Nel Vecchio Testamento il popolo di Dio lo abbandonò molte volte, ma Lui lo perdonò e lo benedì ogni volta in modo incredibile. Il Signore aveva tutto il diritto di rinunciare con Israele, ma gli restò sempre fedele. Neemia riassume questa meravigliosa verità riguardo alla natura di Dio:
In tutta la Bibbia sentiamo queste parole meravigliose da parte di molti servi di Dio: “Il tuo Dio è misericordioso, pietoso, ricco in grazia, disposto a perdonare, pieno d'amore, lento all'ira”. Queste parole sulla bontà di Dio sono recitate altre volte da grandi uomini come Mosè, Giona, Davide, i profeti e l'apostolo Paolo (leggere Esodo 34:6, Deuteronomio 4:31, Giona 4:2, Gioele 2:13, Romani 2:4).
“Chi è lento all’ira vale più del prode guerriero; chi ha autocontrollo vale più di chi espugna città” (Proverbi 16:32).
Non è interessante? Vogliamo dare le nostre vite per il Vangelo e per il campo missionario ma finché non cresciamo e nutriamo il nostro cuore e la nostra anima, allora espugnare una città non varrà a nulla. La città rimarrà piena di gente miserabile, frustrata, scoraggiata e depressa.
Mi piace guardare gli edifici di Manhattan, soprattutto la notte, quando le luci sono tutte accese. È una vista stupenda, vedere tutti quegli edifici pieni di persone, attività e idee all’opera, e sapere che quanto ideato lì non condizionerà solo la città di New York ma tutto il mondo. Tuttavia, a prescindere da quanto influenti possano essere New York e i suoi abitanti, se si toglie l’energia elettrica – cosa che occasionalmente accade durante i blackout – si spegne tutto. Gli edifici degli uffici diventano inutili, le attività cessano e le idee muoiono nel buio.
Credi che Dio voglia risolvere velocemente il tuo problema? Ecco dov'è che molti cristiani sbagliano. Sanno che Dio ha tutto ciò di cui hanno bisogno ed ammettono che Lui si prenda cura di loro. Ma quando Lui non risponde al loro grido in modo tempestivo, pensano subito a tutte le motivazioni possibili per le quali Lui non voglia andare in loro aiuto.
Il Signore ci chiede: “Credi davvero che io veda esattamente ciò che stai sopportando proprio ora?”
Forse mentre leggi questo messaggio, in te c'è qualcosa che richiede azione da parte Sua in tuo favore. La vera natura del tuo problema chiede una risposta.
Credi davvero che Dio controlli con amore ogni tuo movimento, nella maniera in cui un padre fa con i suoi bambini? Credi che sia a lavoro come un padre amorevole e premuroso, conservando ogni tua lacrima, udendo ogni tuo sospiro e che ti stia vicino?
Le Scrittura dice dei tempi di Mosè: “Per quarant’anni li hai sostentati nel deserto, e non è mancato loro nulla; i loro vestiti non si sono logorati e i loro piedi non si sono gonfiati. . . . [Loro] sono vissuti in delizie, per la tua gran bontà" (Neemia 9:21, 25).
Ti rallegri della bontà del Signore per te? O forse nel tuo cuore pensi: “Dio non è stato buono con me. Troppe cose nella mia vita sono state lasciate in sospeso. Le mie preghiere non hanno ottenuto risposta”.
Dio mi ha salvato attirando il mio cuore. Mentre la mia fede e la mia consacrazione verso di lui crescevano, egli ha iniziato a impartire conoscenza e rivelazione, una comprensione delle sue vie, un desiderio di studiare e imparare a crescere sempre più in profondità nella sua sapienza. È un processo di formazione e maturazione, un processo che continuerà finché non morirò, ma che è iniziato con un richiamo alle mie emozioni, non al mio intelletto.
Mentre aspettiamo con fede che Egli agisca, dobbiamo credere che Egli ascolta il grido del nostro cuore: “Prendete, fratelli, come modello di sopportazione e di pazienza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore ...perché il Signore è pieno di compassione e misericordioso” (Giacomo 5:10-11). Dio si commuove davanti alle nostre lacrime ed al nostro lamento. Egli ascolta il nostro pianto.
Gesù ci ha fatto una potente promessa per questi ultimi giorni.
Le circostanze problematiche e le condizioni difficoltose possono indurci in confusione. In quei momenti la nostra impazienza comincia a ragionare: “Dio non voleva dire ciò che mi ha detto. O forse il problema è la mia incapacità di ascoltare la Sua voce. Forse ho sentito male, perché tutto ciò che mi ha detto e ciò che vedo accadere non quadra”.