Facciamo una scelta quando decidiamo di vivere le nostre vite nell'inquietudine della paura oppure nella fiducia che riponiamo in Dio. Se permettiamo a noi stessi di preoccuparci di una cosa oggi, domani le cose che ci preoccuperanno saranno diventate due. In breve, le nostre paure continueranno a crescere così come le ondate di problemi continuano a abbattersi su di noi. E dopo, se perdiamo il controllo delle nostre paure, la nostra mente preoccupata si ritroverà a scendere sempre più in una fossa senza fine.

L'apostolo Paolo era un uomo senza paura. Come fece a trovare una tale fiducia e gioia in mezzo alla difficoltà, all'incertezza e all'opposizione? E come possiamo fare a trovare le stesse cose in tempi come questi in cui stiamo vivendo?

Prima di tutto, quando sei addolorato per le ferite inferte da altri, Dio ti porterà gioia! Molte persone oggi sono ferite a causa di qualcosa, la perdita del lavoro, una moglie confusa o ammalata, una malattia persistente, un caro che si trova a combattere con la povertà.

Quando Gesù apre i nostri occhi – quando vediamo le persone come le vede lui – non possiamo più restarcene tranquillamente seduti mentre intorno a noi anime ferite vagano senza meta. La compassione per i perduti non può coesistere con la compiacenza. L’apatia non è più un’opzione.

Pregando con fede, il Re Davide afferrò questa verità:: “Non mi sommerga la corrente delle acque, non m’inghiottisca il vortice, non chiuda il pozzo la sua bocca su di me!” (Salmo 69:15). Non è strano che anche la persona più devota debba affrontare problemi che la sommergono come una fiumana. E come Davide, possiamo essere permeati nella e dalla parola di Dio, fedeli nella preghiera e devoti al Signore, ma sentirci sopraffatti dalle onde della paura.

Il nostro ministero ha un sito web che riceve messaggi da cristiani di tutto il mondo. Proprio adesso credenti da varie nazioni stanno scrivendo la stessa cosa: La paura si diffonde. Come viene profetizzato nelle Scritture, Dio sta scuotendo ogni cosa che è possibile scuotere ed è difficile comprendere tutto lo sconvolgimento che sta accadendo.

Quando un uomo (o donna) di Dio è in fase di formazione, le forze nemiche si scateneranno contro di lui con grande furia.

Stai assaggiando un amaro calice di dolore, sopportando una terribile ora di isolamento e confusione? Se è così, ti invito a prendere una posizione di fede: “Perché so in chi ho creduto, e sono convinto che egli ha il potere di custodire il mio deposito fino a quel giorno” (2 Timoteo 1:12).

Gesù disse al Getsemani: “L’anima mia è oppressa da tristezza mortale” (Matteo 26:38). Riesci ad immaginare il figlio di Dio che patisce una notte di confusione? Non sapeva che stava per proclamare vittoria sull'inferno e sulla morte? Non aveva un innato senso di guida e destino, sapendo che il Padre era con Lui?

Viene detto da generazioni di cristiani che la parte più dura della fede è l'ultima mezzora. Qui voglio aggiungere una parola dicendo che la notte di confusione spesso arriva poco prima della vittoria, appena prima che il buio svanisca e l'alba cominci.

Quanto lo Spirito ci spinge a parlare con amore, dobbiamo farlo. Recentemente, mentre pranzavo con mia moglie, sentii di dover dire ad un cameriere della nostra area che Gesù lo amava. Non rispose, ma poco dopo lo vidi che riferiva ad altri dello staff ciò che gli dissi, e questo provocò degli sguardi curiosi dalla nostra parte. Ma mentre stavamo per andare via accadde una cosa curiosa, un altro cameriere mi fermò e chiese di pregare con lui!

Quando Dio dice, “Userò la tua vita per la mia gloria”, spesso ci dimentichiamo che una spada non si forgia sulle piume, ma nell’incudine. Ci saranno calore, martellate, piegamenti, rimodellamenti. Serve ogni cosa, e ci vorrà del tempo. Eppure in quel processo gridiamo, “Signore, pensavo che avessi detto di volerti usare della mia vita, ma tutto quello che vedo è ritrovarmi nel fuoco. Oh, Gesù, aiutami!”

Il Signore ti risponde, “Ti ho detto che ti avrei usato per la mia gloria! Ma non ti userò finché non sarai pronto”.

Quando parlo di totale fiducia in Cristo, intendo non solo nel suo potere salvifico ma anche nel Suo potere di protezione. Dobbiamo fidarci del Suo Spirito che ci protegge e ci fa diventare simili a Dio.

Improvvisamente Dio ti ha estraniato, tagliato fuori dalle opere malvagie. Cos'hai dovuto fare di buono per meritarlo? Nulla! Nessuno è in grado di rendere sé stesso santo o mantenersi tale. Otteniamo la santità di Cristo solo per fede, quando confidiamo in ciò che la parola di Dio dice: “Se siamo in Cristo, siamo santi come Lui è santo”.