CORPO:
Quando medito il Salmo 71, penso subito a mia moglie Chantal. Per diversi decenni ho visto Chantal chiamare sua madre e suo padre diverse volte alla settimana. Li visitava regolarmente e li circondava di cure, rimanendo con loro fino al loro ultimo respiro. È sempre stata un modello per me quando si tratta di prendersi cura dei genitori nelle loro sfide e nel dolore della fine della vita.
Negli ultimi giorni ho meditato sui Salmi 142 e 143. Mi interessava sapere cosa stava passando il re Davide quando disse: “Quando lo spirito mio è abbattuto in me, tu conosci il mio sentiero.
Sulla via per la quale io cammino, essi hanno teso un laccio per me. Guarda alla mia destra e vedi; non c'è nessuno che mi riconosca. Ogni rifugio mi è venuto a mancare; nessuno si prende cura dell'anima mia” (Salmi 142:3-4, NR).
Davide in effetti gridò al Signore: “Sii attento al mio grido, perché sono ridotto agli estremi... Libera l'anima mia dalla prigione” (Salmi 142:6-7).
Il motivo per cui scrivo questo è per ricordarti che la battaglia che stai affrontando non è tua ma di Dio. Se sei un suo figlio, puoi star certo che Satana “si infurierà contro di te”.
Una donna cristiana si è avvicinata di recente a me con un’espressione piuttosto emotiva e mi ha chiesto se avessi sentito l’ultima notizia sugli sconvolgimenti in Pakistan. “Riesci a credere a quello che sta succedendo?” lei chiese. “Ogni giorno è un giorno di cattive notizie. Il Pakistan ha capacità nucleare. I terroristi potrebbero prendere il sopravvento e qualche pazzo ayatollah potrebbe lanciarci in una guerra nucleare”. Scuotendo la testa, ha detto: “Sono davvero spaventata. Le cose stanno andando fuori controllo”.
Lì, proprio in faccia a te, c’è una porta che sembra essere continuamente chiusa a chiave. Questa porta chiusa di cui sto parlando è un problema, una situazione o un bisogno per cui preghi da molto tempo. Può essere una crisi che richiede niente di meno che un miracolo. Non so quale possa essere la tua porta chiusa, ma hai pregato affinché la porta dell’opportunità si apra, eppure tutto ciò che provi sembra fallire. Le porte semplicemente non si aprono.
So com’è ascoltare la promessa di Dio che avrai una vita vittoriosa e trionfante, e so com’è non vedere quella promessa realizzata. In quei momenti mi sono sentito sconfitto, sopraffatto e scoraggiato dal nemico.
Geremia era giovane, aveva solo circa 20 anni, quando Dio gli diede una chiamata profetica. Entrò in quella chiamata come fanno molti di noi nella nostra giovinezza, non sapendo davvero cosa avrebbero riservato gli anni a venire. Tutto quello che sapeva è che aveva una relazione con Dio. Aveva consegnato la sua vita al Signore. Stava dicendo: “Non la mia volontà, ma la tua volontà sia fatta”. Avrebbe servito nel ruolo di profeta.
Ho un messaggio per coloro che stanno vivendo una situazione dolorosa e opprimente. Non sto parlando a coloro che ora godono di un periodo di riposo dalla sofferenza, che non provano alcun tipo di dolore o sofferenza. Grazie a Dio per quei momenti di tranquillo riposo.
Dopo aver letto il Salmo 13, ho voluto inviarvi alcune parole di incoraggiamento che ho raccolto da questo benedetto capitolo.
Qualcuno che sta leggendo questo scritto ha bisogno di un tocco da parte di Gesù. Quando il Signore ministrava qui sulla terra, guariva e risanava gli afflitti semplicemente toccandoli. Quando Gesù toccò la suocera di Pietro, la sua febbre lasciò il suo corpo (vedere Luca 4:38-40). Toccò la bara di un giovane morto e il ragazzo prese vita. Toccò gli occhi dei ciechi e loro poterono vedere. Toccò l’orecchio di un sordo che poté allora udire.