Adempiere l’obiettivo dell’incarnazione

Quando il Signore venne sulla terra per dimorare tra noi, aveva un scopo estremamente preciso, definito prima della fondazione del mondo. Nato a Betlemme, Gesù venne con la missione di rivelarci il Padre, compiere opere potenti, riscattarci dal peccato e liberarci da ogni schiavitù.

Un tale Salvatore avrebbe facilmente attirato l'attenzione dei potenti governatori di questo mondo. Nonostante tutti i pericoli mortali lanciatiGli dagli uomini e da Satana, Gesù fu in grado di adempiere il Suo mandato. Possiamo vedere questa opposizione del potere delle tenebre già all'inizio della Sua storia:

“Gesù era nato in Betlemme di Giudea, all'epoca del re Erode. Dei magi d'Oriente arrivarono a Gerusalemme, dicendo: «Dov'è il re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo». Udito questo, il re Erode fu turbato, e tutta Gerusalemme con lui.” (Matteo 2:1-3)

Il governatore di Israele, il re Erode, si sentì subito minacciato. Capì che chiunque fosse riconosciuto come "re dei Giudei" sarebbe stato qualcuno nel quale il popolo avrebbe posto la sua speranza. Questo avrebbe significato che si sarebbero dissociati dell'esistente sistema politico che garantiva ad Erode il potere.

Ma Erode non fu il solo a rimanerne interdetto: “…e tutta Gerusalemme con lui.” (2:3). Anche il popolo si sentì minacciato. Evidentemente erano soddisfatti del loro sistema religioso morto e superficiale instaurato dai loro capi. Preferivano vivere nelle tenebre piuttosto che camminare nella luce, persone “aventi l'apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza” (2 Timoteo 3:5). Sembra che il mondo intero fosse disturbato dall'idea di un Salvatore che avesse maestà, gloria e potenza tali da trasformare le persone con la Sua bontà. Erano determinati a distruggere ogni reminiscenza e residuo della luce dell'Evangelo di Cristo.

Viviamo in un mondo molto simile a quello nel quale venne Gesù due millenni fa.

Secondo ogni odierna fonte di notizie, quasi tutti in America sono disturbati dall'idea di un Salvatore come Gesù. Negli anni recenti i dirigenti scolastici, i media nazionali ed anche la Casa Bianca hanno reagito veementemente -e negativamente- alla menzione pubblica del nome di Cristo. Questo non ci deve sorprendere, in quanto Gesù ci preannunciò che come il tempo del suo ritorno si sarebbe avvicinato “l'amore dei più si raffredderà” (Matteo 24:12).

Inoltre, per anni i Cristiani sono stati consapevoli di quella che è stata chiamata la guerra sul Natale. Le scene dell'avvento sono state rimosse dagli spazi pubblici e le scuole non organizzano più rappresentazioni storiche del Natale: questi movimenti culturali stanno raggiungendo vette di assurdità inimmaginabili. Nelle scuole pubbliche del nord-est, gli insegnanti organizzano con gli studenti canti natalizi ma usando frasi sostitutive per tutti i riferimenti a Gesù. Ciò è simile ad organizzare una festa di compleanno a qualcuno ma senza riconoscerne la presenza all'evento. È come occuparsi di dolci e festini ignorando nel contempo la persona che si intendeva celebrare!

Ora, la crescente animosità verso il Natale ha assunto un aspetto personale. Quando recentemente ho augurato ad uno straniero "Buon Natale", ho ricevuto in risposta uno sguardo in cagnesco. Mi preoccupa di essermi sentito tentato a inviare un semplice "Buone Feste" in sostituzione.

Recentemente, quando un ospedale nazionale Cristiano per bambini propose uno spot commerciale a un network TV sportivo, quest'ultimo si rifiutò di trasmetterlo a meno che l'ospedale non avesse rimosso il nome di "Gesù" dal messaggio pubblicitario. Ci fu anche una controversia che coinvolse un patriarca sul popolare show televisivo Duck Dynasty. Le persone cominciarono a chiamare chiedendo il suo allontanamento perché aveva affermato che la Bibbia non condonava l'omosessualità. Per aver semplicemente citato la Scrittura, fu chiamato bigotto, omofobo e commerciante di odio.

