur gli stanno accanto! Dio aveva già promesso che gli Amalekiti sarebbero stati sconfitti e che Israele avrebbe avuto la vittoria. Eppure, Mosé si reca sul monte e chiama Dio con braccia alzate. "E Mosé costruì quindi un altare al quale pose nome: L'Eterno è la mia bandiera" (Esodo 17:15).

Siamo profani sull'argomento della preghiera rispetto alla chiesa primitiva. Molti oggi considerano la preghiera segreta un lavoro pesante e noioso. Perciò lo fanno solo occasionalmente - e soprattutto se ne vergognano. Potete immaginare un marito ed una moglie che vivono nella stessa casa e non si parlano; eppure in pubblico lei gli parla come se fossero intimi? Quando gli parla, lei è annoiata, gira gli occhi da qualche altra parte, poi si dimentica di lui per più giorni. In questo stesso modo alcuni trattano il nostro benedetto Signore! La preghiera, quella segreta ed intima, è l'arma più potente che Dio abbia dato al Suo popolo; eppure viene trascurata, disdegnata, e usata poco spesso.

Dio è così ansioso di mostrarci quale potenza abbiamo nella preghiera. Ce lo ricorda con potenza in Giacomo 5:16-18: "Confessate i vostri falli gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri, affinché siate guariti; molto può la preghiera del giusto, fatta con efficacia. Elia era un uomo sottoposto alle stesse nostre passioni, eppure pregò intensamente che non piovesse, e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi. Poi pregò di nuovo, e il cielo diede la pioggia e la terra produsse il suo frutto". Elia era un essere umano sottoposto ai nostri stessi sentimenti, soggetto ai nostri stessi desideri, alle nostre stesse paure, alle stesse nostre speranze, alle stesse nostre disperazioni, ai nostri stessi bisogni - eppure le sue preghiere ottenevano risultati! Dio ci sta mostrando quello che dobbiamo fare ogni volta che abbiamo delle crisi. Corri a Lui! Sii onesto! Prega che le porte si aprano! Elia pregò intensamente, continuò a pregare ed aspettò fin quando non ottenne la risposta del Signore. Per ben sette volte mandò il suo servitore a scrutare l'orizzonte per vedere un benché minimo segno.

Oggi, dopo una o due volte, ci stanchiamo di pregare e ci arrabbiamo con Dio. Diciamo: "Non è per me. Ho pregato e mio marito ed io abbiamo ancora problemi, perciò non ho ottenuto quello di cui avevo bisogno". E' ovvio che la gente non prega perché pensa che non funzioni. Ma non sanno ciò che significa perseverare nella preghiera - andando come Elia con la faccia a terra più e più volte. Questo esercizio è chiamato "tenersi stretti a Dio". Nel Vecchio Testamento è chiamato "lottare con Dio". La preghiera di Giacobbe fu: "Non ti lascerò andar via fin quando non mi avrai benedetto" (Genesi 32:26). Le attese, i ritardi, hanno uno scopo: conformarci a Cristo. Non puoi spendere molto tempo nella Sua presenza senza conoscerlo. Più a lungo viene rimandata la risposta, più importante Egli diventa e meno importanti saranno per noi le risposte. In un modo o nell'altro, vinci sempre!

I profeti ci hanno predetto che negli ultimi giorni, mentre si susseguiranno molte calamità, Dio chiamerà un residuo che si apparti con Lui. Daniele comprese questo tempo divino perché aveva studiato i profeti del passato: "Io Daniele compresi dai libri il numero degli anni in cui, secondo la parola dell'Eterno indirizzata al profeta Geremia, dovevano essere portate a compimento le desolazioni di Gerusalemme, cioè settant'anni. Volsi quindi la mia faccia verso il Signore Dio, per cercarLo con preghiera e suppliche, col digiuno, col sacco e con la cenere" (Daniele 9:2-3). Studiando Geremia, Daniele aveva scoperto che i settant'anni dell'esilio stavano per finire. Geremia 29:10-11 dice: "Così dice l'Eterno: Quando saranno compiuti i settant'anni per Babilonia, io vi visiterò e manderò ad effetto per voi la mia buona parola, facendovi ritornare in questo luogo. Poiché io conosco i pensieri che ho per voi, dice l'Eterno. Pensieri di pace, e non di male, per darvi un futuro e una speranza".