Comprendo che queste persecuzioni sono piccola cosa rispetto a quelle sofferte dai Cristiani in paesi nei quali la Cristianità è fuorilegge. Nelle mie visite a oltre 60 nazioni, ho visto le avversità giornaliere che i credenti all'estero sopportano. Eppure vi assicuro che presto le cose diventeranno peggiori per la chiesa in America. I pastori a Houston hanno già rischiato accuse penali per essersi rifiutati di presentare in anticipo i loro sermoni all'ufficio del sindaco. Il quale voleva assicurarsi che i ministri evangelici non parlassero contro le leggi pro gay da lei introdotte.

La vicenda raggiunse anche la Casa Bianca. Un famoso evangelista venne contattato per offrire la preghiera all'inaugurazione del nuovo anno 2012, ma l'invito venne revocato quando si seppe che aveva predicato che l'omosessualità era un peccato. È come se il nostro governo stesse dicendo, "Non sei il benvenuto nella nostra tollerante società. Noi tolleriamo ogni cosa eccetto che tu esprimi quello in cui credi."

Non sto cercando consapevolmente di rovinarvi il Natale scrivendovi tutte queste cose negative.

Proprio ora, in mezzo alla frenesia della festa, so che già potreste essere ripieni di preoccupazioni. Così potreste meravigliarvi e chiedervi, "Perché dirci queste cose proprio ora? Perché non potremmo concentrarci sull'essere con la nostra famiglia, scambiarci i regali e vedere felici i nostri bambini? "

Sto scrivendo su questo argomento in particolare perché sono convinto che i nostri bambini necessitano di udirlo. Le cose che sto menzionando hanno già varcato i limiti delle scuole elementari. Gesù ci dice chiaramente che tempi difficili stanno giungendo, e la prossima generazione di fedeli che Egli sta crescendo è composta di giovani. Voglio che loro sappiano, "Quando vedrete avvenire queste cose, non abbiate paura. La sola cosa di cui dovete avere paura è di vivere nella paura - nascondendovi e ritraendovi dal glorioso evangelo con cui Gesù vi ha equipaggiato per condividerlo con gli altri."

La verità è che le persecuzioni diventeranno sempre peggiori perché l'Evangelo riprende coloro che camminano nelle tenebre. Dio continuamente sovverte i loro sforzi anti-Cristo, e questo li rende più arrabbiati. Giovanni scrive, “Chi è ingiusto continui a praticare l'ingiustizia; chi è impuro continui a essere impuro; e chi è giusto continui a praticare la giustizia, e chi è santo si santifichi ancora” (Apocalisse 22:11). Giovanni ci indica la nostra risposta al mondo che avanza nell'oscenità e nell'odio contro noi. Le sue parole echeggiano quelle di Gesù: “Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli” (Matteo 5:10).

Sottolineo questo perché la risposta odierna della chiesa sembra essere l'opposta. Pochi tra noi sembrano volere accettare di essere perseguitati senza combattere. Molti credenti vogliono rispondere politicamente, dicendo, "Se voi vi adirate quando diciamo che l'omosessualità è peccato, semplicemente lo grideremo più forte. Il nostro numero proverà che siamo nel giusto." Questa attitudine non fa che costruire contese. E quando sembra che la chiesa perde terreno, spunta fuori la paura piuttosto che la fede.

Vi dico, lasciate che Erode sia furioso, lasciate che il mondo intero sia furioso, ma permettete che il vostro cuore sia governato dall'amore di Gesù Cristo. Tutto il nostro potere risiede nel Suo amore. Infatti, il potere della nostra testimonianza sta nel predicare la Sua Parola con misericordia, e nel rimanere santi in mezzo a una generazione corrotta. Questa testimonianza provocherà coloro che vivono nelle tenebre a volgersi verso la luce, dicendo, "Voglio la pace e la gioia che queste persone sembrano avere in questi tempi problematici. Voglio conoscere il loro Dio."

Una delle tentazioni più potenti di Satana è quella di rinchiudere i Cristiani in una mentalità prevalentemente politica.