Perché Daniele non si era rallegrato? Perché non ha afferrato la promessa e non ha aspettato? Perché ha iniziato a piangere, a pregare, a digiunare, vestito di sacco? Perché aveva scoperto che c'era una condizione affinché tutto questo avvenisse. Si, Dio aveva promesso di liberarli, di fare loro del bene; ma, ecco i versi 13 e 14 dello stesso capitolo: "Mi invocherete e verrete a pregarmi, e io vi esaudirò. Mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore. Io mi farò trovare da voi, dice l'Eterno, e vi farò tornare dalla vostra cattività; vi raccoglierò da tutte le nazioni e da tutti i luoghi che vi ho dispersi, dice l'Eterno; e vi ricondurrò nel luogo da cui vi ho fatto condurre in cattività". Il peccato, o il disinteresse, possono annientare le promesse di Dio. Daniele aveva scoperto dal capitolo 4 di Deuteronomio che Israele sarebbe stato disperso a causa del peccato, ma aveva ricevuto la promessa che sarebbe stato altresì liberato. "Ma di là [cattività] cercherai l'Eterno, il tuo Dio; e lo troverai, se lo cercherai con tutto il cuore e con tutta l'anima" (Deuteronomio 4:29).

Dalla stessa ricerca nei profeti scopriamo a che punto ci troviamo nella profezia. Credo che ci troviamo sia in Isaia 26 che in Deuteronomio 4:29-31. Deuteronomio 4:30 e 31 dice così: "Quando ti troverai nell'angoscia e ti saranno avvenute tutte queste cose, negli ultimi tempi, tornerai all'Eterno, il tuo Dio, e darai ascolto alla sua voce; (poiché l'Eterno, il tuo Dio, è un Dio misericordioso); egli non ti abbandonerà e non ti distruggerà, e non dimenticherà il patto che giurò ai tuoi padri". Questi versi non sono per il tempo di Daniele. Sono per gli ultimi giorni, cioè il nostro tempo. In Isaia 26, Dio ci dice che la misericordia che ci ha già mostrato non ha portato del pentimento: "Se si fa grazia all'empio, egli non imparerà la giustizia; agirà perversamente nel paese della rettitudine e non potrà vedere la maestà dell'Eterno" (Isaia 26:10). L'America è considerata la terra più giusta. Dio ci ha favorito e ci ha mostrato la Sua benevolenza per portarci al pentimento. Ma la nostra nazione si è contaminata e non ha riconosciuto la potenza di Dio e la Sua opera in mezzo a lei. Perciò Dio sta per mandare i suoi giudizi: "Con la mia anima ti desidero di notte; sì, con lo spirito che è dentro di me ti cerco al mattino presto; poiché quando i tuoi giudizi si manifestano sulla terra, gli abitanti del mondo imparano la giustizia" (Isaia 26:9). Nella visione profetica di Isaia è giunta una notte di giudizi ed un popolo ha visto quella notte di tenebre. Sono tornati al Signore per cercarLo con tutta la loro forza.

Dio sta creando un residuo travagliato. "Come una donna incinta che sta per partorire si contorce e grida nelle sue doglie, così siamo stati noi davanti a te, o Eterno. Abbiamo concepito, abbiamo sentito le doglie, come se dovessimo partorire, ma era solo vento; non abbiamo recato alcuna salvezza al paese e gli abitanti del mondo sono caduti. I tuoi morti rivivranno, assieme al mio cadavere risorgeranno. Svegliatevi ed esultate, o voi che abitate nella polvere! Poiché la tua rugiada è come la rugiada di una luce sfavillante e la terra darà alla luce i morti" (Isaia 26:17-19). Qui c'è una donna che "grida per i dolori del parto".

Quella donna è la chiesa che nasce da una chiesa! Ci sono centinaia di voi. Negli ultimi anni qualcosa stava per nascere; ci sono stati dolori e grida a causa di doglie spirituali. Cercavi di esserne sollevato, e sei andato qui e là, cercando liberazione, ma hai trovato solo venti di dottrine conflittuali. Eri morto spiritualmente o quasi. Eppure il tuo cuore è stato svegliato e sei stato risuscitato! "I tuoi morti rivivranno". Ti sei svegliato ed ora canti un nuovo canto: "La tua rugiada è come la rugiada di una luce sfavillante". C'è la gloria del Signore su di te, come rugiada sull'erba, di una luce sfavillante. "Rugiada dell'erba" significa "rugiada che nasce da una luce soprannaturale". Dio ti ha condotto nella luce della Sua gloriosa Parola. Sei sveglio ed ora stai cantando. Sei risorto dalla morte ed ora ricevi ogni giorno la fresca luce della Sua Parola, come la rugiada.

"Va', o popolo mio, entra nelle tue camere e chiudi le tue porte dietro a te; nasconditi per un istante, finché sia passata l'indignazione. Poiché ecco, l'Eterno esce dalla sua dimora per punire l'iniquità degli abitanti della terra; la terra metterà allo scoperto il suo sangue versato e non nasconderà più i suoi uccisi" (Isaia 26:20-21). Dio ci avverte che la Sua indignazione sta per venire sulla terra. Indignazione significa qui furia, una santa rabbia contro il peccato. Il Signore si sta trattenendo perché la Sua rabbia è al limite. Sta per venire sul suo cavallo bianco e la sua opera di giudizio sarà veloce ("...la terra metterà allo scoperto il suo sangue versato e non nasconderà più i suoi uccisi"). Dio sta per aprire le cateratte della terra e riversare fiumi di sangue - il sangue di fanciulli innocenti! Ogni singola goccia di sangue che questa nazione assassina ha versato è stata conservata in un enorme recipiente, un recipiente che contiene sangue innocente, ed ogni singola cellula di quel sangue grida vendetta. La terra vomiterà il contenuto delle sue tombe, ogni osso e ogni piccolo lembo di carne non sarà più nascosto. Centinaia di milioni di bambini, un oceano di sangue versato! Quando la nostra economia crollerà, coloro che sono spirituali udranno dietro di essa il tremolio di quelle piccole ossa. Quando la luna verrà tramutata in sangue, sarà un riflesso di quel mare di sangue innocente.

Dove sarà il residuo dei santi? Chiuso con Dio, nascosto nella camera segreta della preghiera! Amati, sta per arrivare un diluvio: "Allora il serpente gettò dalla sua bocca, dietro alla donna, dell'acqua come un fiume, per farla portare via dal fiume... Il dragone allora si adirò con la donna e se ne andò a far guerra col resto della progenie di lei, che custodisce i comandamenti di Dio ed ha la testimonianza di Gesù Cristo" (Apocalisse 12:15,17). Ci sarà guerra per quel residuo! E' un diluvio di lussuria, tentazioni ed inganni. La televisione è un diluvio a ciel sereno che sta inondando milioni di cristiani. Sono portati via "dal diluvio". Questa è la guerra, una guerra non contro sangue e carne. Dobbiamo combattere sulle nostre ginocchia!

Coloro che non pregano, che non sono pronti, non reggeranno al giorno del giudizio. Saranno travolti dalle orde demoniache! In Apocalisse 6:17 viene posta questa domanda: "Perché è venuto il gran giorno della sua ira; chi potrà resistere?". Ogni figlio di Dio chiuso con Lui durante l'indignazione potrà resistere. "Perciò prendete l'intera armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio e restare ritti in piedi dopo aver compiuto ogni cosa" (Efesini 6:13). "Ora a colui che può salvaguardarvi da ogni caduta e farvi comparire davanti alla sua gloria irreprensibili e con grande gioia" (Giuda 24).

"Quando l'avversario verrà come una fiumana, lo Spirito dell'Eterno alzerà uno stendardo contro di lui" (Isaia 59:19). Verranno tempi in cui saremo travolti inaspettatamente. Mentre camminerai nella luce, rallegrandoti e ringraziando il Signore, ad un tratto verrai inondato. Potrebbe essere a causa del tuo carattere, perché Satana ti provocherà. Potrebbe essere a causa della paura, perche verrà un improvviso diluvio. Potrebbe essere a causa della malattia, che ti piega e ti sottrae ogni forza. O potrebbe essere a causa di un vecchio desiderio che pensavi di aver conquistato e distrutto; non lo hai cercato ma c'è, come un diluvio! Potrebbe essere a causa della depressione. Non sai nemmeno cosa l'ha causata, ma improvvisamente ne sei stato travolto.

Ma con Davide possiamo dire: "Io grido con la mia voce all'Eterno; con la mia voce imploro l'Eterno. Davanti a lui io effondo il mio lamento, davanti a lui espongo la mia avversità. Quando il mio spirito veniva meno in me, tu conoscevi il mio cammino. Essi hanno teso un laccio per me sul sentiero che stavo percorrendo. Guardo alla mia destra ed ecco: non vi è alcuno che mi riconosca; ogni via di scampo è preclusa; nessuno si prende cura della mia vita. Io grido a te, o Eterno, e dico: Tu sei il mio rifugio, la mia parte nella terra dei viventi. Presta attenzione al mio grido, perché sono ridotto agli estremi; liberami dai miei persecutori, perché sono più forti di me. Fammi uscire dalla prigione, perché possa celebrare il tuo nome. I giusti si stringeranno intorno a me, perché tu mi colmerai di bene" (Salmo 142).

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