Il diavolo non sta spingendo solamente il mondo ad essere furioso con noi. Ma sta cercando di renderci furiosi quanto il mondo stesso. Vuole che crediamo che possiamo resistere agli assalti della persecuzione piuttosto che sopportarli per amore del Vangelo. In questo processo, cerca di sostituire la nostra profonda pace con l'animosità.

Devo ammettere di essere caduto preda di questa tentazione. Quando udii di quanto fatto dal network TV sportivo, scrissi una lettera nella quale manifestavo la mia rabbia. Mentre la scrivevo, sentii la pace dello Spirito di Dio lasciarmi. Capii che dovevo revisionarla. Perché? Non era per paura del network televisivo; no. Quello che temevo era di perdere il cuore di Gesù. Questo avviene a quanti cadono nella tentazione di combattere il mondo con armi mondane.

Posso vedere questo in alcune newsletter Cristiane alle quali mi sottoscrissi. Nel modo in cui affrontano certe forze culturali, realizzo la stessa perdita di pace che ho esperimentato nello scrivere la mia lettera. Certe volte sembra che la chiesa sia impegnata in una partita di scacchi con il mondo secolare, spostando i pezzi in maniera strategica con un obiettivo in mente: vincere la guerra culturale. Se non facciamo attenzione, il nostro impegno in questa guerra drenerà da noi tutto il sapore e la luce che Cristo ci ha dato per realizzare lo scopo dell'Incarnazione.

Se c'era uno che aveva ragione di essere indispettito era proprio Gesù. Pensate all'orrendo genocidio che avvenne in Israele quando nacque. “Un grido si è udito in Rama, un pianto e un lamento grande” (Matteo 2:18). Gesù crebbe in una società nella quale non c'erano ragazzi della sua età perché erano stati uccisi. Quando Gesù divenne uomo avrebbe potuto dire, "Erode pagherà per quanto fatto. Ha ucciso tutti i miei fratelli giudei, perciò lo spodesterò".

Il nostro Signore non fece questo. Al contrario, come giovane uomo sulla trentina incominciò a proclamare la buona notizia: guarì i malati, operò miracoli, risorse perfino i morti. In parole povere, si occupò degli affari del Padre Suo. Anche quando Erode Antipa cercò di ucciderLo, Gesù continuò a perseguire il suo obiettivo. Alcuni farisei lo avvertirono, “Parti, e vattene di qui, perché Erode vuol farti morire” (Luca 13:31). Ascoltiamo la profonda risposta di Cristo: “Andate a dire a quella volpe: "Ecco, io scaccio i demoni, compio guarigioni oggi e domani, e il terzo giorno avrò terminato” (13:32).

L'uso della parola "volpe" porta con sé una connotazione culturale. Le volpi non erano conosciute per la loro "furbizia" ma per essere una minaccia mortale per pecore, galline e bestiame, venendo per uccidere, rubare e divorare. Gesù identifica Erode proprio con questo tipo di minaccia. Ma, nonostante ciò, non fece guerra al re. Invece, aggiunse risolutamente: “Bisogna che io cammini oggi, domani e dopodomani” (13:33).

Stava dicendo, in altre parole: "Continuerò a fare esattamente quanto sto facendo. Guarirò gli ammalati, scaccerò i demoni e moltiplicherò pani e pesci per saziare gli affamati. E non voglio essere distratto dalla persecuzione, non importa quanto possa diventare cattiva. Perciò, andate avanti e minacciate Me e la chiesa che verrà dopo di Me. Io continuerò a guarire, salvare e liberare: e la Mia Parola trionferà su tutto. Sono venuto per compiere la mia missione di liberare ogni schiavo. "

Possa lo scopo dell'Incarnazione di Cristo riempire pienamente i nostri cuori in questo periodo. Lasciate che il mondo prosegua per il suo sentiero tenebroso. Questo non fermerà il nostro potente Salvatore dal portare a compimento la Sua missione. Non ho mai sentito di qualcuno che sia venuto a Cristo attraverso una rappresentazione pubblica della mangiatoia, ma conosco persone che sono state conquistate per mezzo dell'amore. Manteniamoci fedeli alla Sua missione, che è la nostra chiamata alla speranza: "C'è libertà in Cristo Gesù. Alleluia! Egli è venuto per liberarti!"